giovedì 12 giugno 2014

Diari Dal Sottosuolo: intervista a Laura MacLem

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Circa un anno fa si aprivano le danze del concorso Chrysalide Mondadori che prevedeva la premiazione di cinque racconti per cinque rispettive categorie di genere: fantasy, urban fantasy, fantascienza, paranormal romance, narrativa realistica. La pre-selezione dei racconti venne affidata a cinque diversi blog letterari, sul alcuni dei quali ci sarebbe sicuramente stato molto da discutere. Sicuramente azzeccata fu, però, la scelta della redazione di Diario di Pensieri Persi per la categoria dei racconti urban fantasy, dalla quale uscì poi vincitore Giacomo Bernini con il suo Pandora. 
Ma cosa ne è stato degli altri racconti? Probabilmente in mezzo a tutte le storie in concorso ce ne saranno state molte altre degne di essere portate alla conoscenza del grande pubblico. Probabilmente è questo che ha pensato la redazione di Diario, che tramite il suo progetto parallelo - Speechless Magazine, a cui fanno capo le ormai numerose pubblicazioni targate Speechless Books  - ha creato un'antologia con i cinque milgiori racconti scartati dal suddetto concorso arricchendola con i contributi di Stefania Auci, Laura MacLem, Gisella Laterza, Giulia Marengo  e Romina Casagrande. A introdurre il tutto vi è una splendida prefazione di un maestro italiano del fantasy, Luca Tarenzi (autore, tra gli altri, di Godbreaker, edito da Salani). Diari dal sottosuolo è disponibile in tutti gli storie online sia in digitale ad un prezzo stracciato che in versione cartacea, nel caso volgiate ammirare a pieno la splendida cover curata dall'artista spagnolo Mario S. Nevado. Tutti i ricavati delle vendite del cartaceo saranno devoluti in beneficenza ad Emergency. 
Di seguito trovate, inoltre, un'intervista che Sangue d'inchiostro ha avuto l'onore di fare ad una delle autrice che hanno voluto contribuire al progetto, Laura MacLem, che lo scorso anno ha pubblicato con Asengard L'incanto di cenere, un oscuro retelling della fiaba di Cenerentola. 

Ciao, Laura, benvenuta. Che ne dici di presentarti ai lettori del blog? Parlaci di te e del tuo percorso da scrittrice emergente, cosa ti ha portato a entrare nell’antologia Diari dal sottosuolo?

Principalmente, la sfida di scrivere un racconto. Non mi ci metto mai di mia spontanea volontà, perché sono una logorroica e finisco regolarmente per tracimare, sfondo gli argini e vado avanti per pagine e pagine. I racconti non consentono sgarri e vogliono che tutto stia dove deve stare.  Mi riescono difficili. Per questo non resisto alla tentazione quando mi viene proposto un tema avvincente come quello di Diari dal Sottosuolo, la fantasia mi è partita, e il resto è venuto da sé.
Devo anche dire che il fatto della raccolta a scopo benefico ha giocato un buon 50% nella mia decisione.

Se dovessi descrivere l’urban fantasy a qualcuno totalmente ignorante del genere, cosa diresti? Quali libri gli consiglieresti per avere un riscontro pratico?

Personalmente penso che si parli di urban fantasy quando la storia riguarda una mitologia, o meglio un mondo sovrannaturale, nascosto agli occhi della gente, salvo ai personaggi coinvolti nella storia, il cui problema è, appunto, di entrare a contatto con un mondo le cui leggi e regole sono diverse da quelle cui siamo abituati.
Ovviamente è una definizione molto vaga, di quelle sbozzate con l'accetta, giusto per dare un'idea. Entrando più nello specifico, ci sarebbe da tenere conto di decine di altri elementi (epoca storica, interazioni tra i personaggi, contaminazioni tra generi), ma a questo punto, il nostro ipotetico profano sarebbe già scappato, quindi meglio fermarsi qui.
Tra gli urban fantasy che ho amato di più ci sono: American Gods di Gaiman (okay, tutto Gaiman: libri, graphic novel, sceneggiature di puntate di telefilm, scontrini del supermercato, Gaiman è Gaiman), il ciclo dei Guardiani della Notte di Luk'janenko, l'ottimo Godbreaker di Luca Tarenzi, Pan di Francesco Dimitri.

Ti definiresti una “scrittrice urban fantasy”? Ci sono degli scrittori a cui fai riferimento o che ti hanno ispirata?

Io scrivo fantasy, in qualsiasi accezione, e anzi sono particolarmente legata all'epic, quindi alla sua declinazione più classica. Ma, per me, qualsiasi cosa riguardi l'intangibile, l'inconoscibile, il mistico e il magico, è come un negozio di cioccolatini aperto che distribuisce assaggi gratis a volontà: mi ci butto!
Ho iniziato a leggere fantasy da bambina, e gli autori che mi hanno segnata sono quelli di allora: Michael Ende, Marion Zimmer Bradley, l'immancabile Tolkien, ma anche Tanith Lee, Ann McCaffrey, Pat O'Shea (chissà se qualcuno se la ricorda?) il George Martin pre-ASOIAF, e a costo di prendere botte dai puristi, Dune di Herbert.

Il tuo romanzo L’incanto di cenere fa spesso riferimento alle pratiche della magia nera, così come Parcheggio Riservato, ne deduco che l’argomento ti interessi parecchio. C’è un motivo preciso? Come mai scegliere di parlare di magia e non vampiri, licantropi, fantasmi…? Fai qualche ricerca prima di scrivere o ti lasci andare alla creatività?

Ricerche e documentazione SEMPRE. Prima, durante e dopo la scrittura. I lettori di fantasy sono particolarmente esigenti su questo, e hanno ragione a parer mio, perché fin troppo spesso si sente il tormentone “tanto è fantasy!”, per giustificare sciocchezze senza senso, svilenti per chi scrive e irritanti per chi legge. Per quanto mi è possibile, cerco di evitarlo.
L'argomento della stregoneria mi interessa quanto il resto dell'ambito del fantastico, cioè moltissimo. E poi, diciamocelo: quale creatura più potente e pericolosa esiste, in qualsiasi tipo di narrativa e in qualsiasi genere letterario, della dolce nonnina o della fanciulla delicata tutta boccoli e frufru?

Non voglio rovinare ai lettori la lettura del tuo racconto, quindi cercherò di non entrare più nello specifico, ma se dovessi usare una sola parola per descriverlo?

Userei le stesse parole di Frank Castle, penso: “Non vendetta, punizione”.

Progetti ricchi e curati come Diari dal sottosuolo dimostrano la potenzialità della pubblicazione digitale, credi che anche il resto dell’editoria debba orientarsi in tale direzione e in che modo?

Credo che gli ebook siano destinati ad affiancare al 100% i libri cartacei, e prima gli editori tradizionali decideranno di prendere in mano la situazione offrendo agli acquirenti la possibilità di scegliere, meglio sarà.

Diari dal sottosuolo ha avuto una redazione alle spalle che ha selezionato gli autori e gli ha seguiti nell’editing, cosa che non accade per il self-publishing. A proposito di quest’ultimo, qual è il tuo parere? Avresti mai il coraggio di autopubblicarti?

In realtà l'ho già fatto, diversi anni fa.
Ho messo a disposizione per il download il romanzo di fantascienza New Babel (http://www.stellascarlatta.com/opere-pubblicate/cronache-del-mondo-strambo/) e il libretto di fantasy comico Cronache del Mondo Strambo, (http://www.stellascarlatta.com/opere-pubblicate/cronache-del-mondo-strambo/) quando ancora il self-publishing era nascente e non diffuso come oggi.
È stata un'esperienza molto positiva per me, ma ammetto di non conoscere molto l'ambiente attuale.

Sappiamo tutti che le condizioni dell’editoria italiana non sono delle più rosee, vorrei, però, azzardare lo stesso e chiederti se vi sono dei progetti futuri in vista.

Parlerò solo in presenza del mio avvocato! :D



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