martedì 31 gennaio 2012

Recensione: La macchina della morte - AA.VV.

Titolo: La macchina della morte
Autore: AA.VV a cura di Ryan North, Matthew Bernardo, David Maliki
Prezzo: 19.00€
Dati: 2012,554 p.,ill., brossura
Editore: Guanda
Collana: Narratori della Fenice

«[…] L’ambiguità è parte integrante della macchina. Non ci dice il modo in cui moriremo, ma sceglie una parola per descriverlo. È poco specifica per un motivo preciso.»
«Che motivo? Mi stai spaventando.»
«Non lo so» ho risposto. «Uno scherzo, forse. O un test […]»

Trama:
La macchina è stata inventata quasi per caso qualche anno fa. Con un semplice esame del sangue sa predire il modo in cui lasceremo questo mondo. Nessuna data. Nessun dettaglio. Solo un foglietto di carta con poche parole, insieme precise e insopportabilmente vaghe. Un oracolo infallibile, criptico e beffardo. Spaziando dall'umorismo alla fantascienza, dall'horror all'avventura, trentaquattro racconti di autori diversi immaginano mondi in cui il fatale responso della Macchina della Morte diviene il fondamento di una nuova gerarchia sociale o una semplice voce del curriculum, un mostro pervasivo contro cui lottare o una moda passeggera, il dato che può bruciare la carriera di un politico o il centro di nuovi giochi di società. Trentaquattro voci diverse per indagare come cambierebbero i rapporti umani e il lavoro, gli ospedali e le scuole, la giustizia e il crimine. Saremmo più liberi o vivremmo incatenati a quella sentenza ineluttabile, condizionati in ogni scelta da un destino che può materializzarsi in qualsiasi momento? Saremmo morbosamente attratti da ciò che ci ucciderà o cercheremmo di fingere con noi stessi di non sapere nulla? Sfideremmo la macchina per smentire il suo verdetto o cambieremmo la nostra vita nel tentativo di allontanare il più possibile un finale già scritto? Da un'idea nata sul web, un libro che può sembrare un gioco, ma che è anche un modo per riflettere sulla nostra ossessione di voler sapere tutto, di svelare anche l'ultimo mistero.

Recensione:
A cura di Miriam Mastrovito
Immaginate una macchina in grado di predire il modo in cui morirete. Basta un piccolo prelievo di sangue perché il congegno vi restituisca un biglietto con un responso inconfutabile.
Ipotesi affascinante? Inquietante? Irresistibile?
Sicuramente un'ottima premessa per mettere in moto la fantasia. Ne ha avuto il sentore Ryan North, autore di Dinosaur Comics, quando per bocca del T.Rex protagonista della sua striscia ha abbozzato questa possibilità. Le reazioni dei lettori sono state tali da spingerlo a lanciare una sfida aperta sul web: “fate vostra l’idea e sviluppatela come meglio credete”.
La macchina della morte, un'antologia di ben 554 pagine per un totale di 34 racconti, è il risultato di un'attenta selezione delle 675 opere pervenute da tutte le parti del globo, oltre che una prova tangibile di quanto il sentore di North fosse indovinato.
Il primo aspetto che colpisce di questa raccolta è l'eterogeneità dei testi. Pur sviluppandosi a partire dallo stesso input, si rivelano molto diversi tra loro per genere e contenuti, tanto che ogni racconto riesce a sorprenderci e nessuno appare mai come una replica di quello precedente.
Le varie speculazioni convergono però su alcuni punti fornendoci interessanti spunti di riflessione nonché un ritratto coerente dell'Oscura Signora.
La morte ci appare come un'entità dotata di uno spiccato sense of humour - humour nero, s'intende. È vero che la macchina rivela a ciascuno come morirà ma è altrettanto vero che le sue predizioni sono sibilline e non sempre facili da interpretare.
Responsi come INCIDENTE, FUOCO, SEPOLTO VIVO, VECCHIAIA in realtà dicono tutto e niente. Morire di vecchiaia, giusto per fare un esempio, potrebbe significare qualcosa di diverso dallo spegnersi in tarda età, qualcosa come essere investiti da un vecchio alla guida dell'auto assassina.
Persino morti più stravaganti come METEORITE sono passibili di diverse interpretazioni. Il meteorite in questione potrebbe essere un modellino esposto in un museo e caduto accidentalmente sulla testa di qualcuno.
Che dire poi di AMORE, PIANOFORTE, NIENTE…?
L'uomo si sa, rifiuta l'idea della morte, la teme e vorrebbe esserne immune. Non fanno eccezione i protagonisti di questi racconti. Quasi tutti sperano di poter utilizzare il responso della macchina  a scopo preventivo. Ciascuno, nel suo piccolo, si illude di poterne dimostrare la fallibilità modificando il proprio destino. Così chi riceve un responso come ANNEGATO tenta di farla franca restando sempre lontano dall'acqua o chi riceve ALBERI pensa di mettersi al sicuro tenendosi alla larga da qualsiasi vegetale. Ma è davvero possibile farla in barba alla morte? Si direbbe proprio di no, giacché tutti i responsi finiranno per avverarsi anche attraverso gli espedienti più stravaganti.
Tutti gli autori sembrano così convergere su una convinzione comune: il destino ultimo non può essere cambiato.
In alcuni casi, la previsione ha un effetto liberatorio sui destinatari. C'è infatti chi sapendo di dover morire per INCENDIO o FRANA cessa di preoccuparsi per la sua salute e si abbandona senza timori ai vizi oppure chi, sapendo di dover morire di CANCRO si dedica senza remore agli sport estremi.
Una macchina della morte inciderebbe solo sullo stile di vita del singolo o produrrebbe dei cambiamenti anche sulla società? Diversi autori si pongono il problema esplorando anche questa possibilità.
Scopriamo allora che una società come la nostra, in cui l'appartenenza al gruppo riveste una grandissima importanza, potrebbe prendere spunto persino dalla MDM per produrre nuove categorie di aggregazione. I giovani potrebbero ritrovarsi a chiedersi se sia più figo sedere al tavolo dei SUICIDI o dei SOFFOCATI, salvo sentirsi smarriti se il proprio biglietto sputa un responso come ENTROPIA SPAZIALE DEL MILLENNIO, praticamente una condanna all'emarginazione.
Qualcuno potrebbe sfruttare il congegno per inventare nuovi giochi di società, allestire locali alla moda con tanto di feste a tema, dare una nuova sferzata al meccanismo delle televendite e, addirittura pilotare i risultati delle elezioni.
I percorsi esplorati sono davvero tanti, plausibili quanto fantasiosi al punto che la lettura di questo libro si rivela una continua scoperta. Ad accomunare tutti i racconti è l’altissima qualità. Spesso nelle antologie di autori vari (soprattutto in quelle scaturite dai concorsi) mi capita di riscontrare un’alternanza tra testi eccellenti e mediocri. Non è questo il caso.
Non vi inganni il titolo e nemmeno la copertina. A dispetto del tema trattato, la raccolta in questione non è tetra e nemmeno triste, rappresenta piuttosto un tentativo (riuscito) di esorcizzare la morte, un’occasione per ridere delle nostre paure e debolezze e, perché no, per apprezzare una volta in più la vita, anche nella su incertezza.
   
Consigliato? Lo consiglio a chi è alla ricerca di una lettura ironica, insolita, inquietante e divertente. A chi ha il coraggio di non prendersi troppo sul serio e di sorridere anche della morte.

Voto:

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