Genere: Fantasy, Soprannaturale, Horror
Ideatore: Alex Kurtzman, Roberto Orci, Philip
Iscove
Soggetto: -
Stagioni: 1
Episodi: 13
Data messa in onda:16 settembre 2013
A cura di Laura Roggero
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Siamo nel paesino di Sleepy Hollow, al giorno d’oggi; una
serie di omicidi misteriosi ed inspiegabili raggiunge il suo culmine quando un
poliziotto viene decapitato da un misterioso cavaliere senza testa.
Abbie Mills (Nicole Beharie), agente e collega della
vittima, assiste all’omicidio ma nessuno crede a quanto la ragazza dice di aver
visto. Quella stessa notte viene arrestato uno strano individuo, Ichabod Crane
(Tom Mison), che afferma di essersi risvegliato da un sonno lungo
duecentocinquant’anni e viene considerato sospettato principale del delitto.
Quando la ragazza lo incontra, capisce che soltanto lui sa che quel che lei
dice di aver visto è reale.
Abbie decide di non insistere sulla propria versione dei
fatti per non perdere il posto in polizia ed è l’unica a credere che Ichabod
sia innocente; non vuole ammetterlo, ma crede anche che sia sincero riguardo la
sua storia di uomo del passato. Per
questo motivo gli dà ascolto e così inizia la loro avventura: indagando fra gli appunti del collega di
Abbie, quello ucciso dal cavaliere senza testa, emerge una verità inquietante
che parla di streghe, di magia nera e bianca, di demoni e di Apocalisse e Ichabod ed Abbie scoprono di essere gli
unici in grado di fermare l’avanzata del Male.
L’horror è morto,
lunga vita all’horror
Questo è stato il mio primo pensiero dopo aver visto le
prime tre puntate di Sleepy Hollow.
Sfatiamo fin da subito alcuni falsi miti che potreste aver
associato alla serie in questione:
- Non ha assolutamente a che vedere con l’omonimo film di Tim Burton, fatta eccezione per il titolo.
- Non è un horror come vorrebbero far credere
- Non è nemmeno splatter
- Il carattere soprannaturale è un miscuglio incredibile di credenze che in realtà cozzano le une con le altre.
Premesso che per ora ho visto soltanto le prime cinque puntate e quindi non so ancora dove andrà a parare la serie (ma temo che si concluderà
come una boiata pazzesca), quando ho letto dell’arrivo di Sleepy Hollow ero
tutta un fermento: avevo adorato il racconto ed film omonimi, avevo scritto
della leggenda cui si ispiravano in un altro mio articolo, la fotografia
sembrava promettere bene; l’unico neo era una domanda che mi sono posta fin da
subito “Non è una storia che si presta a una serie, cosa si saranno
inventati?”.
La risposta l’ho avuta nella prima puntata e vi assicuro che
è stata la mazzata peggiore della mia vita, riguardo le serie TV (seconda
soltanto al disgusto provocatomi dalla versione americana di Life on Mars):
siccome di recente pare sia tornato di moda il tema dell’Apocalisse (sono tempi
bui, questi. O, per meglio citare qualcuno di mia conoscenza “It’s dark, so
dark here”), gli autori hanno pensato bene di attingere a piene mani
all’argomento.
E così, il cavaliere senza testa, da semplice
fantasma/giustiziere, si trasforma in uno dei Quattro Cavalieri, riportato in
vita da un demone (che sembra più un alieno) il quale ha deciso che è giunto il
momento di aprire le porte degli inferi e portare morte e distruzione sulla
terra a cominciare da Sleepy Hollow.
Ma perché proprio questo paesino, fra tutti, deve essere
l’origine di tutto ciò? Semplice: Sleepy Hollow, nella serie TV è famoso per
esser stato da sempre abitato da streghe di entrambe le fazioni, ovvero streghe
bianche e streghe nere. Ed ecco che il demone decide di risvegliare una strega
“cattiva”, la quale approfitta del casino generale per dare la caccia ai
discendenti di coloro che l’avevano condannata al rogo, ucciderli e prendersi i
loro cuori per tornare la gnocca che era stata un tempo.
Nel frattempo, Abbie e Ichabod scoprono che, fra miliardi di
persone al mondo, sono gli unici due ad aver assistito ad un determinato evento
e che questo li rende anche gli unici in grado di fermare l’avvento
dell’Apocalisse (che per ora sembra solo un gran casino di demoni
disorganizzati). Proprio strana, la vita, a volte. In tutto ciò , spunta fuori
la sorella di Abbie, rinchiusa da anni in una casa di cura, che si sta
preparando a combattere al loro fianco e riceve visite notturne da parte del
demone.
Nonostante la storia che fa veramente acqua da tutte le
parti, devo dire che i personaggi principali, almeno, sono simpatici. Abbie è
un po’ rigida (e la sua storia è molto tirata per i capelli), ma poverina, chi
non lo sarebbe al suo posto? Pensate un po’ voi a come sarebbe, vivere
un’infanzia in cui tutti ti credono pazza, un’adolescenza allo sbando con una
sorella rinchiusa in manicomio, riuscire finalmente a trovare un equilibrio
entrando in polizia e vedere il proprio mentore decapitato da un essere (paura
non fa, nemmeno ai bambini, ma comunque una può avere i suoi cinque minuti di
isterismo) per poi trovarsi catapultata in un mondo in cui ci sono streghe,
demoni, colleghi che nascondono segreti inconfessabili e trovare appiglio in
uno che dice di essere un professore/combattente/ spia di due secoli fa.
Ichabod è belloccio, forse un po’ troppo rapido ad adattarsi
al mondo moderno (sono divertenti le parti in cui fa nuove scoperte sui
marchingegni moderni, ma mi sarebbe piaciuto che le approfondissero di più) ,
dotato di un’ironia piacevole che
stempera gli atteggiamenti bacchettoni di Abbie.
Ho apprezzato la fotografia, alcuni effetti speciali (in
particolare le visioni che ha Ichabod riguardo la moglie – strega bianca e il
demone alieno) e le atmosfere. Tuttavia, tutto ciò che doveva far paura non
suscita nemmeno un po’ di strizza e tutto ciò che doveva esser sanguinolento è
al pari di un taglietto al ginocchio.
Indovinate un po’? Bocciata anche questa, soprattutto perché
poteva essere qualcosa di molto più interessante e spaventoso, invece si riduce
a un calderone di credenze e tradizioni sciacquate nell’acqua di rose.
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