martedì 4 settembre 2012

Recensione: Olivia ovvero la lista dei sogni possibili - Paola Calvetti


Titolo: Olivia. Ovvero la lista dei sogni possibili
Autrice: Paola Calvetti
Prezzo: 17.00€
Dati: 2012,180p.,rilegato
Editore: Mondadori (collana Omnibus)

Trama:
Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome.
E del tutto inaspettato è l’inizio di questa storia con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano, troppo impegnati a fare i conti con il dolore degli adulti per potersi incontrare davvero. E che prosegue anni dopo, quando, a pochi giorni dal Natale, Olivia viene licenziata. O meglio: non viene licenziata perché, come molte sue coetanee, non è mai stata assunta; semplicemente, da precaria, perde il posto di lavoro e si ritrova più precaria e fragile di prima. Così, con la sola compagnia dello scatolone che ha dovuto portare via dall’ufficio, di una buona dose di malinconia e degli insostituibili stratagemmi che la nonna le ha insegnato per affrontare le difficoltà, Olivia si avvia per le strade della sua città. Trovato un riparo temporaneo ma insospettabilmente accogliente in un dimesso bar-tabacchi, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine, nella loro pragmatica freddezza, tralasciano: gli incontri che l’hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, sull’animo e sui pensieri di Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali segreti della felicità nelle scie di un aereo o nel verso di una poesia, di affidare alla nipote un piccolo appartamento “di salvataggio” e di averle regalato una Polaroid per strappare al tempo gli istanti più belli, complici ideali dell’inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Tra le mura ospitali di quella provvisoria zattera di salvataggio e nonostante l’esordio di una giornata iniziata nel peggiore dei modi, Olivia sa che le cose migliori le succedono sempre quando ci rinuncia. 
Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato che costruisce un mosaico di coincidenze, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l’alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all’innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia. Olivia e Diego non sanno di essersi sfiorati per tutta la vita e non ricordano nemmeno quello sguardo antico che ha reso le loro anime così solitarie e tanto simili. Fra loro vibrano le onde invisibili della serendipità, quella sensazione di euforia che si prova quando si scopre una cosa non cercata mentre se ne sta cercando un’altra. E se è vero che il destino segue regole invisibili, in quelle ore forse, il loro, di destino si sta organizzando in una bizzarra successione di eventi guidata dalla casualità. 
Con un romanzo popolato di personaggi intensi e vitali, che racconta con delicatezza le fragilità più estreme – quelle dell’anima, dell’età, del lavoro e della sua mancanza – Paola Calvetti intona le note dolci e coraggiose di chi, anche quando piovono guai, sa scrutare nel cielo cercando uno squarcio di sereno pronto ad aprirsi.

L'autrice:
Paola Calvetti ha lavorato alla redazione milanese della “Repubblica”, dal 1993 al 1997 ha diretto l’Ufficio Stampa del Teatro alla Scala e, in seguito, è stata Direttore della Comunicazione del Touring Club Italiano. Oggi scrive per il “Corriere della Sera” e il settimanale “Io Donna”. Ha pubblicato L’amore segreto (Baldini&Castoldi 1999), L’addio (2000), Né con te né senza di te (2004), Perché tu mi hai sorriso (2006), tutti in edizione Bompiani, e Noi due come un romanzo (Mondadori, 2009).

Recensione:
Una bella copertina, un titolo azzeccato, una trama incantevole: Olivia ovvero la lista dei sogni possibili doveva assolutamente piacermi. Eppure...
Prima di esprimere il mio parere, credo sia necessario aprire una parentesi. Non mi piace quando un libro non incontra i miei gusti. E, ancor di più, non mi piace quando un libro che piace a tutti non riesce a convincere me, poiché mi sembra che la mia stupidità raggiunga livelli tali da non consentirmi di cogliere ciò che tutti gli altri vi hanno visto. Questo è un po' il caso di Olivia. Una storia godibile, intima e tenera, tante promesse, tante belle parole, che però non mi hanno lasciato quasi nulla, anzi, già adesso mi sembra di ricordare la trama generale, ma nulla di troppo specifico. 
La protagonista della storia è una giovane donna di nome, per l'appunto, Olivia, e noi la incontriamo mentre, durante una fredda mattinata di Dicembre, vaga goffamente per la città innevata con un ombrello e  uno scatolone contenente le poche cose che è riuscita a portar via dal suo oramai vecchio ufficio. Sola, persa e licenziata. 
Finché, ad un tratto, arriva il primo inaspettato gesto d'affetto di quella che era iniziata come una pessima giornata: l'insegna di un bar tabacchi che dice, semplicemente, Welcome. Quel posto sembra fare proprio al caso suo. Un semplice e modesto bar tabacchi, nulla di eccessivo e troppo costoso, solo un rifugio accogliente dove sedersi e bere una tazza di cioccolata calda facendo il punto della situazione. La ragazza non sa che quel bar tabacchi diventerà la sua casa per il resto della giornata, unico riparo dal freddo che imperversa fuori, palcoscenico di personaggi e ricordi, fucina di liste e buoni propositi per il futuro. Olivia tirerà fuori dalla scatola dei ricordi le sue più vecchie memorie, colorate e vitali rispetto ad un presente grigio e sbiadito: ritroverà sua nonna, donna forte e saggia, che l'ha guidata e istruita durante l'infanzia  e che tutt'ora, anche dopo la morte, continua a vegliare su di lei e darle consigli nei momenti più difficili. Olivia ripenserà al suo primo amore e ai suoi successivi fallimenti sentimentali, ripenserà ai suoi vecchi sogni, a quelli realizzati e a quelli rimasti chiusi in un cassetto, e, soprattutto, ritroverà la forza di guardare con ottimismo al futuro, andare avanti e trasformare quella che sembrava una disastrosa fine in un nuovo inizio. Un inizio da cui ricominciare.
Ma non finisce qui. Quasi contemporaneamente alla vicenda di Olivia si snoderà dinanzi ai nostri occhi la storia di Diego, giovane uomo incapace di lasciarsi alle spalle i fantasmi di un triste passato.
Le vite di questi due personaggi si sono sempre sfiorate e, a loro insaputa, il destino ha in progetto qualcosa di molto speciale per entrambi...

*Ok, ora prendo un bel respiro e parto con la recensione. Sì, perché, dopo tutto questo sbolognamento di trama, devo finalmente togliermi qualche sassolino dalla scarpa*

La storia intessuta dalla Calvetti sembra sin da subito voler toccare alcune sensibilità fondamentali per colpire al cuore del lettore (crisi, licenziamento, sogni nel cassetto,  morte di una persona cara, fantasmi del passato, destino, amore...) e lo fa con una storia  per nulla originale, ma quotidiana quanto basta affinché, almeno per le prime pagine, funzioni e riesca a regalare un personaggio che ricorda molto la protagonista del film francese Le fabuleux destin d'Amélie Poulain. Una buona introspezione psicologica della protagonista è ciò che fa scattare la scintilla iniziale, dando vita ad una giovane donna pittoresca, ricca di sentimenti ed emozioni, amante delle parole e facile specchio di ogni lettrice. L'autrice non si inventa nulla di nuovo, ma riesce, con la giusta dose di atmosfera invernale, a incuriosire e mandare avanti la lettura. L'incanto però, per quanto mi riguarda,  è presto svanito,
 e, pagina dopo pagina, mi ritrovavo a inciampare in asfissianti periodi, simili a caverne senza via d'uscita e imbarazzanti nel loro DOVER essere poetici. Proprio lì ho iniziato a storcere il naso, a sospettare che la Calvetti volesse a tutti i costi impressionare, plasmare non frasi, ma citazioni da copia-incolla su Facebook. E mi duole dirlo, ma ad un certo punto ho iniziato a intravederci perfino una punta di presunzione, una sorta di <<Guarda che bella frase ti metto adesso. Guarda che descrizione ti faccio. Guarda come sono brava!>>.
 Dopo pochi capitoli la storia perde lo smalto iniziale e diventa sempre più difficile sopportare la noia e le banalità dilaganti. Dell'intera lettura sono arrivato a salvare solo la graziosissima idea delle liste, unico spiraglio di inventiva e carisma. Per il resto Olivia mi è sembrata eccessivamente ripetitiva, si trasforma nella pallida e irritante copia della sopracitata  Amélie e, se la cosa per le prime pagine girava a suo favore, dopo un po' si nota palesemente con quale sforzo stia provando a essere quel tipo di personaggio, ma anche il solo rendermene conto mi faceva capire quanto male le riuscisse. Da metà romanzo in poi avevo la sensazione di leggere solo per puro masochismo: i cliché vengono sparsi a mano larga e la prevedibilità delle situazioni rende il libro una palla al piede che si appesantisce col passare del tempo. La giornata di Olivia in quel bar tabacchi diventa troppo lunga e, come ciliegina sulla torta,  ci sono i capitoli di Diego. Avrei voluto ardentemente distruggere i miei principi e saltare a piè pari le pagine a lui dedicate e tutt'ora mi chiedo come diavolo abbia fatto l'autrice a rendermi totalmente impassibile verso il dramma di quest'uomo, un dramma che, forse per la sua natura autobiografica, la Calvetti cerca di trattenere con un'ironia ben poco riuscita.
All'apice della mia disperazione mi lasciavo ormai trasportare da una serie di rindondanti capitoli e da quello che ho finito per percepire come un un continuo "blablablabla", volto a infondere un messaggio ottimista, ma che forse avrebbe richiesto molte meno pagine.
Una nota positiva? Il finale a due voci è stato un'ottima manna dal cielo.

Consigliato? Sono sicuro che non sia un libro brutto a priori e sono convinto che possa piacere. Nonostante ciò, personalmente, non mi ha lasciato nulla, lo dimenticherò completamente tra un paio di settimane e non mi ha dato alcuna motivazione che mi spinga a rileggerlo in futuro. Adesso linciatemi pure,
dovevo dire la mia!

Voto:

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13 commenti:

  1. Bella recensione, ma mi ricorda quella fatta da Malitia tempo fa...
    "Il romanzo, costruito sull’ambivalenza tra passato e presente, origina una bizzarra contraddizione. Se il primo risulta vivo e colmo di episodi interessanti, il secondo, trascorso interamente dentro il bar tabacchi, è statico e spento. Unica nota di colore sono i personaggi che si succedono dentro il locale, simbolo di un’umanità mai positiva, vari e per lo più tristi o viziosi." Malitia, Recensione su Dusty pages in Wonderland

    Magari mi sbaglio eh...

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    1. "Olivia non si sposterà da quel tavolo del bar tabacchi fino a sera, ma noi ci muoveremo lo stesso in una dicotomia tra passato e presente. Un passato, quello della protagonista, che nonostante l'alternarsi di momenti felici e momenti tristi, appare vitale e colorato rispetto ad un presente sbiadito e popolato dai frequentatori del locale, grigi e viziosi, emblemi di una società malata e incapace di sognare." Leo, recensione su Sangue d'inchiostro

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    2. Mha, sì, effettivamente hai ragione, sai? :) Può darsi che scrivendo quel pezzetto mi sia tornata inconsciamente alla mente la recensione di Mali, però non è stato volontario perché, come vedi, sarà anche uguale il messaggio ma non la struttura. Oppure può essere che abbiamo avuto entrambi l'idea di esprimere nella stessa maniera quella cosa, non ti so dire. Mi sembra inutile attaccarsi su certe sottigliezze, anche perché tra me e la recensione di Mali c'è un abisso.
      Grazie del commento, comunque, se ce la faccio vedrò di rimediare un attimo. Non mi piace che ci possano essere di certi disguidi.

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    3. Io sono tra quelli a cui il romanzo è piaciuto, ma ho apprezzato la tua recensione. Onesta, acida nel senso positivo del termine e molto chiara. In quanto alle somiglianze con quella di Malitia, sarà sicuramente un caso. Il concetto è lo stesso perchè, avendolo letto, posso dire che nasce nella mente del lettore quasi spontaneamente, inoltre la recensione di Dusty Pages era molto positiva ;)

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    4. Grazie! ^^
      Sì, infatti. Ma in ogni caso non mi piace che si possa anche solo insinuare una cosa simile quindi ho accorciato e modificato quel pezzetto.

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  2. Bella recensione, a me è piaciuta molto, perchè si sente che è vera. Probabilmente a suo tempo avevo anche letto quella di Dusty Pages, ma non le avrei MAI paragonate. A parte che può succedere che un concetto letto ti resti impresso, lo fai tuo perchè lo condividi, e poi lo riformuli.
    Insomma scrivi tante di quelle recensioni che pensare che hai "copiato" è assurdo!
    Tornando a Olivia a me il libro è piaciuto, e non tanto la storia in sè fondamentalmente semplice, ma i continui messaggi di questa insolita protagonista persa nei suoi pensieri. E quella poesia che tu hai notato forzata e che io purtroppo riscontro in molti autori italiani, a me è sembrata naturale.
    Ma ripeto, bella recensione ^^

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    1. A me è rimasto in presso ben poco, figuriamoci tutti i messaggi sotto forma di periodi infiniti. Secondo me la Calvetti avrebbe bisogno di un po' di capacità di sintesi.
      Si vede che non l'ho proprio retto, vero? :D
      Comunque grazie, sono felice ti sia piaciuta nonostante la contraddizione di pareri e, in ogni caso, hai ragione: spesso mi sembra che gli autori italiani non vogliano creare romanzi, ma libri di citazioni, a volte anche piuttosto sempliciotte (vd. Fabio Volo).

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  3. "Dopo alcuni capitoli la storia perde lo smalto iniziale e diventa sempre più difficile sopportare la noia e le banalità dilaganti."
    Sono proprio d'accordo. All'inizio mi aveva davvero intrigato ma ora sono bloccata a pag 120 e non riesco ad andare avanti.
    Annamaria

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    1. Un'altra lettrice di Olivia insoddisfatta. Bene, mi sento meno solo :P

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  4. Io sono invece tra i lettori che proprio non si è fatta incuriosire da questo libro ed infatti non l'ho letto, né acquistato. Ho apprezzato moltissimo la tua recensione, diretta come sempre! Non credo che acquisterò il romanzo anche se, come hai detto tu, ho letto un bel pò di commenti positivi in giro per il web!

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    1. A me il libro incuriosiva e anche tanto. E' stata la lettura che mi ha fregato, ahaha XD
      Comunque sono felice che tu abbia trovato diretta la mia recensione, è quello che volevo.

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  5. Dopo aver letto il romanzo mi trovo, purtroppo, in accordo con la tua recensione. Mi aspettavo tutt'altro, devo essere onesta. Non l'ho proprio sentito mio.
    Ciao

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