mercoledì 28 novembre 2012

Fred's Weird Pages #6



A cura di Federica Frezza

Libro in inglese   

Titolo: The Hologicon
Autore: Mark Forsyth
Prezzo: 12.99£
Dati: 256p.,Hardcover
Editore: Icon Books

Sarò schietta: se ti piace leggere in inglese questo è uno dei libri più belli che ti possano capitare. È un patrimonio, una miniera d'oro, sentiti libero di proseguire con metafore e paragoni dello stesso stampo.
Si tratta di The Horologicon di Mark Forsyth, ed è un capolavoro.
Ma bisogna mettere le mani avanti:
punto primo – non è un romanzo.
Punto secondo – non va letto di fila dall'inizio alla fine (l'autore specifica che non dovresti tentare la folle impresa per alcuna ragione, e che se fossi irresponsabile abbastanza da farlo l'Inferno intero si scatenerebbe alla tue calcagna e possa Dio avere pietà della tua anima; l'autore e l'editore non saranno inoltre da essere ritenuti in alcun modo responsabili per suicidi, sparatorie o nudità in pubblico che possano derivare dalla prolungata lettura).
Punto terzo – questo è un libro da studiare a memoria. E arrivo al sodo, perché Horologicon è una raccolta delle parole più spettacolari che la lingua inglese abbia mai prodotto, ma che sono andate perdute nello scorrere veloce del tempo e delle abitudini quotidiane di chi la lingua la forma davvero, cioè chi la parla.
Forse dirai che noia, in pratica è un vocabolario!
No, non lo è. Perché come Mark Forsyth fa notare nella sua introduzione i vocabolari hanno il terribile difetto di non accostare tra loro parole che invece condividano l'area cui si applicano (aardvark, per esempio, che significa oritteropo, è scomodamente posizionato a 19 volumi dell'Oxford English Dictionary da zoo, yacht a 18 volumi da beach, spiaggia).
Per questa ragione, e a mio parere per stuzzicare un intelletto mai sazio, l'autore ha deciso di immaginare una giornata tipo e dividere le parole a seconda del momento in cui è più probabile possano tornarti utili. E non pensare nemmeno che a spiegarti una parola ci sia una cruda e sterile definizione. L'amore per la parola scritta si dimostra nell'attentissima ricerca delle radici etimologiche più profonde, accettando di scovarle nelle fonti più antiche e remote.
Ad esempio c'è la meraviglia che è la parola uhtceare (non ti rovino alcuna sorpresa, è la prima che incontri, nella sezione 6:00 a.m.): si pronuncia oot-key-are-a, ed è una singola parola per parlare di quell'ansia che ti assale mentre ti rigiri nel letto senza riuscire a riprendere sonno, appena prima dell'alba, quando tutti i tuoi problemi e dubbi ti tendono un agguato in vicolo deserto con l'intenzione di riempirti di botte e lasciarti lì dolorante.
Uht è quell'irrequieta ora prima dell'alba durante la quale Aurora in persona si aggira appena sotto la linea dell'orizzonte preparandosi per il nuovo giorno, ma il cielo è ancora buio.
Ceare è una forma antiquata di care, sta quindi per preoccupazione e sofferenza, sensazioni che hanno la cattiva abitudine di assalirti proprio a uht inoltrata.
Da quel momento in avanti l'Horologicon ti accompagnerà per tutto il giorno senza timidezza o contegno, descrivendo con termini imbevuti di puro fascino la routine del risveglio, la colazione, il viaggio fino al luogo di lavoro, il pranzo, la rotta per tornare a casa, le serate fuori, il rientro.
L'umorismo con cui ogni piccolezza è descritta unisce l'apprendimento di parole nuove con l'abbraccio a quello che ogni vita umana ha in comune con tutte le altre, e quando il libro sarà finito e ti accorgerai di sentirne la mancanza potrai trovare rifugio nel blog che é la fonte di tutta questa saggezza, Inky Fool, condotto con la stessa spregiudicata risata in faccia alle avversità che contraddistingue The Horologicon.

Libro in italiano

Titolo: Blonde 
Autrice: Joyce Carol Oates
Prezzo:  8,99€ 
Editore: Bompiani (Tascabili Best Seller)


Blonde di Joyce Carol Oates è a sua volta un capolavoro.
Ma questo non analizza un elenco di parole, quanto un elenco di emozioni. È un pregevole catalogo di pensieri, sensazioni, paure e paranoie della mente umana, prendendone una come paradigma.
Non una mente qualunque, quella di Marilyn Monroe.
Si tratta di un racconto della vita di Norma Jeane distillato dai fatti e insaporito dalla finzione, non va quindi preso alla lettera come fosse una biografia, ma esplorato, ingerito, sentito addosso. Quello che è sensazionale è che risulti più autentico di tante biografie. Questo perché trovo riesca a catturare lo spirito di Marilyn Monroe, per il quale la sequenza esatta dei meri fatti è secondaria. 
Alcuni personaggi della vita della vera Marilyn sono inclusi, altri esclusi, alcuni sono amalgamati o ricreati in modo da rendere più intense le osservazioni sulla sua fragilità e la sua vulnerabilità, il suo bisogno di rendere felici gli uomini della sua vita e le difficoltà nel tentare di essere all'altezza della sua immagine pubblica.
Quello che ho trovato davvero pregevole di Blonde è anche il suo lato più commovente: la voce di Marilyn, che risalta in modo evidentissimo, con la confusione che cresce più si fa ripida la discesa verso il buio, nonostante la strenua resistenza.
È straordinario il modo che ha di farti entrare nella testa della protagonista. E ormai hai sentito e letto questa frase così tante volte che non vuole più dire niente da sola, quindi lascia che approfondisca il discorso: è raccontato in terza persona passato, il che permette di iniziare con una bambina, un'anima innocente e fragilissima, e di arrivare a MARILYN MONROE che nasce, sboccia ed esplode come fosse profondamente staccata ed indipendente dalla lei che hai visto crescere fino a quel momento.
La crescente ansia, la pressione degli occhi del mondo, l'infelicità, avanzano con il ritmo delle frasi che a loro volta cambiano con l'assunzione dei farmaci e con il crescere della paura.
Il tutto ti si trasmette a bordo di un gigantesco livello di compassione, arricchito dal lirismo con cui l'autrice è in grado di descrivere la vita quotidiana di una donna, per quanto speciale.
Attraverso quegli occhi la visione che si ottiene della società che guardavano è spaventosa. Si può scegliere di soffermarsi a pensare quanto quella visione potesse essere deformata o quanto deformata fosse la società osservata. Non credo che una delle due scelte sia giusta e l'altra sbagliata.
Se posso rompere le scatole, nonostante si tratti di una storia affascinante, nonostante sia scritta in maniera superlativa, nonostante, narra la leggenda, il manoscritto originale fosse ancora più delle settecento pagine e spiccioli... Secondo me è troppo lungo.
Il che non toglie che a volte la finzione risulti più autentica della verità.

Cosa ne pensi? Lascia il tuo commento.


3 commenti:

  1. Proprio qualche gionro fa ho scoperto il blog su tumblr si Hologicon, mi piace un sacco, e mi stavo giusto chiedendo se valesse la pena comprare il libro! Ora grazie a te so che sì, ne vale la pena! :)

    RispondiElimina
  2. Io l'ho letto The Orologicon ed è davvero un capolavoro!
    Non ho letto il libro della Oates però, anche se è da un po' di tempo che cerco di dare una chance a quest'autrice :)

    RispondiElimina