Dopo due stagioni di
Revenge - liberamente ispirato al romanzo di Dumas, Il conte di Montecristo - credo ancora fortemente che il merito di aver reso questa serie una
delle più seguite d'America vada dato in gran parte al pilot.
Era estate, faceva caldo e
non riuscivo ad immaginare nulla di più rinfrescante di un thè ghiacciato e una
nuova serie TV da guardare col ventilatore al massimo. Revenge era una delle
tante candidate e mi era stata caldamente consigliata più e più volte, così
decido di darle una chance e guardare la prima puntata.
Raramente credo di aver
visto un episodio pilota che in quaranta minuti riesce a presentarti brillantemente la trama di base, i personaggi
e a introdurre vagamente un omicidio che avviene durante i primi minuti
dell’episodio, prima che la narrazione torni indietro nel tempo di tre mesi
portandoci all’inizio di una calda e alla moda estate negli Hamptons, una ricca zona di Long Island, meta delle
vacanze dei benestanti newyorkesi, che si rilassano tra le loro ville immense e
una spiaggia dorata.
Emily Thorne, nome sotto
il quale si cela Amanda Clarke, la protagonista in cerca di vendetta su coloro
che hanno incastrato il padre accusandolo di aver commesso il terribile (e
fittizio) attentato terroristico del volo 197, non è assolutamente una
sprovveduta né, tantomeno, una squattrinata in quanto è in possesso di un ricco
conto in banca che le permette di apparire uguale al nemico che vuole fronteggiare,
entrando in stretto contatto con l’alta società degli Hamptons, al cui vertice vi è la potente e radicata famiglia Grayson, i cui capostipiti Victoria –
interpretata da una rifatta ma sempre affascinante Madeleine Stowe – e Conrad
sono non solo i principali fautori del suddetto disastro aereo, ma la loro
stessa fama di “benefattori” è fondata sugli
aiuti economici forniti ai famigliari delle vittime in seguito alla tragedia.
La genialità di Revenge
sta proprio nel binomio di vendetta e denaro. Tutti quanti abbiamo i nostri
conti in sospeso, tutti quanti vorremmo vendicarci su qualcuno che ci ha fatto
soffrire e tutti quanti desidereremmo realizzare le nostre vendette con lo
stesso talento di Emily, costantemente determinata a raggiungere i suoi scopi e
a farla pagare cara ai suoi nemici. La vendetta, anche quando è solo sullo
schermo, appaga i nostri animi.
A nessuno piacciono i
personaggi totalmente limpidi e puri, ce lo dimostra il successo generale di characters ben sviluppati come Damon di The vampire Diaries e Dexter
dell’omonima serie. Ecco perché il pubblico si immedesima e fa il tifo per Emily:
non è una protagonista piatta, non è sicuramente uno stinco di santo, ma
nemmeno una donna spregevole e senza cuore. Tutto ciò che fa è mosso dall’amore
per suo padre, che le è stato crudelmente strappato via da bambina, e dal
desiderio di una giustizia troppo spesso negata in questo mondo dove a farla
franca sono sempre i più potenti. Emily è umana,
anche se cerca di conservare una freddezza lungimirante fondamentale per
raggiungere i suoi scopi, e questo consente una forte empatia dello spettatore
che vede trasposta sullo schermo una protagonista forte e capace di
fronteggiare i più tremendi imprevisti, ma spesso vittima dei sentimenti più
comuni come l’affetto per un amico fedele, Nolan, l’immortale amore per un uomo, il dolore per una morte improvvisa e la malinconia per la vita normale
che, in fondo, anche lei desidererebbe, ma a cui ha coraggiosamente deciso di
rinunciare in difesa dei suoi ideali.
Emily sa che per
sconfiggere il proprio nemico bisogna essere come lui, e qui arriviamo al secondo punto di forza della serie: la
ricchezza.
Tanto quanto il processo
di immedesimazione i telespettatori amano poter vivere altre vite distanti
dalla loro, ammirare un fasto e una ricchezza che ai poveri comuni mortali è
quasi sempre preclusa. Ciò che rende particolare la vendetta di Emily è
l’eleganza con cui viene attuata: il glamour,
i party, i bei vestiti, la vita dei ricchi, belli e famosi ricoprono il tutto
di una patina aurea irresistibile e accattivante. Non a caso le scene che ci sembrano più
inutili e noiose, in particolar modo nella seconda stagione, sono quelle
ambientato allo Stowaway e incentrate sui suoi proprietari, i fratelli Porter,
costantemente sul lastrico e quasi insignificanti in mezzo a tutto il lusso che
li circonda. Le loro scene hanno il merito, però, di fare da "cinque minuti per andare al bagno". Almeno per me.
Un’altra dinamica
fondamentale è la morale che accompagna e pone dei limiti al piano di Emily,
che potrebbe facilmente uccidere i suoi nemici e finirla lì, ma si sottrae totalmente
da un'idea del genere, poiché ritiene la morte una pena troppo blanda rispetto al
peccato da scontare e una macchia inguaribile per l’omicida. Lei vuole lasciare
intatta la sua coscienza ma comunque rovinare la vita di coloro che hanno
cospirato contro il padre, sottoporli allo stesso dolore che ha dovuto subire per
tutta la vita, passata tra famiglie adottive e squallidi riformatori. E ci
riesce non solo grazie ad una mente sempre allerta, ma anche al denaro che
possiede in abbondanza e al potere dello
scandalo, che in certi ambienti è e che spesso conferisce a tutto il prodotto un certo apprezzabile
tono da soap-opera.
Le cose non vanno quasi
mai come previsto, la ragazza è spesso costretta a modificare la rotta ma mai
la meta, ma è in questi casi che il suo ingegno salta fuori e la rende una
delle protagoniste più affascinanti del panorama seriale contemporaneo.
Noi spettatori siamo
sempre sul filo del rasoio a chiederci come farà a cavarsela questa volta e a
stupirci per le soluzioni che tira di volta in volta fuori dal cappello e
questo rende anche più scottante il (raro, fortunatamente) momento del
fallimento, la tragedia che, in uno
show capace di mescolare sapientemente drama, mistery e thriller, è sempre in
agguato e ha sempre l’effetto di un potente pugno allo stomaco. Non capita
spesso di vedere Emily spaventata e in preda alle lacrime, ecco perché quando
succede anche noi siamo confusi e distrutti, chiedendoci come i produttori
districheranno la matassa.
La palette di personaggi risulta varia e convincente, particolarmente
degna di nota per la costruzione psicologica è Victoria Grayson, una donna
forte e determinata a proteggere la sua famiglia tanto quanto Emily lo è nei
suoi obiettivi, e per questo motivo costituisce la nemesi principale della protagonista. Le due in realtà non si rendono conto di essere più simili di
quanto vogliano dare a vedere: entrambe non sono altro che vittime di un gioco
di potere più grande di loro, gestito dal senza scrupoli Conrad Grayson, ed
entrambe sono un mix di luci ed ombre, entrambe hanno perso e sofferto nel loro
passato, ed hanno imparato ad incassare
stringendo i denti e, soprattutto, affilando le unghie (rigorosamente smaltate).
Altro fiore all’occhiello
è Nolan Ross, una sorta di nerd che ha trasformato il suo talento nell'informatica in una miniera d’oro, un ricco che si è fatto tutto da solo
senza dimenticare però l’importanza dei valori e sentimenti umani, motivo per
cui morirebbe pur di proteggere e aiutare Emily, con cui riesce, non senza
qualche fatica dovuta al distacco emotivo che lei cerca di mantenere
costantemente verso chiunque, a instaurare un rapporto di amicizia e fiducia
che è una delle cose più belle e amate dell’intera serie.
Alle loro spalle vi sono vari altri personaggi, alcuni accettabili, altri davvero insignificanti e/o insopportabili. Ho già parlato dei fratelli Porter? Credo di essere l'unico a preferire il tontolone Daniel Grayson al perennemente-triste-e-abbattuto-e-sfigato Jack, una sorta di emo fatto e finito.
Revenge, pur senza un budget importante, ha avuto una prima stagione eccezionale
che riesce a dare ciò che promette e in cui lo spettatore è tenuto costantemente
col fiato sospeso grazie a continui colpi di scena ben orchestrati e momenti di
vendetta davvero sublimi. Il patto di incredulità che si è costretti a
stringere sin dall'inizio è ben ripagato e mai eccessivamente forzato, e anche
quando subentrano scene e situazioni già viste, lo showrunner Mike Kelley dimostra
di saperle adattare magistralmente bene alla trama e rinnovarle così da non
dare alcuna sensazione di dejà-vu.
La seconda stagione,
invece, è partita bene ma andando avanti ha iniziato a forzare molto la mano sull'aspetto da telenovela dando vita
a risvolti esagerati e deludenti. Molti dei nuovi personaggi inseriti non hanno
avuto uno sviluppo degno di nota, gran parte delle puntate "di mezzo" risultano pesanti nel loro voler complicare
troppo una trama che continua ad avere come pregi ciò che vi era già all'inizio Si tenta di aggiungere sottotrame su sottotrame, ma nessuna di
queste ha molto senso di esistere, anzi allungano il brodo e spesso annoiano
fino allo sfinimento. Perfino la storyline principale raggiunge
dimensioni enormi che non si era evidentemente in grado di gestire, e viene poi
ristretta nuovamente nell'ultima puntata. Il punto di svolta si è avuto dal
meraviglioso quattordicesimo episodio, incredibilmente ricco di pathos e depositario di una morte
strappalacrime che costringe a guardare sotto una diversa luce un personaggio che fino ad allora non era mai riuscito a conquistare mai pienamente
l’apprezzamento e la fiducia dello spettatore. Da questa puntata la serie torna
ai vecchi fasti, con un ritmo serrato, che raggiunge il suo apice in un
magistrale season finale di ben due
ore che da solo riscatta ventuno episodi e che ci lascia in fervente attesa per
la terza stagione.
Le premesse, a dire la
verità, non sono delle migliori. Mike Kelley è stato, infatti, licenziato
perché avrebbe preferito per Revenge
un ciclo di episodi più breve, probabilmente affinché il tutto fosse più
concentrato e si evitasse l’aggiunta di suddette story line ed episodi totalmente inutili.
Noi intanto incrociamo le
dita e speriamo per il meglio, attendendo con ansia il momento in cui il piano
di Emily giungerà al suo compimento. Allora sì che ne vedremo delle belle.
Concordo sul pilot perfetto e fondamentale!
RispondiEliminaLa parte centrale della seconda serie è stata ridicola, un po' alla j j abrams: mi incarto e non so più come sbrogliarla. Fortunatamente in qualche modo si sono ripresi e hanno inserito quel finale che azzera e resetta il filone vendicativo. Amore-odio per quell'episodio.
Sua pallosità Jack Porter proprio non si regge, confesso che lo avrei fatto fuori diverse puntate fa! Nolan funziona molto meglio nelle vesti di "cuore puro" della serie.
Sono d'accordo anche sul fatto che piaccia perché è opulento, dorato, patinato. Ma del resto, anche Edmond Dantès era ricco, parte del fascino è proprio la scoperta dell'oscuro che si nasconde sotto la perfezione creata dal denaro.
Purtroppo questo genere di serie tv è perfetta alla prima e poi si perde nella ricerca di strade secondarie che tengano impegnati i personaggi per un tot di episodi, perché altrimenti bisognerebbe concludere. Secondo me il creare una situazione fotocopia, rispetto alle origini è molto più sensato che far moltiplicare all'infinito i disturbatori esterni.
Speriamo bene?
Sì, hai ragione, il season finale sa un po' di "Ok, non sappiamo più come cazzo fare quindi torniamo indietro e facciamo finta che tutto questo casino non sia mai successo". Perché, se ci pensi, la cosa della Initiative stava assumendo sembianze davvero grandi, roba da teorie complottistiche, capisci? Infatti per tutta la stagione ho pensato "Vedi che qua andiamo a finire alla Casa Bianca" e sono sicuro che fosse quello l'intento iniziale, ma dato che sono stupidi e si vede, dato che ci hanno fatto sorbire quella palla dei Porter assolutamente non necessaria e da tutti odiata, hanno preferito rimpicciolire di nuovo il tutto e ricondurlo a Conrad.
EliminaNon ho ancora letto Il conte di Montecristo, anche se l'ho acquistato tempo fa e mi ero promesso di leggerlo non appena fosse finita la stagione, però concordo sul fatto che una delle cose più affascinanti della serie è proprio la celata oscurità di Emily che tu conosci godendoti, di conseguenza, l'ignoranza altrui.
Sinceramente spero davvero che riescano a tirare fuori qualcosa di decente perchè trovo sia una serie davvero brava a coinvolgermi e intrattenermi, quando le riesce, per questo motivo non sono pronto a dirle addio (in realtà non sono mai bravo a dire addio a nulla).
D'altro canto però mi chiedo: quando cacchio facciamo esplodere la bomba? xD
Sì, immaginavo anche io che sarebbero finiti con il supercomplottone con i massoni, il presidente ecc ecc, però non è detto che abbiano chiuso quel capitolo, magari ci tornano... del resto è l'espediente preferito dagli sceneggiatori americani xD
EliminaPurtroppo il momento in cui "esplode la bomba" è quello di chiusura, anche perché dopo è difficile inventare qualcosa che abbia ancora senso, twin peaks insegna.
Devi assolutamente leggere il romanzo di Dumas, è un capolavoro! E poi d'estate ci sta U_U (amo i francesi, sono terribilmente di parte).
Ottima analisi, anche io ho recuperato tutti gli episodi di Revenge quest'estate e non vedo l'ora che arrivi Settembre perchè sono in crisi d'astinenza >.<
RispondiEliminaCome ho detto, ho recuperato le due stagioni in un tempo brevissimo quindi non ho avuto molto modo di focalizzarmi sui difetti, ma la storyline dei Porter è risultata insopportabile anche a me.
Posso dirlo? Il morto del season finale non mi ha fatto né caldo né freddo, anzi, finalmente un personaggio inutile in meno.
Spero trovino qualcosa da fare a Charlotte perchè ora come ora non mi dice praticamente nulla.
Emily e Nolan sono adorabili e gli adoro, ma anche Aiden non mi è affatto dispiaciuto, eccetto per la serie di cazzate che ha combinato all'ultimo momento.
Aiden è uno dei pochi personaggi riusciti della seconda stagione, a mio parere. Spero non sia...ehm... capisci?
EliminaCharlotte è inutile: piange, si lagna, piange, si lagna. Ha stancato, perchè non l'hanno fatta fuori alla fine della prima stagione?
Ho scoperto questa serie tv poco tempo fa e ho divorato le due stagioni in pochissimo tempo, anche se per la seconda mi ci è voluto un po' di più (come hai scritto tu, la prima parte è abbastanza lenta).
RispondiEliminaLa morte della quattordicesima puntata non mi ha fatto né caldo né freddo, però devo dire che avrei preferito vedere Jack al posto suo. Credo sia uno dei personaggi più inutili e insopportabili nella storia delle serie tv e, anche se ne dubito, spero non duri ancora molto. Devo ammettere che anche Daniel non mi va particolarmente a genio, mentre mi piacciono molto sia Aiden che Nolan. Charlotte è abbastanza inutile, concordo, però mi fa un po' pena ora che ha perso tu-sai-chi... Perché non poteva morire l'altro al posto suo? (Spero di riuscire a farmi capire senza fare SPOILER)
Quello che voglio vedere adesso però è Emily che si prende la sua vendetta: è dalla prima stagione che deve distruggere i Grayson ed è da allora che io aspetto che ci riesca. Voglio tornare alle X sulle foto dei suoi obiettivi, all'odio verso Conrad e Victoria e alla determinazione che aveva Emily nella prima stagione! E onestamente sono anche abbastanza stufa della sua storia con Daniel, che non si capisce se sia una finzione o meno.