Allora, inizio col dire che secondo me questa casa editrice ci sta marciando un bel po' su questi romanzi drammatici e che spesso trattano il doloroso tema della guerra, dopotutto lo abbiamo visto con Il profumo delle foglie di limone di Clara Sànchez, che ha ottenuto un clamoroso successo dapprima in Spagna e anche qui in Italia ottenendo sia grandi commenti positivi che altrettante critiche positive, spingendo la Garzanti a pubblicare altri titoli simili come L'inverno si era sbagliato, seppur con una trama completamente diversa, o anche Il linguaggio segreto dei fiori in cui, al contrario dei primi due non appariva la tematica della guerra ma manteneva toni altamente struggenti, confermandosi come uno stupefacente caso editoriale.
Con tutta questa premessa non voglio ovviamente criticare scelte editoriali, ma solo esporre la mia semplicissima opinione e introdurre Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys, romanzo best-seller in America, in vetta alle più prestigiose classifiche come quella del New York Times, venduto in ventotto paesi, amato e acclamato da riviste, giornali, lettori, librai, e insegnanti che lo hanno perfino adottato nelle scuole. Insomma un romanzo che ha decisamente lasciato il segno e che finalmente arriverà anche qui da noi.
Un libro che spezza un lungo e doloroso silenzio narrando una delle più terribili violenze della storia ma che, a dir la verità, spesso scompare e viene messa in ombra dal tanto parlare dell'Olocausto ebraico. Infatti non tutti sanno che contemporaneamente a quello degli ebrei, stava avvenendo nei paesi baltici un altro genocidio, sotto la dittatura di Stalin.
L'intera storia ci viene raccontata da Lina, figlia di un rettore d'università e per questo motivo deportata con la madre, il fratello e altre centinai di persone in un gulag staliniano, un campo di lavoro, dove sono costretti a lavorare nella polvere, a piegare la testa, a sopportare il terribile freddo, o a morire. Ma Lina non vuole morire, non vuole lasciarsi abbattere. Lei deve mantenere viva la speranza, deve essere forte e coraggiosa, deve resistere e non smettere di sognare, perche sopno proprio i sogni ciò che le guardie non potranno mai portarle via.
Un libro che, ancora prima del suo arrivo nel nostro paese, fa già molto parlare di se, presentandosi come il manifesto di avvenimenti oscuri, tenuti per molto tempo segreti ma reali e drammatici, crudi e violenti, e soprattutto da non dimenticare mai perchè mai dovranno ripetersi.
Titolo: Avevano spento anche la luna
Autrice: Ruta Sepetys
Prezzo: 18,60€
Dati: 2011,304p.,rilegato
Editore: Garzanti
Disponibile dal: 25 Agosto
Mi hanno tolto tutto.
Mi hanno lasciato soltanto il buio e il freddo.
Ma io voglio vivere. A ogni costo.
Trama:
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. È l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà per mezzo dell'arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America è balzato in testa alle classifiche del «New York Times». Definito all'unanimità da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto è perso.
L'autrice:
Ruta Sepetys è nata in Michigan, da una famiglia di rifugiati lituani. Non ha mai dimenticato le sue origini e la storia della sua famiglia. Per questo è andata in Lituania, nel tentativo di recuperare la memoria paterna. Per scrivere Avevano spento anche la luna le ricerche sono state impegnative e l’hanno portata a visitare i campi di lavoro in Siberia e a conoscere storici e tantissimi sopravvissuti, che l’hanno aiutata a descrivere i particolari più importanti di quel passato di atrocità.
Qui il sito ufficiale del romanzo!
Avevano spento anche la luna è un romanzo duro e poetico al tempo stesso. Un'opportunità per colmare un vuoto troppo a lungo dimenticato.
The Wall Street Journal
The Wall Street Journal
I commenti entusiastici dei librai dimostrano la potenza di questo romanzo.
Publisher Weekly
Pochi libri sono ben scritti, pochissimi sono importanti.
Questo romanzo è entrambe le cose.
Washington post
Morirono più di venti milioni di persone. Ma c’è ancora chi nega questa realtà. Ruta Sepetys, figlia di un rifugiato lituano, dimostra che la verità è un’altra. Commovente. Un romanzo importante, che merita il maggior pubblico possibile.
Booklist
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