venerdì 15 novembre 2013

Serializzati: Hannibal, tra ironia tragica e fascino del male.







Paese: USA
Genere: poliziesco, drammatico, thriller, horror
Stagioni: 1 (ne sono previste altre 6)
Episodi: 13
Durata: 43 min.
Rete: NBC
Ideatore: Bryan Fuller
In Italia gli episodi sono andati in onda a partire dal 12 settembre su italia 1


Hannibal: I see myself in Will.
Dr. Du Maurier: Do you see yourself in his madness?
Hannibal: Madness can be a medicine for the modern world. You take it in moderation, it's beneficial.
Dr. Du Maurier: You overdose and it can have unfortunate side effects.
(Hannibal, 01x11: Rôti)

[Stagione 1]
La prima stagione della serie televisiva Hannibal, ideata da Bryan Fuller (Pushing Daisies, Dead Like Me, Wonderfalls), costituisce l'antefatto di Red Dragon (il primo romanzo della quadrilogia di Thomas Harris dedicata al celebre cannibale) e ripercorre gli avvenimenti accaduti prima della cattura di Hannibal Lecter.
Sono in programma altre sei stagioni che invece vedranno protagonisti gli eventi narrati in Red Dragon, Il silenzio degli innocenti e Hannibal, proseguendo anche oltre, con la settima stagione.
Essendo quindi la prima stagione di Hannibal, un prequel di Red Dragon, e trattando temi diversi e fatti ad esso precedenti,  Bryan Fuller ha una relativa libertà e la possibilità di reinventare alcuni aspetti e dinamiche dei personaggi, nonché di aggiungerne di nuovi.
Il protagonista a tutti gli effetti di questa prima stagione è lo stesso di Red Dragon, Will Graham (Hugh Dancy), che vediamo nel primo episodio alle prese con Garret Jacob Hobbs (nominato già in Red Dragon), serial killer conosciuto come Il Gufo del Minnesota, colpevole dell’aggressione e dell’uccisione di giovani studentesse, e che viene fermato e ucciso da Graham appena in tempo per salvarne la figlia. Questo episodio è il fulcro che fa partire tutte le vicende seguenti, in quanto segnerà e destabilizzerà gravemente Graham, rendendo necessario l’intervento di uno psichiatra, il dottor Hannibal Lecter.
Will Graham è profiler dell'FBI con la particolare capacità di riuscire ad entrare nella mente degli assassini. Questo suo "dono", l’empatia, trova nel telefilm una realizzazione, amio parere, non del tutto convincente perché fin troppo cinematografica, ma che sicuramente ha il pregio di catturare lo spettatore: Will si immedesima nell'assassino a tutti gli effetti e rivive la scena dell'omicidio nei suoi panni, ripercorrendo le sue stesse mosse e uccidendo lui stesso la vittima. L’identificazione con il killer è quindi totale e profonda.
Quello che ci viene presentato, al contrario di Red Dragon, è un Will Graham che non ha ancora trovato una propria stabilità, ma è, anzi, nel momento di maggiore titubanza e fragilità, quando deve fare i conti con quello che significa per lui aver ucciso un uomo. Will Graham è un personaggio pieno di ombre: il suo sonno è turbato da frequenti incubi e da episodi di sonnambulismo, immagini cruente si presentano continuamente nella sua testa, è un uomo sull'orlo del precipizio della propria stabilità mentale.
In suo aiuto intervengono i colleghi, che lo affidano alle cure di un noto psicologo, il dottor Hannibal Lecter (Mads Mikkelsen). E, naturalmente, il vero punto di forza di Hannibal è proprio lui.
Il dr. Lecter è un uomo di mezza età elegante, colto, intelligente e di bell'aspetto, un uomo dal fascino smisurato che avrà effetto non solo sugli spettatori, ma anche sugli altri personaggi. Hannibal Lecter è una persona affidabile, di un'intelligenza lucida e perspicace, riesce a guadagnarsi la totale fiducia delle persone che gli stanno attorno e soprattutto di Will, che, ormai in bilico sul baratro, si aggrappa al suo unico punto fermo: il dottor Lecter, che agevolerà e approfitterà di questo rapporto di confidenza, di totale affidamento e quasi di dipendenza di Will nei suoi confronti.
Uno dei cardini della serie televisiva è un tema che nel romanzo viene solo accennato, ma che Fuller approfondisce, sviluppa e analizza: il dottor Lecter si interessa a Will Graham perché vede delle somiglianze tra loro due, un'intelligenza superiore al normale, una capacità di comprensione istintiva delle altre persone e una propensione al male. Will riesce a pensare come un assassino, se volesse potrebbe essere un killer eccellente. Il compito che si propone Hannibal è quello di aiutare Will a liberarsi della paura che nutre verso questo lato di sé e per far ciò agirà sulla sua mente, lo manipolerà approfittando della sua situ
azione già precaria. Soltanto alla fine Will arriverà ad intravedere la verità.

Simbolo del rapporto tra i due è un incubo, una visione ricorrente, che ha Will e che si ripresenterà con una certa costanza lungo tutti i 13 episodi: un wendigo, una creatura demoniaca associata al cannibalismo, che nell'inconscio di Will Graham rappresenta Hannibal Lecter. Questo wendigo ha la forma di un cervo, anche questo metafora del primo incontro che Will ha con il Male (incarnato poi nella sua forma completa da Lecter): infatti, il primo caso di cui si occupa Will nella serie è il cadavere di una ragazza impalata sulle corna di un cervo.
La forza di questo telefilm è infatti il gioco che c'è tra il poco che viene detto e il molto che invece viene celato, lasciato implicito, ma che lo spettatore sa o intuisce, consapevole della natura assassina e cannibale di Hannibal Lecter, che non può avere buone intenzioni, che non può volere davvero bene a Will. Ma tutto questo nella serie non viene m
ai mostrato, gli stessi personaggi non possono saperlo e nemmeno intuirlo. Fuller è infatti abilissimo a stabilire un sottile gioco di riferimenti che solo chi conosce già la storia di Hannibal Lecter può capire e di cui quindi gli altri personaggi sono comprensibilmente all'oscuro: si crea una sorta di complicità quindi tra lo spettatore e Lecter. 
Hannibal non uccide né mangia le persone, però quando dice al capo dell’FBI, Jack Crowford (Laurence Fishburne), che gli farebbe molto piacere avere lui e la moglie per cena (citando la celeberrima frase del Lecter di Hopkins), noi sappiamo a cosa si riferisce, leggiamo tra le righe. Vi è sempre questa sorta di ironia tragica che coinvolge lo spettatore, Hannibal e coloro che non posso nemmeno immaginare la sua vera natura, come quando i medici in obitorio notano che un cadavere è stato ritrovato senza organi, i quali, quindi, sono stati probabilmente utilizzati per dei traffici illegali, ma obiettano che la milza è inutile a questo scopo e allora a cosa potrebbe servire, a fare delle salsicce? E c'è un cambio di scena in cui Hannibal Lecter cucina salsicce, allora noi facciamo il collegamento. Noi sappiamo qualcosa che gli altri non sanno e condividiamo questa sensazione di potenza e superiorità con Hannibal, quasi sogghignando per l'ignoranza altrui, per l'ironia dell'intera situazione.
Tema fondamentale di questo telefilm è infatti il fascino del male, che subiscono inconsapevolmente i personaggi e che subiamo un po' più consapevolmente noi: non si può fare a meno di amare almeno in minima parte Hannibal Lecter, perché è furbo, intelligente, carismatico e affascinante, non è gratuitamente cattivo, le sue azioni hanno sempre degli scopi più "alti": è un personaggio ambiguo e dalle mille sfumature diverse e per questo, non solo crudele ed diabolico, ma imprevedibile e geniale nelle sue decisioni.
So che molti rimarranno irremovibili sull'insuperabilità di Anthony Hopkins come unico e vero Hannibal Lecter, ma vi assicuro che Mads Mikkelsen non è da meno. Ciò che è davvero apprezzabile del suo ruolo è che non tenta di imitare Hopkins, rischiando magari di scadere in una sua banale brutta copia. La recitazione di Mikkelsen è diversa, questo Hannibal è diverso: Fuller ha scelto Mikkelsen perché in grado di fare delle micro-espressioni. Questo non è un dottor Lecter spavaldo e che si mette in bella mostra perché tanto ormai tutti sanno chi è veramente, questo è un Lecter che agisce sotterraneamente, i suoi sorrisi di trionfo non devono essere notati, non possono essere plateali: sono quasi impercettibili, però noi ce ne accorgiamo, noi sappiamo cosa significano. L'effetto è strepitoso e gioca sempre a favore del rapporto esclusivo che Hannibal ha con lo spettatore. 
Ad alti livelli è anche l'interpretazione di Hugh Dancy, che al contrario di quella di Mads Mikkelsen, si basa sull'enfasi: meravigliose sono le scene drammatiche che vedono protagonista un Will Graham completamente distrutto e disperato.
Altre differenze sono presenti nel telefilm rispetto al romanzo: Freddy Lounds, giornalista invadente e fastidioso, si trasforma in Freddie Lounds (Lara Jean Chorostecki), una donna, ma altrettanto ficcanaso e odiosa. Alan Bloom (Caroline Dhavernas), psicologo collaboratore dell'FBI, è invece Alana Bloom. In questo modo non solo la presenza maschile e femminile nella storia è più equilibrata (in Red Dragon i personaggi principali sono quasi esclusivamente maschili), ma vengono anche rese possibili sottotrame di tipo amoroso e sentimentale.
Personaggio che in Red Dragon viene solo nominato e che in Hannibal è invece fondamentale è Abigail Hobbs (Kacey Rohl), figlia di Garrett Jacob Hobbs, che viene salvata appena prima che il padre riesca ad ucciderla e che qui viene sospettata di essere sua complice nell'omicidio di otto ragazze. Abigail viene presa sotto l'ala protettiva di Hannibal Lecter e per tutta la stagione non si capirà fino a che punto è vittima e fino a quale è invece colpevole. A lei si affezionerà anche Will, con cui condivide un forte senso di colpa per delle morti di cui non è direttamente o volontariamente responsabile. Ovviamente, anche in questo caso il dr. Lecter manipolerà entrambi per i suoi scopi e si servirà di Abigail per avvicinare a sé Will.
Ad aumentare il mistero e le zone d'ombra di Hannibal Lecter, Fuller introduce anche l'altrettanto enigmatico personaggio di Bedelia du Maurier (Gillian Anderson), psichiatra e psicoanalista del dr. Lecter. Si tratta di un personaggio algido e indecifrabile, di cui si viene a sapere molto poco e soprattutto ambiguo rimane il suo rapporto con Lecter: fino a che punto sa? Cosa nasconde?
La prima stagione di Hannibal non parte col botto, anzi, all'inizio si fa fatica a capire dove voglia effettivamente arrivare Fuller. I primi episodi vengono utilizzati soprattutto per presentare i vari personaggi e ognuno di esso è dedicato quasi totalmente ai vari casi che vengono seguiti da Jack Crawford e dal suo gruppo di lavoro, ancora non si intravede il filo conduttore delle varie puntate. Da metà stagione in poi, invece, l'intreccio inizia a dipanarsi, le dinamiche tra i personaggi sono più precise, lo spettatore si è ambientato in queste atmosfere cupe e fredde (davvero azzeccata la scelta di girare la serie in Canada), il gioco di Hannibal e il legame che lo unisce a Will si fanno più chiari. La trama viene poi condotta con grande abilità e Fuller riesce a gestire bene le novità e i numerosissimi riferimenti ai romanzi di Harris, i rimandi metaforici, i momenti di suspense, pathos, i colpi di scena e a portare avanti in contemporanea sia la trama principale che quelle secondarie senza troppi intoppi e facendoci affezionare a certi personaggi, arrabbiare con altri, temere altri ancora e anche provare emozioni contraddittorie tra di loro: il coinvolgimento emotivo arriva ad essere davvero alto! La serie, anche se parte lentamente, prosegue in crescendo, inserendo sempre nuovi elementi che irrobustiscono e complicano l'intreccio, fino ad arrivare all'apice dell'ultimo episodio, che si sviluppa esso stesso in un climax di tensione (finalmente capiamo qual è lo scopo di Hannibal e assistiamo ad un faccia a faccia tra lui e Will), fino al cliffangher finale. Inutile dire che ora siamo tutti in trepidante attesa della seconda stagione.
Consiglio vivamente questa serie TV a chiunque cerchi qualcosa di un po' più impegnativo ma originale e appassionante. Facciano però attenzione le persone facilmente impressionabili, perché sono presenti scene piuttosto violente e crude.






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4 commenti:

  1. Nell'articolo ho trovato espresse quasi tutte le opinioni che avevo sul telefilm, di cui non ho seguito tutte le puntate, purtroppo. Mi sono innamorata/disgustata allo stesso tempo del Dr Lecter e di Will. Il primo ha un viso granitico fatto di pura calamita: non puoi non guardarlo, non cercare di capire i leggerissimi movimenti di quelle labbra sigillate, di quegli occhi che affondano! "Mi preoccupavo" seriamente per Will: la sua straordinaria dote lo stava facendo a brani, pezzo per pezzo, e non volevo vederlo cadere in braccio a quel demone incarnato di Lecter! Fino all'ultimo ho sperato (irrazionalmente) che l'autore della serie deviasse in qualche modo e mitigasse qualcosa della reale natura di Hannibal, però...sarebbe suonato improbabile, vero? :-)

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  2. Sono contenta che ti sia trovata d'accordo con il mio parere! :) Anche secondo me il punto forte della serie è il fascino dei due protagonisti, anche io ero in pena per Will!

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  3. Io lo avevo abbandonato alle prime puntate quando iniziò ad andare in onda in America, lo trovavo troppo noioso, però poi mi sono fatta forza e ho continuato con la trasmissione in chiaro su Italia1.
    Credo ancora che alcune puntate siano un po' soporifere, ma si tratta sicuramente di buona televisione e intrattenimento di qualità.

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    1. Anche io l'ho abbandonato per la noia delle prime puntate, ma magari gli do un'altra chance, non so. :)

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