venerdì 22 aprile 2011

Recensione: La Contessa nera - Rebecca Johns

 
Titolo: La contessa nera
Autrice: Rebecca Johns
Prezzo: 18,60 €
Dati: 2011, 323p., rilegato
Editore: Garzanti Libri (collana Narratori Moderni)
  “Se è vero che Satana si aggira per il mondo indossando il più umano e seducente dei travestimenti, non poteva che scegliere la Contessa Bathory. Mi rattristo per lei e per le povere ragazze che ha ucciso, note e ignote, umili o illustri che fossero, e per la vita di tutti coloro che ha macchiato con la sua perfida esistenza”  
Trama:
Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Murata viva in una stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Bàthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nàdasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sàrvàr è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini? La contessa nera si ispira alla figura della prima serial killer della storia, Erzsébet Bàthory, la contessa sanguinaria. Padrona spietata, torturatrice di centinaia di giovani donne, assassina crudele.

L'autrice:
Rebecca Johns insegna al dipartimento di inglese della DePaul University, a Chicago, e scrive su giornali e riviste tra cui «Harvard Review», «Chicago Tribune», «Cosmopolitan». Il suo primo romanzo, Icebergs, è stato finalista dell’Hemingway Foundation/PEN Award per romanzi d’esordio e ha ricevuto il Michener-Copernicus Award. 

Recensione:
Erzsèbet Bàthory, contessa ungherese ai tempi del dominio asburgico, personaggio oscuro di cui la storia ci fornisce ben poche informazioni e attorno al quale vi sono più e più leggende che con il tempo sono state date per vere. 
Strega, spietata assassina, pazza e sadica, innamorata del suo aspetto tanto da arrivare, secondo la legenda popolare, a farsi il bagno nel sangue delle sue serve più avvenenti con lo scopo di frenare il deturpamento della vecchiaia, secondo gli studiosi nel corso della sua vita uccise dalle cento alle trecento ragazze, la maggior parte sue dipendenti.
Dimenticate tutto.
Mettete da parte ogni racconto, ogni legenda.
E preparatevi ad un viaggio nella mente della della presunta contessa dracula. 
Non aspettatevi scene splatter e piene di sangue perché non ne troverete. Se quello che cercate sono solo dei violenti omicidi allora cambiate libro. Questo libro non vi darà nulla di tutto ciò, ma vi condurrà in un viaggio al ritroso nel tempo alla scoperta di una donna alla disperata ricerca del vero amore.
Erzsèbet Bàthory, primogenita del potente e ricco casato dei Bàthory, di cui vi fanno parte molti illustri personaggi politici ed eroi di guerra, è una bambina ribelle e che trascorre le sue giornate giocando spensierata tra le mure della sua dimora ad Ecsed con le sorelline e il fratello maggiore Istvàn, facendo lunghe passeggiate con il suo cavallo e arricchendo la sua cultura per mezzo della passione per la lettura. 
Non manca però, anche in questo presunto paradiso, di assistere a scene di violenza inaudite, come quando, durante una delle solenni feste organizzate a casa Bàthory alcuni zingari iniziano una furente litigata poichè uno di loro accusava l'altro di aver venduto la figlia ai Turchi; la storia giunge alle orecchie del padre della bambina che decide di giustiziare l'uomo con un'atroce punizione a cui anche Erzsèbet, che allora aveva solo sei anni, assiste, spinta dalla curiosità. L'orrenda visione la segnerà per sempre.
Ma le vere calamità iniziano alla morte del padre: la madre non riuscirà mai più a riprendersi completamente, perdendo la solarità e passando la maggior parte delle giornate a letto. Durante questo periodo la ragazza, ormai quasi adolescente, è costretta a lasciare la sua terra natìa per partire alla volta di Sàrvàr dove la sua futura suocera Orsolya Nàdasdy la aspetta per istruirla al meglio e fare di lei una perfetta sposa per il figlio Ferenc Nàdasdy, di sette anni più grande di lei e noto eroe di guerra, che per molto tempo non sembra badare alle attenzione che la ragazza gli rivolge. Erzsèbet è sempre più ossessionata dall'ideale di un marito che la ami, che la protegga da qualsiasi pericolo perché, come diceva sempre sua madre "Una donna senza marito è alla mercee di chiunque". Ma l'amore tanto desiderato sembra non arrivare mai, dato che Ferenc, durante i suoi brevi ritorni da Bècs, città dove studia e frequenta la famiglia reale, continua ad essere sempre più indifferente alla presenza in casa della ragazza anche dopo la morte della stessa Orsolya.

ATTENZIONE INIZIO SPOILER! 

Erzsèbet è quindi fragile e in balia delle passioni, così una notte, dopo essere stata scacciata duramente dal promesso sposo, si rintana nella sua camera e cede alla corte di Andràs Kanizsay, che la adula con dolci parole, intraprendendo da quel momento un intenso rapporto con il giovane ragazzo, cugino del conte Nàdasdy. La loro relazione procede in segreto per molto tempo e la giovane si convince ormai di aver trovato in Andràs il vero amore, nonostante questo, durante tutto il giorno, si dimostri freddo e indifferente nei suoi confronti. Quando però Erzsèbet gli confessa di essere incinta, questo accoglie la notizia con una grossa risata e la povera ragazza è costretta, con l'aiuto della madre, venuta a trovarla per un breve periodo a Sàrvàr, e della sua domestica nonché amica fidata Darvulia, a partorire in segreto fuggendo dalla residenza dei Nàdasdy. Al suo ritorno, ormai giunto il giorno fissato per le nozze, sposa Ferenc e le sue speranze di ritrovare l'ancora amato Andràs vengono infrante quando scopre l' imminente matrimonio del ragazzo con la cugina Griseldis. 
Ma Ferenc dimostra preferire più la guerra a lei e la contessa si ritrova a dover amministrare da sola tutti i possedimenti famigliari e ciò comprende anche l'iniziare a punire le domestiche di Sàrvàr, continua fonte di preoccupazione a causa del loro comportamento spesso sfrontato, dei loro furti e delle voci che costantemente alimentano. Proprio una di queste infatti inizia a sostenere di andare a letto con il conte Nàdasdy, prendendosi gioco della contessa, che è così obbligata a punirla per confermare il suo ruolo da padrona di casa. La donna manda la ragazza a lavorare nella coorte, nuda e con del miele addosso e la punizione colpisce così tanto Ferenc, da indurlo ad interessarsi finalmente alla moglie. Il loro rapporto da qui in poi migliora di giorno in giorno e finalmente Erzsèbet riceve dal marito un po' di quell'amore tanto desiderato, partorendo due femminucce ad un maschietto. Ma la pace non dura molto, il conte infatti muore precocemente, lasciando la moglie in balia dei complotti politici mentre su di lei grava ormai il definitivo peso dell'amministrazione della casa e delle ricchezze di famiglia, che non sono più floride come un tempo.
Man mano che il tempo passa, la crudeltà di Erzsèbet, e delle sue domestiche più fidate,nel punire le serve poco obbedienti aumenta e aumentano anche le vittime. La ragazzina debole e fragile non esiste più, la contessa è costretta a difendersi da tutto e da tutti e a mutare violentemente il suo animo, che si fa sempre più duro e irreprensibile. Eppure è dolce vedere la sua continua e disperata ricerca di amore, mai accontentata e sarà proprio uno dei suoi amanti, colui con cui desidererà risposarsi, a tradirla e rinchiuderla per sempre in una torre a causa dei numerosi omicidi.

FINE SPOILER!

La contessa nera di Rebecca Johns è un romanzo che rapisce il lettore, lo incanta e trascina direttamente nel cuore e nella mente di Erzsèbet Bathory. Lo stile è scorrevole e riesce ad avvinghiare il lettore tra le sue parole, per non parlare della magnifica ricostruzione storica, per il quale mi inchino dinanzi all'approfondito lavoro di ricerca e ricostruzione che deve aver fatto l'autrice. Comprando questo romanzo ero già preparato al fatto che non vi ci avrei trovato schizzi di sangue e omicidi vari e direi che ne sono molto contento; la particolarità del volume sta infatti nel saper ben delineare un così controverso personaggio storico allontanandolo dalle legende e falsi miti che lo circondano, svelandone i segreti più intimi e cercando di dare una spiegazione per le sue violente azioni. 
La contessa dracula e in realtà un personaggio estremamente umano, una donna con il sogno di una vita tranquilla, con una famiglia e un uomo che la ami davvero, sogno che purtroppo si scontra contro il duro scoglio della realtà. 
Una madre premurosa che vuole solo dare un degno futuro ai suoi figli. 
Un presenza scomoda per il conte palatino e Mattia D'Asburgo, una presenza da eliminare.
Mi sono innamorato profondamente di questo personaggio e di come l'autrice riesce ad esporlo. Solo una pecca mi blocca dal dare un ottimo voto a questo romanzo. Mi è parso in alcuni punti che la voglia dell'autrice di giustificare la contessa sia sconfinata nella fantasia. Vi spiego: non ho trovato degno descrivere le scene nel quale Erzsèbet uccide le sue schiave come se fosse quasi preda di una sorta di possessione; si sarebbe potuto evitare. Inoltre continuo, nonostante tutto, a credere che forse non sia proprio tutto da giustificare, poichè sono convinto che qualcosina di malato nella mente della contessa ci sia effettivamente stato (non dimentichiamo che era figlia di un incesto!); ma forse tutto ciò potrebbe anche essere giustificato dal fatto che l'intera storia è narrata dalla stessa Erzsèbet, che vuole dare al figlio un'immagine diversa di se, in modo che non abbia una pessima concezione della madre, come vorrebbe in realtà il suo tutore Megyery. Sarebbe bello poter discutere di queste scelte con la stessa autrice un giorno.
Un romanzo che consiglio caldamente, un romanzo che ho davvero amato: scorrevole, con una ottima descrizione storica e un eccellente ritratto psicologico della contessa, diverso da tutti quelli creati fino ad ora. 
Da evitare se cercate invece un romanzo splatter!

Lasciatevi catturare dalle pagine e la contessa nera vi sussurrerà tutti i suoi segreti.

Voto:
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17 commenti:

  1. Thank you for your kind words about LA CONTESSA, Leo. So glad you enjoyed the book.

    Mille grazie!

    Rebecca Johns

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  2. Leo davvero una bella recensione :) Approfondita, chiara, profonda. Soprattutto concordiano con quanto detto alla fine. Alcuni libri per quanto ben scritti a volte hanno la pecca di voler giustificare degli atteggiamenti o avvenimeti che rasentano la follia,che appartengono alla mente di una persona malata, non normale. In questi casi non basta una penna brillante per camuffare la verità delle cose e il tuo spirito critico se ne è accorto. Siamo certe che si tratti di una storia molto interessante, che merita assolutamente, e a maggior ragione di essere letta, restando però con i peidi per terra nel giudicarla, nell'apprezzarla invece gli elogi non sono mai troppi, basta solo saper discernere cosa sia giusto e cosa non lo sia. Grazie per aver messo in luce con il tuo giudizio anche questo importante aspetto...

    Un saluto Casmi & Rosbì

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  3. @Rebecca: Thank you so much. Your novel, like first book, is really great. I loved THIS Erzsèbet Bathory

    @Casmi & Rosbì : Grazie mille per i complimenti ragazze, così mi fate arrossire :D Comuqnue è ciò che cerco di impormi ad ogni recensione: essere critico, attento ad ogni dettaglio e non trascurare le piccolezze. Ma devo dire che questo libro mi ha reso le cose molto semplici, l'ho letteralmente amato e divorato!! : )

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