lunedì 4 luglio 2011

Recensione: Le luci di settembre di Carlos Ruiz Zafòn

Titolo:  Le luci di Settembre
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Prezzo: 19,00€
Dati: 2011,228p.,rilegato
Editore: Mondadori (collana Scrittori italiani e stranieri)

<<E' finita>> mormorava tremando. <<E' finita>>
<<No>> disse Ismael. <<Questa non era che una macchina, senza vita nè volonta. Qualcosa la muoveva dall'interno. Chi ha cercato di ucciderci è ancora lì...>>



Trama: 
Durante l'estate del 1937 Simone Sauvelle, rimasta all'improvviso vedova, abbandona Parigi assieme ai figli, Irene e Dorian, e si trasferisce in un piccolo paese sulla costa per sfuggire agli ingenti debiti accumulati dal marito. Trova lavoro come governante per il facoltoso fabbricante di giocattoli Lazarus Jann in una gigantesca magione chiamata Cravenmoore, dove l'uomo vive con la moglie malata. Tutto sembra andare per il meglio. Lazarus si dimostra un uomo gradevole, tratta con riguardo Simone e i figli, a cui mostra gli strani esseri meccanici che ha creato - e che sembrano avere vita propria - mentre Irene si innamora di Ismael, il cugino di Hannah, la cuoca della casa. Ma eventi macabri e strane apparizioni sconvolgono l'armonia di Cravenmoore: Hannah, viene trovata morta e una misteriosa ombra si impossessa della tenuta. Spetterà a Irene e Ismael lottare contro un nemico invisibile per salvare Simone e svelare l'oscuro segreto che avvolge la fabbrica dei giocattoli, un enigma che li unirà per sempre e li trascinerà nella più emozionante delle avventure in un mondo labirintico di luci e ombre.


L'autore:
Carlos Ruiz Zafòn, autore di assoluto talento e di successo mondiale, ha cominciato la sua carriera nel 1993, con una serie di libri per ragazzi. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo romanzo per adulti, L'ombra del vento (Mondadori 2004), divenuto immediatamente un caso letterari internazionale, con un milione e mezzo di copie vendute solo in Italia. nel 2008, con il gioco dell'angelo (Mondadori 2008) è tornato all'universo del Cimitero dei Libri Dimenticati, che tutti i suoi lettori ricordano con grande passione. Nel 2009 da Mondadori è uscito  Marina, e nel 2010 Il Palazzo di Mezzanotte. Le sue opere sono tradotte in più di quaranta lingue e hanno conquistato numerosi premi e milioni di lettori nei cinque continenti.


Recensione:
Prima di commentare questo libro vorrei chiarire un po' le idee a tutti coloro che non hanno mai letto nulla di quest'autore.
La causa del successo di Carlos Ruiz Zafòn qui in Italia è da ricercare in un forte e positivo passaparola di lettori che ha portato L'ombra del vento, primo romanzo per adulti e dalle tinte gotiche dello scrittore pubblicato qui in Italia per Mondadori, a divenire un vero e proprio caso letterario sulla bocca di tutti vendendo, soltanto qui, un milione e mezzo di copie e proclamandosi in poco tempo un successo internazionale tradotto in più di quaranta lingue. Stessa cosa con il suo secondo successo sempre per adulti Il gioco dell'angelo, che nel 2008 riconfermò il suo talento nell'immergere i lettori in una Barcellone gotica e ricca di oscuri segreti. Da questo volume in poi, visto il suo ascendente ottimo ascendente di vendia sul pubblico italiano, la cara Mondadori decise di iniziare a darsi da fare per pubblicare tutti i vecchi romanzi dell'autore, mai tradotti all'estero e destinati ad un target di lettori molto più giovane. Tutto ebbe inizio con Marina nel 2009, per poi continuare con la Trilogia della nebbia, di cui Mondadori ha pubblicato Il palazzo della Mezzanotte nel 2010 e, appunto, Le luci di settembre nel 2011. Il primo libro della trilogia Il principe della nebbia è per ora disponibile solo per la casa editrice Sei Frontiere.
E' da tener ben presente perciò che l'arrivo di questi precedenti scritti del noto autore è puramente frutto di uno scopo commerciale, del tipo "Zafòn vende molto, allora pubblichiamo anche i suoi vecchi romanzi".  
Bisogna partire quindi con il presupposto che Le luci di settembre è stato scritto molto tempo fa, partorito da uno Zafòn giovane e meno maturo e quindi destinato più che altro ad un target giovane; se vi aspettate di trovare lo stesso autore de L'ombra del vento  e Il gioco dell'angelo, alllora rimarrete profondamente delusi. 

E' una fredda mattina invernale del 1936 quando Armand Sauvelle muore tristemente in una stanza d'ospedale, circondato dai suoi cari. 
E' da qui che hanno inizio le vicende della famiglia Sauvelle, composta ormai da Dorian, il piccolo di famiglia, Irene, la sorella maggiore, e Simone, la madre. 
Ed è da qui che inizia per loro un anno duro, fatto di stenti e povertà, sommersi dai debiti lasciati dal defunto Armand e oppressi dagli avidi creditori: Simone è costretta a riprendere il suo posto da insegnante mentre Irene cerca di guadagnare qualcosa lavorando in una sala da ballo. Tutti  devono fare dei sacrifici, rinunciando ai lussi della vecchia vita, a scuole prestigiose e vestiti di impeccabile fattura.
Ma il destino ha in serbo molto altro per loro e l'occasione di riscatto non tarderà a presentarsi. Grazie ad un amico di famiglia infatti la vedova Simone troverà un ottimo posto di lavoro come governante della tenuta di Cravenmoore, presso la ridente cittadina marittima di Baia Azzura, con abitanti socievoli, dove non succede mai nulla di eclatante e a diffondere le poche novità non ci pensa il giornale bensì le chiacchiere dei paesani. 
L'immensa villa di Cravenmoore si trova al limitare di un fitto bosco, una costruzione imponente e al contempo inquietante,  appartente ad un ex-fabbricante di giocattoli Lazarus Jann. L'uomo si dimostra sin da subito amabile e cordiale nei confronti dell'intera famiglia, assumedo un comportamento dolce verso Irene e Dorian, mostrando loro gli innovativi e igegnosi esseri meccanici che ha creato durante la sua carriera e che riempiono ora ogni angolo della casa, dandogli il benvenuto con una lauta cena e imponendo a Simone ben pochi ma importanti divieti. Lazarus conserva infatti sin dalle prime apparizioni un lato misterioso ed enigmatico, oppresso da una solitudine ed un tormento interiori causati dalla malattia che opprime da molto tempo l'amata moglie e che la costringe a letto per tutto il tempo. Uno dei divieti più importanti è infatti quello di non addentrarsi mai nei piani superiori, specialmente quelli appartenenti all'ala ovest della casa, dove si trova la stanza dela moglie. Lazarus ama passare tutto il suo tempo da solo, continuanado a creare giocattoli e per i Sauvelle i giorni scorrono in fretta, la vita a Baia Azzura si dimostra pacifica e Irene fa subito la conoscenza di Hannah, ragazza sedicenne e cuoca di Cravenmoore, e il suo ammaliante cugino Ismael, un vero e proprio lupo di mare. 
Ma per quanto tempo può durare la quiete?
Un giorno d'Agosto il cadavere della dolce e chicchierona Hannah vieve ritrovato nel bosco di Cravenmoore, privo di ogni spiraglio vitale, e nuovi e oscuri segreti metteranno in pericolo la vita dei protagonisti.
Perchè tutti gli indizi portano a Cravenmoore? Quale oscuro mistero si cela sotto quelle mura? Chi è davvero Lazarus Jann?
Toccherà a Irene, Dorian, Simone ed Ismael scoprire la verità, ma qualcosa di mostruoso, qualcosa al limite delle loro credenze, si nasconde all'ombra della grande tenuta.
Premetto dicendo che ho letto quasi tutti i precedenti romanzi pubblicati da quest'autore: ho amato alla follia L'ombra del vento, mi è piaciucchiato Marina, non ho capito il gioco dell'angelo ma l'ho apprezzato e ho odiato Il principe della nebbia.
Sinceramente non capisco questa smania di pubblicare tutte le vecchie opere di Zafòn, è uno sfruttamento del pubblico che ha apprezzato i suoi romanzi per adulti nonchè una banale tattica commerciale per far soldi. E allora che facciamo ora che la Trilogia della nebbia è finita? Andiamo a pubblicare anche i suoi temi scolastici?
Capirei se stessimo seguendo un percorso, sarebbe stato carino leggere prima questi romanzi e poi andare avanti con i nuovi per vedere la maturazione dell'autore, ma avendo iniziato la pubblicazione di Zafòn con le sue opere più recenti, andare a ritroso nel tempo mi sembra un'impresa alquanto inutile.
Passato questo piccolo sfogo è ora di concentrarsi sul libro, sperando di riuscire a fare una critica decente, tenendo sempre ben presente che è un libro per ragazzi e valutandolo come tale. Partiamo da ciò che più mi è piaciuto e cioè lo stile narrativo che Zafòn anche in questa sua pubblicazione conserva a pieno anche se in modo, scorrevole e senza ripetizioni inutili, leggero, scorrevole ed evocativo al tempo stesso, specialmente nelle stupefacenti e palpabili descrizioni paesaggistiche. Un grosso punto a sfavore sta invece nella trama, per carità ottima per qualcuno che prova per la prima volta a leggere Zafòn e che si affaccia da poco a questo genere letterario, ben strutturata, ma, a mio parere, noiosa, scontata e piena di clichè. Pur essendo il volume di una brevità quasi infantile, per buona parte del romanzo ho faticato ad andare avanti ed ero quasi tentato di mollarlo e riporlo di nuovo nello scaffale.
La sensazione che ho avuto per gran parte della lettura è stata quella di essermi addentrato in una sorta di mix di tutte le opere fino ad ora pubblicate da quest'autore, in particolare ho notato dei pressanti punti in comune con Marina e Il gioco dell'angelo. Su alcuni di questi non ho nulla da ridire, come il breve accenno ad Andreas Corelli, ma altri mi hanno lasciato completamente interdetto, provocando durante il corso della lettura una strana sensazione di dejà-vu. E non solo. Le vicende, l'ombra/doppelganger, il mistero delle luci di settembre, gli automi che riempiono Cravenmoore, tutto quanto, dalle ambientazioni alla trama in sè, mi ha dato la sensazione di già visto, come se l'autore avesse provato a mettere insieme qualche film horror visto al cinema. E non solo. L'intero modus operandi non muta di una grinza dal solito adottato dall'autore, tanto che mi sono ritrovato a prevedere quale sarebbe stata la scoperta o la scena successiva, azzeccandone la maggior parte.
Ho trovato più veloce solo l'ultima parte del romanzo, ma forse a spingermi è stata più che altro la voglia di finire al più presto questa lettura, dato che, anche qui, di particolari colpi di scenza non ce ne sono, perfino il finale mi è sembrato alquanto scontato, molto simile ad altri adottati sempre dello stesso autore. Avevo capito come si sarebbero concluse le cose molto prima di leggere le ultime pagine.
Insomma si poteva fare di meglio, ma da un lato credo che tutto questo sia anche giutificabile, dato che, come ho detto prima, si tratta di un Zafòn poco maturo, alle prima armi.
E nemmeno me la sento di stroncare del tutto questo libro. Insomma, il mio è il parere di un lettore amate degli horror sia letterari che cinematografici, di un lettore che conosce le vere capacità di questo scrittore e sa che potrebbe fare di meglio, ma ad un pubblico molto giovane questo romanzo di poche pretese ptrebbe piacere, uno di quei libri da spiluccare durante l'estate e che magari spingerà il neo-lettore a comprarne altri più impegnativi. io sono partito così e non me ne pento.
Intato incrocio le dita  e prego sia Zafòn che la stessa Mondadori di portare in Italia, magari anche per la prossima estate, un romanzo tutto nuovo e per lettori più adulti.

Consigliato? Nì. Si ad un pubblico giovane e con poche pretese. Assolutamente no a dei veterani della lettura e a coloro che cercano qualcosa di eguagliabile a L'ombra del vento e Il gioco dell'angelo.

Voto:
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