Titolo: Shades. Jack lo Suqartatore è
tornato.
Autrice: Maureen Johnson
Prezzo: 16.00€
Dati: 2012,393p.,rilegato
Editore: Mondadori (collana Chrysalide)
Jack lo Squartatore è uno dei personaggi più temuti della storia.
Guarda quanti ne sono ossessionati. Sono passati più di cent’anni, e la gente
cerca ancora di scoprire chi sia. Lui è ogni figura nel buio. È ogni assassino
che l’ha fatta franca. È l’unico che uccide senza mai spiegare il perché.
Trama:
Quello in cui Rory Deveaux arriva a
Londra dalla Louisiana è un giorno memorabile. Per Rory è l'inizio di una nuova
vita in un collegio privato della capitale inglese. Ma molti se ne ricorderanno
a causa di una serie di brutali omicidi avvenuti in tutta la città, assassinii
raccapriccianti che riproducono gli efferati crìmini commessi da Jack lo
Squartatore oltre un secolo prima, nell'autunno 1888. Basta poco perché la
"Squartatore-mania" si diffonda, ma la polizia ha in mano solo pochi
indizi e nessun testimone. Tranne uno. Rory ha intravisto sul luogo del delitto
l'uomo che la polizia considera il principale sospettato. Ma è l'unica. Neppure
la sua compagna di stanza, che era con lei in quel momento, ha notato l'uomo
misterioso. Perché solo Rory può vederlo? E, questione assai più impellente,
che cos'ha in mente di farle, costui?
L’autrice:
Maureen Johnson è nata a Philadelphia e ha
sempre saputo di voler diventare una scrittrice fin da piccola. Laureata in
scrittura all' Università del Delaware, ora vive e scrive a New York.
Recensione:
A cura di Miriam Mastrovito
“Nel corso della nostra vita quelli che uccidono la stampa
li consegna alla celebrità”, così canta Morrissey in The last of the famous International Palyboys. Può suonare strano,
triste o curioso ma è un dato di fatto. Si potrebbe stilare un lungo elenco di
serial killer divenuti delle vere e proprie celebrità mediatiche e Jack lo
Squartatore figurerebbe di sicuro tra i primi. Nonostante i suoi delitti
risalgano a più di un secolo fa, ancor oggi ci si interroga sulla sua identità
mentre cinematografia e letteratura seguitano a trarre ispirazione dal personaggio. A lui si ispira appunto Shades.
L’idea di partenza sembra geniale e, per alcuni aspetti si
conferma come tale. Maureen Johnson fa rivivere il mito attualizzandolo. Siamo
nella Londra dei giorni nostri ed è il 31 agosto quando il cadavere di una
donna viene rinvenuto nei pressi della fermata di Whitechapel. Data, luogo e modus operandi richiamano subito alla mente
Jack lo Squartatore. L’assassinio, infatti appare come una replica fedele del
primo crimine commesso dal famoso serial killer nel lontano 1888.
La città cade in preda al panico ma nello stesso tempo si
mette in moto il circo mediatico. Stampa e televisione puntano i riflettori sui
luoghi in cui ci si aspetta di assistere agli omicidi successivi, nell’ipostesi
che il copycat segua la scaletta del suo predecessore, intanto i turisti
arrivano a frotte sgomitando per conquistarsi un posto in prima fila.
È questo lo scenario in cui si imbatte Rory, un’adolescente
americana appena giunta a Londra per frequentare il college di Wexford.
Le mura scolastiche dovrebbero delimitare una zona franca,
estranea ai fatti di cronaca che stanno avendo luogo fuori ma non sarà così.
Proprio nei pressi dell’istituto Rory incontrerà uno strano individuo e nello
stesso posto, di lì a poco, verrà scoperto un nuovo cadavere. L’episodio farà
di lei una possibile testimone, forse l’unica in grado di aiutare la polizia a
stanare il killer.
Per la ragazza sarà l’inizio di un incubo che via via
assumerà sfumature sempre più
inquietanti giacché l’indagine, a un certo punto, subirà una svolta paranormale
e la caccia a Jack si trasformerà in una caccia ai fantasmi.
Come dicevo prima, il romanzo si regge su un’idea davvero
interessante, tanto da aver creato in me grandi aspettative. Per molti versi l’ho
apprezzato ma per altri mi ha delusa.
Non mi ha convinto fino in fondo il modo in cui l’autrice ha
gestito la trama. Sebbene il libro si apra con la descrizione del delitto e del
caos scatenatosi alla notizia del possibile ritorno di Jack, dopo pochissime
pagine assistiamo a un repentino cambio di scena. Incontriamo Rory al suo
arrivo a Londra. Da questo punto in poi il mistery scivola quasi sullo sfondo e
segue una lunga serie di capitoli tutti incentrati sulla vita nel college:
nuove regole, nuovi compagni, piccoli flirt e scaramucce tra adolescenti,
insomma i tipici argomenti che caratterizzano una buona percentuale di YA. Lo
Squartatore diviene poco più che un’ombra, un argomento di conversazione tra
ragazzi, per uno di loro una passione che rasenta la morbosità, ma nulla più.
L’entusiasmo provato nel leggere l’incipit ha così ceduto subito il passo alla
noia, noia alimentata anche dal ritmo narrativo lento e dalla caratterizzazione
superficiale dei personaggi. A eccezione di Alistair, uno studente solitario in
cui Rory si imbatte di tanto in tanto e che mi ha conquistato soprattutto per
il look anni ottanta e per i suoi gusti musicali (è un fanatico di Smiths, Cure
e Clash), ho trovato gli atri scialbi e piuttosto stereotipati. L’autrice tenta
di inserire l’immancabile componente romance ma, anche su questo fronte, non
convince. Saltuariamente ci descrive un intreccio di lingue tra la protagonista
e un compagno che non le dispiace ma, di fatto, tra i due non c’è sentimento.
La loro non è una vera e propria relazione amorosa, non appassiona e non
coinvolge.
La storia procede piatta per un bel pezzo, solo a circa metà
libro l’attenzione torna a spostarsi sugli omicidi di Jack e la trama decolla
davvero. Entriamo nel vivo del giallo e la curiosità si riaccende. Il tutto si
fa ancora più interessante quando le indagini assumono una piega inattesa e il
mistery si tinge di paranormal. Ho trovato intrigante la svolta dal sapore
fantasy (sorvolo sui particolari per non svelare troppo) benché la soluzione
del mistero non mi abbia pienamente soddisfatta. Mi è sembrata un po’ banale la
caccia ai fantasmi in stile ghostbusters in cui sfociano le indagini e un po’
deludente la verità sul redivivo
Jack. D’altra parte, escludendo la replica del modus operandi, di luoghi e date
scelte per gli omicidi, non c’è alcun legame tra l’originale e il suo
emulatore.
Penso che il vero punto di forza del romanzo sia da
rintracciarsi nelle considerazioni di carattere sociologico che fanno capolino
tra le righe, nella descrizione realistica e fortemente attuale del modo in cui
la città reagisce al terrore. Gli obiettivi spianati come fucili, i turisti assiepati sulla scena del crimine, i giornalisti a
caccia di scoop mi hanno richiamato alla mente le immagini connesse a diversi
delitti che hanno avuto luogo negli ultimi anni anche nel nostro paese e che i media, con cinismo, hanno trasformato
in un grande show.
Nel complesso la lettura non mi è dispiaciuta, soprattutto
nella seconda parte è scorrevole e si rivela un buon intrattenimento ma, stando
alle premesse mi aspettavo molto di più.
Consigliato? Ve lo
consiglio se siete alla ricerca di una lettura di puro svago con cui
intrattenervi piacevolmente, magari sotto l’ombrellone. Non aspettatevi però
niente di particolarmente innovativo o che faccia faville.
Voto:
Peccato, pareva più intrigante inizialmente dalla trama...
RispondiEliminaMi associo. L'ho letto anch'io e non è proprio niente di che .-.
EliminaA me non incuriosiva molto sinceramente, quindi non ci ho nemmeno fatto un pensierino xD
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