Titolo: Chanel non fa scarpette di cristallo
Autrice: Barbara Fiorio
Prezzo: 14,90€
Dati: 2011, 219p.,brossura
Editore: Castelvecchi (collana Ultra)
Alcune di queste cose potrebbero non essere mai successe, ma non importa. Perchè sono tutte vere!
Trama:
Cosa succederebbe se, anziché limitarsi a trasformare in storie la propria fantasia, gli autori delle fiabe più famose avessero stretto un patto con il diavolo condannando le proprie creature a uscire dalle pagine dei libri per affrontare i vizi e le virtù della quotidianità? Donne favolose si troverebbero a vivere in un mondo che non è decisamente un regno fatato né un posto per principesse, dove la realtà è fatta di lavori noiosi, problemi da risolvere e uomini davvero molto diversi dai principi azzurri. Una vita complicata, senza considerare che i termini del famoso patto stipulato alle loro spalle prevede una clausola fondamentale: la ragazza che nel corso della sua esistenza normale dovesse incontrare il vero amore perderebbe, insieme all'immortalità, anche il ricordo del tempo che fu, lasciando scivolare nell'oblio le antiche fiabe raccontate a tutte le bambine del mondo. Così, mentre alle porte del cuore di Beatrice, Maddalena e Penelope già bussano i rispettivi cavalieri, il divertente romanzo di Barbara Fiorio propone alle sue protagoniste l'eterno conflitto tra amore romantico e vita reale: chi vincerà?
L'autrice:
Nata a Genova nel 1968, ha pubblicato il romanzo C'era una svolta (2209). Ha due gatti, fa un ottimo salame dolce, è ghiotta di cioccolato, lancia fulmini e secondo alcuni legge nel pensiero, anche se ciò l'annoia spesso. Ha imparato che non tutti i rospi sono principi travestiti, ma mantiene ferma la convinzione che comportarsi da principessa sia imprescindibili per una vita da favola.
Recensione:
Esistono.
I lieto fine capitano. certo, basta non aspettare i titoli di coda o i sequel. Basta non curiosare nei retroscena. Basta crederci.
ma talvolta, che ci si creda o no, i desideri si avverano, il destino incredibilmente sobrio si mette ai comandi e d'incanto un lieto fine illumina i suonatori di violino che si stagliano al tramonto.
I cinici sanno che, anche se nell'immaginario popolare il matrimonio suggella un futuro di felicità garantita, nella maggior parte dei casi quello è soltanto l'apice di una storia d'amore.
Come è noto, arrivati alla vetta o si scende o si cambia montagna.
Ma anche i cinici sono stati bambini nutriti a favole. Una vera condanna, un impriting a cui difficilmente si sfugge.
Quindi, in fondo in fondo, un po' tutti ci crediamo e un po' ci speriamo.
Anche perché tutti pensiamo di essere l'eccezione a questa regola montana. E alcuni lo sono davvero.
Innanzitutto permettete di scusarmi per la prolungata ed evidente assenza; sono arrivato agli ultimi giorni di scuola e sembra che le interrogazioni e verifiche di chiusura non finiscano più, ma vi prometto che, concluse definitivamente queste, il mio unico pensiero sarete voi, cari amici librofili.
Bene.
Ora passiamo al mio commento su Chanel non fa scarpette di cristallo di Barbara Fiorio, che, come potete già capire, sarà molto positivo, così positivo che ho decido di dedicarci uno speciale con annessa l'intervista che l'autrice ha voluto concedermi.
Eh sì, perché amici miei questo romanzo mi ha conquistato e lasciarmici trasportare dentro è stata un'esperienza fantastica, una di quelle letture che mi ha fatto amare il fatto di essere un divoratore di libri, uno di quei romanzi che riempiono il cuore e la mente, una chicca letteraria sul quale inizialmente, vedendolo sullo scaffale di una qualsiasi libreria, non ci si sofferma più di tanto, - ammetto di averlo fatto anch'io inizialmente - forse anche per colpa della copertina e del titolo che fanno molto 'romanzetto rosa'. Ma poi leggi la frase che ci è stampata sopra.
Alcune di queste cose potrebbero non essere mai successe, ma non importa. Perchè sono tutte vere!
A quel punto l'istinto del lettore inizia a vibrare, prendi in mano il volume, leggi anche la quarta di copertina e scopri che la trama è completamente diversa da cio' che ti aspettavi.
Il mio consiglio a questo punto è: non esitate. Se vi incuriosisce almeno un pochino, acquistatelo! Non ne rimarrete delusi.
Chanel non fa scarpette di cristallo è la storia di tre donne: Beatrice, Penelope e Maddalena, amiche inseparabili, belle e forti, che vivono una vita normale come tante altre. Beatrice è una scrittrice di favole molto apprezzate dai suoi piccoli lettori, con una personalità fresca e divertente, amante della cioccolata e padrona del simpaticissimo gatto Zorro, ha vissuto tante brevi storie con uomini diversi senza però trovare mai il vero amore; Penelope è un'illustratrice, la più fragile delle tre ma anche la più sognatrice, apparentemente felice con il suo fidanzato Giorgio e decisa a vivere con lui il resto della sua esistenza; Maddalena possiede invece una rinomata agenzia di servizi privati, donna in carriera, la più forte e decisa del gruppo, non cede all'amore e non vuole ammettere di provare qualcosa di più per il suo amante Paolo.
Personalità diverse, ma legate da un grande segreto;
Beatrice, Penelope e Maddalena sono infatti le protagoniste di tre diverse fiabe al femminile, incastrate nel mondo degli umani per l'eternità a causa di un antico patto che i loro creatori stipularono con il diavolo. Eppure c'è una via di fuga, una via per diventare donne normali: trovare il vero amore. Colei che lo farà e sceglierà di vivere con lui il resto della sua vita perderà l'immortalità e, con la sua morte, anche la fiaba a cui appartiene scivolerà pian piano nell'oblio, costretta ad essere ricordata solo dagli appassionati o sostituita dalla sua versione moderna, modificata ed edulcorata.
Un destino che fino ad ora le tre ragazze hanno rifiutato, andando avanti nelle epoche senza mai abbandonarsi al dolce sentimento.
Ma per quanto si può sfuggire al proprio lieto fine? Per quanto tempo si può sbattere la porta in faccia al principe azzurro? Per quanto tempo il cuore può resistere alla passione?
Barbara Fiorio ripropone in chiave fiabesca l'eterno conflitto tra amore immortale e vita reale, creando una storia sorprendentemente fresca e leggera, piena di romanticismo, fantasia e originalità. Sarà che sono da sempre un amante delle fiabe classiche - una sottospecie di eterno Peter Pan - ma questo romanzo è riuscito letteralmente a rapirmi, grazie allo stile scorrevole e ironico dell'autrice e spesso mi sono sorpreso a ridere da solo sul divano come uno stupido; anzi devo dire che, in questo periodo di interrogazioni e studi a gogo Chanel non fa scarpette di cristallo è stato quasi una manna dal cielo, riuscendo a regalarmi quei pochi minuti giornalieri di completo e rilassante stacco mentale, ringraziando anche il piccolo formato dei capitoli, altrimenti non me ne sarei più staccato pregiudicando tutti gli altri impegni.
Ho amato tutti i fantastici personaggi di questo romanzo ed è stato divertente ritrovare in loro i protagonisti e le situazioni delle vecchie fiabe che mia madre mi raccontava da piccolo. Un consiglio pero', procedete gradualmente nella storia, fate attenzione ad ogni particolare o indizio che la scrittrice lascia durante il percorso, non saltate all'ultima pagina, non rovinatevi la sorpresa. L'intera vicenda è intrisa di romanticismo, ma non un romanticismo schifoso e sdolcinato, un romanticismo - come ci si aspetterebbe - fiabesco, sempre tratteggiato da un'irriverente ironia e decisamente ben narrato, inserito tra gatti quasi umani, sorrisi senza volto, uno scrittore bastardo, un avvocato innamorato, uno scoglio in mezzo al mare, architetti gay e non e tanta tanta magia.
Ammetto inoltre che - pur notando io stesso una sempre più ponderante cinicità nel mio modo di fare - il romanzo della Fiorio ha risvegliato la mia parte da sognatore facendomi tornare di nuovo a credere nell'esistenza del lieto fine, una sorta di concessione da parte di un destino solitamente ubriaco di rum.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, complimenti da fare, ma rischierei di rovinarvi la sorpresa e sarebbe malvagio togliervi il piacere di gustare a pieno un così bel romanzo. Perchè Chanel non fa scarpette di cristallo è, come avrete ormai capito, un romanzo ben fatto, ben costruito e intessuto, paragonabile ad un buonissimo dolcetto da spizzicare un po' alla volta senza nessuna fretta, che non lascia l'amaro in bocca e sazia lo stomaco.
Perciò concludo semplicemente con il consigliarvelo a pieno, senza filtri e senza 'ma', nonostante - ripeto - la svista della copertina.
Voto:
E ora l'intervista all'autrice Barbara Fiorio. . .
Nome: Barbara
Cognome: Fiorio
Soprannome: gli amici mi chiamano Ba. Gli altri, più che soprannomi, sono nickname ;o)
Colore preferito: addosso il nero, è rarissimo che non indossi qualcosa di nero. Ma casa mia scoppia di giallo, rosso, arancione, blu e bianco. Mi piace tanto anche il viola.
Cibo preferito: carne rossa, al sangue
Dolce preferito: di base il cioccolato fondente, ma per il mio compleanno voglio la cassata al forno di Palermo, il Monte Bianco di una pasticceria di Genova o la torta Barozzi del modenese.
Libro preferito: uno solo? Impossibile. Te ne dico almeno tre, comunque non sono gli unici: Alice nel paese delle meraviglie/attraverso lo specchio, Il maestro e margherita, Delitto e castigo (che se la gioca con L'idiota)
Film preferito: come per i libri, uno solo non basta. Di primo acchito la trilogia di Star Wars (la prima e l’unica che consideriamo “vera”, i capitoli IV, V, VI), ma poi ci sono i film con Audrey Hepburn, Via col Vento, Frankenstein Junior, Big Fish, i Blues Brothers e diversi altri, come si fa a scegliere?
Animale preferito: il gatto. In seconda battuta il topo, i roditori e i mustelidi in genere.:
Uomo che sposerebbe ad occhi chiusi (attori ecc ecc): non sposerei nessuno, a occhi chiusi. Ma se Robert Downey Jr. mi facesse la corte ne sarei estremamente felice. Mi scoccia anzi che non l’abbia ancora fatto.
Genere di musica preferito: rock’n roll!!! Yeah!
Canzone preferita: Una donna, di Giorgio Gaber.
Personaggio fiabesco preferito: uno è lo stregatto.
Bevanda preferita: al mattino latte di mandorle, a metà giornata tè verde alla menta, nel tardo pomeriggio kyr royal o sidro dolce e la sera, ovviamente, champagne.
Passioni (oltre lettura e scrittura): i serial tv, sono la mia droga.
Ciao Barbara e benvenuta, grazie mille per aver accettato di rilasciare questa piccola intervista per me.
Grazie a te Leo per avermi invitata sul tuo blog. E’ un piacere.
Sai che il cielo stellato del mio blog è magico? Puo' mutare e assumere diversi scenari, basta solo un po' di immaginazione. Così ho pensato di trasferire questa chiacchierata sulla spiaggia descritta nel tuo ultimo romanzo 'Chanel non fa scarpette di cristallo', dove si trova il famoso scoglio di Beatrice e dove si svolge anche una delle scene più belle dell'intero libro. Riesci a vederla?
Come no. E’ chiara nella mia mente, quasi come se l’avessi scritta io ;o)
Ho anche portato qualche spuntino se ti va: delle caramelle a forma di orsetto e del gelato al cioccolato. Avrei preparato anche del salame al cioccolato ma con questo caldo non sarebbe durato molto. Ho intuito che, come me, sei una grande amante di queste prelibatezze vero? Io ne divorerei decine e decine ogni giorno.
Sei molto gentile, grazie. Adoro gli orsetti di gomma e adoro il cioccolato ma devo dirti che per il gelato, fin da quando ero piccola, il mio gusto preferito è nocciola. Quando i miei amici portano il gelato a casa mia sanno di poter spaziare su tutti i gusti che vogliono, persino malaga, dattero o basilico, ma la nocciola non deve mai mancare.
Che ne dici di raccontarci qualcosa di te tra un boccone e l'altro?
Volentieri, cominciamo pure, ma se puoi lasciami gli orsetti di gomma rossi e quelli viola all’uva. Sono i miei preferiti.
Quali sono i libri o le situazioni che ti hanno fatto nascere la passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura nasce da quando ero piccola, si può dire da quando ho cominciato a scrivere. Verso i sette anni avevo già un quaderno dove scrivevo fiabe che mi inventavo. Direi quindi che i libri che mi hanno ispirata, per lo meno i primi libri, sono sicuramente quelli di fiabe. Ma ho sempre letto tantissimo. Credo che sia fondamentale per chi ama scrivere, soprattutto naturale e irrinunciabile.
Cosa rappresenta per te scrivere, creare e intessere nuove storie? Cosa vuoi regalare ai tuoi lettori tramite la magia delle parole d'inchiostro?
Scrivere è un bisogno, è un istinto, è un mondo che ci appartiene, è un rifugio, è un canale di comunicazione, può anche essere uno sfogo. Chi ama scrivere non può farne a meno, lì si sta bene. Pare brutto dirlo ma quando si scrive non esiste nient’altro, nemmeno un grande amore (nelle pause, però, è graditissimo). Io scrivo narrativa, non sono una filosofa, una scienziata o comunque un’esperta in qualcosa di importante per l’umanità, per cui non ho nulla da insegnare e non vorrei mai cascare nell’errore di presumere di averlo. Ai lettori mi importa regalare emozioni, perché è quello che desidero avere quando leggo. Possono emozionarmi la bellezza della scrittura o le sensazioni o un personaggio o gli accadimenti, può farmi ridere, piangere, commuovermi, farmi arrabbiare. Insomma, un libro deve sfiorarmi l’anima, stuzzicarmi le viscere, lasciarmi germogli di pensieri e portarmi via mentre lo leggo. Ecco, se io riesco a fare anche solo una di queste cose attraverso quello che scrivo, allora devo continuare. Altrimenti posso smettere. Quando qualcuno mi contatta per dirmi che mi ha letto e ne è stato felice, mi fa un regalo prezioso. Non solo ho avuto il privilegio di entrare per un attimo nella sua vita, ma gli ho fatto compagnia e gli ho lasciato la voglia di dirmelo. Questo è bellissimo.
Quando è iniziata veramente la tua avventura da scrittrice per ragazzi? So che il tuo primo libro si chiama 'C'era una svolta', vero? Parlacene un po'.
Non credo di essere una scrittrice per ragazzi, anzi, sono abbastanza sicura di non esserlo. Questo non esclude che io possa piacere anche ai ragazzi, ci mancherebbe, ne sarei felice, ma credo di rivolgermi a un pubblico più adulto, che magari ha già collezionato qualche delusione e imparato a riderne. L’ironia è fondamentale, per me, e in C’era una svolta ce n’è parecchia. Non è un romanzo, ma una raccolta di fiabe classiche nelle loro versioni originali di Perrault, dei fratelli Grimm e di Andersen. Versioni che la maggior parte di noi non ricorda e che io ho avuto voglia di raccontare alla mia maniera, con un linguaggio dei giorni nostri ma fedele ai loro racconti. Per esempio, credi che la Sirenetta alla fine sposi il principe? Ma va là: muore!
Come è nato il tuo secondo libro Chanel non fa scarpette di cristallo ? C'è stato qualcosa che ti ha particolarmente ispirato?
Chanel non fa scarpette di cristallo è il primo romanzo che ho scritto ed è sgorgato in tre mesi. Le tre ragazze passeggiavano nella mia testa da circa due anni ma non conoscevo ancora la loro storia. Poi un giorno ho sentito che volevano venire fuori, vedere la luce, così mi sono messa al computer e tutto è arrivato. A volte conducevo io, più spesso loro. E’ stata una delle avventure più belle della mia vita.
Entrambi i tuoi libri hanno come base le vecchie fiabe di una volta, che io sinceramente adoro e mi riportano alla mente bellissimi ricordi (mi piace definirmi un po' un eterno Peter Pan). Da dove nasce questa tua predilezione? Eri anche tu una grande amante di Cenerentola e Co.?
Assolutamente sì. Io ho amato e amo tuttora le fiabe, sono cresciuta con loro, me le raccontavano la sera, a volte se le inventavano anche, a volte me le leggevano, poi ho cominciato a leggerle io. Nelle fiabe c’è tutto, compresa la magia. Però attenzione, Leo, perché le fiabe nascono come iniziazioni per i bimbi, per fornire loro punti di riferimento nella vita, i classici archetipi, per insegnare a crescere. Non auguro a nessuno di essere un eterno Peter Pan, né, soprattutto, di incontrarne…
Le protagoniste di 'Chanel non fa scarpette di cristallo' sono tre ragazze apparentemente normali che vivono le stesse situazioni di cuore di ogni donna moderna, eppure hanno una dote molto particolare. Sono le protagoniste delle più famose fiabe al femminile. In quale di loro ti rispecchi maggiormente? Hai messo un po' più di te in un personaggio in particolare? O hai cercato di rimanerne completamente fuori?
Rimanerne fuori mi è stato impossibile. Beatrice è forse quella che mi rappresenta maggiormente, ma c’è molto di me anche in Maddalena e un qualcosa in Penelope. Ma anche in Zorro, nella Vecchia e nella Nonna ;o)
Dietro le quinte dell'intera trama di questo tuo nuovo romanzo gioca un personaggio molto importante, il Destino. Personalmente credi nella sua esistenza?
A volte sì, lo confesso. Come credo che sia ubriaco per la maggior parte del tempo.
E dei lieto fine che mi dici? Sono la parte che più mi ha emozionato del tuo romanzo, perché molte volte è davvero difficile continuare a crederci, ma come dici tu 'esistono', basta solo non aspettare i titoli di coda. Lo hai trovato il tuo?
Io penso che un lieto fine sia un desiderio che si realizza. Uno dei miei desideri è sempre stato quello di scrivere fiabe e di pubblicare un romanzo, quindi un mio lieto fine posso senz’altro dire di averlo avuto.
Se potessi portare con te per un lungo viaggi solo tre libri, quali sceglieresti?
Quando parto per lunghi viaggi, mi porto solo libri che non ho ancora letto. Cerco di mettere in valigia qualcosa che mi faccia ridere, qualcosa che mi commuova, qualcosa che mi è stato consigliato e qualcosa che so essere scritto molto bene. Se c’è anche qualcosa dei miei autori preferiti, meglio ancora.
Ho notato che sei una grande amante del fantasy, o sbaglio?
Lo sono stata, credo. Non so esattamente cosa si intenda per “fantasy”, ma di sicuro ho divorato tutto Michael Ende, ho letto molti libri della Zimmer Bradley (la saga di Avalon soprattutto), sono una fan di Herry Potter, almeno dei primi sei, trovo geniale Terry Pratchett (l’inventore della fantasy comica) e confesso di aver faticato con Tolkien. Ma a parte ciò, non credo di poter essere considerata una vera lettrice di fantasy, per esempio non so nulla di tutto ciò che c’è di nuovo in giro nel settore.
Cosa pensi invece del successo che sta riscuotendo il genere urban-fantasy ultimamente?
Bè, se Jonathan Carroll, Matt Ruff e Christopher Moore, oltre che Neil Gaiman -scrittori per cui ho una vera e propria venerazione- sono considerati autori di urban fantasy, io mi inchino in ossequiosa ammirazione. Degli altri non so.
Con Chanel non fa scarpette di cristallo hai conquistato il mio cuore Barbara. Quando avrò il piacere di vederti ancora in libreria con una nuova e (si spera) incantevole storia?
E’ stato un onore conquistare il tuo cuore. Non so davvero quando mi rivedrai in libreria, Chanel non fa scarpette di cristallo è appena uscito, ora è il suo momento. Nel cassetto c’è un romanzo che ho scritto l’anno scorso ma non ha una connotazione fantastica e sovrannaturale, tanto meno fiabesca. Chissà se uscirà ma soprattutto chissà se vi piacerà! Vedremo, lasciamo fare al Destino, sperando in uno dei suoi rari momenti di sobrietà…
E' stata una chiacchierata magnifica e vedo che la merenda ti è piaciuta molto, ci siamo spazzolati tutto! Ma prima di andartene voglio farti un altro regalo: come vedi siamo tornati sotto il cielo stellato del blog, ora scegli una delle stelle che vedi e dalle un nome, sarà tua per sempre.
Ma che bel regalo! Mi allargo subito e scelgo un’intera costellazione, se me lo concedi. Ne ho giusto adocchiata una a forma di spada, la chiamerò Zorro, ovviamente.
Grazie ancora Barbara, spero di averti ancora qui con me in futuro. In bocca al Destino!
Grazie a te, Leo, a presto e…Rum al Destino!
wow sembra molto bello.
RispondiEliminaLo è :D
RispondiEliminaInteressante, non credo che queste donne finiranno con dire "vissero felici e contenti..."
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