tag:blogger.com,1999:blog-76351784201709656452024-02-01T23:46:56.730-08:00Sangue d'inchiostroAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/01974518658938917958noreply@blogger.comBlogger234125tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-22217034823152220482014-07-18T09:31:00.001-07:002014-07-18T09:31:41.339-07:00Amazon come Spotify: idea geniale o bomba atomica sull'editoria tradizionale? <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdE7gEMYtXD2opILvUY-NNOC1qKgVbpwf_FOqISshyphenhyphenn5QAgvNbhV81173e1mswba0OOHwOBvKuBDg4oH2l5Lf1dnPNLjXMl9z7n3LmD1SfBeQGi8VRy_WbOZO29lHMvvPnHsJn3sRtC-8/s1600/amazon-kindle-unlimited.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdE7gEMYtXD2opILvUY-NNOC1qKgVbpwf_FOqISshyphenhyphenn5QAgvNbhV81173e1mswba0OOHwOBvKuBDg4oH2l5Lf1dnPNLjXMl9z7n3LmD1SfBeQGi8VRy_WbOZO29lHMvvPnHsJn3sRtC-8/s1600/amazon-kindle-unlimited.png" height="185" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Jeff Bezos, fondatore e CEO del celeberrimo Amazon sembra ormai pronto a lanciare nel mondo dell'editoria statunitense <b>l'ultima grande trovata del colosso americano dei libri: Kindle Unlimited</b>. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Conoscete Spotify? Ecco, la storia è un po' la stessa. Il consumatore avrà a disposizione un <b>vastissimo catalogo di e-book in streaming (in pratica una biblioteca digitale dalla portata iniziale di 600.000 titoli), a cui potrà accedere tramite il pagamento di 9.99$ al mese</b>. Un'occasione straordinaria per il lettore che potrà avere a disposizione un mare di libri per un prezzo irrisorio. Scommetto che anche i lettori più "materialisti" sarebbero disposti a lasciar passare la mancanza di una copia da poter definire propria. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L'idea non è nuova: non solo Netflix offre lo stesso servizio in America con le serieTV (e si prepara ora a sbarcare oltreoceano), ma <b>esistono già servizi quali Scribd e Oyster che fanno più o meno la stessa con i libri.</b> Però Amazon è Amazon e ogni cosa che la multinazionale di Bezos sembra lanciare diventa automaticamente una miniera d'oro. Pensiamo al mondo degli e-reader e degli e-book che andava avanti sonnecchiando prima dell'arrivo del rivoluzionario Kindle. Da allora in poi la competitività sul mercato è nettamente aumentata e sia aziende di elettronica che case editrici sono state costrette a stare al passo coi tempi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Stessa cosa potrebbe accadere con questo nuovo servizio.<b> Amazon ha già una forte influenza sul mercato del libro, il che lo aiuterà di certo ad avere una buona schiera di editori ad aderire a questo nuovo progetto e ad ampliare sempre più la sua offerta. </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">C'è però una domanda fondamentale: <b>tutto questo è un bene?</b> Parliamoci chiaro, <b>l'idea è sicuramente brillante sotto molti punti di vista specialmente in rapporto al consumatore.</b> Si tratta pur sempre di 600.000 libri ad un costo mensile forfettario, in America con 9.99$ arrivi a comprare la versione e-book di tre ultime uscite, in Italia con 9.99€ un solo e-book e deve pure andarti bene. Un simile servizio farebbe gola a tutti i lettori e potrebbe anche crearne di nuovi specialmente tra i giovani, attirati magari dalla digitalizzazione del tutto. <b>Inoltre viviamo in un periodo in cui il libro non è più visto come un prodotto di cultura sul quale vale la pena investire del denaro, bensì come un qualsiasi prodotto commerciale sottoposto alla regola del "meno costa meglio è".</b> In tutto questo ciò che mi preoccupa non è dunque il lodevole servizio</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOHNGE-LZsQpUMBJfHrl2qDcEAkdiiZvqRKpZL-mg6Nxhz-AwJjMSRc-n13hD2uC4tiI1-a4KU77QBHWVrFJI0SRAcKXV7Xy7BFLUFuhWxHF7az4ufvgR86Xj5tQGzQYZF57hXJYHpLE8/s1600/The-Everything-Store-cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOHNGE-LZsQpUMBJfHrl2qDcEAkdiiZvqRKpZL-mg6Nxhz-AwJjMSRc-n13hD2uC4tiI1-a4KU77QBHWVrFJI0SRAcKXV7Xy7BFLUFuhWxHF7az4ufvgR86Xj5tQGzQYZF57hXJYHpLE8/s1600/The-Everything-Store-cover.jpg" height="179" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> quanto la multinazionale che lo offre. <b>Amazon è entrato nell'ecosistema del mondo editoriale con la delicatezza di un elefante</b> e questo spesso, oltre a sconvolgimenti positivi come quelli già detti, ha portato anche una serie di effetti negativi. <a href="http://sanguedinchiostro.blogspot.it/2013/10/tutti-contro-amazon-anche-jonathan.html">Di molti vi avevamo già parlato in questo articolo</a>, ma <b>particolare attenzione meriterebbe l'ultima controversia con la casa editrice Hachette, contro la quale il colosso americano ha effettuato una vera e propria campagna di ostruzionismo in seguito a delle controversie contrattuali circa un abbassamento di prezzi che intendeva porre sugli e-book dell'editore</b>. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il caso ha fatto parlare praticamente chiunque ed è dunque inutile ripeterne le dinamiche (<a href="http://www.pagina99.it/news/innovazione/6348/Amazon-vs--Hachette--scontro.html">nel caso vogliate approfondire vi rimando a questo articolo di Pagina99</a>), quel che conta è ciò che è sorto dalla questione: <b>l'azienda di Bezos ha acquisito negli anni un potere di mercato enorme che, grazie proprio ai suoi servizi in espansione, si prospetta in continua crescita e questo gli permette ormai di soverchiare le case editrici stesse, che in confronto appaiono piccole comunità in equilibrio precario.</b> </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tornando dunque all'argomento dell'articolo: Kindle Unlimited sembra aderire perfettamente alla linea Amazon del "noi pensiamo prima al lettore" ma cerchiamo di essere sinceri:<b> Bezos è un imprenditore non un'ente di beneficenza ed è logico che per questo motivo il suo scopo, come quello di tutta la sua macchina aziendale, sia il puro e semplice guadagno, alle volte anche a scapito dell'etica lavorativa </b>(dobbiamo ricordare l'inchiesta circa lo sfruttamento operaio in Germania?). Q</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">uesta non vuole essere una filippica anti-capitalista contro Amazon, si sta solo cercando di analizzare una realtà di fatto: </span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">mentre Spotify nasceva come un servizio indipendente e deve la sua fama esclusivamente a tale servizio, Kindle Unlimited sarebbe la ciliegina sulla torta di una realtà che ha già mostrato varie volte il suo crescente peso sull'intero mondo editoriale</b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">. Quando si parla di Amazon non si parla più solo dello store digitale più amato, si parla del marchio di e-reader più venduti al mondo, si parla del formato e-book più utilizzato, si parla ormai dell'editore (o auto-editore, per essere corretti) a cui una larga fetta di aspiranti scrittori si rivolge. Tutto questo è stato possibile grazie ad una serie di indubbi vantaggi offerti al consumatore ma con un rovescio della medaglia che si può constatare nella suddetta diatriba con Hachette.<b> Kindle Unlimited sarebbe sicuramente un vantaggio per il lettore, ma sarebbe</b></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b> lo stesso anche per editori e scrittori?</b> Confidiamo che Amazon riesca a trovare accordi contrattuali equi per tutte le parti in gioco, resta però il fatto che un servizio simile andrebbe inevitabilmente ad ingrossare la forza della multinazionale statunitense.<b> Siamo sicuri di volerci muovere in questa direzione, di voler affidare a questa grande e onnivora azienda tutta questa potenza?</b> Il rischio è che il prossimo braccio di ferro tra Amazon e l'editoria tradizionale si concluda disastrosamente per la più debole delle due parti in gioco. Lo stesso Spotify continua inoltre a ricevere critiche circa il guadagno infinitesimale di case discografiche e artisti indipendenti: cosa ci dice che lo stesso non accadrà per case editrici e autori inglobati da Kindle Unlimited?</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifFEbMcVRsoh62Pi9QTWn5KNe9edVlrwc5Wf26B4phV9yvQrs4l4crFr2RgoJgeN8d8SVyo2I_R02dUCJb3h4bxRyJNA9hDyxSS6uHDOis1j9sKykYfp4bSDTeKD0f1FCGG8djux11gpY/s1600/amazon_smartphone.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifFEbMcVRsoh62Pi9QTWn5KNe9edVlrwc5Wf26B4phV9yvQrs4l4crFr2RgoJgeN8d8SVyo2I_R02dUCJb3h4bxRyJNA9hDyxSS6uHDOis1j9sKykYfp4bSDTeKD0f1FCGG8djux11gpY/s1600/amazon_smartphone.jpg" height="180" width="320" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Il quadro catastrofico potrebbe essere questo: da una parte un sistema che si arricchisce e tra vigore dal lavoro dell'editoria tradizionale, dall'altra quest'ultima che ci va sempre più a perdere non solo in termini di profitto ma anche di terreno sul mercato del libro. </b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ancora una vota: conviene davvero?</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-19769126444214014612014-07-09T08:29:00.000-07:002014-07-09T08:31:45.651-07:00Penny Dreadful: il nuovo American Horror Story nella Londra Vittoriana?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtrcV858ekqw6i4kmhSdH6SeD8rip0dL2NQ1kpR_BMsPD7TplNVdmzakCn5g1hQJc-lGILD8QLXuCf4BG0SztUfKx_nx44nCobOX0yDMPq0I7sgalp1PFKFk4W-Hz-70gW4iohvBJO3Tc/s1600/serializzati+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtrcV858ekqw6i4kmhSdH6SeD8rip0dL2NQ1kpR_BMsPD7TplNVdmzakCn5g1hQJc-lGILD8QLXuCf4BG0SztUfKx_nx44nCobOX0yDMPq0I7sgalp1PFKFk4W-Hz-70gW4iohvBJO3Tc/s1600/serializzati+(1).jpg" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizB0ple-oW4RjqHrGNTVoeLYrGkQYPV7eTbTOFvYpwzMeTk78vQoCSvnELHqfZYxHIUKF-d6aVIFQun8Y_b0x5DJZBP3neiBpDx6I0eSMCPXRwBETuo_PlxryvEKfrUHT3SR3-bUaet24/s1600/penny-dreadful-poster-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizB0ple-oW4RjqHrGNTVoeLYrGkQYPV7eTbTOFvYpwzMeTk78vQoCSvnELHqfZYxHIUKF-d6aVIFQun8Y_b0x5DJZBP3neiBpDx6I0eSMCPXRwBETuo_PlxryvEKfrUHT3SR3-bUaet24/s1600/penny-dreadful-poster-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizB0ple-oW4RjqHrGNTVoeLYrGkQYPV7eTbTOFvYpwzMeTk78vQoCSvnELHqfZYxHIUKF-d6aVIFQun8Y_b0x5DJZBP3neiBpDx6I0eSMCPXRwBETuo_PlxryvEKfrUHT3SR3-bUaet24/s1600/penny-dreadful-poster-2.jpg" height="320" width="235" /></a><br />
<div>
<i><span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></i>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>[Prima stagione]</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span>
<i><span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Che la Vita più non divida, ciò che la Morte può unire.</span></i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">I tipi di Showtime hanno palesemente tentato di realizzare un prodotto che scalzasse la serie di Ryan Murphy e Brad Falchuck - <i>American Horror Story </i>- dal trono sui cui siede da ben tre stagioni. Questo prodotto è <i>Penny Dreadful</i>,<i> </i>ideato da John Logan. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Ci sono riusciti? </span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">No, ma del resto è difficile battere una serie che fa del suo punto forte una storyline la cui peculiarità è il <i>nonsense</i> di certi risvolti e che ha praticamente fatto tesoro dei modelli narrativi del genere horror per poterlo rivoluzionare a suo modo: non si tratta sicuramente di una serie impeccabile, ma è sicuramente</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> una delle migliori degli ultimi tempi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Penny Dreadful non è assolutamente da buttare, anzi, insieme a <i>True Detecrive </i>e il noeonato <i>The Leftovers</i>, è una delle più interessanti nuove proposte televisive del palinsesto annuale. Mi sembrava giusto chiarire innanzitutto questo punto, in quanto sin dalla comparsa del promo ci si chiedeva tutti quanti se sarebbe stata superiore alla serie della HBO, che, diciamocelo, nell'ultima stagione non ha dato proprio il suo meglio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">I <i>penny dreadful </i>erano delle pubblicazioni periodiche nell'Inghilterra del XIX secolo che proponevano dei brevi racconti dell'orrore ad un prezzo molto basso - un penny, appunto. Si trattava di storie dallo scarso valore letterario, anche perché destinate al proletariato, ma importanti per la diffusioni del genere gotico, difatti il più noto di questi racconti è <i>Varney il vampiro, </i>che esercitò una certa influenza su un tale scrittore di nome Bram Stoker. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La serie televisiva è dunque ambientata in una Londra vittoriana tipicamente ammantata di nebbia, per le strade della quale si muovono personaggi e snodano vicende che attingono a piene mani dalla cultura gotica dell'epoca. Ritroviamo infatti nomi celebri come Victor Frankestein, un giovane e pallido dottore ossessionato dal confine tra la vita e la morte, e la sua orribile e tormentata Creatura, l'etereo ed enigmatico Dorian Gray e la misteriosamente scomparsa Mina Murray</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">. Tra di loro vi sono l'affascinante quanto oscura cartomante Vanessa Ives, il giovane americano dal grilletto facile Ethan Chandler, in fuga dalla sua patria, e l'instancabile Sir Malcom, ex esploratore in cerca della figlia scomparsa, la suddetta Mina. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La storyline si dispiega in linea orizzontale, eccetto un solo episodio totalmente dedicato al racconto di alcune vicende passate, e ciò che colpisce inizialmente è l'atmosfera generale, che non mancherà di ammaliare chi ha apprezzato film come <i>Jack Lo Squartatore </i>e <i>Sweeney Todd</i>. In particolare la carnagione pallida di tutti i personaggi, insieme alle occhiaie di Victor Frankenstein e ad un sigla piena di ragni e creaturine varie, conferiscono immediatamente a <i>Penny Dreadful</i> un sapore vagamente burtoniano. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQGNssgsCRVWMbY0yLhSe7OrE-ISmYX7I1rI5jpWF7P0DSWed_ScR9Kmqhr5Hllwd-vjvKaLm09vLwS_gwsffHkjf0OamvM8iymzaF61aTlK1I3Ac8bvEGcpWGJyqFjTTJLyB0jHitGyo/s1600/penny-dreadful-vanessa-ives.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQGNssgsCRVWMbY0yLhSe7OrE-ISmYX7I1rI5jpWF7P0DSWed_ScR9Kmqhr5Hllwd-vjvKaLm09vLwS_gwsffHkjf0OamvM8iymzaF61aTlK1I3Ac8bvEGcpWGJyqFjTTJLyB0jHitGyo/s1600/penny-dreadful-vanessa-ives.png" height="170" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il punto forte della serie sono sicuramente i personaggi, tutti quanti avvolti da un'aura di mistero che rende ancor più piacevole la scoperta della loro accurata psicologia nel corso degli episodi. Il tema portante di questa stagione sembra essere quello della colpa che, per motivi diversi, attanaglia la maggior parte dei protagonisti e che li porterà man mano a fare i conti con i mostri del passato (non solo metaforicamente). Sotto questo punto di vista sarebbe anche possibile trovare delle affinità proprio con <i>American Horror Story: Coven</i>, in cui campeggia come motivo centrale quello dell'inferno personale.<i> </i>Tra le varie performance spiccano in particolar modo quelle di Harry Treadaway e della sublime Eva Green, che fa un po' da corrispettivo di Jessica Lange nella serie targata HBO.</span><br />
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</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ecco, a proposito della sublime Eva Green: la sua presenza è insieme la carta vincente e uno dei punti deboli di <i>Penny Dreadful</i>, poiché riesce decisamente a catturare lo spettatore in tutte le scene in cui è presente e regalando dei momenti di totale coinvolgimento, ma ottiene come effetto conseguente un certo calo di attenzione nei momenti di assenza, specialmente quando si ritorna a seguire il filo della trama generale. Non a caso le puntate più interessanti sono state, a mio parere, la 1x05 (<i>Closer than sister</i>) e la 1x07 (<i>Possession</i>). In particolare quest'ultima trovo che rappresenti la punta di diamante della stagione: non accadono grandi cose ai fini della storia ma gli sceneggiatori riprendono uno stilema sfruttatissimo del genere e lo ripropongono in maniera magistrale in un mix di tensione, dramma, spavento e claustrofobia, il tutto condito dal copione che fa di <i>Penny Dreadful</i> una serie colta, profonda e rispettosa del materiale da cui attinge. Non è raro, infatti, che i personaggi si interroghino su grandi temi come la morte, la fede e il dolore in momenti di grande impatto emotivo (vedi la scena tra Victor e Brona o nel season finale) e la maggior parte delle volte lo fanno destreggiandosi tra un verso di Keats e uno di Shakespeare. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Il modo in cui vengono gestiti i personaggi "</span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">letterari</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">" è allo stesso tempo </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">personale e fedele alla tradizione: le loro vicende e il loro approfondimento psicologico sono allineati ai canoni classici ma </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">vengono comunque inseriti in un disegno più grande che collega il tutto senza cadere nell'effetto polpettone. Cosa che in una serie con tali premesse è un rischio sempre in agguato (vedi </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Once Upon a Time</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">). Lo stesso Dorian Gray, che per questa prima stagione sembra rimanere un personaggio marginale, non perde comunque il fascino dell'opera originale e acquista nuovi promettenti risvolti grazie al rapporto con il personaggio di Vanessa. </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrZ4YbWS_L9sDAtt26qWaO9v2LfOUl4_cH5qw20Z0gkyBht3S3UloXnOOvM8ElCnJ8rhxR_5VtQbHFIpQRRzIZB50voMHnhxKG3espvIOojb4sZdcZ0lAM0360R0hoBmCYSwkWPWq-uco/s1600/Harry_Treadaway_Penny_Dreadful+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrZ4YbWS_L9sDAtt26qWaO9v2LfOUl4_cH5qw20Z0gkyBht3S3UloXnOOvM8ElCnJ8rhxR_5VtQbHFIpQRRzIZB50voMHnhxKG3espvIOojb4sZdcZ0lAM0360R0hoBmCYSwkWPWq-uco/s1600/Harry_Treadaway_Penny_Dreadful+(1).jpg" height="166" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Gli stessi plausi non si possono fare alle vicende della macrostoria. La ricerca di Mina non riesce assolutamente ad interessare lo spettatore e non vi sono colpi di scena che siano effettivamente tali: <b><u>(spoiler!) chi non aveva previsto sin dalla prima puntata come sarebbe andata a finire tra Sir Malcom e sua figlia?</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il modo in cui viene trattato l'horror è, a prescindere proprio dalla 1x07, quasi altrettanto trascurabile. Come ho già detto, non manca sicuramente di rispetto al genere ma si poteva osare molto di più e, sotto questo punto di vista, il paragone con <i>American Horror Story </i>è decisamente affossante: l'horror di <i>Penny Dreadful</i> genera ben poco terrore e </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">non propone nulla di particolarmente interessante o innovativo. Per fare un esempio, la figura del vampiro risulta utile per girare qualche veloce scena d'azione per poi essere caldamente liquidata e gettata nel dimenticatoio. Alcune vicende sono velocizzate probabilmente a causa delle poche puntate a disposizione e ne deriva che spunti largamente sviluppabili come i richiami alla cultura egiziana si risolvano poi piuttosto semplicisticamente.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Detto questo, la conclusione dell'ultima puntata mi ha sicuramente lasciato l'amaro in bocca all'idea di dover aspettare un anno prima di rivedere Vanessa Ives e i suoi compagni d'avventura. Questa buona prima stagione, che probabilmente serviva più che altro a lanciare lo show e vedere come andava, si chiude con innumerevoli possibilità di sviluppo ma anche rischi di fallimento, tutto dipenderà da come si deciderà di portare avanti la cosa. Ho grandi aspettative per il personaggio del conte Dracula, la cui presenza è stata sottintesa per tutti gli otto episodi, e sono curioso di vedere come procederà la storyline di personaggio di Dorian. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Mi auguro che non si esageri con l'introduzione di nuovi personaggi e a tal proposito</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> ribadisco ancora una volta: evitiamo l'effetto </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Once Upon a Time</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">!</span><br />
<br />
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-15463488009300263182014-06-12T06:14:00.002-07:002014-06-12T06:14:41.222-07:00Diari Dal Sottosuolo: intervista a Laura MacLem<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><a href="http://goo.gl/fyTfDb"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1KujKGIqeY3586cnWNoG6o54A75Bh6uyaDgUuMMwpbXW4iudOM_hHD9Tao-iNC6dudu7N29tesGe2FPVIIQUQD3rGXBuWQjYZ1w_MELaZIMmLSQJHC4Vr0JJ2GoMTqvxbxL30ywOzNy4/s1600/Diari+Cover+Esecutivo.jpg" height="400" width="273" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="http://goo.gl/fyTfDb">Clicca qui per leggere un'anteprima del libro.</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Circa un anno fa si aprivano le danze del <b>concorso Chrysalide Mondadori che prevedeva la premiazione di cinque racconti per cinque rispettive categorie di genere</b>: fantasy, urban fantasy, fantascienza, paranormal romance, narrativa realistica. La pre-selezione dei racconti venne affidata a cinque diversi blog letterari, sul alcuni dei quali ci sarebbe sicuramente stato molto da discutere. </span><b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Sicuramente azzeccata fu, però, la scelta della redazione di </span><a href="http://diariodipensieripersi.it/" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Diario di Pensieri Persi</a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> per la categoria dei racconti urban fantasy, dalla quale uscì poi vincitore Giacomo Bernini con il suo <i>Pandora. </i></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ma cosa ne è stato degli altri racconti? Probabilmente in mezzo a tutte le storie in concorso ce ne saranno state molte altre degne di essere portate alla conoscenza del grande pubblico. Probabilmente è questo che ha pensato la redazione di Diario, che tramite il suo progetto parallelo - <a href="http://speechlessmagazine.altervista.org/">Speechless <u>Magazine</u></a>, a cui fanno capo le ormai numerose pubblicazioni targate <b><a href="http://speechlessmagazine.altervista.org/pubblicazioni/">Speechless Books</a></b> - ha creato <b>un'antologia con i cinque milgiori racconti scartati dal suddetto concorso arricchendola con i contributi di Stefania Auci, Laura MacLem, Gisella Laterza, Giulia Marengo e Romina Casagrande</b>. A introdurre il tutto vi è una splendida prefazione di un maestro italiano del fantasy,<b> Luca Tarenzi</b> (autore, tra gli altri, di <i>Godbreaker, </i>edito da Salani). <b style="font-style: italic;">Diari dal sottosuolo </b>è disponibile in tutti gli storie online sia in digitale ad un prezzo stracciato che in versione cartacea, nel caso volgiate ammirare a pieno la splendida cover curata dall'artista spagnolo <b>Mario S. Nevado</b>. Tutti i ricavati delle vendite del cartaceo saranno devoluti in beneficenza ad Emergency. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Di seguito trovate, inoltre, un'intervista che Sangue d'inchiostro ha avuto l'onore di fare ad una delle autrice che hanno voluto contribuire al progetto, Laura MacLem, che lo scorso anno ha pubblicato con Asengard <i style="font-weight: bold;"><a href="http://www.amazon.it/Lincanto-cenere-Laura-MacLem/dp/8895313399/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1402524561&sr=8-1&keywords=laura+maclem">L'incanto di cenere</a></i>, un oscuro retelling della fiaba di Cenerentola. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtq_zPTuWPkxxpSS_0jw_KDhQJ1drJ-drwE2gaUz0yRkiQmt2-Ym3QcKyLK1WsDqCxFGCLnz5ZBQ7byyGQ09aIfueauuYSZXgl7oYxr-d4fhp-NNtGDVWgs6EDPCMsUXEKKMdgdWxv2Zo/s1600/l-incanto-di-cenere-maclem-asengard-280x392.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtq_zPTuWPkxxpSS_0jw_KDhQJ1drJ-drwE2gaUz0yRkiQmt2-Ym3QcKyLK1WsDqCxFGCLnz5ZBQ7byyGQ09aIfueauuYSZXgl7oYxr-d4fhp-NNtGDVWgs6EDPCMsUXEKKMdgdWxv2Zo/s1600/l-incanto-di-cenere-maclem-asengard-280x392.jpg" height="320" width="228" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;">Ciao, Laura, benvenuta. Che ne dici di
presentarti ai lettori del blog? Parlaci di te e del tuo percorso da scrittrice
emergente, cosa ti ha portato a entrare nell’antologia </span><i style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;">Diari dal sottosuolo?</i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><br /></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Principalmente, la
sfida di scrivere un racconto. Non mi ci metto mai di mia spontanea volontà,
perché sono una logorroica e finisco regolarmente per tracimare, sfondo gli
argini e vado avanti per pagine e pagine. I racconti non consentono sgarri e
vogliono che tutto stia dove deve stare.
Mi riescono difficili. Per questo non resisto alla tentazione quando mi
viene proposto un tema avvincente come quello di <i>Diari dal Sottosuolo</i>, la fantasia mi è partita, e il resto è venuto
da sé.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Devo anche dire che
il fatto della raccolta a scopo benefico ha giocato un buon 50% nella mia
decisione.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b>Se dovessi descrivere l’urban fantasy a
qualcuno totalmente ignorante del genere, cosa diresti? Quali libri gli
consiglieresti per avere un riscontro pratico?</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Personalmente penso
che si parli di urban fantasy quando la storia riguarda una mitologia, o meglio
un mondo sovrannaturale, nascosto agli occhi della gente, salvo ai personaggi
coinvolti nella storia, il cui problema è, appunto, di entrare a contatto con
un mondo le cui leggi e regole sono diverse da quelle cui siamo abituati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Ovviamente è una
definizione molto vaga, di quelle sbozzate con l'accetta, giusto per dare
un'idea. Entrando più nello specifico, ci sarebbe da tenere conto di decine di
altri elementi (epoca storica, interazioni tra i personaggi, contaminazioni tra
generi), ma a questo punto, il nostro ipotetico profano sarebbe già scappato,
quindi meglio fermarsi qui.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Tra gli urban
fantasy che ho amato di più ci sono: <i>American
Gods</i> di Gaiman (okay, tutto Gaiman: libri, graphic novel, sceneggiature di
puntate di telefilm, scontrini del supermercato, Gaiman è Gaiman), il ciclo dei
<i>Guardiani della Notte</i> di Luk'janenko,
l'ottimo <i>Godbreaker</i> di Luca Tarenzi, <i>Pan</i> di Francesco Dimitri.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b>Ti definiresti una “scrittrice urban
fantasy”? Ci sono degli scrittori a cui fai riferimento o che ti hanno
ispirata?</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Io scrivo fantasy,
in qualsiasi accezione, e anzi sono particolarmente legata all'epic, quindi
alla sua declinazione più classica. Ma, per me, qualsiasi cosa riguardi
l'intangibile, l'inconoscibile, il mistico e il magico, è come un negozio di
cioccolatini aperto che distribuisce assaggi gratis a volontà: mi ci butto!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Ho iniziato a
leggere fantasy da bambina, e gli autori che mi hanno segnata sono quelli di
allora: Michael Ende, Marion Zimmer Bradley, l'immancabile Tolkien, ma anche
Tanith Lee, Ann McCaffrey, Pat O'Shea (chissà se qualcuno se la ricorda?) il
George Martin pre-ASOIAF, e a costo di prendere botte dai puristi, <i>Dune</i> di Herbert.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;">Il tuo romanzo</span><i style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"> L’incanto di cenere </i><span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;">fa spesso riferimento alle pratiche della
magia nera, così come </span><i style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;">Parcheggio
Riservato</i><span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;">, ne deduco che l’argomento ti interessi parecchio. C’è un motivo
preciso? Come mai scegliere di parlare di magia e non vampiri, licantropi,
fantasmi…? Fai qualche ricerca prima di scrivere o ti lasci andare alla
creatività?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Ricerche e
documentazione SEMPRE. Prima, durante e dopo la scrittura. I lettori di fantasy
sono particolarmente esigenti su questo, e hanno ragione a parer mio, perché
fin troppo spesso si sente il tormentone “tanto è fantasy!”, per giustificare
sciocchezze senza senso, svilenti per chi scrive e irritanti per chi legge. Per
quanto mi è possibile, cerco di evitarlo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">L'argomento della
stregoneria mi interessa quanto il resto dell'ambito del fantastico, cioè
moltissimo. E poi, diciamocelo: quale creatura più potente e pericolosa esiste,
in qualsiasi tipo di narrativa e in qualsiasi genere letterario, della dolce
nonnina o della fanciulla delicata tutta boccoli
e frufru?</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b>Non voglio rovinare ai lettori la lettura
del tuo racconto, quindi cercherò di non entrare più nello specifico, ma se
dovessi usare una sola parola per descriverlo?</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Userei le stesse parole
di Frank Castle, penso: “Non vendetta, punizione”.</span><i><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b>Progetti ricchi e curati come <i>Diari dal sottosuolo </i>dimostrano la
potenzialità della pubblicazione digitale, credi che anche il resto
dell’editoria debba orientarsi in tale direzione e in che modo?</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Credo che gli ebook
siano destinati ad affiancare al 100% i libri cartacei, e prima gli editori
tradizionali decideranno di prendere in mano la situazione offrendo agli
acquirenti la possibilità di scegliere, meglio sarà.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i style="text-indent: -18pt;"><span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;">Diari dal sottosuolo</span></i><span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"> ha avuto una
redazione alle spalle che ha selezionato gli autori e gli ha seguiti
nell’editing, cosa che non accade per il self-publishing. A proposito di
quest’ultimo, qual è il tuo parere? Avresti mai il coraggio di autopubblicarti?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">In realtà l'ho già
fatto, diversi anni fa.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Ho messo a
disposizione per il download il romanzo di fantascienza <i>New Babel</i> <a href="https://www.blogger.com/(http://www.stellascarlatta.com/opere-pubblicate/cronache-del-mondo-strambo/">(http://www.stellascarlatta.com/opere-pubblicate/cronache-del-mondo-strambo/</a>)
e il libretto di fantasy comico <i>Cronache
del Mondo Strambo</i>, <a href="https://www.blogger.com/(http://www.stellascarlatta.com/opere-pubblicate/cronache-del-mondo-strambo/">(http://www.stellascarlatta.com/opere-pubblicate/cronache-del-mondo-strambo/</a>)
quando ancora il self-publishing era nascente e non diffuso come oggi. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">È stata
un'esperienza molto positiva per me, ma ammetto di non conoscere molto
l'ambiente attuale. </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; text-indent: -18pt;"><b>Sappiamo tutti che le condizioni
dell’editoria italiana non sono delle più rosee, vorrei, però, azzardare lo
stesso e chiederti se vi sono dei progetti futuri in vista.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: Batang;"><span style="color: #0b5394;">Parlerò solo in
presenza del mio avvocato! :D</span><o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-32302606721704934802014-06-11T13:08:00.004-07:002014-06-11T13:10:56.970-07:00Recensione: Il Vangelo dei bugiardi - Naomi Alderman<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBZNOfrgAgFs4mdO9Au3n_Z6HT52LUVzqkooVGBeSfusgsDLzyx7npN5blQqmVNIa7jgvlscOdpZZWfVgfuytVVQ8DP3riCUJvDUMhtFAIBesKZwJjpAv0nK-6peVLy8x2P_TE0i9bIhc/s1600/il-vangelo-dei-bugiardi-d420.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBZNOfrgAgFs4mdO9Au3n_Z6HT52LUVzqkooVGBeSfusgsDLzyx7npN5blQqmVNIa7jgvlscOdpZZWfVgfuytVVQ8DP3riCUJvDUMhtFAIBesKZwJjpAv0nK-6peVLy8x2P_TE0i9bIhc/s1600/il-vangelo-dei-bugiardi-d420.jpg" height="320" width="234" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Il vangelo dei bugiardi</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Naomi Alderman</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>17.00€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>284, brossura</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Feltrinelli/Nottetempo</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b></span><span style="background-color: white;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">"Il Vangelo dei bugiardi" è la storia a quattro voci di un ebreo di nome Yehoshua di Nazareth, profeta e guaritore, che attraversa i territori di Israele schiacciati dall'occupazione romana predicando un credo visionario in tempi di guerra, "Ama il nemico tuo come te stesso". Nelle parole di chi l'ha conosciuto, ma il cui punto di vista è assente nel racconto degli evangelisti, la madre abbandonata che lo ha messo al mondo, il discepolo che l'ha tradito, il sommo sacerdote che lo ha accusato di blasfemia e il ribelle che si salva al suo posto, viene ricostruita la sua vita. Il ritratto di un figlio ostinato e silenzioso in cerca di un padre nel regno dei cieli, un amico vanesio che si lascia blandire dalla gloria, un folle che porta disturbo alla quiete del sacro Tempio e un alleato da conquistare alla lotta contro l'oppressore. Se, come dice Naomi Alderman intrecciando mito e fede, "ogni racconto è almeno in parte una bugia", questi vangeli moderni rendono inedita una vicenda che pensiamo di conoscere, ricostruiscono un miracolo umano di sangue e polvere, la storia possibile di un uomo mortale dopo il quale il mondo non è stato più lo stesso.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><span style="background-color: white;"><b>Recensione:</b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Il vangelo dei bugiardi</i> è un libro piacevole. Un libro piacevole che non è stato però gestito come meritava. Perché tutto quello che questa recensione vorrà dire è: perché un libro che si propone di raccontarci una cosa del genere osa per poi frenare, costruisce per poi fermarsi a metà e lasciarci un po' (un bel po') interdetti? Perché un libro piacevole alla fine non mi ha lasciato poi così tanto? </span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Naomi Alderman decide di raccontarci una storia niente male, qualcosa che a prima vista è allettante nella prospettiva più curiosamente infima del termine. Ci racconta dunque una parte abbondante della vita di Gesù, vista attraverso gli occhi, ma ben più corretto è dire attraverso i sentimenti, di quattro coprotagonisti: Maria, Giuda, Caifa e Barabba. </span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
<div style="text-align: justify;">
I punti di vista sono ovviamente terribilmente intriganti. Maria è la madre letteralmente smarrita nel dolore, nella disperazione di veder andare via il proprio figlio. Una madre tipicamente madre se così si può dire, ma allo stesso tempo lei è Maria, quella Maria. </div>
<div style="text-align: justify;">
Maria vede suo figlio ma non riesce a capire, si sente tradita. Le sue parole nei confronti di un figlio che predica nei tempi, che sfida rabbini sono confuse, piene di pena. </div>
<div style="text-align: justify;">
Giuda è un punto di vista ancora più interessante, è chiaro. A mio parere è anche una delle due figure meglio riuscite. Perché è chiaro che quando si parla di Giuda se ne deve parlare in una maniera accattivante, e la Alderman riesce a farlo spingendo il suo personaggio in una luce ovvia ma allo stesso tempo intelligente. Giuda segue una logica giustissima. È chiaro di chi stiamo parlando, vende il suo maestro, è il traditore. Ma vista attraverso i suoi occhi la situazione è intollerabile. E non solo, ma è anche inconcepibile. Giuda è pieno di volontà, ma allo stesso tempo vede che la cosa sta sfuggendo di mano e si sta evolvendo in una maniera che, vien da dire giustamente, non gli piace. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="color: #e69138;">Gli altri odiavano Iehuda, per le cose che diceva. Notava che il senso del pericolo li inebriava, poiché era allo stesso tempo un senso di potere. Lui non riusciva più a distinguere tra verità e menzogne. </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dico che è la parte meglio riuscita proprio per questo. Mi spiego, quello che la Alderman si propone di fare non è quello che si definirebbe una cosa semplice e leggera. O forse sì, potrebbe esserlo, e lei deve averlo pensato. È normale che la storia vista dal punto di vista degli ebrei, dal punto di vista poi di qualcuno così "interessante", debba presupporre un buon coinvolgimento ma forse ha appunto ritenuto di poterla rendere anche fruibilissima. Ebbene, secondo me ha trovato il compromesso solo nella parte di Giuda e, già in maniera minore, in quella di Caifa.<br />
Caifa, il cattivo, che comunque sia è umano, è un essere vivente dotato di logica e magari di preoccupazioni, appunto, molto umane. Anche questa parte è godibilissima e la figura di Caifa è descritta in una maniera molto toccante (aggettivo banale ma adatto). Il problema è che la situazione traballa di nuovo, è un po' ovvia, un po' costruita. Se la Alderman fosse riuscita a rendere tutto molto spontaneo e allo stesso tempo fosse stata capace di attutire quella volontà di essere vicina al lettore sembrando però molto spicciola questo libro avrebbe reso molto di più. Forse. Perché ripeto, se ti proponi qualcosa del genere non puoi essere ovvia, è un tema, una ricerca già sentita, devi metterci qualcosa di vivido, e non puoi essere breve. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il titolo originale dell'opera è "<i>The Liars' Gospel</i>". Quel Gospel io proprio non l'ho sentito. Meno che mai nell'ultima parte, quella di Barabba, dove tecnicamente si dovrebbe raggiungere il picco massimo della tensione. Il picco non si raggiunge perché per quanto la figura di Barabba sia affascinantemente tratteggiata tutto si risolve in una sbuffo di poco clamore. Il problema è che la soluzione era così vicina. Ho letto alcune parti in lingua e la Alderman ha un tratteggio molto spontaneo, sincero, i suoi personaggi potevano essere molto più pieni, più ricchi. Invece no. Sembra proprio che si sia frenata, uscendo un po' allo scoperto, per poi riprendere le fila educatamente, composta, ma fin troppo.<br />
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<img height="70" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-aRYNkqToST6z5kbOp5hAE6UtBcg61mdug_3cFDT378JjyHAbcXyC-JcF-wS10cUO-U8Kje9s7K9uLyTcZD3QVF2AFaw5tAcoLleoWgIK5lsakVDXnSpIe_0g8cX0bAB-guldsPCEc6Q/s320/1779449_10203236176091120_167992407_n.jpg" width="320" /></div>
</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-6738009606198947922014-05-13T14:40:00.000-07:002014-05-14T13:38:03.585-07:00Le Cose Cambiano: intervista all'editor Linda Fava<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixyNhyphenhyphenkPJn81iameOIbiB72gWAy6sJSHjty4YjGgHqHC8k3qRgrIizVw5sBcU23uiAEl3vuSEuLDSPPm3j4pRMPCw-ScHkM1mTYVP5WfxBTk_m2ZzuNPG1Aw28uXXcvIyro-GEkKldysQ/s1600/LE-COSE-CAMBIANO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixyNhyphenhyphenkPJn81iameOIbiB72gWAy6sJSHjty4YjGgHqHC8k3qRgrIizVw5sBcU23uiAEl3vuSEuLDSPPm3j4pRMPCw-ScHkM1mTYVP5WfxBTk_m2ZzuNPG1Aw28uXXcvIyro-GEkKldysQ/s1600/LE-COSE-CAMBIANO.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><i>Le cose Cambiano </i>è un progetto della ISBN Edizioni, casa editrice che ho sempre stimato per il catalogo ricercato e variopinto, in collaborazione con Il Corriere della Sera</b>. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L'idea è in realtà di origini statunitensi, in particolare dello scrittore e giornalista <b>Dan Savage e da suo marito Terry Miller, che hanno voluto dare un contributo concreto alla lotta contro l'omofobia</b>, in particolare a quella subita in età adolescenziale, caricando su YouTube un video in cui raccontavano la loro esperienza da giovani omosessuali e invitavano tutti i ragazzi LGBT a resistere, a tenere duro, a non arrendersi perché <b>"<i>it gets better</i>" , ovvero, le cose cambiano</b>. Il video ha avuto un successo incredibile ed è così che è nato <a href="http://www.itgetsbetter.org/" style="font-style: italic;">It Gets Better</a>, un progetto a cui hanno contribuito persone normalissime (LGBT ed etero), ma anche gente dello spettacolo e politici che hanno mandato il loro "video della speranza", promosso l'iniziativa o contribuito con una testimonianza scritta all'omonimo libro. <b>Così l'idea è arrivata a quelli della casa editrice ISBN, che hanno deciso di portare il progetto qui in Italia creando un sito web dove raccogliere i video (<a href="http://lecosecambiano.org/">lecosecambiano.org</a>) e traducendo il libro ampliandolo con testimonianze nostrane (tra le quali quelle di Walter Siti e Aldo Busi).</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando ho saputo dell'iniziativa mi è si è scaldato il cuore. Ormai in Italia si è fin troppo bravi<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVAhQbSgUy8b6HMtcBeTc1mR9AeU4nWcojARYP55zZdC4LK8KGfy-To53gFCAAjONIaEt6qBhGX12pKqtM1tre4SifOA22RTu60hyusr8bJuPjBrkDNY1N2_98Xc5R5jhiZbWgrDnrHlg/s1600/155738675-5edb4d66-9574-498b-a436-34fe94d4a5db.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVAhQbSgUy8b6HMtcBeTc1mR9AeU4nWcojARYP55zZdC4LK8KGfy-To53gFCAAjONIaEt6qBhGX12pKqtM1tre4SifOA22RTu60hyusr8bJuPjBrkDNY1N2_98Xc5R5jhiZbWgrDnrHlg/s1600/155738675-5edb4d66-9574-498b-a436-34fe94d4a5db.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Essere uomini non<br />
è una questione di tendenze sessuali.</td></tr>
</tbody></table>
a essere "tolleranti" (come se ci fosse qualcosa da tollerare, poi) con frasi come "<i>Io non ho nulla contro i gay</i>" (spesso seguita da un rivelatorio "<i>l'importante è che non diano fastidio</i>", come se si trattasse di animali potenzialmente pericolosi). Eppure è estremamente attuale <a href="http://www.romatoday.it/cronaca/liceo-giulio-cesare-proteste-lotta-studentesca-28-aprile.html">la polemica contro la scelta di alcuni professori del Liceo Classico Giulio Cesare (Roma) di assegnare agli studenti come lettura facoltativa il romanzo gay-friendly della Mazzucco, <i>Sei come sei</i></a>. D'accordo che gli studenti in protesta erano mossi dalla neo-fascista Forza Studentesca, il che sarebbe bastato a stendere un velo pietoso sulla questione, ma in un paese effettivamente civile la protesta sarebbe stata disdegnata e archiviata. Ovviamente non è stato così e si sono riaperte le danze di adulti pronti a dare addosso alla scelta dei suddetti professori, accusati </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">perfino di spingere i giovani all'omosessualità, con argomentazioni prive di fondamento e mosse dalla più becera ignoranza. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Perché è sempre questo il problema di fondo. L'ignoranza. E quale strumento migliore per combatterla se non un buon libro, ricco di testimonianze volte a dimostrare che non c'è davvero nulla di immorale, pericoloso, innaturale o malato nell'essere se stessi?</b> Meglio ancora se questo libro è collegato ad un notevole e attivo apparato digitale molto presente sui social-newtork.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ecco perché un progetto-salva-vita come <i>Le Cose cambiano </i>è fondamentale, sia per i giovani LGBT che non riescono ad accettare ci che sono a causa dell'ignoranza altrui, sia per chi quell'ignoranza la diffonde, ed ecco perché ci tenevo ad intervistare <b>Linda Fava</b>, <b>editor della ISBN e curatrice del progetto. </b>Non volevo che la pubblicazione della ISBN passasse inosservata tra queste pagine e trovo sia importante partecipare attivamente alle iniziative che si approvano, specialmente quando hanno come fine il cambiamento. <b>Perché "<i>le cose cambiano"</i>, certo, ma cambiandole. </b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFwuXVaB2icC6_hIEbx5e4wLL_AmxDGzsHMEiRR02W-sCwGlCBinpDfQ7Gp9u8gedZxroJjImQgU459WTaHC_jKTH7WKGpWzbT9QrSC8J352DDolCGE9r_2saAxNKVslhfqeUIgQN9w-o/s1600/1383686_10102708615614427_1187273383_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFwuXVaB2icC6_hIEbx5e4wLL_AmxDGzsHMEiRR02W-sCwGlCBinpDfQ7Gp9u8gedZxroJjImQgU459WTaHC_jKTH7WKGpWzbT9QrSC8J352DDolCGE9r_2saAxNKVslhfqeUIgQN9w-o/s1600/1383686_10102708615614427_1187273383_n.jpg" height="320" width="215" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Ciao Linda, benvenuta. Allora, partiamo dalle basi. Com’è sorta l’idea di creare una versione italiana del progetto americano</i> It Gets Better<i>? Da dove nasce la collaborazione tra la </i>ISBN Edizioni<i> e </i>Il Corriere della Sera<i>?</i></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;">L'idea di lanciare <i>Le cose cambian</i>o si è costruita per gradi: prima, attraverso un articolo di Matteo B. Bianchi, abbiamo scoperto che esisteva un libro che si chiamava<i> It Gets Better</i> che raccoglieva una serie di storie non banali sull'identità e l'orientamento sessuale. In casa editrice l'abbiamo letto, ci è piaciuto, e sentendolo nelle nostre corde, abbiamo deciso di tradurlo. Poi ci siamo resi conto che poteva essere una lettura davvero utile per far crescere la cultura LGBT in Italia e aiutare tutti i ragazzi che si sentono diversi, sbagliati e non hanno punti di riferimento e modelli a cui ispirarsi, ma che avrebbe potuto esserlo molto di più se avessimo incluso nel volume anche testimonianze più vicine a loro, di autori italiani. Quindi abbiamo deciso di fare “scouting” di storie di persone gay, lesbiche, bisessuali, trans (ma anche etero) italiane. Contemporaneamente, è maturata l'idea di raccoglierle in formato video, come avevano fatto, con un successo fenomenale, i curatori americani Savage e Miller. Perciò abbiamo lanciato il sito <a href="http://lecosecambiano.org/">lecosecambiano.org</a>, affiliato all'americano <i>It gets better</i>, che non è servito solo a trovare le storie che sono finite nel libro, ma ha dato vita a una vera e propria comunità, a un movimento quasi, di persone che hanno voglia di condividere il proprio vissuto di coming out, discriminazione, emancipazione, con chi sta affrontando quei momenti cruciali della propria vita e ha bisogno di confronto e storie a cui ispirarsi. Più ampia sarebbe stata la diffusione del progetto, più persone avremmo potuto aiutare, così abbiamo raccontato la nostra idea al <i>Corriere della Sera</i> (chi ha più influenza mediatica del giornale più letto d'Italia?), che nel giro di una settimana ha aderito entusiasticamente e ha lavorato insieme a noi per portare questo archivio digitale (e cartaceo) di storie positive sullo schermo e tra le mani dei ragazzi, dei genitori e degli insegnanti che erano alla ricerca di uno strumento come questo per combattere l'omofobia.</span></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Il vostro è un progetto che mescola la potenza della rete e l’insostituibile forza della letteratura: quanto credi sia importante, specialmente in questi tempi di trasformazione dell’editoria stessa, il connubio tradizione-innovazione? </i></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;">Quello che è importante è raccontare le storie giuste al momento giusto alle persone che hanno bisogno di ascoltarle. La rete è il mezzo per raggiungere più persone possibili (specie i ragazzi, che hanno più familiarità con il web che con la libreria), e la buona scrittura, la narrazione, è uno strumento per colpirle in profondità, commuoverle, farle riflettere, suscitare reazioni genuine. La verità, l'autenticità delle storie che abbiamo raccolto è il punto di forza di questa operazione, la bellezza della forma in questo progetto era un requisito accessorio, ma abbiamo cercato di soddisfarlo il più possibile chiedendo di partecipare anche a chi le storie non solo le ha vissute, ma sa come raccontarle, a degli scrittori. </span></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;"><br /></span></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Com’è possibile che nella maggior parte delle testimonianze sia il proprio il nucleo famigliare, che per natura dovrebbe offrire sostegno e amore, a costituire il posto dove si ha più paura di uscire fuori ed essere se stessi? </i></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;">Credo che responsabile sia, essenzialmente, la mancanza di una cultura delle differenze nel nostro paese. Mancando la consapevolezza di cosa significa essere gay, ed essendo invece largamente diffusi i pregiudizi sull'omosessualità, e tutta una serie di stereotipi che non riflettono la realtà, ciò che spesso ha la meglio, nei genitori dei ragazzi gay, è la paura. Ma anche un genitore aperto e consapevole, la cui visione non è influenzata da pregiudizi, avvertito del contesto culturale italiano, può finire per temere che il proprio figlio rischi di essere svantaggiato – nel mondo là fuori – a causa del suo orientamento sessuale. Ciò che spesso le famiglie non capiscono è che molti ragazzi sono in grado di difendersi dagli attacchi della società, selezionando tra chi li circonda le persone da frequentare e quelle da evitare, costruendosi attorno un ambiente che li rispecchia e li rispetta; mentre ciò che fa loro più male è proprio la mancanza di incoraggiamento e comprensione delle persone a loro più vicine, della loro famiglia, del mondo “di dentro”, che per un adolescente è molto più importante del mondo “di fuori”.</span></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;"><br /></span></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Quali credi siano le differenze tra l’essere un ragazzo LGBT in America ed esserlo, invece, in Italia? Quali credi siano i passi importanti da fare nel nostro Paese rispetto a tale questione, sia politicamente ma, soprattutto, culturalmente? </i></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #3d85c6;">L'America è un paese talmente vasto che è impossibile generalizzare. Non credo che essere gay in Utah o in Oklahoma sia più facile che esserlo in Italia. Nella maggior parte del territorio statunitense, in realtà, i matrimoni e le unioni tra persone dello stesso sesso sono vietati. Se quando parliamo di America, però, parliamo di California, o dello stato di New York, bè, quelli sono esempi di posti in cui la cultura sull'omosessualità è cresciuta di pari passo alla cittadinanza delle persone omosessuali. Come scrive Vittorio Lingiardi nella sua introduzione scientifica al libro, “il vuoto legislativo, produce un vuoto semantico, che diventa un vuoto esperienziale. Un vuoto di cittadinanza.” Il mancato riconoscimento delle relazioni omosessuali da un punto di vista giuridico implica la delegittimazione degli omosessuali come persone, e favorisce la discriminazione e il disprezzo, da parte della società ma anche da parte di loro stessi. L'omofobia e il bullismo omofobico prolificano in quel vuoto di cittadinanza, di linguaggio, e di esperienza, in una parola di cultura.</span></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">It gets better <i>è nato per diffondere la consapevolezza che esiste l'universo LGBT, e che esiste anche un intero filone narrativo che tratta di queste tematiche a maglie più o meno ampie, cosa pensate di fare per far conoscere tutto ciò al pubblico più generale (quello, per dire, più becero che compra a scatola chiusa le poche volte che va nelle librerie)? Avete, insomma, un programma attivo per sensibilizzare il lettore medio, che molto spesso ignora qualsiasi scritto all’infuori dalla classifica dei best-seller? </i></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhouwTdx0bUr1_y5fY2ZS0NnyK-S12v-nqYM9b-oGTDD2Y-a3SWJE6nLTzn3CcyV1M3jPPxaZd7ETixHHq-HfHxe-dudPZVUkEXXfP_xeNMqExP1jm8kgXSDNOqDCjVrNZg5iq-kN64tE8/s1600/LCC_sito+isbn_mid.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhouwTdx0bUr1_y5fY2ZS0NnyK-S12v-nqYM9b-oGTDD2Y-a3SWJE6nLTzn3CcyV1M3jPPxaZd7ETixHHq-HfHxe-dudPZVUkEXXfP_xeNMqExP1jm8kgXSDNOqDCjVrNZg5iq-kN64tE8/s1600/LCC_sito+isbn_mid.jpg" height="197" width="400" /></a><span style="color: #3d85c6;">Per incontrare questo progetto e questo libro ci vuole un gesto attivo: bisogna cliccare sul link a un sito o addirittura prendere in mano il volume in libreria, e dubito che chi non è mai stato interessato all'argomento possa essere smosso dalla mera esistenza del nostro libro, se non, magari, grazie al lavoro di promozione del progetto e di dibattito sui temi di omofobia e diritti civili che ha fatto e continua a fare il <i>Corriere della Sera</i>. Perciò purtroppo non credo che basterà questa nostra iniziativa a far cambiare idea al cittadino omofobo. Quanto meno al cittadino omofobo di oggi. Speriamo ci siano più chance di arrivare al cittadino omofobo di domani, di prevenire quell’atteggiamento, diffondendo nelle scuole dei modelli culturali LGBT che sconfiggano quelli stereotipati e rispecchino la realtà. In questo senso il libro e l'archivio di testimonianze video possono essere un buono strumento e, grazie ad alcuni partner determinati come il comune di Roma, stiamo portando il libro e un format didattico costruito attorno al progetto nelle prime scuole: il 5 marzo il comune di Roma ha dato il via a Le cose cambiano@Roma, una serie di incontri di dibattito e condivisione che si svolgeranno in 24 istituti romani, tutti quelli che hanno aderito all'iniziativa. È il primo passo che <i>Le cose cambiano</i> muove dentro le scuole, dopo qualche esperimento di presentazione del libro e di partecipazione ad assemblee di istituto fatto nei mesi scorsi. Speriamo, piano piano, di riuscire a portare il progetto nelle scuole di tutta Italia, ma per questo abbiamo bisogno risorse e partner altrettanto testardi. </span></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Il finale di ogni esperienza contenuta nel libro promette un cambiamento, un miglioramento, una sorta di “vedrai che le cose si aggiusteranno, è solo questione di tempo”. E’ davvero così o, semplicemente, crescendo si diventa più forti? E’ giusto, a tuo parere, accontentarsi di una felicità prospettata nel futuro? </i></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #3d85c6;">Le testimonianze contenute nel libro sono dirette soprattutto ai ragazzi che stanno vivendo un momento difficile, sarebbe bello dire che è anacronistico incoraggiare chi si sente così, ma purtroppo i ragazzi in quella situazione sono tanti. E per chi sta vivendo un presente buio, immaginare un futuro luminoso non mi sembra un “accontentarsi”. È ciò che gli serve ad andare avanti e a rendere quel futuro il più prossimo possibile. Forse tu intendi dire che molti degli interventi americani incoraggiano ad avere pazienza fino a quando non sarà finita una certa fase negativa della propria vita, la high school, per esempio, o fino a quando non saranno maggiorenni e potranno andarsene di casa e scegliere il posto dove vorranno vivere e le persone che vorranno frequentare. È vero, è una caratteristica di molte testimonianze che provengono dagli Stati Uniti, me ne sono sorpresa (e un po' dispiaciuta) anch'io: evidentemente il potere psicologico del bullismo nelle high school è qualcosa che bisogna essere davvero forti (o in molti) per scongiurare, e il libro raccoglie anche testimonianze di persone fragili, che rivolgendosi ai più fragili non consigliano di spaccare tutto per prendersi i propri diritti, ma di aspettare e avere fiducia perché un giorno troveranno il coraggio per spaccare tutto e prendersi i propri diritti. Tra le storie italiane il consiglio di aspettare fino a che le cose non si metteranno meglio è molto meno gettonato, anche perché tutti gli autori del libro sanno bene che aspettando passivamente in Italia si ottiene ben poco, che se non fanno la rivoluzione personalmente (o almeno non ci mettono la faccia) non saranno certo le masse che li circondano a farla per loro. </span></div>
<br /><i>Prima di salutarci e dato che siamo su un blog letterario, avresti qualche altro testo LGBT (romanzo, saggio, raccolta di racconti) da consigliarci caldamente?</i><br /><br /><div style="text-align: justify;">
<span style="color: #3d85c6;">Certo, ecco alcuni titoli e autori che consiglio caldamente, in ordine sparso. Non necessariamente sono titoli “a tema” LGBT, anche perché catalogare la letteratura in questo modo mi pare anacronistico, ma contengono storie d’amore tra uomini e storie d’amore tra donne o personaggi omosessuali particolarmente riusciti. <i>Troppi paradisi</i> di Walter Siti e <i>Generation of Love</i> di Matteo B. Bianchi (in generale tutto di questi due autori). Il memoir di Jeanette Winterson <i>Perché essere felice quando puoi essere normale?</i>, che io ho trovato più interessante dei suoi libri di finzione (che comunque sono delle buone letture di formazione, soprattutto <i>Non ci sono solo le arance</i>). Tutti i fumetti di Alison Bechdel <i>(Fun Home</i>, la raccolta delle strisce di Dykes e <i>Sei tu mia madre?</i>) e un grande classico per chi legge anche in lingua (perché non è mai stato tradotto in italiano): <i>Zami: A New Spelling of My Name</i> (una biomitografia) di Audre Lorde, un’autrice imprescindibile della controcultura americana. Poi, dopo aver seguito ossessivamente la serie di Netflix <i>Orange is the new black</i> (che contiene una meravigliosa storia lesbica) sto leggendo, sempre in inglese, il libro da cui la serie è tratta, di Piper Kerman, un bel reportage dal carcere. Tra le scrittrici italiane, mi piace molto Cristiana Alicata, anche lei presente nella raccolta <i>Le cose cambiano</i>, in particolare il suo <i>Verrai a trovarmi d’inverno</i>. Ah, naturalmente è consigliatissima anche l’intera produzione di Michael Cunningham. E come sopravvivere senza aver letto almeno una volta <i>Seminario della gioventù</i>, il capolavoro di Aldo Busi?</span></div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
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<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Le Cose cambiano</span></b><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Account Twitter: <a href="https://twitter.com/le_cosecambiano">https://twitter.com/le_cosecambiano</a></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagina Facebook: <a href="https://www.facebook.com/cosecambiano?fref=ts">https://www.facebook.com/cosecambiano?fref=ts</a></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sito Web: <a href="http://lecosecambiano.org/">http://lecosecambiano.org/</a></span><br />
<br />
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-75235108853567419622014-04-18T06:41:00.001-07:002014-04-18T06:42:56.766-07:00Recensione: Felici i felici - Yasmina Reza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVwc-f-YR3HSRAb0HoAGBSd0dA7BZG5m-_tZ8gw1TUVKPriIIGqyb0EuzZ0ney4eq56H2idU4oQ7uww6ePPdheVnTRv5MF31KjFRnDVTovqRINcRCKGJd5WhReTVX5-WoQOiXEp1J9LAo/s1600/46956a5d1aab42a8d7f929f88e595345_w_h_mw650_mh.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVwc-f-YR3HSRAb0HoAGBSd0dA7BZG5m-_tZ8gw1TUVKPriIIGqyb0EuzZ0ney4eq56H2idU4oQ7uww6ePPdheVnTRv5MF31KjFRnDVTovqRINcRCKGJd5WhReTVX5-WoQOiXEp1J9LAo/s1600/46956a5d1aab42a8d7f929f88e595345_w_h_mw650_mh.jpg" height="320" width="203" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo:<b> Felici i felici <o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Yasmina Reza<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>18,00 €<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>163, brossura<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Adelphi (collana Fabula)<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>"<i>Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell'amore. Felici i felici</i>": le due ultime "beatitudini" di Borges, che Yasmina Reza inscrive sulla soglia di questo romanzo, ci indicano la via per penetrare nel fitto intreccio delle vite che lo popolano. Perché la felicità - nell'amore o nell'assenza di amore, all'interno di una coppia o al di fuori di ogni legame - è un talento: e di tutti i personaggi che a turno consegnano al lettore confessioni a volte patetiche, a volte grottesche, a volte atrocemente comiche, si direbbe che quasi nessuno lo possegga. In un sottile gioco di echi, di risonanze, di contrappunti - tra amori inaciditi e rancori mai sopiti, illusioni spezzate e fughe nel delirio -, le voci che si avvicendano, quasi incalzandosi, tessono un ordito i cui fili (tenui in alcuni casi, in altri pesanti come catene) collegano molteplici destini, tutti segnati dall'impervia difficoltà dell'incontro con l'altro. Con una scrittura di chirurgica precisione, capace di muoversi tra i registri più vari, in un susseguirsi di scene in cui sempre lampeggia il genio della donna di teatro, Yasmina Reza è abilissima nel far affiorare, appena sotto la superficie smaltata delle apparenze, solitudine e violenza, disperazione e risentimento; e riesce a condurre la ronde dei suoi personaggi - mogli inquiete e mariti perplessi, amanti insoddisfatte e libertini mediocri, giovani in fuga dalla vita e vecchi abitati dalla morte.</span><br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Recensione:</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="color: #674ea7; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">'Felici gli amati e gli amanti e coloro che
possono fare a meno dell'amore.<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="color: #674ea7; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Felici i felici"<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #674ea7;"><b>J. L. Borges</b></span><o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Una delle abilità che maggiormente apprezzo in uno scrittore, è la capacità
di raccontare il quotidiano: un bravo scrittore riesce a svelarti le piccole
verità universali che si nascondono dietro ad una scenata di una coppia in fila
al supermercato, le piccole verità che trapelano dai sorrisi tirati di una coppia che sembra perfetta, i
mille significati di una crisi di nervi di un signore di una certa età durante
una partita a carte, le intensioni e i pensieri che si celano dietro lo sguardo
furtivo di ragazzo seduto accanto a te in una sala d'aspetto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Questi scrittori sono in grado di raccontare la vita usando toni,
espressioni e parole, che ti fanno prendere coscienza delle miriadi di storie
che ci circondano ogni giorno, quando camminiamo tra la folla. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Yasmina Reza, forte della sua esperienza di sceneggiatrice teatrale
costruisce una commedia emblematicamente corale, in cui i personaggi si
avvicendano sul palco, quasi uno per volta; alla fine di ogni racconto (o
monologo, che dir si voglia) si
allontanano dietro le quinte, e spariscono. Sai che ci sono, anche se non li
vedi più: da qualche parte, nascosti nell'ombra dei pesanti tendaggi, vivono le
loro vite di personaggi immaginari, spesso ironicamente (e perché no,
tragicamente) simili a quelle delle
persone reali. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Siamo quindi contemporaneamente spettatori e comparse di una serie di
racconti di vita, sapientemente intrecciati tra loro. Un coro di personaggi che
si collegano in qualche modo, l'uno all'altro: mogli, mariti, amanti, conoscenti,
amici di famiglia, figli, gente incrociata per caso in uno studio medico o nei
corridoi di una clinica. Persone che ti somigliano e che sono
contemporaneamente diversissime da te, in grado di mettere sotto i riflettori
la propria vita, di fare luce nei punti più oscuri e incomprensibili del loro
stesso carattere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="color: #674ea7; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">... ho detto, essere felici è un talento. <o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #674ea7;">Non puoi essere felice in amore se non hai un
talento per la felicità. </span><o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><st1:personname productid="La Reza" w:st="on">La Reza</st1:personname> incasella nella storia una serie di situazioni
quotidiane, di piccoli momenti di crisi, di rivelazione, di riflessione,
momenti in cui i personaggi si interrogano non solo su quanto sia spesso
difficile raggiungere la felicità, ma anche di quanto questa felicità sia quasi
essa stessa una entità volubile, prona ad abbandonarci non appena abbassiamo la
guardia. È una felicità tangibile quella che Yasmina Reza ci racconta: non è un
concetto trascendentale, e il suo non è un libro fatto di sterili discussioni
accademiche su come si possa raggiungere quella che per ognuno di noi è una
cosa diversa: il concetto di felicità, che sembra costantemente così astratto,
ha in questo romanzo tanti volti, tante sfaccettature, tante variabili da cui
dipendere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">E non è solo la felicità di questi personaggi ad essere al centro della
narrazione: molto più spesso infatti, sono le frustrazioni, la miseria, i
risentimenti, i dolori, le amare prese di coscienza ad essere in parte
confessate in prima persona, e in parte confidate con poca discrezione dagli altri
protagonisti del romanzo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mariti frustrati e mogli insofferenti che arrivano al limite di rottura
e retrocedono subitaneamente con un sorriso; coppie che nascondono l’infelicità
dietro l’apparenza di una vita così perfetta da sembrare comunque artificiale; c’è
anche il racconto di chi anela a questa felicità dopo un abbandono, dopo un
rifiuto, dopo che si è capito quanto una relazione possa essere più deleteria, che
appagante. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ci sono però anche tradimenti. Tante bugie. Risentimenti, per giunta nemmeno
tanto mal celati. Ma <st1:personname productid="La Reza" w:st="on">la Reza</st1:personname>
non giudica; <st1:personname productid="La Reza" w:st="on">la Reza</st1:personname>
racconta, analizza e ci mette di fronte alla realtà dei fatti. E noi, forse
perché un po’ ci riconosciamo in qualche tratto dei suoi personaggi, forse
perché conviti dalla lineare lucidità
del racconto, non ci azzardiamo a farlo neanche noi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img801/9380/metmacchia.png" /><br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIRyod0svU_5ojcjVf0nqMnCJcz103ueGTLh8gSa4hHoOOXr9qca8tlWDimkIsWvNwccOiRcO9upvxlcPvAscTJwD_-BTXEkRUtr9MZ_XHhcK8uwubnvKcrSl-oku0BGuZnDZFkaxYiTA/s1600/1470914_10202953276498807_1861843311_n.jpg" height="70" width="320" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-83912875765801752412014-04-15T11:14:00.000-07:002014-04-18T04:20:05.823-07:00Donna Tartt vince (prevedibilmente) il Pulitzer, finalista anche Philipp Meyer.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyKoSv3xxyFXgVSkbz8aRM-GTFSjQb9It7380Lfh9s_YCsp14Z5Y2dhriPhz0NpqSAUz8A-CbfO8mK5KZl48vQHuZSrwp2ThTSpaA8kkiVtEadsFRFAemPkoP3if_g46N7fdpy1xq_ccA/s1600/donna_tartt.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyKoSv3xxyFXgVSkbz8aRM-GTFSjQb9It7380Lfh9s_YCsp14Z5Y2dhriPhz0NpqSAUz8A-CbfO8mK5KZl48vQHuZSrwp2ThTSpaA8kkiVtEadsFRFAemPkoP3if_g46N7fdpy1xq_ccA/s1600/donna_tartt.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">La notizia ha già fatto il giro del web ma nel caso aveste passato le ultime ore sotto un sasso, sappiate che Donna Tartt si è aggiudicata l'ambito </span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Pulitzer Prize</b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </b><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">per la categoria "Fiction"</b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> grazie al suo ultimo romanzo, </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><b>The Goldfinch</b></i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">, da poco uscito in Italia per<i> </i>Rizzoli con il titolo de </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><b style="font-style: italic;">Il cardellino</b>, un mattone di <b>oltre 800 pagine</b><i>.</i></span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> </i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Vi avevamo già parlato brevemente di questo romanzo </span><a href="http://sanguedinchiostro.blogspot.it/2013/12/autori-che-incantano-la-critica-i.html" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">qui</a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">, inserendolo tra le uscite d'oltreoceano più interessanti dello scorso anno. La vincita di <i>The Goldfinch </i>era, difatti, quasi scontata visto l'enorme successo di critica e pubblico che si porta dietro sin dalla sua uscita (Ottobre 2013), accaparrandosi anche una posto tra <b>i dieci migliori romanzi dell'anno secondo il New York Times</b>. Si tratta sicuramente di un grande traguardo per la scrittrice americana, già da tempo conosciuta e lodata in tutto il mondo grazie a <i>The Secret History </i>(tradotto in Italia come <i>Dio di illusioni</i>), ma che con quest'ultima pubblicazione sembra aver partorito il suo <i>masterpiece</i>, una sorta di romanzo-fiume descritto dalla giuria del Pulitzer come "<i>un romanzo di formazione magnificamente scritto che segue la storia di un ragazzo sofferente e del suo rapporto con un famoso quadro di piccole dimensioni fuggito dalla distruzione, un libro che stimola la mente e tocca il cuore.</i>" (<a href="http://www.pulitzer.org/citation/2014-Fiction">clicca qui per il testo originale</a>). A condire il tutto vi è un<i> setting</i> newyorkese magistrale nel rendere l'idea della magnificenza della Grande Mela e, allo stesso tempo, impeccabile nel descrivere le ferite ancora aperte in seguito al disastro dell'11 Settembre. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghRXLcomQ6Z8CgVoHKcdvx7N0GNV130CIO4aof8rDz3St6z2j11gEnylFgtu4VT9U7RnPSdHPRQHcMlUpR7ZIHsXV2-5dPUxcNIusu_JS2Q3nAuqwWX2JieR5wWJ5WN5qlubzcDAZJEIY/s1600/ilcardellinorizzoli.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghRXLcomQ6Z8CgVoHKcdvx7N0GNV130CIO4aof8rDz3St6z2j11gEnylFgtu4VT9U7RnPSdHPRQHcMlUpR7ZIHsXV2-5dPUxcNIusu_JS2Q3nAuqwWX2JieR5wWJ5WN5qlubzcDAZJEIY/s1600/ilcardellinorizzoli.gif" height="320" width="222" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Figlio di una madre devota e di un padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a New York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dall’acuta nostalgia nei confronti della madre, Theo si aggrappa alla cosa che più di ogni altra ha il potere di fargliela sentire vicina: un piccolo quadro dal fascino singolare che, a distanza di anni, lo porterà ad addentrarsi negli ambienti pericolosi della criminalità internazionale.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Nel frattempo, Theo cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso labirinto del negozio di antichità in cui lavora. Finché, preda di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse rappresenta l’innocenza perduta e la bellezza che, sola, può salvare il mondo. Tra le luci dell’Upper East Side di New York e la desolazione della periferia di Las Vegas, tra capolavori rubati e fughe vertiginose lungo i canali di Amsterdam, Il cardellino è un romanzo meravigliosamente scritto che si legge come un thriller. Primo assoluto nelle classifiche di Stati Uniti, Francia e Olanda, osannato dalla critica in patria come all’estero, è l’evento letterario dell’anno.</i></span></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tra i finalisti, invece, troviamo <b>Philipp Meyer, </b>già autore di <i>American Rust </i>(<i>Ruggine Americana</i> nell'edizione italiana), con il suo <i><b>The Son</b></i>, punta di diamante delle pubblicazioni Einaudi degli ultimi mesi, tradotto letteralmente come <i style="font-weight: bold;">Il figlio</i>. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Volume anche questo piuttosto corposo (</span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">600 pagine </b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">nell'edizione italiana), lo avevamo già presentato </span><a href="http://sanguedinchiostro.blogspot.it/2014/03/ultime-uscite-interessanti-febbraio.html" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">qui</a><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">. Le parole della giuria del Pulitzer lo esaltano come "</span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">un romanzo multigenerazionale che fa luce sulla violenza e l'intraprendenza del West americano tracciando il percorso di una famiglia dai pericoli letali della frontiera all'immensa ricchezza del boom petrolifero". </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJoSR1cEdROOPibD9oG-ebvEKlpbMXxpLoL8f2q1Et2aOu4IjC0zsJoTbOilOAc1RCGAV0nzr-Cd-vpDBNPIwug4s_NwenZz9PNDW6U6CrboGQpM0dnTEav5Eq4nPlMe4EVU8s40JNYcE/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJoSR1cEdROOPibD9oG-ebvEKlpbMXxpLoL8f2q1Et2aOu4IjC0zsJoTbOilOAc1RCGAV0nzr-Cd-vpDBNPIwug4s_NwenZz9PNDW6U6CrboGQpM0dnTEav5Eq4nPlMe4EVU8s40JNYcE/s1600/download.jpg" height="320" width="202" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Dalle grandi praterie annerite da immense mandrie di bisonti, agli smisurati ranch di proprietà di un pugno di allevatori che regnavano come monarchi assoluti su schiere di vaqueros, al paesaggio arido e desolato punteggiato dalle torri dei campi petroliferi, la storia del Texasoccidentale è la storia di un susseguirsi di massacri, la storia di una terra strappata di mano piú e piú volte nel corso delle generazioni. E inevitabilmente anche la storia dei McCullough, pionieri, allevatori e poi petrolieri, è una storia di massacri e rapine, a partire dal patriarca Eli, rapito dai Comanche in tenera età e tornato a vivere fra i bianchi alle soglie dell’età adulta, per diventare infine, sulla pelle dei messicani e grazie ai traffici illeciti fioriti nel caos della Guerra Civile, un ricchissimo patrón. Ma se Eli McCullough, pur sognando la wilderness perduta, non esita ad adattarsi ai tempi nuovi calpestando tutto ciò che ostacola la sua ascesa, suo figlio Peter sogna invece un futuro diverso, che non sia quello del petrolio che insozza la terra e spazza via i vecchi stili di vita, e non può che schierarsi con trepida passione dalla parte delle vittime. La storia, però, la fanno i vincitori, ed ecco allora Jeanne, la pronipote di Eli, magnate dell’industria petrolifera in un mondo ormai irriconoscibile, in cui di bisonti e indiani non c'è piú neanche l’ombra, e i messicani sono stati respinti al di là del Rio Grande. Toccherà a lei affrontare, nel modo piú letterale possibile, un tragico e inesorabile ritorno del rimosso.</i></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span>
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-17680557776383241982014-04-04T10:43:00.000-07:002014-04-04T10:56:41.806-07:00Cinephilia: In grazia di Dio, il ritorno alle radici secondo Edoardo Whinspeare.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsaLcHPsGtEUtAHx4o7NKevLhqQtdQMND38jQwBsv0_dh7fv_ALjPWyNXgPhYy_R-T0oo7OvbLHYV8OInxClqjLruPRqwSurr2HKCyHM1y10olEr1euFgxl7L__LYunBcfujf4ZJvDPV8/s1600/banner_cinephilia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsaLcHPsGtEUtAHx4o7NKevLhqQtdQMND38jQwBsv0_dh7fv_ALjPWyNXgPhYy_R-T0oo7OvbLHYV8OInxClqjLruPRqwSurr2HKCyHM1y10olEr1euFgxl7L__LYunBcfujf4ZJvDPV8/s1600/banner_cinephilia.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizLKkLDPR-taEHYkXy_rErdVijQWCxOp2mxBYYikhNO4cvEXAp6unuVU_5U_CJNjkmmzXkHfi6wq5U8qgKmQSO8TdCigZWjDYMZR6JdmkNdXDYjBQP-nbf8akCmpyIhlnQyfcwn3qdSms/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizLKkLDPR-taEHYkXy_rErdVijQWCxOp2mxBYYikhNO4cvEXAp6unuVU_5U_CJNjkmmzXkHfi6wq5U8qgKmQSO8TdCigZWjDYMZR6JdmkNdXDYjBQP-nbf8akCmpyIhlnQyfcwn3qdSms/s1600/locandina.jpg" height="400" width="278" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #3d85c6; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>"Ogni pietra azza parite."</i></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Edoardo Whinspeare è un regista dai natali austrialiani ma dalla produzione estremamente legata al Salento, dove è cresciuto. Legame che non si spezza affatto con la sua ultima opera, <i>In grazia di Dio </i>che, anzi, fa di questa terra disgraziatamente meravigliosa il cuore pulsante della storia delle protagoniste. Quattro donne, quattro generazioni differenti che si scontrano con il dramma della crisi: costrette a chiudere l'impresa tessile di famiglia e sommerse dai debiti, Adele, Ina Salvatrice e Maria vanno a vivere nella campagna leccese e, tra stenti, sacrifici e contraddizioni si metta in scena una saga famigliare matriarcale incredibilmente realista.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Whinsperare si dimostra eccellente innanzitutto nell'analisi dei rapporti tra le quattro protagoniste, spesso contraddittori, spesso lasciati in sospeso tra amore e rancore, eppure indissolubili, sempre conciliati nel momento in cui bisogna far fronte alle disgrazie e proteggersi l'una l'altra. Realista è anche il ritratto delle quattro differenti generazioni: si parte infatti da Salvatrice - una nonna forte, rappresentazione della solidità delle radici - si passa per le due figlie, la maggiore, Adele, ben conscia di cosa sia il sacrificio, sempre pronta a lavorare, a darsi da fare e rimboccarsi le maniche, la minore, Maria Concetta, in preda alle ambizioni di attrice e ai sogni che stonano con la situazione di crisi, per arrivare infine a Ina, la figlia di Adele, superficiale, egoista e scansafatiche, è colei che più rinnega la famiglia e, allo stesso tempo, colei che finisce sempre per averne più bisogno. I personaggi di Whinspeare e le loro relazioni non subiscono una vera e proprio evoluzione. Se la situazione generale può essere paragonata ad una parabola, i rapporti nel microcosmo famigliare sembrano invece girare su stessi, sempre lontani da una risoluzione definitiva. Sia in città che in campagna, sia nelle disgrazia più nera che nella speranza di una ripresa, vediamo infatti che i frequenti battibecchi tra le quattro donne ritornano in ogni caso, spesso quasi dando l'impressione di seguire sempre lo stesso copione e di ricadere negli stessi errori, come, in fondo, accade in ogni famiglia: ci si perde, ci si ritrova per riperdersi e ritrovarsi ancora e ancora.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Il tema del crollo economico viene portato avanti in quello che appare come un inno, forse un po' semplicistico ma comunque d'effetto, al ritorno alle origini, alla terra e alle radici. La stessa fede che permea la pellicola già dal titolo non è altro che l'affidamento umile e rustico ad un Dio delle persone umili e delle cose semplici: il Dio della collanina del Rosario appesa allo specchietto della macchina, il Dio del tempietto alla Vergine scavato in un muretto di fortuna. L</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">a "grazia di Dio" è una condizione di umile serenità, quella che le donne tentano di raggiungere con i pochi mezzi a disposizione</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> (esemplare è il ritorno al sistema del baratto), rinunciando a futili ambizioni e legandosi alla terra che diviene il vero mezzo di salvezza. Questo aspetto viene sottolineato dalla mancata realizzazione dei sogni di attrice di Maria Concetta così come dalla fine del nuovo amore di Adele.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho apprezzato la scelta dei dialoghi completamente in dialetto, anche se di tanto in tanto l'inesperienza delle quattro attrici si nota in una recitazione un po' macchinosa, ma il punto forte di tutta la pellicola è la regia molto presente e autoriale. Magistrali sono i primi sui volti scavati dalla fatica di Adele e Salvatrice - la prima in particolare viene colta ad un certo punto mentre è immersa nella campagna in un primo piano che ho trovato indimenticabile - così come le inquadrature bucoliche che con tempi dilatati colgono perfettamente la sacralità di una terra assolata, feconda e ancestrale.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Insomma, <i>In grazia di Dio </i>si rivela essere l'ennesima piccola perla di cinema italiano contemporaneo purtroppo non premiata dagli incassi.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span>
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /><br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-10730044368089100772014-03-20T15:14:00.000-07:002014-04-18T04:20:25.785-07:00Recensione: Hope - Cailing Og <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGHQBa5aqdRT6Y_cbbeSI9DuX7BlLFCG1VFTEyAzHrGtTWuaxnyBYEoAHxpsrxg7MKIFH99U84ilHbDqEC90xHBzRw2aLefzEocXtJwVTq-Xq6NheKbOZmiDjInrNw1xCK6RUT8Lh5JFs/s1600/Og+-+Hope368.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGHQBa5aqdRT6Y_cbbeSI9DuX7BlLFCG1VFTEyAzHrGtTWuaxnyBYEoAHxpsrxg7MKIFH99U84ilHbDqEC90xHBzRw2aLefzEocXtJwVTq-Xq6NheKbOZmiDjInrNw1xCK6RUT8Lh5JFs/s1600/Og+-+Hope368.jpg" height="320" width="227" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Hope</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autrice: <b>Cailin Og</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>14.00€</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>534, rilegato</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Salani</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Una volta, tanto tempo fa, gli dèi dichiararono guerra al mondo, e il mondo cambiò. Le città scomparvero, costellando dei propri resti una natura ostile. Gli dèi si dimenticarono della Terra e gli esseri umani presero a vivere di ricordi. Fino a oggi. Hope ha tredici anni, occhi verdi e capelli rossi. Non conosce i suoi genitori né il suo passato. Però possiede un dono pericoloso: sa creare il fuoco con un puro atto di volontà. Basta poco perché sia bollata come strega; ma qualcuno dice che lei è in realtà una Prescelta, l'Erede di Prometeo, l'unica in grado di opporsi agli dèi quando torneranno per riprendersi la Terra. E quella che sembra una favola per bambini, un giorno diventa orribilmente vera: gli Immortali sono pronti a scatenare un'orda mostruosa per invadere il mondo. In un viaggio allo stesso tempo epico e folle, dove immaginazione e realtà superano ogni limite, Hope scoprirà se stessa e il proprio destino, affrontando nemici da incubo con spavalda innocenza e trovando amici insperati proprio quando ha perso ogni cosa. In un mondo che, all'improvviso, si aspetta tutto da lei, Hope diventerà il simbolo di un'umanità che si risveglia, che accetta i mostri dentro di sé e ne usa la forza per forgiare desideri, verità e futuro. Un romanzo che è un sogno a occhi aperti. Come la speranza.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Recensione:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il sottotitolo è molto promettente:<i> La sola speranza di
sopravvivere è sconfiggere gli dei</i>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Si preannuncia una lotta epica, tra esseri
umani e dei, e la fantasia corre a immaginare i molteplici modi in cui si
svolgerà questa battaglia colossale. La storia della letteratura mondiale,
dagli albori dell’antichità, è percorsa da rievocazioni di questo genere,
emergendo nei racconti mitologici di tradizioni culturali anche diverse tra di
loro. E’ quello che ha fatto anche Cailin Og in questo romanzo, in cui ha
mescolato miti greci, nordici facendoli attraversare da fili di steampunk,
fantascienza e tecnologia moderna. In alcuni casi mi è persino sembrato di
scorgere, nell’ambientazione desolata post-conflitto, una serie di richiami ai
paesaggi deprimenti di Ken Il Guerriero. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La vicenda si apre su un mondo sopravvissuto a
stento alle lunghe Guerre Buie degli uomini. I pochi superstiti si sono
organizzati in comunità strette che cercano di sopravvivere al meglio in una
natura inquinata, ferita a morte dagli scontri all’ultimo sangue. In una di
queste comunità conosciamo Hope, un’orfana di tredici anni, occhi verdi spesso
incupiti, vividi capelli rossi e un carattere spigoloso. Non sa nulla di se
stessa, della propria provenienza o dei suoi genitori, e fatica a integrarsi
con gli altri ragazzi della comunità. In tasca è sempre accompagnata da due
strane pietre, una rossa e una blu, con cui gioca come fossero dadi, e da un dono scomodo e potentissimo: la
capacità di creare il fuoco. In seguito ad un equivoco che inasprisce gli animi
contro di lei, accusandola di stregoneria, Hope si vede costretta a fuggire
dalla comunità, per iniziare a prendere coscienza della propria identità di
Eletta: una responsabilità molto pesante sulle sue spalle giovani, che deve
essere gestita al meglio per impedire che il mondo intero venga distrutto.
Mentre Hope è alle prese con una nuova vita dura, gli dei si stanno preparando
a muovere guerra agli uomini, mettendo in campo le loro forze infinite, le loro
creature spaventose, e tutti gli stratagemmi, non sempre leali. Piano piano si delineano gli schieramenti: da
una parte gli dei e il loro terribile potere, e dall’altra Hope, l’Eletta
Creatrice del Fuoco, discendente di Prometeo, il primo antagonista degli dei, e
una serie di esseri umani, come Sebastian, il Cercatore e Lyara, la Guerriera
Perfetta, che l’accompagneranno e proteggeranno in un lungo viaggio accidentato
tra città perdute, subacquee e gallerie opprimenti, fino allo scontro finale. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A
prima vista, ci sono tutti gli ingredienti per una storia epica, di grande
respiro e di grande forza. Tuttavia, nello svolgimento, qualcosa sembra essersi
inceppato e anche perso. Alcuni personaggi, tra cui la stessa Hope, sembrano
squadrati e compressi nel loro ruolo, al punto che un’evoluzione psicologica
non sembra possibile: rischiano di rimanere intrappolati nelle loro stesse
caratteristiche, senza mostrare cedimenti o cambiamenti profondi. Le vicende
personali dell’Eletta, il rapporto che si instaura con i suoi due compagni di
viaggio, non sembra produrre cambiamenti veramente sentiti in lei. Qualcosa di
forzato aleggia nel carattere di Hope, che la costringe a rimanere nei tratti
superficiali del suo personaggio, una caratteristica che si nota anche in
altri, come l’irascibile Dio della Guerra, Vorak, compresso e schiacciato da
una perpetua emozione rabbiosa, che lo fa diventare una caricatura arcigna;
Nyme, elusivo Signore degli Inganni dall’aspetto adolescenziale, modellato sul
Loki norreno (e forse cinematografico, nel pallore sprezzante di Tom
Hiddleston), e anche Prometeo, il dio del Fuoco che difende gli esseri umani
con abnegazione e scarsa attenzione per se stesso. Le vicende fisiche si
svolgono in tanti ambienti, troppi da ricordare, e un po’ difficili da
collegare insieme, almeno ad una prima lettura. Anche ne <i>Il Signore degli
Anelli</i> sono numerosi città e paesi, colline, passi montani, catene montuose, ma
un filo conduttore le stringe in una mappa geografica più abile, più facile da
tenere a mente. Sono interessanti i richiami alle tradizioni mitologiche e di
letteratura fantastica di matrici diverse, ma non sono perfettamente
amalgamati, per cui talvolta rischiano di stridere l’un con l’altro. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi sono
sembrate efficaci le scene di battaglie, e la suspense terrorizzante di certe
incursioni mostruose, come l’attacco notturno di un gruppo di Lupi Mannari ad
un paio di villaggi isolati. In conclusione, il romanzo è piacevole da leggere
“a pezzi”; un’ulteriore revisione, volta a sfrondare ripetizioni o prolissità,
l’avrebbe reso più omogeneo ed esaltante.</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><br />
<br />
<br />
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCpemY27PYpAfw1EF7OL_MSL-4VRyz4n8oMVYkHgOPav95Aq7iSLY0e-aktcV07Cg4udlnpzyeo0XwCgIGu6bxXs3P2wCcGatHnxk8fmdqLmULzWqXphUshrrUT_HhXAlI8pqXcHx_l5E/s1600/702315_10202508423017748_1144967_n.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-36258013403590548932014-03-04T03:42:00.000-08:002014-03-04T03:42:04.519-08:00Ultime uscite interessanti - Febbraio<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Questo post doveva uscire un po' di tempo fa, in quanto si tratta delle nuove uscite letterarie, a mio parere, più interessanti di Febbraio. Capirete che, essendo oggi il 4 Marzo, mi trovo abbastanza fuori dai tempi: una gastroenterite e un week-end a Milano mi hanno tenuto lontano dal computer per più di una settimana. Quindi nulla, prendetelo così. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">D'altro canto, spero che la qualità dei titoli segnalati possa compensare tale ritardo. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Partiamo da quello che ha destato più il mio interesse, <i style="font-weight: bold;">Prendila così </i>di <b>Joan Didion</b>, autrice americana di cui avevo già inserito nella mia wishlist il suo romanzo più conosciuto tra i lettori italiani, <i>Diglielo da parte mia</i>, edito dai tipi della E/O. <i>Prendila così</i>, invece<i>, </i>è edito da <b>Il Saggiatore</b>, casa editrice dalle scelte piuttosto ricercate e che annovera già nel suo catalogo tutti gli altri romanzi della Didion. La storia è quella di un attrice fallita e ricoverata in una clinica neuropsichiatrica che ripensa alla sua vita, alla sua nascita come modella, alla sua scalata verso le colline hollywoodiane, alla vita da celebrità, costellata di party e ipocrisia, costruendo così una critica a quella società americana capace di trasformarti da Dio onnipotente a miserabile alcolizzato nel giro di pochi cocktail.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo desidero, lo voglio, lo pretendo!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik8ONzplMo1QxRbdzSzJl3lKVBmRlgZ0VRyXe7zuJTix0oYZ9YkJQked48wPzlrW9jQ6TtzXxfCp9DY-g5uPjrZimeJZ2-qtXRMW_WU33XoZTgraK1YtLAPmbXvua30N72Q8_35w251CM/s1600/9788842818373.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik8ONzplMo1QxRbdzSzJl3lKVBmRlgZ0VRyXe7zuJTix0oYZ9YkJQked48wPzlrW9jQ6TtzXxfCp9DY-g5uPjrZimeJZ2-qtXRMW_WU33XoZTgraK1YtLAPmbXvua30N72Q8_35w251CM/s1600/9788842818373.jpg" height="320" width="225" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Prendila così</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autrice: <b>Joan Didion</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>14.00€</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>176, brossura</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Il Saggiatore</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile da: 6 Febbraio 2014</u></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama:</b> In un’esclusiva clinica neuropsichiatrica di Los Angeles Maria Wyeth, attrice fallita, ripensa alla sua vita, frammentata in episodi che appaiono ormai distanti e freddi come gli astri nella volta celeste. Dal deserto del Nevada alle colline di Hollywood, da modella a protagonista in film minori: la sua parabola è quella di una stella che non ha mai davvero brillato. Dopo anni di scelte sbagliate e di ferite emotive, Maria ha smesso di provare ogni sentimento e lascia che la vita le passi accanto. Anestetizza il dolore guidando per ore senza meta sulle autostrade della California, navigando nel traffico come nelle acque di un immenso fiume. Nonostante tutto, continua a voler giocare la sua partita, forse motivata dall’unica scintilla d’amore che riserva per Kate, la figlia malata che vede di rado. Joan Didion seziona con la sua penna affilata la fauna umana che orbita intorno a Hollywood, che sfodera sorrisi e false promesse in infiniti cocktail party, che teme il fallimento come una malattia infettiva, pronta a tutto pur di riempire il vuoto che la assedia. Romanzo dalla lingua essenziale e spietata, Prendila così fotografa gli aspetti più vacui e autodistruttivi della società americana, raccontando quanto sia doloroso vivere e quanto più facile semplicemente esistere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sempre incentrati sulla società americana sono i reportage del giornalista ed editor <b>John Jeremiah Sullivan, </b>raccolti nel volume curato da <b>Sellerio</b> e intitolato, appunto, <b><i>Americani</i></b>. Si tratta di un acquisto doveroso per chi, come il sottoscritto, nutre da sempre un amore malato per il Paese delle contraddizioni, perennemente presente sulla scena mondiale, eppure così controverso e distante. Considerato al pari di David Foster Wallace e del suo <i>Una cosa divertente che non farò mai più</i>, Sullivan sembra promettere un affresco completo su ciò che resta e che è diventato l'American Dream, dalla politica, passando per i segreti delle celebrità della musica, fino a Disney World. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUTf9SQ2Y8TJ9PKtP-ZRuolzrNGgFklExzwxjct-coMEyhnx7VIChY8jgYXm5CsMUmhFZN0To1nPuSg3e3x7wfQhvYRYgZfaTHDGdOSROApoM0TNLmcFeIqr2e80BncVBU1IgVPgi-CCw/s1600/3828-3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUTf9SQ2Y8TJ9PKtP-ZRuolzrNGgFklExzwxjct-coMEyhnx7VIChY8jgYXm5CsMUmhFZN0To1nPuSg3e3x7wfQhvYRYgZfaTHDGdOSROApoM0TNLmcFeIqr2e80BncVBU1IgVPgi-CCw/s1600/3828-3.jpg" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Americani</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>John Jeremiah Sullivan</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>16.00€</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>324, brossura</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Sellerio</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 6 Febbraio 2014</u></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Contenuto: </b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">In questo libro tutto è stato visto, ascoltato, e soprattutto vissuto, non c’è nulla di inventato. Le storie della gente comune, i segreti di celebrità inarrivabili e di oscure personalità del passato, i dettagli di eventi apocalittici che travolgono il territorio e le persone.Scrittore e reporter errante, Sullivan ci presenta vicende e personaggi che sfiorano l’incredibile: da Constantine Rafinesque, eccentrico genio del diciottesimo secolo che inventò dal nulla la preistoria del nuovo mondo falsificandone le prove, a Mister Lytle, un anziano e stravagante letterato simbolo di un’epoca ormai trascorsa. Da un festival di «rock cristiano» frequentato da migliaia di devoti e giovanissimi fan, alle serate trascorse in Florida a chiacchierare con i protagonisti di un reality televisivo che sfruttano la loro declinante celebrità in tour di discoteche e locali minori. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Sullivan indaga in modo memorabile gli anni formativi di due grandi star della musica pop, Michael Jackson e Axl Rose dei Guns N’ Roses, poi si sposta sulla costa del Golfo durante l’uragano Katrina e si spinge fino in Giamaica a scovare l’ultimo musicista della band di Bob Marley. Sulla spinta di una vorace curiosità Sullivan si è immerso nella realtà del presente, nella cultura popolare, nelle tendenze underground, nelle tradizioni storiche e letterarie del suo paese, e racconta gli americani e l’America con l’energia di Hunter Thompson e l’arguzia e l’erudizione di David Foster Wallace, in un’opera considerata tra le più raffinate e innovative degli ultimi anni. Da queste storie, da questi reportage, emerge un ritratto inconsueto di un paese che a partire dall’Undici Settembre, dopo i fallimenti della politica estera, con il declino progressivo della propria influenza sul mondo, è cambiato in modo radicale. In una prosa sempre sorprendente si delinea una nazione ripiegata su se stessa, sulla propria diversità, sulla propria eccezionalità, che torna per noi a essere enigmatica, come segnata da un affascinante e arcano provincialismo in cui si celano le origini e i segreti di cose e persone, che si tratti della difficile famiglia Jackson del talentuoso Michael o dei paesini sperduti da cui provengono i famosi e gli ignoti, accomunati in fondo dalle stesse ambizioni, dal medesimo urlo di rivolta, dalla nostalgia di quel destino felice che sembrava la promessa gloriosa e utopica dell’American Dream.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Parlando di scrittori americani è impossibile non menzionare <b>John Williams</b>, autore del secondo '900 riportato alla luce da <b>Fazi</b> due anni fa con il suo <i>Stoner</i>, adorato da critica e pubblico diventando un vero e proprio best-seller a scoppio ritardato. La stessa Fazi ha pubblicato lo scorso anno <i>Butcher's Crossing </i>e porta adesso in Italia il suo romanzo d'esordio, <i style="font-weight: bold;">Nulla, solo la notte</i>.<br />
<br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYAyqmn7kYd8wFg6bFvRcw05gGX6nMEttr9T6LtkVeeXkGrZsj0bF1PvvRthOxEc30S8kZzWTSbO4LI15m3SHgv2riFpEb64l6kwLYTsC6Is-yTDPLj7nTZ_p9FIcwKdUCWdW2Y-_Gt4k/s1600/1358.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYAyqmn7kYd8wFg6bFvRcw05gGX6nMEttr9T6LtkVeeXkGrZsj0bF1PvvRthOxEc30S8kZzWTSbO4LI15m3SHgv2riFpEb64l6kwLYTsC6Is-yTDPLj7nTZ_p9FIcwKdUCWdW2Y-_Gt4k/s1600/1358.jpg" height="320" width="196" /></a></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
Titolo: <b>Nulla, solo la notte</b><br />
Autore: <b>John Williams</b><br />
Prezzo: <b>13.00€</b><br />
Pagine: <b>144, rilegato</b><br />
Editore: <b>Fazi</b><br />
<b><u>Disponibile dal: 27 Febbraio 2014</u></b><br />
<b><u><br /></u></b></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama:</b> Nei due anni e mezzo di guerra che John Williams trascorse tra India e Birmania, tra il 1942 e il 1945, scrisse il suo primo romanzo, Nothing but the night. A soli vent’anni il giovanissimo scrittore raccontò la giornata di un giovane borghese della California, scrivendo forsennatamente nelle lunghe ore vuote che caratterizzavano la vita di certe zone periferiche al conflitto mondiale. Al suo rientro negli Stati Uniti Williams riuscì, un anno prima di laurearsi, a far stampare il suo primo romanzo. Vicino al mondo descritto da John Fante (anche lui di Denver) con un tono trasognato e a volte ironico, Arthur Maxley ci ricorda l’Arturo Bandini che vaga per le strade di Los Angeles incontrando i personaggi più disparati. Qui Arthur è un dandy che seguiamo in una giornata scandita da incontri significativi (un amico con il sogno di acquistare una macchina tipogrfica e stampare poesie, il padre distante e una donna bella, ma disperata) Rappresentati all’interno di un diner, di un hotel di lusso o di un night, gli interlocutori di Arthur sono dei compagni di viaggio con forti personalità, ognuno di loro una musa ispiratrice per cercare di comprendere la solitudine umana. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i style="font-weight: bold;">La lezione </i>di <b>Alissa Nutting</b>, pubblicato da <b>Einaudi</b>, è un romanzo che ha suscitato parecchie polemiche in patria. Scontato, direte, visto che l'argomento è uno dei più dibattuti al giorno d'oggi: la pedofilia. In particolare la storia narrata dalla Nutting, tratta da un avvenimento realmente accaduto nella città di Tampa in Florida, è quella di una professoressa con un'insana passione per i corpi dei suoi studenti quindicenni. E se da una parte vi sono lettori (come lo scrittore Irvine Welsh) che esaltano il coraggio e il talento dell'autrice nel trattare una tematica così scottante, dall'altra vi è chi grida al giustificazionismo, all'eccessiva superficialità e alla voglia di fare soldi facilmente. Il dibattito sembra essere arrivato anche in Italia, come dimostra <a href="https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&ved=0CDgQFjAB&url=http%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F2014%2F02%2F12%2Flibri-alissa-nutting-dimentica-che-la-pedofilia-e-un-crimine%2F878130%2F&ei=MowSU4y3CoSm0AWor4C4CQ&usg=AFQjCNH2jbSW3Xw5HdjwHWVPUYabVj0Egg&sig2=dmVRKJbyZd4C26qErGN4Mg&bvm=bv.62286460,d.Yms">questo articolo piuttosto polemico de <i>Il Fatto Quotidiano</i></a><i>. </i>Chi, come me, muore dalla voglia di avere un proprio parere? </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKAOEgUnTVQiGoNCeTUuSyuJ3PrRs5NK0FqGVx8NEnN7JB7Rtc1dw04N0m7_loXwIoCY4YcK2mMFwKeCjJWER2vvngYUynGHo1ykxJK3ffCA_A91E3aNbWPvCJ2SJXABG1wXqQUf8za4w/s1600/9788806217013.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKAOEgUnTVQiGoNCeTUuSyuJ3PrRs5NK0FqGVx8NEnN7JB7Rtc1dw04N0m7_loXwIoCY4YcK2mMFwKeCjJWER2vvngYUynGHo1ykxJK3ffCA_A91E3aNbWPvCJ2SJXABG1wXqQUf8za4w/s1600/9788806217013.jpg" height="320" width="202" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>La lezione</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autrice: <b>Alissa Nutting</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>17.50€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>280, brossura</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Einaudi (collana Stile Libero Big)</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 6 Febbraio 2014</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u><br /></u></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Celeste Price ha ventisei anni, ed è bellissima. Ha un marito, un poliziotto dalla mascella squadrata e il portafoglio gonfio. Ma quel che piace a Celeste è altro. Sono i corpi acerbi dei suoi studenti a ossessionarla. Corpi di maschi, sì, ma non ancora uomini. Corpi che hanno tutto da imparare. E non potranno più dimenticare. Una protagonista senza remore e senza rimorsi. Una storia estrema che pone domande cui soltanto il lettore può rispondere.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un altro autore da non lasciarvi scappare se amate la letteratura americana è <b>Philipp Meyer</b>, che anni fa si affermò sulla scena letteraria grazie al suo esordio, <i>Ruggine americana, </i>con il quale vinse anche il Los Angeles Times Book Prize. Einaudi porta ora in Italia la sua ultima fatica, <i><b>Il figlio</b></i>, saga famigliare di seicento pagine che ripercorre centocinquant'anni di storia della regione maledetta del Nord America, il Texas. </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9sMkoeXbBa7c3nskek8iCGGXHBtyyKo3wzN12ZRtzidku6NaOiPyP8-6_o97ag3KRuW7Yz35lLVjg_SblQgTnbhjJYjyJsVZLIxX9Fff8tM9jEs4KeAx2lOKf0xFyb26nNWvQWPsp3fc/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9sMkoeXbBa7c3nskek8iCGGXHBtyyKo3wzN12ZRtzidku6NaOiPyP8-6_o97ag3KRuW7Yz35lLVjg_SblQgTnbhjJYjyJsVZLIxX9Fff8tM9jEs4KeAx2lOKf0xFyb26nNWvQWPsp3fc/s1600/download.jpg" height="320" width="202" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Il figlio</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Philipp Meyer</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>20.00€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>600, rilegato</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Einaudi (collana I coralli)</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 3 Marzo 2014</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u><br /></u></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Dalle grandi praterie annerite da immense mandrie di bisonti, agli smisurati ranch di proprietà di un pugno di allevatori che regnavano come monarchi assoluti su schiere di vaqueros, al paesaggio arido e desolato punteggiato dalle torri dei campi petroliferi, la storia del Texasoccidentale è la storia di un susseguirsi di massacri, la storia di una terra strappata di mano piú e piú volte nel corso delle generazioni. E inevitabilmente anche la storia dei McCullough, pionieri, allevatori e poi petrolieri, è una storia di massacri e rapine, a partire dal patriarca Eli, rapito dai Comanche in tenera età e tornato a vivere fra i bianchi alle soglie dell’età adulta, per diventare infine, sulla pelle dei messicani e grazie ai traffici illeciti fioriti nel caos della Guerra Civile, un ricchissimo patrón. Ma se Eli McCullough, pur sognando la wilderness perduta, non esita ad adattarsi ai tempi nuovi calpestando tutto ciò che ostacola la sua ascesa, suo figlio Peter sogna invece un futuro diverso, che non sia quello del petrolio che insozza la terra e spazza via i vecchi stili di vita, e non può che schierarsi con trepida passione dalla parte delle vittime. La storia, però, la fanno i vincitori, ed ecco allora Jeanne, la pronipote di Eli, magnate dell’industria petrolifera in un mondo ormai irriconoscibile, in cui di bisonti e indiani non c'è piú neanche l’ombra, e i messicani sono stati respinti al di là del Rio Grande. Toccherà a lei affrontare, nel modo piú letterale possibile, un tragico e inesorabile ritorno del rimosso.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Passando alla <b>Neri Pozza, </b>vi è un solo romanzo che ci tengo a segnalare per questo mese. Si tratta di <i style="font-weight: bold;">Con rispetto parlando </i>di <b>Ana Nobre de Gusmao</b>, la cui trama mi incuriosisce abbastanza, una sorta di commedia umana filtrata dagli occhi di una protagonista sui generis, una domestica di nome Laurinda. </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2GCeuC1Ph1zZTjkcvfZJLT8RkHJ5pVDr4D9P2psrNDIqXZLW1FzzJ2FoM-bwRJiNP1NgQYz8ihU0IryyoplRW2E_BDWUkCVLTHpOEd6_xARVv-NtCydKN20MDpT_PwDUroQgSpH_4qX4/s1600/cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2GCeuC1Ph1zZTjkcvfZJLT8RkHJ5pVDr4D9P2psrNDIqXZLW1FzzJ2FoM-bwRJiNP1NgQYz8ihU0IryyoplRW2E_BDWUkCVLTHpOEd6_xARVv-NtCydKN20MDpT_PwDUroQgSpH_4qX4/s1600/cover.jpg" height="320" width="197" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Con rispetto parlando</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autrice: <b>Ana Nobre de Gusmao</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>18.00€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>363, brossura</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Neri Pozza (collana Bloom)</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 6 Febbraio 2014</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Laurinda è una domestica a ore. Chiama "padroni" i suoi datori di lavoro, ma nel suo tono di voce non c'è un briciolo di provocazione. Per lei il mondo va così e non ce n'è da lamentarsene. Si dice contenta di essere vedova, è conservatrice, bacchettona, pettegola, sboccata, superstiziosa e parla con i fantasmi. Eppure, quando varca la soglia di casa dei suoi quattro padroni e inizia a parlare con quel suo modo schietto e sincero tutti pendono dalle sue labbra. Come Celeste, una donna divorziata che passa da un flirt all'altro, l'ultimo dei quali con un bamboccio apatico interessato solo ai suoi soldi. O Vanda, sposa e madre esemplare che si annoia a morte e passa il tempo a cucinare, senza rendersi conto che nessuno mangia quello che lei si ostina a preparare. Oppure Ursula, una ceramista svizzera nella cui casa affollata da quadri si muovono anime e fantasmi che solo la domestica può vedere. E infine Emanuel, "il professore": uomo colto e scapolo. L'unico che Laurinda vizia e coccola nella speranza che ammetta la sua omosessualità e dia una raddrizzata alla propria vita. "Con rispetto parlando" è una commedia umana in cui la protagonista accompagna i propri "padroni" tra fidanzamenti, divorzi, scandali e viaggi improvvisi, confermando quanto sia vero uno dei ritornelli da lei più ripetuti: "gli uomini, in fondo, sono tutti uguali". </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br />Per quanto riguarda l'immacabile <b>Minim Fax</b>, invece, ho adocchiato due pubblicazioni interessanti, <i style="font-weight: bold;">La parte divertente </i>di <b>Sam Lipsyte</b> e la nuova edizione <i style="font-weight: bold;">Gesù lava più bianco </i>di <b>Bruno Ballardini. </b>Il primo è una raccolta di racconti, grotteschi, divertenti e dissacranti, elogiato dal New York Times come una rockstar della scena letteraria e dai critici come una delle migliori penne della narrativa americana. L'autore non è nuovo nel catalogo della Minimum, anzi, tempo fa ho aggiunto in wishlist il suo romanzo <i>Chiedi e ti sarà dato</i>. Ad essere sincero, però, è <i>Gesù lava più bianco </i>il libro che bramo di più, poiché si tratta di un'analisi della Chiesa priva di ogni orpello mistico e incentrata esclusivamente sul punto di vista comunicativo-pubblicitario - il marketing, insomma - dalle origini a Papa Bergoglio. Nulla di troppo letterario insomma, mi rendo conto che può non incontrare il gusto di tutti, ma a me incuriosisce e anche assai. </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcSERORCAY5nepJQRFGHPLqVZb-syaSPQr08KAzINOzfklLzx6FhC8F-6fvekCkVwlVnQXTmWUsTgt3WdqUurzmUV0F8wZjEgufVt3JUzEMCDHBJpsvnxThoc1G1m6Y66j4Zmw-MpagkQ/s1600/cover+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcSERORCAY5nepJQRFGHPLqVZb-syaSPQr08KAzINOzfklLzx6FhC8F-6fvekCkVwlVnQXTmWUsTgt3WdqUurzmUV0F8wZjEgufVt3JUzEMCDHBJpsvnxThoc1G1m6Y66j4Zmw-MpagkQ/s1600/cover+(1).jpg" height="320" width="240" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>La parte divertente</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Sam Lipsyte</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>15.00€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>232, brossura</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Minimum Fax</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 13 Febbraio 2014</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u><br /></u></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Il nuovo libro di Sam Lipsyte è una «sublime baraonda» (così l’entusiastica recensione di Ben Fountain sul New York Times) «che si muove abilmente sul confine fra ilarità e pathos». In questi racconti caustici, irriverenti, esilaranti, l’autore descrive il lato più grottesco di una middle class piena di velleità intellettuali e di ambizioni di successo ma che inciampa costantemente nella propria mediocrità. Un buono a nulla con molta inventiva cerca di sbarcare il lunario spacciandosi per balia alle neomamme chic di Brooklyn; un ragazzino scatena il proprio sadismo nelle partite di Dungeons & Dragons; la figlia di un sopravvissuto all’Olocausto si innamora di un giovane coperto di tatuaggi neonazisti; un ex tossico che ha scalato le classifiche dei bestseller grazie al suo memoir a tinte forti scopre di avere perso il favore dei lettori. L’umorismo implacabile e sovversivo di Lipsyte, unito al suo stile pirotecnico, ne fanno a detta unanime dei critici una delle migliori voci della narrativa americana contemporanea.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq0SOfsdvDodePHlUh3E0asqrk8eBU2zBoI5EKNTu2RbN18gRtPLNr5a_XsWfCrflO_bR1JTYZGu7czU1aq5WskCc-Cs2cCG87KfweCswLI_-V5XS8thlEGnzJaE-HrnB7CxC0pAU4_Sw/s1600/gesu-lava-piu-bianco.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq0SOfsdvDodePHlUh3E0asqrk8eBU2zBoI5EKNTu2RbN18gRtPLNr5a_XsWfCrflO_bR1JTYZGu7czU1aq5WskCc-Cs2cCG87KfweCswLI_-V5XS8thlEGnzJaE-HrnB7CxC0pAU4_Sw/s1600/gesu-lava-piu-bianco.jpg" height="320" width="215" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Gesù lava più bianco</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Bruno Ballardini</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>10.00€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>220, brossura</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Minimum Fax</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 27 febbraio 2014</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u><br /></u></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Gesù lava più bianco è un tour de force documentatissimo e irriverente sulla storia della comunicazione pubblicitaria nella Chiesa cattolica, che decostruisce senza falsi ossequi la dottrina, la ritualità, la teologia, l’architettura, l’evangelizzazione nei loro elementi propagandistici e, in senso linguistico, pragmatici, e fornisce così un contributo a un’altra, nuova controstoria della Chiesa – la grande azienda con il settore marketing più efficace e capillare di tutta la storia occidentale. Del resto, come ha dichiarato monsignor Ernesto Vecchi nel 1997: «Il marketing? Ha cominciato Gesù, già duemila anni fa...» In questa nuova edizione l’autore fa luce sugli scenari che si sono aperti in Vaticano dopo l’abdicazione di Ratzinger e l’elezione di Francesco. Bergoglio è il papa che si trova ad amministrare una chiesa in crisi, minata dagli scandali, dalle divisioni interne e dalla concorrenza: sta cercando nuove strategie di comunicazione o abbandonerà la via del marketing per tornare ai valori fondanti del cristianesimo?</span><br />
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L'ultima segnalazione di questo post è firmata da un prolifico autore nostrano parecchio conosciuto e apprezzato dalla critica (è già stato candidato al Premio Strega e al Premio Campiello). Parlo di <b>Andrea Vitali </b>e del suo <i style="font-weight: bold;">Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti</i>. Come tutti i romanzi dell'autore, anche questo è ambientato nel suo paesino lombardo sulla sponda orientale del lago di Como e descrive una società variopinta, un po' bigotta ma che riesce sempre a risultare incredibilmente comica </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">nel suo essere così poco al passo coi tempi. </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGf3E4SzBwUTJ9XKPkMx8MJx6Zkdnqjq4_NGOxbIietk79Y3gKkNT37Asjivf970X47H_K0hg-6HGD_MQig7hjWmJu6H-kk3Z1jt4f1RfyIh1gK0Vx8-cNZu179O4il7WjUVG99dDMDTI/s1600/1707201_0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGf3E4SzBwUTJ9XKPkMx8MJx6Zkdnqjq4_NGOxbIietk79Y3gKkNT37Asjivf970X47H_K0hg-6HGD_MQig7hjWmJu6H-kk3Z1jt4f1RfyIh1gK0Vx8-cNZu179O4il7WjUVG99dDMDTI/s1600/1707201_0.jpg" height="320" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Andrea Vitali</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>18.50€</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>448, rilegato</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Rizzoli</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Disponibile dal: 26 Febbraio 2014</u></b></span><br />
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Bellano 1915. In una sera di fine novembre una fedele parrocchiana, la Stampina, si presenta in canonica: ha urgente bisogno di parlare con il prevosto, che in paese risolve anche le questioni di cuore. Suo figlio Geremia, docile ragazzone che in trentadue anni non ha mai dato un problema, sembra aver perso la testa. Ha conosciuto una donna, dice, e se non potrà sposarla si butterà nel lago. L'oggetto del suo desiderio è Giovenca Ficcadenti, di cui niente si sa eccetto che è bellissima - troppo bella per uno come lui - e che insieme alla sorella Zemia sta per inaugurare una merceria. Il che basta, nella piccola comunità, a suscitare un putiferio di chiacchiere e sospetti. Perché la loro ditta può dirsi "premiata"? Da chi? E quali traffici nascondono i viaggi che la Giovenca compie ogni giovedì? Soprattutto, come si può impedire al Geremia di finire vittima di qualche inganno? Indagare sulle sorelle sarà compito del prevosto, per restituire alla Stampina un figlio "normale". Facile dirlo. Non così facile muoversi con discrezione laddove sembrano esserci mille occhi e antenne... Cos'è un paese se non un caleidoscopio di storie, un'orchestra di uomini e donne che raccontando la vita la reinventano senza sosta, arricchendola di nuovi particolari? Con micidiale ironia, Vitali dà voce a questo coro - una sinfonia di furbizie e segreti, invidie e pettegolezzi - che mostra una faccia sempre diversa della verità, e un attimo dopo la nasconde ad arte...</span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-67151066455704508592014-02-24T08:45:00.000-08:002014-02-24T08:45:36.297-08:00Recensione: Ragazze di campagna - Edna O'Brien<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEui-M0092u1qFn4Zfi6tA6GdDYK_flMAWQlfw09BgA830QXGt48h0hGDvszkIfp3-ySEqoNEwoLhynazZjYcvatj1RmEl8UyKFFL4WmDJRYQfJff2TkFgw8HRiooC6QUNq2goO6Sv9zA/s1600/81jOJxefZeL._SL1427_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEui-M0092u1qFn4Zfi6tA6GdDYK_flMAWQlfw09BgA830QXGt48h0hGDvszkIfp3-ySEqoNEwoLhynazZjYcvatj1RmEl8UyKFFL4WmDJRYQfJff2TkFgw8HRiooC6QUNq2goO6Sv9zA/s1600/81jOJxefZeL._SL1427_.jpg" height="320" width="214" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><div style="text-align: justify;">
Titolo: <b>Ragazze di campagna </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Autore: <b>Edna O’Brien</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Prezzo: <b>17,50 €</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Pagine: <b>256, brossura </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Editore: <b>Elliot (collana Scatti). </b></div>
</span><div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Nuova edizione 2013</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Trama<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La timida e romantica Caithleen sogna l'amore, mentre la sua
amica Baba, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni
esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l'orizzonte del
loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo
angusto, decidono di lasciare il collegio di suore in cui vivono per scappare
nella grande città, in cerca d'amore ed emozioni. Nonostante siano fermamente
decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto
inaspettate e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizt4lkKgEQ7BjkSNmPV9yNu8pN4Y8KvquJ0JG0tVKr7f4i7osg3Z_BVuYLrXMrJKnmNNtvvmfTY-XAjc7-vNmQAw86LXz9G5a5GlJDf52TlNqfnFM2oJVabINSyi7JmeG-oTjTHPsVjF4/s1600/Edna-OBrien-in-1972-005.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizt4lkKgEQ7BjkSNmPV9yNu8pN4Y8KvquJ0JG0tVKr7f4i7osg3Z_BVuYLrXMrJKnmNNtvvmfTY-XAjc7-vNmQAw86LXz9G5a5GlJDf52TlNqfnFM2oJVabINSyi7JmeG-oTjTHPsVjF4/s1600/Edna-OBrien-in-1972-005.jpg" height="179" width="320" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Edna O’Brien, romanziera, drammaturga e poetessa irlandese,
è nata a Tuamgraney nel <st1:metricconverter productid="1930 in" w:st="on">1930
in</st1:metricconverter> una famiglia dalle forti radici cattoliche e, come le
protagoniste del suo romanzo d’esordio, ha compiuto i suoi studi presso le suore.
Lasciò l’Irlanda negli anni Cinquanta per trasferirsi a Londra, dove vive
ancora oggi. Considerata <st1:personname productid="la Gran Dama" w:st="on">la
Gran Dama</st1:personname> della letteratura irlandese, nella sua lunga
carriera ha ottenuto i maggiori premi letterari, a partire dal Kingsley Amis
Award per <i>Ragazze di campagna</i>, primo capitolo di una trilogia che
comprende <i>La ragazza sola </i>(Rizzoli, 1963) e <i>Ragazze nella
felicità coniugale</i> (E/O, 1990). È membro onorario dell’American
Academy of Arts and Letters.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Recensione</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Correva
l’anno 1960. La giovanissima Edna dà alle stampe il suo primo romanzo, in cui
racconta una storia di stampo autobiografico che descrive con grande maestria
le campagne irlandesi degli anni cinquanta con i suoi tranquilli abitanti, gli
animali da cortile che ti ruzzolano intorno, le lunghe passeggiate tra i campi,
i piccoli negozietti del paese. Ma la bravura della O’Brian viene messa in
ombra (o forse a posteriori, in luce) dalle reazioni che la cattolica Irlanda
ha nello scoprire quanto sia approfondita (e soprattutto esplicita) la
descrizione del tumulto giovanile che contraddistingue l’ingresso nell’età
adulta di questa ragazza, e quello di chissà quante altre come lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quella
di Edna O’Brian è una delle prime voci a guidare i suoi contemporanei tra le
censure imposte ai desideri di una semplice ragazza irlandese. Senza tanti
fronzoli, mette a nudo ogni aspetto della sua vita: le angosce dell’adolescenza,
il richiamo ipnotico della vita di città, il rapporto con l’amore e con la
sessualità. È facile intuire quali sono tra quelli elencati, i temi che la
società dell’epoca non era ancora pronta a veder sbandierare ai quattro venti:
per questo motivo il libro venne bandito e bruciato sul sagrato delle chiese.
Probabilmente, in questo caso più che in altri, è impossibile scindere il
valore letterario di un romanzo dall’epoca di cui è figlio. Oggi, accennare o
parlare esplicitamente di sesso in un libro, non scandalizza più nessuno: ma
nonostante questo, la narrazione della O’Brien rimane da apprezzare per l’incredibile
padronanza nella descrizione che questa autrice dimostrò appena ventenne e,
ovviamente, per i suoi contenuti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><st1:personname productid="La O" w:st="on">La O</st1:personname>’Brien riesce con maestria a
farci sentire sulla pelle la fredda aria delle campagna irlandesi, ci fa
sentire i pianti sommessi delle educande tra le fredde lenzuola di un convento,
tratteggia con poche parole l’attrattiva e i fasti di Dublino, che all’epoca
era ancora una piccola città, ma già in grado di calamitare le attenzioni e i
desideri di queste ragazze. Riesce a delineare con semplicità e poche parole, personalità
complesse ed emblematiche tra cui spiccano le due protagoniste, Caithleen e la
sua amica Baba. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Caithleen:
dolce, affabile, timida ed affettuosa. Potrebbe essere anche definita un po’
ingenua. Affezionata ad una madre proiettata perennemente verso le sue
preoccupazioni, tra le quali hanno un ruolo predominante la tenuta da
amministrare e il marito alcolista e violento. Caithleen è una giovane donna di
un’epoca in cui a quattordici anni si era già tali, proiettata verso un idea di
amore romantico e travagliato, dove il solo sfiorarsi crea sconvolgimenti emotivi
incredibili. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Baba:
tralasciando tutti i possibili modi più eleganti per definire questa ragazza,
credo che l’aggettivo più spontaneo e sincero che le si possa attribuire è <i>antipatica</i>.
Baba è schietta, maliziosa, insofferente verso la vita noiosa di campagna,
figlia di una donna bellissima che vede appassire i suoi giorni seduta allo
sgabello di uno squallido bar, per provare almeno il piacere di farsi ammirare.
Baba è spigliata e rancorosa, egoista quanto basta ma, a modo suo, anche
fragile. È incredibilmente acuta, tanto da capire (forse prima dell’amica) come
vanno le cose nel mondo e soprattutto, che non bisogna farsi troppe illusioni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Entrambe
anelano in modo diverso la libertà, non solo quella fisica, che le separerà
dalla bellissima quanto asfissiante campagna, ma anche la libertà di godersi la
vita, di passeggiare libere in città sfoggiando ogni tanto un accessorio nuovo,
di andare a ballare la sera, di innamorarsi. Atteggiamenti che un mondo
bigotto, attento alle apparenze più che alla sostanza, non esita ad additare
come scandalosi e riprovevoli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Ragazze
di campagna</i> è il primo volume della trilogia che esplora la crescita di Baba e
Caithleen: pur essendo consci in partenza
di questa sua caratteristica, non si riesce a dimenticare il modo davvero
brusco con cui si interrompe la narrazione. La vicenda rimane senza una vera
conclusione, neppure una parziale, lasciando il destino delle protagoniste
avvolto nel dubbio e il lettore nella frustrazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando
mi trovo ad esprimere un giudizio personale su quello che è considerato un
classico della letteratura (e in questo caso, addirittura una pietra miliare
per quella di un intero paese) mi trovo sempre in difficoltà, e la difficoltà
raddoppia se eventualmente mi si chiede se è un romanzo da consigliare oppure
no: inevitabilmente, <i>Ragazze di campagna</i> non può avere oggi l’effetto shock
che ebbe all’epoca della sua prima edizione, dovendo affrontare un pubblico di
lettori incredibilmente diverso. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Questo
è, effettivamente, ovvio: ogni romanzo ambientato e fortemente legato all’epoca
della sua stesura, si trova di fronte un pubblico diverso, ma non per questo il
romanzo e il suo autore smettono di lanciare messaggi alle nuove generazioni di
lettori. In questo caso, però, forse a causa proprio dell’inaspettata mancanza
di una conclusione, ci penserei probabilmente due volte prima di consigliarlo
spassionatamente a qualcuno che non è amante della letteratura che, forse
superficialmente, definisco di solito "</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">alla Jane Austen</span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">"</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">. Sia chiaro: io
la amo e la venero ogni volta che posso, ma mi rendo conto che non tutti la pensano allo stesso modo. <i>Ragazze di campagna</i> è il poetico,
dolce, un po’ malinconico e molto intimo resoconto di alcuni anni della
giovinezza di due donne: non ci sono colpi di scena, ma soltanto una rapida
carrellata di avvenimenti e sentimenti, che hanno come sfondo l’affascinante
campagna irlandese e i salotti dublinesi di metà novecento. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img801/9380/metmacchia.png" /><br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIRyod0svU_5ojcjVf0nqMnCJcz103ueGTLh8gSa4hHoOOXr9qca8tlWDimkIsWvNwccOiRcO9upvxlcPvAscTJwD_-BTXEkRUtr9MZ_XHhcK8uwubnvKcrSl-oku0BGuZnDZFkaxYiTA/s1600/1470914_10202953276498807_1861843311_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIRyod0svU_5ojcjVf0nqMnCJcz103ueGTLh8gSa4hHoOOXr9qca8tlWDimkIsWvNwccOiRcO9upvxlcPvAscTJwD_-BTXEkRUtr9MZ_XHhcK8uwubnvKcrSl-oku0BGuZnDZFkaxYiTA/s1600/1470914_10202953276498807_1861843311_n.jpg" height="68" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-47733875652418228002014-02-13T09:19:00.003-08:002014-02-13T09:19:58.438-08:00Cinephilia: 12 Anni Schiavo <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsaLcHPsGtEUtAHx4o7NKevLhqQtdQMND38jQwBsv0_dh7fv_ALjPWyNXgPhYy_R-T0oo7OvbLHYV8OInxClqjLruPRqwSurr2HKCyHM1y10olEr1euFgxl7L__LYunBcfujf4ZJvDPV8/s1600/banner_cinephilia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsaLcHPsGtEUtAHx4o7NKevLhqQtdQMND38jQwBsv0_dh7fv_ALjPWyNXgPhYy_R-T0oo7OvbLHYV8OInxClqjLruPRqwSurr2HKCyHM1y10olEr1euFgxl7L__LYunBcfujf4ZJvDPV8/s1600/banner_cinephilia.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVPR008kdWazKbIKDQq3rgxhDABggKTv78iBE3PL3zfPhsa0hZMQxN7p8txFTB9d-3vyUNLMdQZ7owS7RtjSoKFVT3NGuTVA7nGvQhnD3tVHOENmJ781tpRYWO8bXsQKqtR44a-zgbaNo/s1600/1_12years.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVPR008kdWazKbIKDQq3rgxhDABggKTv78iBE3PL3zfPhsa0hZMQxN7p8txFTB9d-3vyUNLMdQZ7owS7RtjSoKFVT3NGuTVA7nGvQhnD3tVHOENmJ781tpRYWO8bXsQKqtR44a-zgbaNo/s1600/1_12years.jpg" height="320" width="204" /></a><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Posso essere la voce dell'impopolarità? Ok, non prendetela subito male. Non è che non mi è piaciuto. Solo che non mi è piaciuto così tanto. Film sul genere ne abbiamo un sacco, e quello che voglio dire io è: questo non è poi tanto diverso dagli altri. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><i>12 anni schiavo</i> si erge vittorioso su fotografia, cast e regia, ma pecca, a mio parere, grandemente, nella sceneggiatura e in quello che alla fine ha saputo mostrare. Parte bene, anzi benissimo, ma poi inciampa in delle sottospecie di cose aspettatissime e ripetitive, che no, no Steve, così non va. Ma andiamo con ordine. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Vincente l'inizio, dove ci viene presentato Solomon Northup, un uomo brillante, davvero brillante, con una bella famiglia, un talento meraviglioso nel suonare il violino, una vita tranquilla e soddisfacente nella contea di Saratoga. Quello che abbiamo è quindi un uomo comune, un borghese dell'ottocento, non si parte da una vittima, da un povero o da un rivoluzionario, non da qualcuno in cerca di vendetta. Solomon è uno qualunque. Che ha la sfortuna di imbattersi, o meglio, di credere, in due tizi che lo porteranno a perdere la sua libertà. La scelta di questo punto di vista iniziale, a mio parere, promette(va) un crescendo di perdita "umana" ma al contempo di presa di coscienza, che forse c'è stata, ma che è stata affrontata con mezzi deboli, e non ha raggiunto il climax che mi ero pregustato dopo questo sfavillante inizio. Ecco quindi la schiavitù di Solomon, che perde, una cosa che è stata di fatto affrontata con impatto e tagliente repentinità, il suo nome, diventando Platt. Platt comunque sia sarà sempre cosciente di essere Solomon, e non perderà sé stesso, e questo lo renderà il diverso, agli occhi dei padroni e degli stessi schiavi. Solomon sa chi era e se lo ricorda, affronterà le cose con una dignità e un'intelligenza disarmanti. Quindi? Entrano in scena violenza, razzismo, situazioni ai limiti dell'orrore che ci stanno tutte. Anzi, ci devono essere. Solomon cambia tre volte padrone, dal "comprensivo" William Ford (Benedict Cumberbatch) al maniacale Edwin Epps (Michael Fassbender), incontrando schiavi, uomini crudeli, situazioni terribilmente crude. Qui però cominciano le mancanze. Quello che io ho visto è stato, una testimonianza, ripeto, giustamente visto l'argomento, della crudeltà umana. La storia di Solomon non è solo la storia di un uomo libero che perde la libertà, è prima di tutto la storia di un uomo prima di tutto, un uomo e basta, e della prospettiva che il concetto di essere umano e umanità può assumere. Ma questo da dove lo ottengo? Forse dall'entrata in scena del deus ex machina Samuel Bass, interpretato da Brad Pitt, che solleva un velo di Maya tessuto di vero e proprio inganno. Ma da nient'altro. O almeno, questo è quello che (non) ho sentito io. Perché McQueen ce lo dice chiaramente forse, con inquadrature su una natura bella ma quasi oscena, con il sangue che schizza via durante le frustate, con bruchi che infestano il cotone, McQueen è un artista e lo sappiamo. Però vorrei mettere in atto un paragone forse insensato. In "<i>Shame</i>" McQueen<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkQQh6tje5KOfM68gyzVEZkC-57LzA7kKVf8ecjyRbB6MCZTK6U12AICkbBMLVvqnUGZYiUOH2K_Q6StN237h-fSwT_hNNMY9Ok5zHyZPy4-fCZcskCBjd6LPAdXe5c5Sd0mmK9zmORcI/s1600/12-anni-schiavo-di-Steve-McQueen-il-teaser-trailer-italiano_h_partb.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkQQh6tje5KOfM68gyzVEZkC-57LzA7kKVf8ecjyRbB6MCZTK6U12AICkbBMLVvqnUGZYiUOH2K_Q6StN237h-fSwT_hNNMY9Ok5zHyZPy4-fCZcskCBjd6LPAdXe5c5Sd0mmK9zmORcI/s1600/12-anni-schiavo-di-Steve-McQueen-il-teaser-trailer-italiano_h_partb.jpg" height="191" width="320" /></a></div>
era stato quasi infido, intimo, la storia di un uomo che affronta e soffre le sue pulsioni sessuali era stata affrontata con una raffinatezza, ma allo stesso tempo una crudeltà, davvero incantevole. Qui manca l'intimità. Lo so che c'è, e credetemi, non è facile smuovere critiche a un film che è candidato a nove premi Oscar, e mi sento una maledetta insensibile a dire certe cose, però, non mi ha toccato così tanto. Quello che porta avanti il film sono i suoi punti di forza, e ovviamente, la storia di Solomon, l'umanità e la coscienza sopratutto di un uomo che non si arrende mai, nemmeno di fronte all'evidenza di un essere umano così perdutamente e diabolicamente brutale come Edwin Epps, come l'esasperazione di una schiava che preferisce morire, che vuole morire, piuttosto di andare avanti, cosa che Solomon fa ogni giorno, per sé stesso e per chi era soprattutto. Ma quello che rende il film poco avvincente e poco eclatante e la sua mancata intimità con lo spettatore come ho detto, la sua messa in scena di realismo crudo con un lasciare sottinteso tutto il resto. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">La crudeltà mi è parsa in alcuni momenti ripetitiva, ridondante. Il lavoro sulla sceneggiatura infatti non eguaglia il lavoro sulla regia, neanche un po'. E neanche eguaglia il cast clamorosamente bravo. Da Chiwetel Ejiofor, Solomon appunto, al magnifico Fassbender, che vince davvero tutto. Una menzione va giustamente anche a Lupita Nyong'o, lei sì che mostra un'intimità di tutto rispetto. Ma la storia non evolve, non arriva. Con una regia del genere, una fotografia grandiosa, un cast fantastico, una storia incredibile da raccontare, il film va a peccare proprio su ciò che doveva venirgli meglio, ovvero la naturalezza, l'intimità, <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVDSPj_e4LZDFBGGUNcoB2A2esdhfDWITbp_jiq3CuD1iJvwhSkw73uXKiY2XFHA6iKi3j-AcwfCYx3hXhyy5q77_csBj9Rj6FRCX9o_ZW3c3YYGZOBNiwSWudAMti8mAgNSNehF4ld70/s1600/12-anni-schiavo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVDSPj_e4LZDFBGGUNcoB2A2esdhfDWITbp_jiq3CuD1iJvwhSkw73uXKiY2XFHA6iKi3j-AcwfCYx3hXhyy5q77_csBj9Rj6FRCX9o_ZW3c3YYGZOBNiwSWudAMti8mAgNSNehF4ld70/s1600/12-anni-schiavo.jpg" height="199" width="320" /></a></div>
la voglia di mostrare. Così quello che ne è venuto fuori e un'opera assolutamente da vedere, perché attenzione, non sto dicendo che fa schifo, ma è qualcosa che non inciderà poi così tanto in un mosaico di storie simili, perché è stata trasmessa debolmente, la mancanza di empatia secondo me è palese. Il finale repentino trasmette infatti allo spettatore soddisfazione, ma non sollievo. Comunque sia, dopo esser stata così crudele voglio comunque annoverare alcuni momenti della visione che valgono davvero pena. La scena dell'agguato di John Tibeats a Solomon, scena dolorosa ed esasperante, il dialogo con Brad Pitt, e la fotografia in generale (quante volte l'ho detto?), meravigliosa. Quindi guardatelo, perché è il racconto di una storia da ricordare, e meravigliatevi di fronte alla crudeltà umana alla corrispondente speranza che ne deriva, ma non vi aspettate una rivoluzione emotiva, perché secondo me non arriva.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-aRYNkqToST6z5kbOp5hAE6UtBcg61mdug_3cFDT378JjyHAbcXyC-JcF-wS10cUO-U8Kje9s7K9uLyTcZD3QVF2AFaw5tAcoLleoWgIK5lsakVDXnSpIe_0g8cX0bAB-guldsPCEc6Q/s1600/1779449_10203236176091120_167992407_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-aRYNkqToST6z5kbOp5hAE6UtBcg61mdug_3cFDT378JjyHAbcXyC-JcF-wS10cUO-U8Kje9s7K9uLyTcZD3QVF2AFaw5tAcoLleoWgIK5lsakVDXnSpIe_0g8cX0bAB-guldsPCEc6Q/s1600/1779449_10203236176091120_167992407_n.jpg" height="70" width="320" /></a><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-77956472784505645282014-02-05T05:46:00.003-08:002014-02-05T05:46:45.576-08:00Recensione: Chiedi alla luna - Nathan Filer<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrZ5-4nCVe8Yv-R6OJOt7lXCxIJckEoRYg6khxNxk68xHYzzyypMTYqB4Zr_CT0OMs7AT3DoFfW-5oQDO_XLz-8BOF6QLcB4KSWljdpHZIwhyphenhyphenn-0XYnhUFa5_oqWVtMUQ69qQ2AiJ7Kf0/s1600/504733.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrZ5-4nCVe8Yv-R6OJOt7lXCxIJckEoRYg6khxNxk68xHYzzyypMTYqB4Zr_CT0OMs7AT3DoFfW-5oQDO_XLz-8BOF6QLcB4KSWljdpHZIwhyphenhyphenn-0XYnhUFa5_oqWVtMUQ69qQ2AiJ7Kf0/s1600/504733.jpg" height="320" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Titolo: <b>Chiedi alla luna</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Autore: <b>Nathan Filer</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Prezzo: <b>17.00€</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Pagine: <b>308 pagine, brossura </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Editore: <b>Feltrinelli </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Trama: </b></span><span style="background-color: white; font-size: x-small;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">"</span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Vi racconterò cosa è successo perché è un buon modo per presentarvi mio fratello. Si chiama Simon. È un tipo che vi piacerà. A me almeno piace un sacco. Solo che tra qualche pagina sarà morto. Non è più stato lo stesso, dopo.</i>" Ci sono momenti che ti cambiano la vita. Per Matthew Homes, nove anni, il primo è stato l'incontro con Annabelle, l'estate della vacanza a Ocean Cove. Il secondo la morte di suo fratello Simon, quello con la faccia tonda e sorridente, tonda come la luna. Da quel giorno niente è più stato come prima. Matt, costretto ad affrontare un segreto così enorme e terribile da non poterlo confessare a nessuno, avrà solo un pensiero in cui trovare conforto e grazie al quale ricominciare a lottare: il ricordo della faccia tonda e sorridente di suo fratello, tonda come la luna. Una grande avventura, la storia di un ragazzo che trova il coraggio di lottare contro i propri demoni e di diventare uomo. Un viaggio all'interno della mente umana e della sua follia. Un romanzo che ci ricorda che ci sono cose da tenere strette mentre la vita scorre via, mettendoci di fronte ostacoli che ci fanno venir voglia di dimenticare. Cose da custodire con cura. Perché è grazie a loro che si diventa grandi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbnA2HOfZzc11r0PLd62zbeyV33XesP0crvdUKTRTFVnoPklZXvERqo14DYBzcVehWdokRYSZY8LjdWEKGECNRRbrraTdPfrhMixA4VQeTasCsAPw_sZ161BY94-9IFBHSKW3y55z7REw/s1600/nathanfiler_2585648b.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbnA2HOfZzc11r0PLd62zbeyV33XesP0crvdUKTRTFVnoPklZXvERqo14DYBzcVehWdokRYSZY8LjdWEKGECNRRbrraTdPfrhMixA4VQeTasCsAPw_sZ161BY94-9IFBHSKW3y55z7REw/s1600/nathanfiler_2585648b.jpg" height="198" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>L'autore: </b><b>Nathan Filer</b> è scrittore e infermiere specializzato nell’assistenza a pazienti con malattie mentali. Ha lavorato come ricercatore nel dipartimento di psichiatria dell’Università di Bristol e in vari centri psichiatrici. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ha fatto spettacoli di improvvisazione poetica trasmessi sia in tv (Bbc3) che alla radio (Bbc Radio 4, Bbc Radio 7 e Bbc Radio 5 Live) e ha scritto diversi cortometraggi, uno dei quali ha vinto il Bbc New Film Maker Award nel 2005 ottenendo ottimi riscontri anche all’estero. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Nel 2011 ha partecipato a un concorso letterario con il suo romanzo d’esordio, distinguendosi subito per il suo talento. In pochissimo tempo i più importanti editori internazionali hanno fatto a gara per aggiudicarselo, tanto che "<i>Chiedi alla luna</i>" (<i>The Shock of the Fall</i>) è diventato uno dei debutti letterari più attesi del 2013. In Italia è pubblicato da Feltrinelli.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>Recensione:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">L’acquisto di <i>Chiedi alla luna </i>è stato uno di quelli
per nulla ponderati, bensì dettato esclusivamente dall’adorabile copertina
scelta per l’edizione italiana e dal breve incipit riportato sul retro, che
avevo scovato sul sito della casa editrice e mi erano entrati in testa per
settimane. Non mi sono neanche degnato di leggere la trama o dare un’occhiata
al parere di altri lettori. Niente di niente, è stato come fare un salto nel
vuoto e sperare di non farsi troppo male. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Però mi sono fatto male, e
tanto anche, perché <i>Chiedi alla luna</i>
è un libro meraviglioso, scritto benissimo e con un protagonista eccezionale,
ma è anche un romanzo capace di strapparti il cuore e ridurlo in pezzettini
piccolissimi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Nathan Filer è un autore
americano al suo esordio letterario e
decide di trattare una tematica sicuramente non nuova in ambito letterario, la
malattia mentale, incastrata nella vita funambolica del giovane Matthew Homes,
di cui noi seguiamo lo sregolato flusso di coscienza, in un tentativo di
elaborazione di un dramma passato eppure, anche a distanza di anni,
terribilmente tangibile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Georgia","serif";">Chiedi
alla luna</span></i><span style="font-family: "Georgia","serif";"> ha, infatti,
come punto centrale la schizofrenia di Matthew, ma attorno ad essa ruotano le
vicende di una vita costellata dal senso di colpa, dalla tragedia famigliare e
dal dolore di un lutto presente e mai superato, e, in opposizione a tutto
questo, vi è l’infrenabile voglia di redenzione del protagonista, sempre in equilibrio tra colpa e riscatto, follia e lucidità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="color: #548dd4; font-family: "Georgia","serif"; mso-themecolor: text2; mso-themetint: 153;">Ho diciannove anni, e di tutto il mio mondo l’unica cosa che
posso decidere è come raccontare questa storia. Per cui starò bene attento a non mandare tutto a puttane, potete
contarci. Su, fate lo sforzo di credermi, sarebbe carino da parte vostra.<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">La storia di Matthew
inizia a nove anni in un giorno d’estate che segnerà per sempre il corso della sua vita: il
fratello down, Simon, muore a causa di un tragico incidente che investirà come
un’onda i genitori e il fratello minore, tacitamente incolpato dell’accaduto
tanto da sentirsi costantemente in debito con la madre distrutta dal dolore. La
morte di Simon non sconvolgerà solo gli equilibri famigliari (emblematica è la
scena dei tre protagonisti che “guardano” la televisione sul divano), ma si
insinuerà pian piano nella psiche di Matthew svegliando un male subdolo e silenzioso.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">A dispetto di ciò che le
tematiche trattate possano lasciar pensare, <i>Chiedi
alla luna</i> non ha come scopo il
pianto del lettore – nonostante le vicende siano piuttosto drammatiche e abbiano
comunque un certo effetto straziante sul lettore- e Matthew non è assolutamente un protagonista
che si piange addosso. A Nathan Filer va
dato il merito di aver non solo scandagliato alla perfezione la personalità un
protagonista complesso e <i>deviato </i>da
un passato travagliato, ma di avergli anche conferito un’umanità travolgente e una sincera
ironia che pervade il racconto anche durante i momenti più difficili. Due cose
che gli si riveleranno fondamentali per riemergere dalla confusione e cercare
di non andare fuori controllo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="color: #548dd4; font-family: "Georgia","serif"; mso-themecolor: text2; mso-themetint: 153;">Voglio parlare della differenza tra vivere ed esistere e
cosa significa essere tenuto in un reparto psichiatrico d'emergenza giorno dopo
giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno
dopo <b>giorno </b>dopo giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno
dopo giorno dopo giorno dopo giorno ecc.<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUfnV9ccfatR8eH_9w_2E9OVJ5QtIKDalyc5Skya5vqQJn-bSgtGSE7swADjvws6JA1MiGaJWm8MAnvEVo6KXL-nOU6JXd78QmMqXeEmTGsGQwlAZlm5N0p5BvBj9gX-CIoLg-tsxhKVs/s1600/large.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUfnV9ccfatR8eH_9w_2E9OVJ5QtIKDalyc5Skya5vqQJn-bSgtGSE7swADjvws6JA1MiGaJWm8MAnvEVo6KXL-nOU6JXd78QmMqXeEmTGsGQwlAZlm5N0p5BvBj9gX-CIoLg-tsxhKVs/s1600/large.jpg" height="320" width="225" /></a><span style="font-family: "Georgia","serif";">Le pagine scorrono intense,
la narrazione, seppur piena di eventi dolorosi, non sembra mai calcare la mano
sulla tragicità degli eventi. Matthew è un ragazzo ribelle, un tipo abbastanza
incasinato, un “<i>folle</i>”, eppure la
voce che ci accompagna per tutto il romanzo è brillante, spesso strafottente e
ribelle, senza peli sulla lingua, altre
volte incredibilmente profonda e capace di far breccia nel cuore del lettore
che percepisce il dolore e la difficoltà
del percorso catartico intrapreso dal protagonista, grazie anche ad alcuni efficaci espedienti di
scrittura creativa: il corso degli eventi spesso è un po’ malconcio,
frastagliato, proprio per rendere l’idea della confusione che regna nella mente
del protagonista; ad un certo punto del romanzo, ci vengono raccontate tre
diverse “verità” e sta al lettore scegliere quella in cui credere; talvolta vi
sono delle interessanti libertà stilistiche o di impaginazione in stile Safran Foer, alcune
davvero utili per affiancare l’esperienza del linguaggio letterario a quello
visivo<i>, </i>altre, a mio parere,
trascurabili rispetto alla narrazione ma carinissime dal punto di vista
editoriale (penso al carattere usato per le pagine scritte con la macchina da
scrivere, ad esempio). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="color: #548dd4; font-family: "Georgia","serif"; mso-themecolor: text2; mso-themetint: 153;">Ma la verità ha diverse facce. Se ci incontriamo per strada,
distogliamo lo sguardo e poi ci guardiamo
di nuovo, può darsi che sembriamo gli stessi, pensiamo lo stesso, ma le
particelle subatomiche, quelle infinitesimali porzioni di noi che costituiscono
tutte le altre parti, saranno schizzate via e altre le avranno sostituite, a
velocità impossibili. Tutto cambia continuamente. <o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="color: #548dd4; font-family: "Georgia","serif"; mso-themecolor: text2; mso-themetint: 153;">La verità cambia.<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="color: #548dd4; font-family: "Georgia","serif"; mso-themecolor: text2; mso-themetint: 153;">Ecco tre verità.<o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Georgia","serif";">Chiedi
alla luna </span></i><span style="font-family: "Georgia","serif";">mi ha
coinvolto e tenuto incollato alle pagine, me lo sono praticamente bevuto nel
giro di poco tempo, tra colpi al cuore e sorrisi amari, e ad un certo punto è
stato come se proseguendo la lettura stessi davvero ascoltando lo sfogo di un
amico. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Mi rendo conto che quasi a
nessuno verrebbe la spontanea voglia di leggere un romanzo sulla malattia
mentale, ma, come ho detto, quello di Nathan Filer non è un piagnisteo della
serie “Ma quanto è brutta la vita”, bensì un ottimo modo per approcciarsi alla
conoscenza di quei disturbi da troppo tempo e troppo spesso, ancora oggi,
vittime del pregiudizio e delle etichette, che come dice lo stesso Matthew, “<i>ti si appiccicano addosso</i>” . <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Chiave di volta di tutto
il romanzo è, a mio parere, l’ interessante (e di pirandelliana memoria)
riflessione sul passato e sugli eventi che ci definiscono e rendono quello che
siamo (il titolo originale del romanzo, </span><i style="font-family: Georgia, serif;">The
Shock of the fall,</i><span style="font-family: Georgia, serif;"> è sicuramente più appropriato di quello italiano)</span><i style="font-family: Georgia, serif;">. </i><span style="font-family: Georgia, serif;">Alla fine della fiera, credo sia
questo il reale scopo di Nathan Filer, riscattare un’intera categoria di </span><i style="font-family: Georgia, serif;">outsider</i><span style="font-family: Georgia, serif;">, mostrando quanto sia
determinante il nostro passato, quanto questo ci condizioni e quanto sia relativo, alla luce
di tale considerazione, il concetto di follia. Perché, in fondo, siamo tutti frutto - e vittime - degli eventi, della società, della famiglia, dunque la vera domanda da porsi è: c'è qualcuno che possa definirsi <i>sano</i>? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg4AhoCe652k21xSbrGi2wvUWfiWJZmvCMapcwOtkrHaBI9JgZPX6VExRhi_VurbZ29_67ka7diNkpKbVRLjUeUmywLUxeaSA7Uzh9GOvLsb1m_cOmyOC6vIf57KCeGgU_W0YV_A0Bu1A/s1600/Leo.jpg" /></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-32528224164397429042014-01-27T07:02:00.001-08:002014-01-27T07:02:36.626-08:00Serializzati: Sherlock, il punto sulla terza stagione. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisrT2Ar_wy7gFGM-F9573e1S5kpdCsNw9khTrcFAMiRgWDc8adJW1CHGLcAcV6Z2RAabXnDy8S3Fhe2oSin50lND1ifp-mVLEkW99HkwHVrRxBu5pXnhUqPNVQahFVT9mghtYHLgo4t9o/s1600/serializzati+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisrT2Ar_wy7gFGM-F9573e1S5kpdCsNw9khTrcFAMiRgWDc8adJW1CHGLcAcV6Z2RAabXnDy8S3Fhe2oSin50lND1ifp-mVLEkW99HkwHVrRxBu5pXnhUqPNVQahFVT9mghtYHLgo4t9o/s1600/serializzati+(1).jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtzlmceZcuZ4OMECsdR-GS7nNvKSVCGW-i4OAKAcU7sV2vmszuCYUCRdUKYLklxwrF5hyNwh4JLEqi6f8gfTB6kvnTd5OV-LGLzbn-Y3HSR7MdHRYjhoKle3zhxmVGVhgduZ8aiDxh7xQ/s1600/Sherlock_BBC.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtzlmceZcuZ4OMECsdR-GS7nNvKSVCGW-i4OAKAcU7sV2vmszuCYUCRdUKYLklxwrF5hyNwh4JLEqi6f8gfTB6kvnTd5OV-LGLzbn-Y3HSR7MdHRYjhoKle3zhxmVGVhgduZ8aiDxh7xQ/s1600/Sherlock_BBC.jpg" height="240" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Paese: <b>UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Genere: <b>giallo, drama</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Stagioni: <b>3</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Episodi: <b>9</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Durata: <b>90 min,</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Rete: <b>BBC One</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ideatore: <b>Steven Moffat </b>e <b>Mark Grattis</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>[Stagione 3]</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>A cura di Diletta Crudeli</u></b></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Brillante. </span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
<div style="text-align: justify;">
E qua potremmo chiudere la recensione, salutarci e farci montare un altro po' di sano <i>hype</i> per la prossima stagione. Perché è quello, insieme all'esaltazione e alla piacevolezza ormai ben orchestrata in battute al vetriolo e a delitti apparentemente insolubili, che Sherlock anche questa volta ci ha dato. La terza stagione della serie targata BBC dove i meravigliosi Benedict Cumberbatch e Martin Freeman impersonano la più nota coppia di risolutori del crimine non ha fallito neanche stavolta, dopo un'attesa di ben due anni. Due anni dove, tecnicamente, Sherlock era morto, John si rotolava nel lutto e nella rabbia, un gruppo di fan aspettava il suo ritorno (non solo quelli del canone, ma anche i fan della serie). </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdmvltpdE2e-zEI3zTJ4GaP3ffFZdVQv4wY7R1xF_LwdVM9vSoPqYIYaDAdP20tDrBCPlgOZDxaxCX5Baehk3K9slVH0xrBHkRuW3LQnQdRR_W0RmebhccZDAjw43wD8ABg8lI_Kv9jR8/s1600/large+(2).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdmvltpdE2e-zEI3zTJ4GaP3ffFZdVQv4wY7R1xF_LwdVM9vSoPqYIYaDAdP20tDrBCPlgOZDxaxCX5Baehk3K9slVH0xrBHkRuW3LQnQdRR_W0RmebhccZDAjw43wD8ABg8lI_Kv9jR8/s1600/large+(2).jpg" height="192" width="320" /></a>Ovviamente Sherlock torna con tutta la naturalezza e la tipica "insensibilità" che gli spetta nel primo episodio di questa stagione, costruito appunto intorno al suo ritorno e allo shock di John, alla sorpresa di tutti quanti, ai cambiamenti avvenuti. E ovviamente insieme alla prima azione del nuovo villain. Sherlock torna brillante, irritante, intraprendente ma già leggermente più umano, cambiato dopo un volo che (non sapremo mai come veramente) non lo ha ucciso. Di fatto il cambiamento in un essere leggermente più umano da sociopatico iperattivo ai massimi livelli sembra un ingrediente base di questa terza stagione, e la cosa si traduce in alcuni misteri ben deducibili (vedi quello del primo episodio) e in una leggerezza che si insinua in alcuni campi prima molto più crudelmente farciti dell'insensibilità del Detective di Baker Street. La cosa traspare anche nel<i> fanservice</i> che è annodato a doppio, forse triplo filo, con la trama della puntata, scusa il dover riportare Sherlock a Londra e tutto ciò che ne deriva e che comporta (vedi i fan citati prima, che partoriscono teorie omoerotiche degne di Tumblr). </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnSCQmxJeZFpia-tEsZG3XudLHC6loV3B8Q_noiHD8xTQbUn4S0gVjdVSF3PZy5Bu-OHNIxPAeKITvEvtJSiDA6XdWTBnErHw-Gmd2QRYmQR3ztYP2GNjMMO7ae57xENddK-kaxLyk90Q/s1600/large+(3).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnSCQmxJeZFpia-tEsZG3XudLHC6loV3B8Q_noiHD8xTQbUn4S0gVjdVSF3PZy5Bu-OHNIxPAeKITvEvtJSiDA6XdWTBnErHw-Gmd2QRYmQR3ztYP2GNjMMO7ae57xENddK-kaxLyk90Q/s1600/large+(3).jpg" height="237" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il secondo episodio, che solitamente è l'anello debole di ogni stagione, appare quasi più ricco del precedente, forse perché ormai Sherlock è rientrato in pista, e non si perde tempo nella reintroduzione del personaggio, nell'ammiccare al pubblico autocompiacendosi di essersi fatti attendere per ben due anni. Di fatto l'intrigo criminale è molto meglio orchestrato e torna agli intrecci deduttivi e alla complessità delle passate stagioni, con una piccola nota al villain per altro, CAM. Infatti per quanto sia dedicata molta parte all'aspetto emotivo e sicuramente più umano di Sherlock la puntata si erge clamorosamente sul pubblico, dandogli sì quello che si deve dare (siamo a un matrimonio) ma anche mettendo le basi, anzi, costruendo già con bei ritocchi il drama che deve essere. E questo raggiunge l'apice della magnificizzazione nel terzo episodio, apoteosi di Sherlock, del suo effettivo "<i>Last vow</i>" della puntata precedente, cosa che lo rende umano, ma, ovviamente terribile. Terribile quanto Magnussen, meno psicopatico di Moriarty forse, ma sicuramente perverso quanto basta, viscido più che a sufficienza per essere per Sherlock un essere davvero disgustoso e meritevole di azioni incontrollate. L'episodio è una corsa ma allo stesso tempo un soffermarsi in ogni angolo a spiare e ad angosciarsi. Lasciandoci di nuovo nell'esclamazione di volerne di più. </div>
<div style="text-align: justify;">
Trama orizzontale e verticale in questa stagione, sono state, a mio parere, meglio gestite che nelle precedenti. Il fatto che molti abbiano storto il naso di fronte all'umanizzazione di Sherlock è in realtà per me una magnifica fonte di spunti che aggiungono e ampliano la portata drammatica oltre che la comicità ironica della serie. Il ritorno di Sherlock promuove una serie di azioni, di flashback, di considerazioni interne alla serie stessa che forse sì, abbassano il tono drammatico ogni tanto, ma allo stesso tempo lo rendono nuovo. Sono del<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifsSWGwF6piwzopqdM-DyNiRFk-il-dovUX-Cq-B_BxXUakHTzULeXep0mHuYGAv019U-1LZqVNC8QO3GepkFZwOVGDiJy4F3j2oon4DJ58uJ3Wf3knaKEt8DYcWRgDOXzlvpEN8yjF60/s1600/large+(4).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifsSWGwF6piwzopqdM-DyNiRFk-il-dovUX-Cq-B_BxXUakHTzULeXep0mHuYGAv019U-1LZqVNC8QO3GepkFZwOVGDiJy4F3j2oon4DJ58uJ3Wf3knaKEt8DYcWRgDOXzlvpEN8yjF60/s1600/large+(4).jpg" height="320" width="221" /></a></div>
parere che ci saremmo lamentati molto di più se dopo Moriarty, se dopo una presunta morte non fosse successo niente, e saremmo tornati a risolvere crimini con pungente brio e basta. Altro punto a favore della trama orizzontale è l'introduzione del personaggio di Mary Morstan, dedotta fino alla punta dei capelli da Sherlock (come sempre, vedete che è ancora Sherlock?) nella prima puntata, con quel "<i>Liar</i>" che ci accompagna per tutta la stagione, brillante davvero, degna del posto che occupa. E poi appunto Magnussen, in ombra, ma allo stesso tempo ovunque. Per questo, almeno secondo me, la terza stagione mantiene alto il nome della serie grazie ai suoi punti forti. Sherlock, brillante, più umano, è vero, ma questo non compromette niente. Solo nella prima puntata appunto la cosa sembra traballare un po', ma quello è dovuto più che altro a un fanservice piuttosto pretenzioso, come ho già detto. Altro punto forte è il cast, con i nuovi introdotti (come non citare Bill Wiggins), Mycroft ovviamente, e su tutti John che in questa stagione è semplicemente meraviglioso, plauso alla recitazione di Freeman. Un uomo nuovo, o meglio la sua ormai presa cosciente di essere umano dipendente dal pericolo, attivo in questo senso, ancora passivo nel senso che altro non è che il "punto di pressione" di Sherlock. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'intreccio consistente che ormai caratterizza la serie, la rende davvero portatrice sana di dipendenza, punto forte che però in questa terza stagione è incappato in qualche metamorfosi in punto debole, vista l'ovvietà del primo episodio e la risoluzione abbastanza repentina del caso Magnussen, che vien da chiedersi che fretta avevano Moffat e Gatiss mentre sceneggiavano. Ma alla fine io approvo, se non si fosse capito, e per me Sherlock rimane la serie che non si presta a critiche e che non pecca, e se lo fa è solo per acquistare una magnificenza maggiore. Degne di nota sono sicuramente il "<i>Mind Palace</i>" (ragazzi il Mind Palace è unico), la scena di Sherlock ubriaco (<i>Am I the current King of England?</i>), gli interventi di Mycroft ("<i>You saw, but you did not observe!</i>"), quei momenti di fanservice e autocitazionismo che non vogliono saltarti in braccio dicendoti "<i>Guardami, guardami!</i>". </div>
<div style="text-align: justify;">
E giustamente Sherlock e John, che, per quanto siano incastonati in una stagione più emotiva delle precedenti regalano allo spettatore tutto il meglio possibile. E, per sminuire la presunta "entrata in società" del Detective voglio ricordare la sua uscita di scena alla fine della seconda puntata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi, che dire, bastava definire tutto quanto brillante come ho detto. Ed esasperante visto l'apparente ritorno del "Consulting Criminal". Quindi? Un nuovo hype?</div>
</span><br />
<div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-70034660639942443342014-01-09T09:25:00.000-08:002014-01-09T09:25:41.475-08:00Recensione: Chiedi alla polvere - John Fante<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj71rOW6jTrUQLo6tluRWZLcI-lMlx3r17MBHKyPKKodRc2LbX3ycxFM2HlFvEwlcmUe7uKIjil7Lu1dwyurfVsP1ykJpnvgBcQwWqVxFAlkbvAvB1eM7KUx04-O2R611W_yQpOp9FWi8E/s1600/chiedi_alla_polvere.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj71rOW6jTrUQLo6tluRWZLcI-lMlx3r17MBHKyPKKodRc2LbX3ycxFM2HlFvEwlcmUe7uKIjil7Lu1dwyurfVsP1ykJpnvgBcQwWqVxFAlkbvAvB1eM7KUx04-O2R611W_yQpOp9FWi8E/s1600/chiedi_alla_polvere.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Chiedi alla polvere</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>John Fante</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>12.50€</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 18px;">Pagine: <b>260, brossura</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 18px;">Editore: <b>Einaudi (collana Stile Libero)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 18px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 18px;">Trama: </b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Pubblicato per la prima volta nel 1939 è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano, riscoperto in Italia e in Francia alla fine degli anni Ottanta dopo un lungo periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell'autore, giunge in questo romanzo al suo snodo decisivo. L'ironia sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di tutti i sognatori sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle sue ambizioni artistiche e la sua educazione sentimentale dopo l'incontro con la bella e strana Camilla Lopez...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiseKq5IjrED4HwIKW2XEe_GSVJeyaitP4ao2DLAbVrqcBJz-iP3VbqxJIgTANcuDVPu1123kcfb0Ek-WWYy_NDiTpt38aOhk_kLBhaBTpa8Skf9irHreyPlguQuUMPLN_OsYlcVAayuSI/s1600/John-Fante.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiseKq5IjrED4HwIKW2XEe_GSVJeyaitP4ao2DLAbVrqcBJz-iP3VbqxJIgTANcuDVPu1123kcfb0Ek-WWYy_NDiTpt38aOhk_kLBhaBTpa8Skf9irHreyPlguQuUMPLN_OsYlcVAayuSI/s1600/John-Fante.jpg" height="145" width="200" /></a><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><b>L'autore: </b></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">John Fante è nato a Denver (Colorado) l'8 aprile 1909, figlio di un abruzzese emigrato in America nel 1901. Nel 1935 scrive il suo primo romanzo, <i>La strada per Los Angeles</i>, pubblicato postumo nel 1985. Il vero romanzo d'esordio è <i>Aspetta primavera, Bandini</i>, uscito nel 1938. Del 1939 è il suo capolavoro <i>Chiedi alla polvere</i>. Tra gli altri suoi libri ricordiamo <i>Sogni di Bunker Hill</i>, <i>La confraternita dell'uva</i>, Dago Red, <i>La grande fame</i>, <i>A Ovest di Roma,</i> 1933. <i>Un anno terribile</i>,<i> Full of Life</i>, <i>Bravo,</i> <i>Burro!</i>, tutti già pubblicati presso Einaudi Stile libero. John Fante muore l'8 maggio 1983.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Recensione:</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">“<i>Chiedi
alla polvere… Chiedete alla polvere della strada…</i>”, l’esortazione di Fante è
chiara e perentoria, parte dritta dal titolo e riecheggia incalzante per tutto
il romanzo. <span style="font-size: small;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagina
dopo pagina puoi quasi sentirlo mentre ti sussurra a mezza voce: chiedi alla
polvere e forse avrai delle risposte, perché è nella polvere che si annidano le
briciole dei ricordi, le pagliuzze dei sentimenti, le ceneri fuligginose delle
occasioni perdute e mai più dimenticate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
polvere della strada, la sabbia del deserto, sono questi gli elementi in cui si
snoda il romanzo <i>Chiedi alla polvere</i>,
capolavoro del 1939 dell’italo-americano John Fante, probabilmente uno degli
autori più ingiustamente sottovalutati dell’intera letteratura americana
postmoderna. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dopo
decenni di inspiegabile indifferenza da parte della critica ufficiale, solo negli
anni ’70 Fante fu salvato dall’oblio da Charles Bukowski, il quale lo ammirava
a tal punto da riuscire a convincere il suo editore a ripubblicarne l’intera
opera. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Da
allora il suo nome si è sentito più spesso, eppure ancora oggi, parlando di <i>beat</i> <i>generation</i>,
solitamente Kerouac, Ginsberg, Burroughs sono i primi che vengono in mente,
ignorando il fatto che in realtà è proprio da Fante che partì l’ impulso della
mitica “gioventù bruciata”. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Abbiamo
detto che <i>Chiedi alla polvere</i> esce nel
1939, gli Stati Uniti all’epoca erano scossi fin nelle fondamenta del secondo
conflitto mondiale, ma Fante era semplicemente un ragazzo povero figlio di immigrati
italiani, insofferente della guerra così come della società, fuggito dalla
provincia e giunto a Los Angeles per inseguire il sogno di diventare scrittore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per
raggiungerlo decide di iniziare guardandosi dentro, stillando goccia e goccia
il veleno delle proprie inquietudini e riversandolo furiosamente in questo
romanzo autobiografico, il cui protagonista è infiammato dal suo stesso sogno,
ma ha un nome diverso, Arturo Bandini.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A
questo punto accade qualcosa, la storia di Bandini e la biografia di Fante si
fondono insieme, arrivano ad essere indistinguibili, penso che non può essere
andata diversamente, altrimenti non si spiega com’egli sia riuscito a infondere
così tanta vita, incredibilmente vera e bruciante, nell’animo del suo
personaggio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Bandini
infatti è infuocato di passione, è un impavido che non teme la fame e le
rinunce pur di avere ciò che desidera, eppure, a ben guardare, è anche un
codardo, uno che dubita costantemente del proprio talento e che si lascia
travolgere da un mare di paure. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Insomma,
egli è tutto e il contrario di tutto, è un super concentrato di idiosincrasie,
uno scapestrato pieno di difetti che infondo sono un po’ anche quelli di tutti:
è arrogante, saccente, autocelebrativo, narcisista, ma è anche sensibile,
appassionato, comprensivo, generoso. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">È
sbarcato a Los Angeles a borgo di un autobus malfermo, ricoperto di stradi di
polvere, polvere del Wyoming, dello Utah, del Nevada, tutta la polvere dell’
America sulle sue spalle e in testa un’idea fissa: diventare il più grande
scrittore d’ America. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L’immensa
metropoli della West Coast strappata al rigore del deserto fa da sfondo alle
sue peripezie, ma è bene precisare che quella di Bandini non è la Los Angeles
patinata e glam di Hollywood o di Bel Air, di Venice Beach o di Pasadena; no, al
contrario, la sua è una Los Angeles dei bassifondi, fatta di scalcinati caffe e
di locali notturni, di lunghe strade silenziose illuminate dalla luna, con la
polvere degli immigrati depositata lungo i marciapiedi e ai lati vecchie case
cadenti, reliquie di un passato ormai dimenticato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Bandini
vi si muove con andatura incerta, vagabonda qua e là insieme ad altre migliaia
di anime abbandonate, cercando disperatamente uno straccio di idea per il suo
romanzo, senza soldi in tasca, perennemente affamato, eppure spinto avanti da
un’ inesauribile speranza. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tutto
questo finché una sera, casualmente, incontra in un caffè la bella cameriera
messicana Camilla Lopez, da quell’istante la principale fonte di tutte le sue gioie
e di tutti i suoi tormenti. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Camilla
è la miccia e Arturo la dinamite, insieme sono un’ esplosione, una tempesta
tragicomica che si abbatte sull’ignaro lettore. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Eh
sì, perché arrivati a questo punto ci si aspetterebbe di leggere di una storia
d’amore “normale”, di un lento, languido, avvicinamento reciproco, ed invece si
resta spiazzati da una specie di buffo balletto schizofrenico, da un maldestro cercarsi
e respingersi, amarsi e odiarsi, desiderarsi e subito dopo detestarsi, da parte
dei due protagonisti! <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<i><span style="color: #0070c0; line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi baciò ancora una volta e fu come se avesse appoggiato le
labbra su un pezzo di arrosto freddo. Ero disperato. (…) Poi sentii che il suo
disprezzo si stava trasformando in odio e fu allora che comincia a desiderarla.
Evviva, Arturo, gioia e forza, forza e gioia...<o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il
bello della storia tra Arturo e Camilla è che è profondamente vera, trasuda
realismo da ogni poro, lo senti che non stai leggendo una classica fiction
romantica e in buona parte inverosimile, qui c’è tutto quello che succede sul
serio quando si ci innamora, soprattutto per la prima volta: l’incertezza dettata
dalla paura, i sentimenti contrastanti, le montagne russe che ti sballottolano
sù e giù tra euforia e depressione. Sentirsi al settimo cielo quando si è
corrisposti, e odiare selvaggiamente quando si viene respinti, una crudele
beatitudine a cui è difficile sottrarsi, specialmente a vent’anni. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il
tutto è raccontato da Fante con un costante tono umoristico, la sua scrittura guizza
veloce, è semplice e leggera e affetta le pagine con tagliente sarcasmo,
eppure, occasionalmente, riesce anche a riformularsi in autentica poesia, canto
delicato e sofferto di un amore che è soprattutto illusione, che riesce a tirar
fuori tanto il meglio quanto il peggio, che rende vulnerabili e quindi spinge
ad attaccare per difendersi, per non essere feriti. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
meccanica dei sentimenti è un ingranaggio complesso, e Arturo e Camilla ne
ignorano il funzionamento. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sbagliano
i tempi, sbagliano i modi, vanno alla ceca e di conseguenza non fanno altro che
sbandare. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tra
i due il più imprevedibile è certamente lui, il tenace antieroe Arturo Bandini,
lo scrittore folle e disperato che ama lei ma va a letto con un'altra, che
vorrebbe farle complimenti e invece sputa fuori burbere sentenze, che sperpera
i suoi primi guadagni per dei vestiti nuovi ma poi li butta perché si sente a
suo agio con quelli strappati e vecchi, che vorrebbe fare il duro con alcool e
droghe, ma poi si rifugia a pregare Dio in preda al panico per i sensi di
colpa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">È
piuttosto incoerente, Arturo Bandini, e fragile nella sua incoerenza, e spassoso
nella sua maldestra ricerca dell’amore e insieme del suo grande, seducente
quanto effimero, american dream.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Le
cose si complicano quando entra in scena il suo rivale, il bel barista Sammy,
del quale Camilla si innamora, scatenando la sua gelosia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Come
si vede è una storia fondamentalmente semplice, classica se vogliamo, eppure credo
che in pochi avrebbero saputo raccontarla così bene com’è riuscito a fare John
Fante: mescolando vivacità e umorismo con profondità e introspezione,
tracciando una geometria di parole insieme divertente e drammatica. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Inoltre,
in <i>Chiedi alla polvere</i> sono già
contenuti in nuce tutti gli elementi della scrittura <i>beat</i>: l’energia febbrile e
la filosofia di vita <i>bruciata </i>delle pagine
di Kerouac, il grumo di alcool, sesso e disperazione delle folli storie di
Bukowski, c’è già tutto, ma nello stesso tempo non c’è ancora niente, perché la
grande differenza tra Fante e i successivi autori <i>beat</i> è che lui non si prende mai troppo sul serio! <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Fante
è incredibilmente bravo a smorzare le sue bestemmie e grida di dolore in una
risata caustica e irriverente; e pur parlando di polvere, la tanta polvere
delle strade d’ America che occulta, soffoca e seppellisce i sogni, non riesce a
rinunciare del tutto a un moto di speranza, a quella luminosa sensazione di
vita e di libertà che solo la gioventù ci può dare. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<i><span style="color: #0070c0; line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Polvere in bocca, polvere nell’anima, via dalla </span>gente polverosa e verso il verde oceano, via
con una ragazza vestita di verde fino a Long Beach…</span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<i><span style="color: #0070c0; line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgidqgPRa2D2C7rPvBUUzQ1BNzPy2MPsm5_AYtLU0TrdHXvGtyjC2zlrOrHpc7IADBVzsGsN3KAKqakHCeZmLX3YQtzD2fx4XUQevEtAds-wV7Q05DMWcmh6LDHzgAW-SfTpk7Xc9Ezpgo/s1600/986738_10202508423097750_643140301_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgidqgPRa2D2C7rPvBUUzQ1BNzPy2MPsm5_AYtLU0TrdHXvGtyjC2zlrOrHpc7IADBVzsGsN3KAKqakHCeZmLX3YQtzD2fx4XUQevEtAds-wV7Q05DMWcmh6LDHzgAW-SfTpk7Xc9Ezpgo/s1600/986738_10202508423097750_643140301_n.jpg" height="70" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-33224729165514931382014-01-08T04:46:00.000-08:002014-01-09T04:41:10.439-08:00Cinephilia: The Butler. Un maggiordomo alla Casa Bianca.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUd7hiWooyRgC7wE4ZahZsKkrbyGv-ubG1VGu50emuDDS-QmSdT17T995fz4-uEmIXahnrFiVTQ-K-cauIZRC_VCwwQUHFZqaHAhiDdn3A597jZy7__WrT5VwrtzgwpCG0caV9zfw9KiQ/s1600/ButlerArtisticPosterNewfinal590full2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL7HeMZJ1Tbw7y5pDG72h-EWHwTkN7NAXVWADtWg53rnxgrP_Eux6vmfQv7xEXdsepD6ToKlUcs-K1BPopxbg3XkvLMdw5ee6Sze-Kj13-JIjIZihQvN5EDmKwkVzbgl2zpwPAolI5RWY/s1600/banner_cinephilia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL7HeMZJ1Tbw7y5pDG72h-EWHwTkN7NAXVWADtWg53rnxgrP_Eux6vmfQv7xEXdsepD6ToKlUcs-K1BPopxbg3XkvLMdw5ee6Sze-Kj13-JIjIZihQvN5EDmKwkVzbgl2zpwPAolI5RWY/s1600/banner_cinephilia.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUd7hiWooyRgC7wE4ZahZsKkrbyGv-ubG1VGu50emuDDS-QmSdT17T995fz4-uEmIXahnrFiVTQ-K-cauIZRC_VCwwQUHFZqaHAhiDdn3A597jZy7__WrT5VwrtzgwpCG0caV9zfw9KiQ/s1600/ButlerArtisticPosterNewfinal590full2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUd7hiWooyRgC7wE4ZahZsKkrbyGv-ubG1VGu50emuDDS-QmSdT17T995fz4-uEmIXahnrFiVTQ-K-cauIZRC_VCwwQUHFZqaHAhiDdn3A597jZy7__WrT5VwrtzgwpCG0caV9zfw9KiQ/s1600/ButlerArtisticPosterNewfinal590full2.jpg" height="320" width="216" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Un afro-americano è testimone oculare di importanti eventi del ventesimo secolo, durante il suo mandato come maggiordomo alla Casa Bianca. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Il film è l'adattamento cinematografico dell'articolo di giornale <i>A Butler Well Served</i> <i>by This Election</i> scritto dal giornalista Wil Haygood e pubblicato sul The Washington Post, che narra la vicenda di Eugene Allen, maggiordomo della Casa Bianca per più di trent'anni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Cecil è nato negli anni ‘20 in un campo di cotone, figlio di schiavi di colore, e ha dovuto imparare fin da piccolo come comportarsi per sopravvivere in un mondo dove i bianchi considerano i neri poco più che degli animali. In seguito all’uccisione del padre per mano del proprietario della tenuta – e alla violenza subita dalla madre che l’ha condotta alla pazzia – Cecil viene tolto dai campi e trasformato in quello che la padrona definisce un “negro di casa”, ovvero un cameriere. Raggiunta la maggiore età, Cecil decide di lasciare la tenuta e avventurarsi nel mondo, ma le cose non sono così semplici come credeva: ben presto comincia a soffrire la fame, perché nessuno vuole dargli un lavoro né tanto meno aiutarlo. Una notte, disperato, ruba del cibo introducendosi illegalmente in una sala da pranzo; viene scoperto dal maggiordomo, il quale decide di assumerlo e di insegnargli non solo il mestiere, ma anche la vita. Dopo diversi anni, Cecil è diventato ormai un ottimo maggiordomo, degno del suo maestro: viene assunto all’hotel Excelsior di Washington, dove viene notato dal capo Cerimoniere della Casa Bianca, il quale lo chiamerà a servire il Presidente (ai tempi Eisenhower); nel frattempo Cecil ha sposato Gloria e ha avuto due figli, Louis e Charles; il primo interessato alla politica ed alle lotte per la liberazione dei neri, il secondo invece più conformista e patriottico. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il film racconta con una sorta di patina agrodolce la storia di questa famiglia e dell’America dagli anni ’20 fino ai giorni nostri, attraverso lo sguardo semplice di Cecil; sfiora senza mai approfondire, i grandi eventi che hanno rivoluzionato la società e la politica degli USA: la guerra nel Vietnam, l’uccisione di Kennedy, le dimostrazioni per i diritti umani finite nel sangue, il ku-klux-klan, Martin Luther King, il suo assassinio e tanti altri fatti storici, scorrono in modo tanto leggero che quasi non si percepiscono (altri vengono del tutto taciuti). Interessante è la tematica dello scontro generazionale: Cecil, nato e cresciuto con l’idea che fosse quello il suo unico ruolo nella vita, si scontra duramente con il figlio Louis quando questi comincia a lottare prima insieme ad altri studenti dell’università che frequenta, poi con i Black Panthers. Eppure, fra tragedie familiari e il duro lavoro alla Casa Bianca, Cecil invecchia e il suo pensiero, il suo modo di vedere le cose cambia lentamente ma inesorabilmente. Egli comincia a lottare per i propri diritti anche se in modo differente dal figlio. È stato un film che ho apprezzato solo in parte: la narrativa è piacevole, in due ore vediamo quasi novant’anni di storia (forse comprensibili appieno solo da chi li ha vissuti in prima persona), ci sono attori di tutto rispetto. Tuttavia, ho trovato che gli autori abbiano esagerato nell'edulcorare certi avvenimenti, così come ho avuto l’impressione che si trattasse dell’ennesimo film di propaganda eccessivamente impegnato di patriottismo tipicamente americano. Una sorta di patinata aggiunta al quadro iniziato con il tarantiniano <i>Django </i>e proseguito dal <i>Lincoln</i> di Spielberg.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Consigliato a chi ama i film storici, purché non abbia troppe pretese.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQpS2_xREhnqEibycgiS8uPAotRkk9zitosseTcAXf1RQt7U6AVKUhY0Ww0NoKBX_ePG7507MnbMz5d05bl_BTWw3ngD0vCH4fdpiTOFXCJ5kRgYdaLgiewSGf6YUhmAAOpzPZPRBM3Zc/s1600/1418308_10202508423057749_400688210_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQpS2_xREhnqEibycgiS8uPAotRkk9zitosseTcAXf1RQt7U6AVKUhY0Ww0NoKBX_ePG7507MnbMz5d05bl_BTWw3ngD0vCH4fdpiTOFXCJ5kRgYdaLgiewSGf6YUhmAAOpzPZPRBM3Zc/s1600/1418308_10202508423057749_400688210_n.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-15100405451302054822013-12-29T13:59:00.000-08:002014-01-18T19:14:30.144-08:00Best of 2013: Libri, Film e Serie TV <div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Bene, siamo quasi alla fine dell'anno e, come ogni anno, tutti sembrano essere colti dall'insana voglia di fare liste. Anche il sottoscritto, che quando si parla di insane voglie è sempre pronto all'appello. Ovviamente non si tratta di una lista di buoni propositi, dato che finisco sempre per non mantenerli.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>I migliori 3 libri letti:</u></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u><br /></u></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj46PXVa5V-WLzrt6CpF7Xcf-xXZdwXkma4p10H799QCG46JbLFr5-zJaztZK1OWRFrUBa1kdmUysncawe7Ib17vrHmH1Ek_jHPtx0YE33rEA1sCW014jK0pmOM-XAeXjQYNsSyS6aKGyo/s200/978-88-07-03043-7.jpg" height="200" width="125" /> <img src="http://3.bp.blogspot.com/-naybdw9naBo/UXLSmPzI7nI/AAAAAAAAEwY/eLwp3Qm283A/s200/-il-posto-dei-miracoli-.jpeg" height="200" width="126" /> <img src="http://www.napoligaypress.it/wp-content/uploads/2013/12/le-cose-cambiano-copertina-piatta.jpg" height="200" width="129" /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Chiedi alla luna, Nathan Filer -</b> Si tratta dell'ultimo romanzo letto e non avrei potuto chiedere di meglio per concludere l'anno. Tutti i pregi di questo libro possono essere riassunti in una parola: Matthew. Lui è il protagonista, affetto da una malattia mentale, nonché la voce narrante della quale noi seguiamo il flusso di coscienza. Nathan Filer riesce a dar vita ad uno dei personaggi più <i>incasinati,</i> interessanti e reali che mi sia mai capitato di incontrare e grazie alla sua voce tocca tutti i temi fondamentali della vita umana: il dolore, la malattia, l'amore, la famiglia, la morte, l'elaborazione del lutto. Il tutto dando una grande prova di scrittura creativa. Purtroppo mi sono ripromessi di essere breve, quindi vi rimando alla recensione che ne farò a breve (sarà difficile, già lo so). Ma voi fidatevi sulla parola e correte in libreria a recuperarlo.</span></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Il posto dei miracoli, Grace McCleen - </b>Di questa piccola perla letteraria <a href="http://sanguedinchiostro.blogspot.it/2013/07/recensione-il-posto-dei-miracoli-grace.html">ho già ampiamente parlato qui</a>. Un esordio davvero invidiabile: delicato, toccante, profondo, scritto divinamente. </span></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Le cose cambiano, AA.VV. - </b>Questo libro nasce da un progetto di matrice americana, <a href="http://www.itgetsbetter.org/" style="font-style: italic;">It Gets Better</a>, successivamente esportato qui in Italia con il nome de <a href="http://www.lecosecambiano.org/"><i>Le cose cambiano</i></a> dalla casa editrice ISBN in collaborazione con Il Corriere della sera. Si tratta di una raccolta di testimonianze di celebri autori, politici, psicologi, fumettisti e gente normalissima e di varia nazionalità che hanno voluto dare il loro contributo alla lotta contro l'omofobia, in particolare quando quest'ultima si scaglia contro giovani ragazzi LGBTI. Si tratta di un grande atto d'amore e speranza, è un modo per dire <i>"Non sei solo, andrà meglio, le cose cambiano</i>". Tra i partecipanti vi sono nomi come Walter Siti, Barack Obama, David Cameron, Aldo Busi, Hillary Clinton e Michael Cunningham. Non si tratta sicuramente del libro oggettivante più bello letto nel 2013, ma è sicuramente un libro che ha dato un'importante svolta alla mia vita e per questo ho deciso di inserirlo in questa lista. Parleremo ancora de <i>Le Cose Cambiano</i> perchè trovo che sia importante che un'iniziativa come questa non passi inosservata.</span></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7635178420170965645" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
<b><u><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">I migliori 3 film visti:</span></u></b></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
<b><u><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></u></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img src="http://mr.comingsoon.it/imgdb/locandine/big/48806.jpg" height="200" width="140" /> <img height="200" src="http://teniesonline.ucoz.com/_ld/57/81226321.jpg" width="139" /> <a href="http://0707c778e0f1481535fe-36b693bb9065cd15445b260c56542cbf.r55.cf2.rackcdn.com//assets/9b07bf94-2ba3-11e3-af40-bc764e10b52f.jpg" imageanchor="1"><img border="0" src="http://0707c778e0f1481535fe-36b693bb9065cd15445b260c56542cbf.r55.cf2.rackcdn.com//assets/9b07bf94-2ba3-11e3-af40-bc764e10b52f.jpg" height="200" width="135" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Il grande Gatsby - </b>Visto subito dopo aver letto il romanzo, <i>Il Grande Gatbsy,</i> non ha affatto deluso le aspettative che giustamente mi ero costruito. Baz Lhurman dimostra che la chiave del trasportare su pellicola i grandi capolavori della letteratura non sta solo nella fedeltà ad ogni singola scena quanto nella reinterpretazione registica. I colori scintillanti, le atmosfere sfarzose, la colonna sonora, il cast... tutto in questo film è assolutamente indimenticabile ed eccezionale. Lo rivedrei mille e mille volte ancora.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Blue Jasmine - </b>Ovvero la crisi secondo Woody Allen. Una commedia amara con una protagonista eccezionale interpretata da una Cate Blanchett da Oscar. Il film si snoda in un alternarsi di passato e presente, ricchezza e povertà, New York e Brooklyn, in una brillante girandola di eventi tragicomici. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>La ragazza di fuoco - </b>Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo, secondo capitolo della trilogia di Suzanne Collins. Che dire? Spettacolare nella realizzazione, impeccabile nella sceneggiatura e splendidamente recitato. Come per il primo film posso affermare senza alcun dubbio che non si tratta dell'ennesimo blockbuster commerciale, raffazzonato e messo insieme solo per attirare orde di adolescenti al cinema. Jennifer Lawrence continua a dimostrarsi un'attrice di indubbio talento, in grado di entrare nel personaggio e renderlo suo, concentrando su di sé l'attenzione di ogni spettatore in sala. La critica sociale è molto marcata e lo indirizza ben oltre la restrittiva fascia "per ragazzi". Inoltre alcuni elementi che non mi erano piaciuti nel romanzo sono stati fortunatamente tagliati nel film, mentre sono state aggiunte altre piccole ma interessanti novità.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u>Le meglio 3 serie TV scoperte: </u></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img src="http://www.badtv.it/wp-content/uploads/2013/01/the-americans-poster-enorme.jpg" height="200" width="132" /> <img src="http://images.movieplayer.it/2011/08/19/la-locandina-di-homeland-212118.jpg" height="200" width="137" /> <img src="http://cdn.tempi.it/wp-content/tgallery/01_2012/new_girl_xlg.jpg" height="200" width="135" /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>The Americans & Homeland: </b>Mai avrei pensato di appassionarmi ad una serie TV sullo spionaggio. Figuriamoci a ben due. Invece è successo, perchè <i>The Americans</i> e <i>Homeland </i>vanno ben oltre la semplice spy story: il loro punto forte sono i personaggi e il modo in cui vengono accuratamente approfonditi, le loro vite, la loro devozione alla patria, i sacrifici a cui devono sottomettersi per un ideale superiore, nonché la propensione umana verso la famiglia, l'amore e l'autoconservazione, il labile confine tra male e bene, buoni e cattivi, giusto e sbagliato. Sia <i>Homeland </i>che <i>The Americans</i>, con la loro qualità, sono un lampante esempio del perchè le serie TV americane siano ormai una forma di non-solo-intrattenimento così seguita e celebrata da tutto il mondo. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>New Girl</b>: Zoey Deschanel. E potrei anche concludere qui. Perché è lei il punto forte di questa frizzate sit-com che riprende una tradizione iniziata con <i>Friends</i> e rinnova il tutto con una protagonista bizzarra, fuori di testa, estroversa, solare e incredibilmente spassosa. Accompagnata ovviamente da dei validi co-protagonisti che inizialemente sono delle semplici macchiette già viste, ma si caricano di comicità e spessore puntata dopo puntata. Una perfetta serie scaccia-crisi da tenere sempre a portata di <i>click</i>.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Cosa ne pensate di questa lista? Ovviamente mi aspetto di conoscere le vostre.</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Oh, e felice anno nuovo!</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqEa3rRErAUfCeWPpYYaZTqnOOqzCU7UNAFv0FNTdD133sBv6Pz0Z2odafiw1BFoCUqzlWDJ1iDEKF-dwknfBxO5f9_iPTFn4WG43tgPHRrDh_z5cslbhHNIprRuWP5IO6r8weFt89jU/s1600/Leo.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-24293608818233600162013-12-20T07:27:00.001-08:002014-01-09T13:30:19.478-08:00Recensione: La rivincita di Capablanca - Fabio Stassi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1mpZ9Cl_wtUqw4Wc-odN_neFZJn7m_5hropK8K8Y-jQZhPt_dMhFH4tGfCu1M_ORPUf8t4C941Fcl0IUgcchbJnOb8SLjwVlNawvGOz5Dbp5UtOK_ZmC-NPGLJiqu8OlORE2FEf322Dw/s1600/34stassi2g.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1mpZ9Cl_wtUqw4Wc-odN_neFZJn7m_5hropK8K8Y-jQZhPt_dMhFH4tGfCu1M_ORPUf8t4C941Fcl0IUgcchbJnOb8SLjwVlNawvGOz5Dbp5UtOK_ZmC-NPGLJiqu8OlORE2FEf322Dw/s320/34stassi2g.jpg" height="320" width="231" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo:<b> La rivincita di Capablanca<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Fabio Stassi<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>11,50 €</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>203, brossura</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Minimum Fax<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Trama: </span></b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Fabio
Stassi racconta la storia di José Raùl Capablanca, che fu bambino prodigio e
conquistò il titolo di campione del mondo di scacchi nel 1921. Amato dalle
donne e rispettato dagli avversari, almeno fino a quando non fu scaraventato
giù dal trono troppo presto per mano di un suo ex amico, Aleksandr Aljechin, il
miglior giocatore di Russia: uno disposto a tutto per gli scacchi, fuggito
dalla rivoluzione d'ottobre e approdato in seguito alla corte dei gerarchi
nazisti. La storia di Capablanca è la storia del loro duello. L'offesa di una
seconda occasione sempre rinviata, come spesso è la vita</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHNbX-yN2em3d4ZmcW0eyKV5MYF54hM4JXB8Ga_qggzAkr1_F8DPi77qTdK5fS5W5yOihC8Ab-l9_zQtAochlFXAefVmu7ec4tadAWYBhQLogrKrN8IuLbJ2bFE90CMuOh8dfNQq9b1do/s1600/3078-3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHNbX-yN2em3d4ZmcW0eyKV5MYF54hM4JXB8Ga_qggzAkr1_F8DPi77qTdK5fS5W5yOihC8Ab-l9_zQtAochlFXAefVmu7ec4tadAWYBhQLogrKrN8IuLbJ2bFE90CMuOh8dfNQq9b1do/s200/3078-3.jpg" height="133" width="200" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>L'autore: </b></span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Fabio
Stassi (1962), di origini siciliane, vive a Viterbo e lavora a Roma in una
biblioteca universitaria. Scrive sui treni. Nel 2006 ha pubblicato il
romanzo </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Fumisteria</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> (GBM, premio Vittorini Opera Prima 2007).
Per minimum fax: </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">È finito il nostro carnevale</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> (2007), </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">La
rivincita di Capablanca</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> (2008) e </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Holden, Lolita, Živago e gli
altri</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> (2010). Un suo racconto è stato inserito nella
raccolta </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Articolo I. Racconti sul lavoro (Sellerio, 2009)</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">. Nel
2012 è uscito per Sellerio </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’ultimo ballo di Charlot </i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">(Premio
Cielo d'Alcamo 2012).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="font-size: large;">Recensione</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #e69138;">Il talento è un
dono fragile, e si perde anche.</span><o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">José
Raúl<b> </b>Capablanca è stato uno scacchista cubano, detentore del titolo di
campione del mondo dal 1921 al 1927, prima che un suo vecchio amico, Aleksandr
Aljechin , gli strappasse il titolo senza più concedergli la possibilità di
affrontarlo in una partita per riconquistarlo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Stassi
raccoglie l’eredità spirituale del lavoro di Gesualdo Bufalino, morto in un
incidente stradale prima di poter concludere il suo romanzo sulla vita di
Capablanca: il giovane autore, prendendo spunto dallo scacchista e da molti
avvenimenti della sua vita, non crea necessariamente una storia diretta gli
amanti del mondo degli scacchi, ma riesce a mettere in piedi su un piccolo
palcoscenico una storia universale, che ha come protagonista un personaggio affascinante,
complesso e tormentato, che ha vissuto un’esistenza così intensa che viene
naturale paragonarla ad una feroce partita su quelle caselle bianche e nere che
furono il suo piacere e il suo tormento. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="color: #e69138; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Perché gli scacchi
non sono semplicemente un gioco.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="color: #e69138; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sono guerra,
teatro e morte. Cioè, tutt’intera, la vita.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 10.0pt;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #e69138;"><b>Gesualdo Bufalino</b></span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Stassi
fonde il vero Capablanca con quello nato dalla sua penna, rendendo difficile capire
dove finisce la realtà ed inizia la finzione: il romanzo è un lungo viaggio
nella memoria, con Capablanca che ripercorre gli eventi cruciali della sua vita
mentre è impegnato in una partita a scacchi contro un americano. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un
viaggio della memoria che ci riporta ad un José Raúl<b><span style="background-color: white; font-size: 10pt;"> </span></b>bambino,
un prodigio degli scacchi impossibile da allontanare dalla scacchiera: non c’è
punizione o rimprovero materno che impedisca a questo genio in miniatura, che
non posso fare a meno di immaginare come un ragazzino taciturno e perennemente
in disparte, di scappare al circolo degli scacchi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
narrazione lo vede poi adulto, come un giovane studente a New York, dove solo
la fama che circonda il suo nome precede la meraviglia che uomini e donne,
scacchisti e non, provano quando vedono quest’uomo, che ancora una volta non
posso fare a meno di immaginare come un gentiluomo piacente, distinto ed elegante,
dall’aria intelligente che ama discutere di politica. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Forse
il vero Capablanca non era così: forse la gente non ammutoliva davvero quando
entrava in una stanza. Forse non era così elegante come la mia fantasia se lo
immagina. Ma rimane il fatto che Stassi ha una penna abbastanza potente da
prendere la realtà, trasformarla in finzione, e fartela passare di nuovo per
realtà.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quello
di Capablanca è un sano impegno nel gioco, che però appare spesso molto più
simile ad un’ossessione vera e propria; una intelligenza sfrenata che ama
mettersi alla prova nell’elaborare strategie, nel ricercare l’eleganza nelle
mosse di quei pezzi così immutabili nei loro movimenti, ma capaci di creare i
più vari campi di battaglia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ma
la sua passione ha anche dei lati oscuri, come quelli guidati dall’indomabile
desiderio del cubano di primeggiare, quasi spinto da una forma di deferenza nei
confronti del suo stesso talento, di quel dono che ha scoperto per caso di
avere da bambino, quando imparò l’arte degli scacchi in soli tre giorni
guardando il padre: anche i suoi anni d’oro sono venati dal terrore che la sua
bravura non venga debitamente riconosciuta o che rimanga sottovalutata non
venendo messa adeguatamente alla prova. Per questo motivo agognerà per sempre
lo scontro con Aljechin e per lo stesso motivo si tormenterà per non aver
raggiunto il suo obiettivo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Capablanca
mette in fila nella sua mente tutte le grandi partite, le grandi sfide
personali e professionali, le storie d’amore, gli incontri e gli scontri con la
famiglia, e tutto ciò avviene mentre la partita con l’americano è ancora in
corso: un racconto allo stesso tempo ricco e privo di dialoghi, con le parole
pronunciate dai personaggi che si intervallano direttamente alla narrazione,
senza essere annunciati da nessuna virgoletta, ma che arrivano al lettore come
probabilmente farebbero i discorsi del nostro passato, se fossimo noi a
raccontarci la nostra vita.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un
racconto spesso rapido, ma a tratti più lento e riflessivo, come se Capablanca
prendesse un attimo di respiro dal gioco ma soprattutto dalla propria vita. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="color: #e69138; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Non c’è esperienza
più incomprensibile che l’odio irragionevole di un altro uomo.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un
libro che in poche pagine plasma la figura di un uomo che sembra decisamente
frutto di una sfrenata fantasia, piuttosto che il riflesso, seppur romanzato,
di una persona reale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un
romanzo lirico, intenso, profondo, potente che apre spiragli sui sentimenti di
un grande personaggio che, all’ombra dei grandi avvenimenti storici del suo
tempo, costruiva e lottava la sua battaglia personale contro se stesso e contro
il suo nemico giurato, ma amico di un tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Anche
se non masticate molto termini come <i>arrocchi</i> e <i>scacchi al re</i>, <i>La
rivincita di Capablanca</i> rimane lo stesso un romanzo molto consigliato, che
riesce a toccare temi universali come la sconfitta e la rivincita, le passioni
e le ossessioni, gli amori, l’odio e i sogni di tutti…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #e69138;"><i>Cosa sogna un
pedone?, gli aveva chiesto il russo, e allora era parsa a entrambi una
questione divertente. Adesso, a tanti anni di distanza, la faccenda gli suonava
più misteriosa, e ostile. E per poco, in questa camera arredata con umiltà,
ebbe l’impressione di aver capito. Cambiare natura. Raggiungere l’ottava
traversa. Non rassegnarsi all’infelicità del proprio stato. La chiave di tutto
era nell’ansia di una metamorfosi, nel</i><span style="font-size: 15pt;"> </span></span><i><span style="color: #e69138;">sogno
dei pedoni di diventare regine.</span><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">…
persino quelli di un pedone. </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img801/9380/metmacchia.png" /><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq0uICnMbBvIbiWNXFvsue5kR_djtYZG8O4pBsspPny_PyV6IKDaPFBu2eSxaUn5RsRa25FrBfx7VoEU0jVMqkQ13oNs_YEJpySsDDqu1-YvG8tvvOxWUF6AoEMCZtZbVsk_FvsQdMOHk/s1600/1470914_10202953276498807_1861843311_n.jpg" height="70" width="320" /></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-76116350067645618452013-12-10T15:08:00.001-08:002013-12-11T14:16:55.476-08:00Autori che incantano la critica: alcuni dei romanzi più interessanti della letteratura d'oltreoceano del 2013.<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><b>La letteratura d'oltreoceano è innegabilmente un terreno molto fertile per la nascita di nuove e talentuose penne</b>, specialmente se si parla di letteratura americana<b>.</b> In particolare per quest'ultimo caso non si tratta solo di esordi alla “<i>mordi e fuggi</i>”, ma di
autori che riescono ad affermarsi e divenire nomi riconosciuti dai lettori e
dalla critica, basti vedere casi come quello di Jonathan Franzen, Jennifer
Egan, Elizabeth Strout, Richard Cunningham, Aimee Bender o, tra gli ultimi
arrivati, J. R. Moheringer. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Ogni anno l’editoria mondiale sforna un numero impressionante di pubblicazioni, ma spesso ci si ricorda
fin troppo delle mode virali e passeggere e si finisce per dare meno rilevanza
a chi merita davvero. Per questo motivo voglio offrirvi una breve panoramica su
alcuni degli ultimi romanzi più interessanti d’oltreoceano: ovviamente spero
che gli editori italiani li traducano tutti il prima possibile.<b> Per la mia
ricerca mi sono affidato alle recensioni del New York Times e di qualche altro
giornale autorevole, nonché ai principali premi letterari e alle loro nomine.
</b>Personalmente, ho preferito concentrarmi più sulle opere di autori meno conosciuti nel
Vecchio Continente, anche se <b>il 2013 ha portato in libreria anche alcune grandi
conferme come gli ultimi romanzi di Dave Eggers, Joyce Carol Oates e Thomas Pynchon.</b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKX1o0qVye6PW-8sLgjeOFRsRp7iqL-5_HX7BC_piIKx4u_GpLPK_b6nLH3zIYOQkxQb0QLvLBWC924t8-ICbde4QM8j-IP6yeTIlySIDu3SRW5DTQ28m4Jz-dM_GFLe0O5zj4At0eHFg/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKX1o0qVye6PW-8sLgjeOFRsRp7iqL-5_HX7BC_piIKx4u_GpLPK_b6nLH3zIYOQkxQb0QLvLBWC924t8-ICbde4QM8j-IP6yeTIlySIDu3SRW5DTQ28m4Jz-dM_GFLe0O5zj4At0eHFg/s200/download.jpg" width="132" /></a><v:shapetype coordsize="21600,21600" filled="f" id="_x0000_t75" o:preferrelative="t" o:spt="75" path="m@4@5l@4@11@9@11@9@5xe" stroked="f">
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<w:wrap anchorx="margin" anchory="margin" type="square">
</w:wrap></v:imagedata></v:shape><span style="font-family: "Georgia","serif";">Uno dei titoli più accattivanti di tutti è sicuramente <b><i><a href="http://www.nytimes.com/2013/10/17/books/review/eleanor-cattons-booker-prize-winning-luminaries.html">The Luminaries</a>
</i></b>di Eleanor Catton, che grazie a questo suo secondo romanzo è divenuta <b>la più giovane vincitrice del Man Booker
Prize</b>. Si tratta sicuramente di un libro complesso e non solo per la mole
di ottocento pagine e passa, ma specialmente per i misteri, gli intrighi, i fraintendimenti, le cospirazioni e la miriade di personaggi minuziosamente
caratterizzati che ruotano ad una storia d’amore ambientata in Nuova Zelanda
intorno al 1866. La lettura di questo libro non sembra affatto una sfida per
chiunque, ma a quanto pare le incredibili doti narrative dell’autrice neozelandese valgono
assolutamente almeno una prova. <b><u>Arriverà
in Italia nel 2014 per Fandango.<o:p></o:p></u></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><b><u><br /></u></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<v:shape alt="Descrizione: C:\Users\Leo\Desktop\9781594486340_custom-7634a3cafb37cbab43f07b8b8f14d29ef4d795f7-s6-c30.jpg" id="Immagine_x0020_2" o:spid="_x0000_s1032" style="height: 133.25pt; left: 0; margin-left: 394.4pt; margin-top: 392.5pt; mso-height-percent: 0; mso-height-percent: 0; mso-height-relative: margin; mso-position-horizontal-relative: margin; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: margin; mso-position-vertical: absolute; mso-width-percent: 0; mso-width-percent: 0; mso-width-relative: margin; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 88.75pt; z-index: 251659264;" type="#_x0000_t75">
<v:imagedata o:title="9781594486340_custom-7634a3cafb37cbab43f07b8b8f14d29ef4d795f7-s6-c30" src="file:///C:\Users\Leo\AppData\Local\Temp\msohtmlclip1\01\clip_image002.jpg">
<w:wrap anchorx="margin" anchory="margin" type="square">
</w:wrap></v:imagedata></v:shape><b><u><span style="font-family: "Georgia","serif";"><o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD3dmOO1XGdThllJ2zuF1vS6kBqeI93YwgyKyQOpKDWuaa3pUwrKePjMsiGQiN9fqrbjcnVfWKFGjTm9iXJmNJR8AK9RpOuug1ipSZeYsj5Tf6CL0USayhI9eOOGjXdBrF9ysuwZcSan0/s1600/9781594486340_custom-7634a3cafb37cbab43f07b8b8f14d29ef4d795f7-s6-c30.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD3dmOO1XGdThllJ2zuF1vS6kBqeI93YwgyKyQOpKDWuaa3pUwrKePjMsiGQiN9fqrbjcnVfWKFGjTm9iXJmNJR8AK9RpOuug1ipSZeYsj5Tf6CL0USayhI9eOOGjXdBrF9ysuwZcSan0/s200/9781594486340_custom-7634a3cafb37cbab43f07b8b8f14d29ef4d795f7-s6-c30.jpg" width="132" /></a><b><span lang="EN-US" style="font-family: "Georgia","serif"; mso-ansi-language: EN-US;">Vincitore del National Book Award </span></b><span lang="EN-US" style="font-family: "Georgia","serif"; mso-ansi-language: EN-US;">è invece <b><i><a href="http://www.nytimes.com/2013/08/18/books/review/james-mcbrides-good-lord-bird.html">The Good Lord Bird</a> </i></b>di James McBride. </span><span style="font-family: "Georgia","serif";">Questa
volta siamo nel Kansas e seguiamo le vicende di uno schiavo liberato che si
intrecciano a quelle dell’abolizionista John Brown. James McBride sembra
rievocare perfettamente la Storia con una scrittura fresca e magistrale,
personaggi indimenticabili e, secondo il New York Times, <b>evoca gioia pura ad ogni
pagina come un moderno Mark Twain.</b> In Italia di James McBride è arrivato per
Rizzoli sia <i>Miracolo A Sant’Anna </i>e <i>Il colore dell’acqua</i> ma nessuno dei due
ha ricevuto il successo ottenuto in patria e sono tutt’ora di difficile
reperibilità. Speriamo in meglio per questa sua ultima fatica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIcqc6Ntry4xgTk94uVJQY-FAuLIFzbRbrqfkgYvx10d5mO-uz_Dv_IquTZ9Rcx157Ss9ua64405d5X3YqiCpt928v3RYFU32NnKsWZ7dNHe9wecoc7uBvUHa5AFF3sFto47_EqmHaEfM/s1600/goldfinch-large.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIcqc6Ntry4xgTk94uVJQY-FAuLIFzbRbrqfkgYvx10d5mO-uz_Dv_IquTZ9Rcx157Ss9ua64405d5X3YqiCpt928v3RYFU32NnKsWZ7dNHe9wecoc7uBvUHa5AFF3sFto47_EqmHaEfM/s200/goldfinch-large.jpg" width="128" /></a><v:shape alt="Descrizione: C:\Users\Leo\Desktop\goldfinch-large.jpg" id="Immagine_x0020_3" o:spid="_x0000_s1031" style="height: 148.65pt; left: 0; margin-left: -1.6pt; margin-top: 544.9pt; mso-height-percent: 0; mso-height-percent: 0; mso-height-relative: margin; mso-position-horizontal-relative: margin; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: margin; mso-position-vertical: absolute; mso-width-percent: 0; mso-width-percent: 0; mso-width-relative: margin; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 96.5pt; z-index: 251660288;" type="#_x0000_t75">
<v:imagedata o:title="goldfinch-large" src="file:///C:\Users\Leo\AppData\Local\Temp\msohtmlclip1\01\clip_image003.jpg">
<w:wrap anchorx="margin" anchory="margin" type="square">
</w:wrap></v:imagedata></v:shape><span style="font-family: "Georgia","serif";">Altro grande romanzo
americano dell’ultimo anno di cui è
impossibile non parlare è il ritorno di <b>Donna
Tartt</b>, autrice già conosciuta in Italia specialmente per quello che sembra
essere il suo primo capolavoro, <i>Dio di
Illusioni</i>. La sua ultima fatica si intitola <b><i><a href="http://www.nytimes.com/2013/10/13/books/review/donna-tartts-goldfinch.html">The Goldfinch</a></i></b>, lodata
dallo stesso <b>Stephen King </b>come “<i>una rarità che arriva una mezza dozzina di
volte per decennio, un romanzo scritto elegantemente che si connette con il cuore
e con la mente</i>”. <i>The Goldfinch</i>, <b>inserito dalla redazione del The New York Times tra i dieci migliori
romanzi dell’anno</b>, è la storia di un ragazzo newyorkese che al giorno d’oggi
si definirebbe “complicato”, Theo Decker, e del modo in cui la sua vita cambia quando
si imbatte in un quadro che lo segnerà profondamente. <b><u>Esce in Italia in primavera per Rizzoli con il titolo <i>Il cardellino</i>.</u></b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLUc0KslSSp-DcAYXhso5o8GRU0Er91own5YG-fKmYjUTL7naAr-lfK3NbfmoiaJzRylI07X4nAbPQbcBspauFOCRRJof8iuGbooffwuaGvipaZOIn4w2-A54twCNTSdCColw3OSGeOUA/s1600/9780316176484_custom-471ca800e5fe1258f2d4059059b24d8c1d95a7ba-s6-c30.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLUc0KslSSp-DcAYXhso5o8GRU0Er91own5YG-fKmYjUTL7naAr-lfK3NbfmoiaJzRylI07X4nAbPQbcBspauFOCRRJof8iuGbooffwuaGvipaZOIn4w2-A54twCNTSdCColw3OSGeOUA/s200/9780316176484_custom-471ca800e5fe1258f2d4059059b24d8c1d95a7ba-s6-c30.jpg" width="129" /></a><v:shape alt="Descrizione: C:\Users\Leo\Desktop\9780316176484_custom-471ca800e5fe1258f2d4059059b24d8c1d95a7ba-s6-c30.jpg" id="Immagine_x0020_4" o:spid="_x0000_s1030" style="height: 147.05pt; left: 0; margin-left: 407.1pt; margin-top: 2.55pt; mso-height-percent: 0; mso-height-percent: 0; mso-height-relative: margin; mso-position-horizontal-relative: margin; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: margin; mso-position-vertical: absolute; mso-width-percent: 0; mso-width-percent: 0; mso-width-relative: margin; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 90.15pt; z-index: 251661312;" type="#_x0000_t75">
<v:imagedata o:title="9780316176484_custom-471ca800e5fe1258f2d4059059b24d8c1d95a7ba-s6-c30" src="file:///C:\Users\Leo\AppData\Local\Temp\msohtmlclip1\01\clip_image004.jpg">
<w:wrap anchorx="margin" anchory="margin" type="square">
</w:wrap></v:imagedata></v:shape><span style="font-family: "Georgia","serif";">Se siete su Goodreads sarete
sicuramente inciampati almeno una volta in <b><i><a href="http://www.nytimes.com/2013/04/28/books/review/life-after-life-by-kate-atkinson.html">Life after Life</a></i> </b>di Kate Atkinson, <b>anche
questo inserito tra i dieci migliori libri del 2013 secondo il NYT. </b>Si
parla di vita dopo la morte, letteralmente: nata nel 1920, la protagonista,
Ursula Todd, continua a morire e a tornare in vita in una delle varie direzioni
che la sua vita avrebbe potuto prendere, il tutto durante le disastrose vicende
del secolo breve, il capitolo più mostruoso della storia umana. Riuscirà Ursula
a salvare il mondo dal suo inevitabile destino? O meglio, sceglierà di farlo oppure no? E
soprattutto, come si fa a resistere ad una trama del genere? <b><u>I diritti di questo romanzo sono stati acquistati da un editore italiano e immagino si tratti di Einaudi, che ha pubblicato le opere precedenti di questa autrice inglese.</u></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2CLBIuZlm0eXj9NtTei72q1gxUdpui1euy0KjAYGTTTqgqjT5PxHsvb05W8_E3aVeAWbSrYVn1TNOYY6imUzH19m3H2BEGjX8aNkZ_6gvALmIvXAtjw_oJTZWsM-fsWpANb-S-69bavY/s1600/tell-the-wolves-im-home-978144720214101.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2CLBIuZlm0eXj9NtTei72q1gxUdpui1euy0KjAYGTTTqgqjT5PxHsvb05W8_E3aVeAWbSrYVn1TNOYY6imUzH19m3H2BEGjX8aNkZ_6gvALmIvXAtjw_oJTZWsM-fsWpANb-S-69bavY/s200/tell-the-wolves-im-home-978144720214101.jpg" width="131" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<v:shape alt="Descrizione: C:\Users\Leo\Desktop\tell-the-wolves-im-home-978144720214101.jpg" id="Immagine_x0020_5" o:spid="_x0000_s1029" style="height: 204.5pt; left: 0; margin-left: -2.35pt; margin-top: 172.7pt; mso-height-percent: 0; mso-height-percent: 0; mso-height-relative: margin; mso-position-horizontal-relative: margin; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: margin; mso-position-vertical: absolute; mso-width-percent: 0; mso-width-percent: 0; mso-width-relative: margin; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 126.35pt; z-index: 251662336;" type="#_x0000_t75">
<v:imagedata o:title="tell-the-wolves-im-home-978144720214101" src="file:///C:\Users\Leo\AppData\Local\Temp\msohtmlclip1\01\clip_image005.jpg">
<w:wrap anchorx="margin" anchory="margin" type="square">
</w:wrap></v:imagedata></v:shape><v:shape alt="Descrizione: C:\Users\Leo\Desktop\tell-the-wolves-im-home-978144720214101.jpg" id="Immagine_x0020_5" o:spid="_x0000_s1029" style="height: 204.5pt; left: 0; margin-left: -2.35pt; margin-top: 172.7pt; mso-height-percent: 0; mso-height-percent: 0; mso-height-relative: margin; mso-position-horizontal-relative: margin; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: margin; mso-position-vertical: absolute; mso-width-percent: 0; mso-width-percent: 0; mso-width-relative: margin; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 126.35pt; z-index: 251662336;" type="#_x0000_t75"><br /></v:shape><b><i><span style="font-family: "Georgia","serif";"><a href="http://www.amazon.com/Tell-Wolves-Im-Home-Novel/dp/0812982851/ref=sr_1_sc_1?s=books&ie=UTF8&qid=1386716455&sr=1-1-spell&keywords=tell+the+wolwes+i%27m+home">Tell the wolwes I’m home</a> </span></i></b><span style="font-family: "Georgia","serif";">è l’unico titolo fino ad ora che non può
vantare alcun premio di particolare importanza né una menzione del NYT. Poco
male, perché <b>questo romanzo</b></span><b style="font-family: Georgia, serif;"> di Carol Rifka Brunt ha comunque vinto l'Alex Award</b><span style="font-family: Georgia, serif;">, premio che viene dato ai romanzi per adulti che riescono a cogliere le sensibilità YA (mi sembra un premio un po' assurdo, non trovate?) ed è stato </span><b style="font-family: Georgia, serif;">nominato tra i migliori
romanzi dell’anno</b><span style="font-family: Georgia, serif;"> <b>da testate valide come il </b></span><b><i style="font-family: Georgia, serif;">The Wall Street Journal</i><span style="font-family: Georgia, serif;">, </span><i style="font-family: Georgia, serif;">O:
The Oprah Magazine </i><span style="font-family: Georgia, serif;">e il </span></b><i style="font-family: Georgia, serif;"><b>Kirkus
Reviews</b>. </i><span style="font-family: Georgia, serif;">Si tratta di un romanzo di amore, malattia e speranza, capace di trattare degnamente </span><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>due
tematiche a me molto care, l’AIDS e l’omosessualità,</b> incastonate in una storia
ambientata nell’America perbenista degli anni ’80</span><span style="font-family: Georgia, serif;">, quando parlare di argomenti
come questi era ancora considerato un tabù. La protagonista, la quattordicenne
June Elbus, è sempre stata convinta di essere il centro del mondo di suo zio
Finn, almeno fino alla sua morte. June si ritroverà, però, a fare i conti con
il più grande segreto di suo zio, il vecchio amore per l’uomo che è stato anche
la causa della malattia che lo ha ucciso e di cui nessuno sembra voler parlare. <u style="font-weight: bold;">Fortunatamente la Piemme ne ha già acquistato i diritti e lo pubblicherà a Gennaio con il titolo </u><i style="font-weight: bold; text-decoration: underline;">Promettimi che ci sara</i><span style="font-weight: bold;"><u>i</u></span><u><i style="font-weight: bold;">.</i><i style="font-weight: bold;"> </i></u><b><u>Speriamo non passi inosservato.</u></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcJ0LmL1f5QFYLkUH8Fx2F8XeGgz4MHwviugDJM4nIN50LBmnaFj_m9mIudygl4g5erpnHK1lnKAZYvpBrQhmc_l3YBkP2dBkwnZoMb1k2q9i_A58IElzATq3u6COsVhWKQpgzY0sGhJA/s1600/o-A-GUIDE-TO-BEING-BORN-AUSUBEL-facebook.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcJ0LmL1f5QFYLkUH8Fx2F8XeGgz4MHwviugDJM4nIN50LBmnaFj_m9mIudygl4g5erpnHK1lnKAZYvpBrQhmc_l3YBkP2dBkwnZoMb1k2q9i_A58IElzATq3u6COsVhWKQpgzY0sGhJA/s200/o-A-GUIDE-TO-BEING-BORN-AUSUBEL-facebook.jpg" width="132" /></a><v:shape alt="Descrizione: C:\Users\Leo\Desktop\o-A-GUIDE-TO-BEING-BORN-AUSUBEL-facebook.jpg" id="Immagine_x0020_6" o:spid="_x0000_s1027" style="height: 173.65pt; left: 0; margin-left: 382.9pt; margin-top: 459.85pt; mso-height-percent: 0; mso-height-percent: 0; mso-height-relative: margin; mso-position-horizontal-relative: margin; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: margin; mso-position-vertical: absolute; mso-width-percent: 0; mso-width-percent: 0; mso-width-relative: margin; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 114.85pt; z-index: 251663360;" type="#_x0000_t75"><br /></v:shape><span style="font-family: "Georgia","serif";">Come sapete, il 2013 è
stato anche l’anno in cui mi sono avvicinato al genere del racconto e ho scoperto
di adorarlo. <b><i><a href="http://www.nytimes.com/2013/05/05/books/review/a-guide-to-being-born-by-ramona-ausubel.html">A Guide to be born</a> </i></b>di Ramona Ausubel è stata una delle raccolte
più accreditate di quest’anno tanto da essere <b>inserita tra i libri più degni di nota del 2013 dal NYT</b>. Ciò che
ritengo davvero interessante è che <b>si tratta di </b><i style="font-weight: bold;">short stories </i><b>organizzate attraverso gli stadi della vita: amore,
concepimento, gestazione, nascita.</b> Basta leggere la quarta di copertina per
capire che si tratta di racconto piuttosto bizzarri, non a caso la Ausubel è
stata paragonata ad altre autrici come Aimee Bender e Karen Russel. Insomma, se
non si fosse capito, mi incuriosisce parecchio. <b>Un romanzo di questa autrice, <i>Il sole ci verrà a cercare</i>, è già stato
portato giusto quest’anno in Italia da Garzanti, quindi non ci resta che
sperare.</b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzjTVPT5XKoy5W0YmRMNtwDznrW0Lun1x3Xoi2gOrDvpDKesr9I5jQQBINYkCP0rj_AiYFiLqOzwj8tOFatuatMh0dXBVyQ98p-EfY1C2DBJVRmy_HthfeUBRwjPGd281Mt1B2HRgLWNw/s1600/download+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzjTVPT5XKoy5W0YmRMNtwDznrW0Lun1x3Xoi2gOrDvpDKesr9I5jQQBINYkCP0rj_AiYFiLqOzwj8tOFatuatMh0dXBVyQ98p-EfY1C2DBJVRmy_HthfeUBRwjPGd281Mt1B2HRgLWNw/s200/download+(1).jpg" width="134" /></a><span style="font-family: "Georgia","serif";">Un’altra cosa che ho
scoperto di amare durante quest’ultimo anno da lettore sono le saghe
famigliari, forse perché io stesso
faccio parte di una famiglia vastissima e di conseguenza sono attratto dallo
studiare le dinamiche di certi rapporti. In ogni caso mi piacciono le saghe famigliari, se sono
americane ancora meglio. Ecco perché ho adocchiato tempo fa <b><i><a href="http://www.nytimes.com/2013/03/17/books/review/the-end-of-the-point-by-elizabeth-graver.html">The end of the point</a> </i></b>di Elizabeth Graver, scrittrice ancora mai arrivata in
Italia. Anche in questo caso siamo nel periodo della seconda Guerra Mondiale,
più precisamente nella seconda metà del Novecento, e <b>seguiremo le vicende di
tre generazioni della famiglia Porter e del lento disfacimento del loro angolo
di sogno americano</b>, quando la spiaggia paradisiaca sulla quale hanno abitato
per generazioni vede l’arrivo delle armate statunitensi che nel corso di una
stagione cambieranno per sempre il destino dei Porter. <b>Mi incuriosisce assai e poi anche lui ha il
suo bel posto caldo nella classifica dei romanzi più interessanti del NYT.</b></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnzeBuoB85T9LUSe253iEw7BXCyIJ07rl1f3EH3Gvd1sUpxyXmmgaEU6cbMulcv9I94fzcEQoLxKR3IdxC5g3fEa7KcPOYXAauVjxkfVTx85i-EBVACt-k5m-1EXB8i0JbzMtKuEFpFYs/s1600/download+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnzeBuoB85T9LUSe253iEw7BXCyIJ07rl1f3EH3Gvd1sUpxyXmmgaEU6cbMulcv9I94fzcEQoLxKR3IdxC5g3fEa7KcPOYXAauVjxkfVTx85i-EBVACt-k5m-1EXB8i0JbzMtKuEFpFYs/s200/download+%25282%2529.jpg" width="134" /></a><span style="font-family: "Georgia","serif";">Potrei continuare con
questa carrellata ancora per molto ma dopo questo titolo giuro che smetto altrimenti
ne esce fuori un post esagerato. Questa volta si tratta di <b>un’autrice che</b></span><b style="font-family: Georgia, serif;"> ha vinto il National Book Award</b><span style="font-family: Georgia, serif;"> con un suo
precedente romanzo, </span><i style="font-family: Georgia, serif;">Dopo tutto questo </i><span style="font-family: Georgia, serif;">(edito
Einaudi), e che è tornata sugli scaffali con questo </span><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="http://www.nytimes.com/2013/09/08/books/review/someone-by-alice-mcdermott.html" style="font-style: italic; font-weight: bold;">Someone</a><b style="font-style: italic;">, </b>libro</span><span style="font-family: Georgia, serif;"> dalla premessa molto simile a quella che mi fece acquistare </span><i style="font-family: Georgia, serif;">Stoner</i><span style="font-family: Georgia, serif;"> di John Williams, ovvero </span><b style="font-family: Georgia, serif;">la vita ordinaria di una donna ordinaria</b><span style="font-family: Georgia, serif;">, che noi incontriamo per
la prima volta mentre, da bambina, attende il padre che torna da lavoro. In più
questo libro ha lo scopo di dimostrarci che siamo tutti sciocchi in un modo o
nell’altro e solo per questo meriterebbe di essere letto. </span><span style="font-family: Georgia, serif;">E poi ha una bella copertina.</span><b style="font-family: Georgia, serif;"> Ah, ed è uno dei libri più degni di nota
secondo il NYC, ma mi sembrava scontato dirlo.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="font-family: Georgia, serif;"><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqEa3rRErAUfCeWPpYYaZTqnOOqzCU7UNAFv0FNTdD133sBv6Pz0Z2odafiw1BFoCUqzlWDJ1iDEKF-dwknfBxO5f9_iPTFn4WG43tgPHRrDh_z5cslbhHNIprRuWP5IO6r8weFt89jU/s1600/Leo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqEa3rRErAUfCeWPpYYaZTqnOOqzCU7UNAFv0FNTdD133sBv6Pz0Z2odafiw1BFoCUqzlWDJ1iDEKF-dwknfBxO5f9_iPTFn4WG43tgPHRrDh_z5cslbhHNIprRuWP5IO6r8weFt89jU/s1600/Leo.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="font-family: Georgia, serif;"><br /></b></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-87023424878071809372013-12-04T06:44:00.002-08:002013-12-04T13:14:36.507-08:00Cinephilia: Jobs <div style="text-align: right;">
<div style="text-align: center;">
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdOfkN9ZvOS5EhGB3L0DT1dlp7Ae2_6-cc3-vyXe-d_kt9-VIXvFJLS-Xmfo1nJys_q1MuqVnjbcFXksusB7804nxtFdzk1u6Ug9Wyf-WeVia8U02AlgoeXFwCHK3AAEwOeVLqV7WVNzFv/s1600/banner_cinephilia.jpg" /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<span style="color: #e69138; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNa8dCc-1hgXPnXIpZ5s3VjJ9Ep1Mc75yK-xmFxC42V6nbAEbcq521Km5-KbMvVLBHlFYJkUMg4iT9j0X0Pm5OvR88x6BZWdtSKKAJguKsFZ6cqykYTlrB10Y182AS_aBUwUITG4SNNIg/s1600/jobs_locandina1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNa8dCc-1hgXPnXIpZ5s3VjJ9Ep1Mc75yK-xmFxC42V6nbAEbcq521Km5-KbMvVLBHlFYJkUMg4iT9j0X0Pm5OvR88x6BZWdtSKKAJguKsFZ6cqykYTlrB10Y182AS_aBUwUITG4SNNIg/s320/jobs_locandina1.png" width="216" /></a><span style="color: #e69138; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>"E per toglierti di dosso questa convinzione che la vita è questa e devi viverla com'è, devi prima accettarla, cambiarla, provarla e migliorarla. Una volta imparato questo, non sarai mai più la stessa persona."</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Jobs si propone l'importante e difficile compito di parlare della vita e della carriera di Steve Jobs (1955-2011), fondatore della Apple, dal 1971 al 2000, poco prima dell'invenzione dell'iPod. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Di certo si tratta di un film coraggioso e naturalmente ha alimentato numerose polemiche, in quanto lo stesso personaggio di Jobs è ancora al centro di molte discussioni e controversie, essendo inoltre passati solo due anni dalla sua morte.
Il film parte bene e in modo abbastanza coinvolgente, concentrandosi, nella parte iniziale, sul periodo universitario del protagonista, che viene presentato come un ragazzo insofferente alle regole e alle consuetudini tradizionali, ma con mille interess<i>i</i> (viene posta molta attenzione soprattutto sulla sua curiosità per tutto ciò che riguarda l'estetica - il giovane Jobs segue corsi di arte e calligrafia - che in seguito sarà fondamentale per la creazione dei prodotti Apple) e aperto alle novità (erano gli anni '70, Jobs era un giovane alternativo, seguiva l'ideologia hippy, andava in giro scalzo e di certo non si sottraeva alle più svariate esperienze, come droghe allucinogene).
Nel 1976, insieme all'amico Steve Wozniac, fonda la Apple Computer, con sede nel garage dei suoi genitori. E' questa la parte della vicenda e del film più entusiasmante, dove sembra che tutto sia possibile, che nemmeno gli scarsi mezzi a disposizione possano fermare l'ardore di un vero genio, il coraggio di una mente brillante e la forza dell'innovazione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEighcMk9TusVmD8BdfsivNkLWBVQ-7jKXJfU60zdb64k3TpGZ0CfMzqi3sali-uadOF8CZ7OQk89UGx4MIyQzeXRIq7yWaBQhEfDURi1YkpVj4PvJOX3uM-2VmIFo0FlGTLS_uxmogxfg4/s1600/1468606_10202081757559109_679977707_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEighcMk9TusVmD8BdfsivNkLWBVQ-7jKXJfU60zdb64k3TpGZ0CfMzqi3sali-uadOF8CZ7OQk89UGx4MIyQzeXRIq7yWaBQhEfDURi1YkpVj4PvJOX3uM-2VmIFo0FlGTLS_uxmogxfg4/s320/1468606_10202081757559109_679977707_n.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Successivamente, il film diventa statico e la storia della Apple Computer viene raccontata in modo poco chiaro e approssimativo. Viene dato pochissimo spazio alla figura privata di Jobs e dei suoi collaboratori, mentre ci si concentra maggiormente sulle politiche aziendali e pubblicitarie della Apple: si assiste a una successione meccanica di fatti che si fa fatica a seguire perché noiosi. Il film risulta davvero troppo lungo (due ore abbondanti) e non c'è nessun evento che lo movimenti o faccia appassionare lo spettatore: lo stesso Jobs, prima figura carismatica, per quanto anche lui con le sue grandi pecche, perde <i>verve</i> e finisce per essere schiacciato dalla logica del guadagno, senza tuttavia opporvisi, ma perseguendola lui stesso. E' un vero peccato che il film non si sia concentrato più sull'ideologia di Jobs, sulla sua vita personale (ad esempio il riconoscimento della figlia Lisa) e sui cambiamenti che le sue invenzioni hanno comportato per l'informatica e per la vita di tutti i giorni, soffermandosi invece principalmente su questioni finanziarie e amministrative e in particolar modo sull'estromissione di Jobs dal consiglio di amministrazione, accennando tra l'altro solo <i>en passant</i> al rapporto tra Apple e Microsoft. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga1zhVIryLa_4zlmUvmX-JjaLMy2CKFPWnRCNNwK3H7JXhSZaAsZgxkuFl7F7Ro2EecgrINaXEN3qX8Dvgp31yDVWX6lR7BwkIh_WX_T1eh05oQPmF8gxt7z4YUrokR1eMnghKaO-6jxg/s1600/601545_10202081758319128_2116765284_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga1zhVIryLa_4zlmUvmX-JjaLMy2CKFPWnRCNNwK3H7JXhSZaAsZgxkuFl7F7Ro2EecgrINaXEN3qX8Dvgp31yDVWX6lR7BwkIh_WX_T1eh05oQPmF8gxt7z4YUrokR1eMnghKaO-6jxg/s320/601545_10202081758319128_2116765284_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Punto forte del film è stata invece la scelta degli attori protagonisti. Ashton Kutcher, che prima d'ora si era fatto notare più per il suo bel visino che per le sue doti attoriali, interpreta il suo ruolo alla perfezione e risulta simile in modo quasi impressionante a Steve Jobs, non solo per tutto il lavoro di trucco e parrucco, ma soprattutto per come ha saputo rendere la gestualità, le movenze e il modo di parlare del fondatore della Apple. Bravissimo anche Josh Gad, che interpreta Steve Wozniac, “<i>il nerd dolce e sensibile che ha fondato la Apple insieme a Jobs nel garage della famiglia Jobs</i>" e che, secondo l'Hollywood Reporter meriterebbe l'Oscar come <i>Miglior Attore Non Protagonista</i>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Consiglio il film solo agli appassionati dell'argomento e/o della figura di Jobs, per tutti gli altri rischia di essere davvero un'esperienza piuttosto soporifera.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWLvOpV9LyLnLd6U8UG4egaHjskVXvLOjojffEaVHCCeVV0weO7EnCX6aJxtc9E43jy0gZMpSC1-ttV2YRD6_aNFOu3ful7uteyzc8opZ9cvFTpgl86QaGLMrLGNbC5jxqeyDPiEGvOYPG/s320/1419791_10202508422977747_767982422_n.jpg" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-43161242478883181712013-11-28T13:45:00.001-08:002013-12-03T13:19:33.105-08:00Recensione: Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra - Claudia Durastanti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZnuaadqkEa0HyGMoETjFqlTPh8iTr439d80izaOl5scMdATTXSsqIpDhAeXycRoWuaFFiv7iceGm4iIkF1TBfA5cDf8c3juc_oBwb62y0czAKB1NUhnFUeuxdiFsjVgfQhML-38LEaQ0/s1600/Un-giorno-verro-a-lanciare-sassi-alla-tua-finestra_oggetto_editoriale_w300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZnuaadqkEa0HyGMoETjFqlTPh8iTr439d80izaOl5scMdATTXSsqIpDhAeXycRoWuaFFiv7iceGm4iIkF1TBfA5cDf8c3juc_oBwb62y0czAKB1NUhnFUeuxdiFsjVgfQhML-38LEaQ0/s320/Un-giorno-verro-a-lanciare-sassi-alla-tua-finestra_oggetto_editoriale_w300.jpg" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autrice: <b>Claudia Durastanti</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>17.50€</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>300, brossura</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Marsilio (collana X)</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Trama: </b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Trent'anni. Trent'anni di storia americana, trent'anni di sogni e aspirazioni. Di amori, di voli e di cadute. "Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra" è l'epopea cruda, fantastica, umanissima di sei diverse giovinezze, sei modi d'intendere la vita coi suoi dolorosi passaggi epocali. Michael e Jane, Francis e Zelda, Edward e Ginger: storie di incontri e di distacchi, di solitudini forzate che, dal New Jersey degli anni settanta, arrivano a sfiorare la purezza sporca della Manhattan anni novanta. La pop art, la contestazione, la scena punk e il sogno illusorio di una ribellione possibile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><b>L'autrice: </b></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Claudia Durastanti</b> è nata a Brooklyn nel 1984. Il suo primo romanzo, Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio 2010) ha vinto il Premio Mondello Giovani, il Premio Castiglioncello Opera Prima, ed è stato finalista al Premio John Fante. Scrive su «Indieforbunnies» e sul «Mucchio», dove si occupa prevalentemente di cultura pop. Vive a Londra.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Recensione:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxfaPlEXJOjCt0-YwlUPaKUM8Nc9uWSBSEXLPH4EKY7zCkKkGNDNtBDHsKT4b2YKTdOmeGckjWUs_0g8I4w9QngBVkBKL-nHPqNJu5EEPp4y0OBYJBxLdNdM6pMbaHHWUoABP4EQtEmsM/s1600/large+(2).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxfaPlEXJOjCt0-YwlUPaKUM8Nc9uWSBSEXLPH4EKY7zCkKkGNDNtBDHsKT4b2YKTdOmeGckjWUs_0g8I4w9QngBVkBKL-nHPqNJu5EEPp4y0OBYJBxLdNdM6pMbaHHWUoABP4EQtEmsM/s320/large+(2).jpg" width="318" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Uno dei molteplici modi per parlare dell’America è contenuto
nelle pagine maleducate del libro di Claudia Durastanti. In un lasso di tempo di trent’anni, seguiamo
le vicende di Jane e Alexander Cormick, Jonathan Cale, che sceglie di farsi
chiamare Francis, Dana Fogarty, nel suo nuovo nome di Zelda, Michael Haskell, Edward
Hopper, Ginger Korowie e Frank Riley. Provengono da zone diverse di
Manhattan e dal New Jersey, hanno caratteri diversi, famiglie diverse, amici
diversi, e ogni tanto sconfinano l’uno nel territorio dell’altro, finendo per
intrecciare i propri giorni con qualcuno degli altri personaggi. Sono
accomunati, tuttavia, da rabbia e solitudine profonde, che li cala in una
realtà di non comunicazione con gli altri, se non tramite l’aggressione, il
silenzio, il turpiloquio, l’offerta noncurante del proprio corpo in cambio di
birra o droga, il disprezzo per le regole e per la società inscatolatrice di
esseri umani tutti uguali, nelle loro confezioni fatte di
lavoro-casa-famiglia-soldi-buone-maniere-rispettabilità. Ognuno di questi
personaggi, a suo modo, urla contro questo inscatolamento, e reagisce
scardinando la confezione già preparata per lui, rifiutando di entrarci,
buttandosi a capofitto nei mondi scartati dalla società, fatta di edifici
fatiscenti, che affondano nello squallore e nella sporcizia, delle stazioni dei
pullman, accartocciati per terra vicino alle bottiglie di birra vuote,
rotolando tra gli scarti, godendo di esserlo, e di sbatterlo in faccia a tutti,
lettori e spettatori. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho parlato di pagine maleducate, all’inizio. Non certo
perché l’autrice manchi di rispetto in alcun modo ai lettori. Il mio uso della
parola “maleducato” deriva
dall’impressione generale che mi ha suscitato la lettura del libro: i
personaggi parlano, talvolta in prima persona, al di fuori di ogni schema
educativo, fatto di repressione dei propri sentimenti (soprattutto quelli peggiori),
o di rimozione delle “cose brutte” della vita. Michael Haskell è la prima voce
che si fa sentire, nel 1978 a Manhattan, nell’Upper West Side. E’in procinto di
scegliere un college adatto a lui, figlio della buona borghesia americana,
ricca e a modo, con una bella casa elegante e ordinata. Chiunque ringrazierebbe
il cielo di poter vivere in una situazione così, confortato e sostenuto dai
soldi di famiglia. Non Michael. Michael odia e prova disgusto per la bellezza
da buona società che lo circonda, ironizza e investe di sarcasmo rabbioso i
suoi genitori, presenze padrone del campo, ma prive di spessore, lontane e
assorte nei propri ruoli. Troppo sulle loro sponde, per sporgersi a guardare
nel cuore nero e agitato di un figlio che li guarda con occhi feroci di
rifiuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: #38761d; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #38761d;"><i>"È una cosa che non ho
mai sopportato, i tempi lenti e forzati che gli adulti usano come arma
pedagogica per costringerti a capitolare e a umiliarti davanti a loro. Come se
il valore delle tue scelte o delle tue idee fosse proporzionale alla quantità
di merda che sei disposto a ingoiare per difenderle</i>. "</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Michael segue il proprio istinto, abbandona la facoltà di
sociologia alla Columbia University (scelta completamente a caso), per
iscriversi alla School of Visual Arts. La sua rabbia si intreccia al suo
talento e alla sua necessità di sputarlo fuori. Anche Jane Cormick, di
Freehold, Contea di Monmouth, prende la parola un paio di settimane prima di
partire per frequentare giornalismo alla New York University. Non è una giovane
di belle speranze, per quanto stia per iniziare una nuova vita. Il suo è il
disincanto di chi vuole andare avanti nella vita, sapendo di essere diverso
dagli altri, sempre un po’ troppo indietro, o un po’ troppo avanti, mai allo
stesso passo di marcia del gruppo. Quando la sua vita s’incontra e si sfibra
contro quella di Michael, è l’autrice che si riprende parola e filo narrativo,
per incastonare i due ragazzi dritti all’interno delle pieghe più multicolori e
meno pulite del grembo di New York. La sua è una macchina da presa, che allarga
la prospettiva e ci fa arrivare suoni, rumori, zaffate, odori della vita meno
“politcally correct” della Mela del Mondo. Ritorna a tacere e si fa da parte
quando, diciotto anni dopo, è la volta di una coppia che si è cambiata il nome:
Francis (Jonathan Cale) e Zelda (Dana
Fogarty), da Newark. E’ lei che sceglie di cambiare i loro nomi, per ritornare
all’epoca dell’amore ai tempi del jazz, ispirandosi al Grande Gatsby di
Fitzgerald. Ma niente lustrini e dolce vita per questi innamorati che stanno
insieme, ma non comunicano, hanno gesti di vicinanza, ma non ne parlano. Potrebbero
dirsi delle cose, confortarsi con la presenza l’uno dell’altro, ma scelgono di
pronunciare altre parole, formando frasi che non hanno senso con quello che
vivono, e che comunicano un grande senso di solitudine e inadeguatezza di
fronte alla vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #38761d; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Lui vide scorrere le immagini, e pensò una
serie di cose che non disse ad alta voce.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<i><span style="color: #38761d; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per esempio: tu sei il pianoforte inabissato
che mi porto dentro al cuore.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #38761d;"><i>Per esempio: tu sei il battito mancato che
potrebbe farmi saltare in aria</i>.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqlU6oxsCz2JwSrIaH-QMTjK-eju6H_CRGi_7fEemeLW9ODxziZPE_2PIhDjoNOZkCa4vq4cH9oM6tIemoC9RapCaoXjz0wcHEB5BzoP4ZnRU7MoIeCGRX7pcyUO-fhqx5aiUjC8XURU4/s1600/large+(3).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqlU6oxsCz2JwSrIaH-QMTjK-eju6H_CRGi_7fEemeLW9ODxziZPE_2PIhDjoNOZkCa4vq4cH9oM6tIemoC9RapCaoXjz0wcHEB5BzoP4ZnRU7MoIeCGRX7pcyUO-fhqx5aiUjC8XURU4/s320/large+(3).jpg" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo squallore delle piccole cose rovinate, della vita di
serie C accompagna le voci di questi ragazzi, che forse, un po’ troppo
frettolosamente, si possono definire sbandati. Niente sembra poterli convincere
a costruirsi una vita “normale”, o anche solo che si avvicini alla suddetta confezione
socialmente accettata lavoro-casa-famiglia-soldi-buone-maniere-rispettabilità.
Edward Hopper e Ginger Korowie, che li seguono a ruota, fanno del loro meglio
per fare a pezzi la bella confezione sociale. Entrambi pieni di rabbia verso
adulti che li hanno umiliati, con coscienza e una leggera soddisfazione
maligna, che li porta a vendicarsi di se stessi, ripetendo il ciclo di
umiliazioni ogni giorno, buttando in pasto le proprie stranezze eccessive alla
cittadina che li osserva schifata e affascinata. Edward, tuttavia, viene colpito da un impulso
improvviso, che lo spinge a dare un’occhiata a quella confezione sociale che ha
fatto a brandelli ogni volta che ha potuto. Parte all’improvviso, completamente
solo e nudo di competenze, titoli di scuola o mestieri, e va verso sud, fino ad
arrivare a Lamesa, New Mexico, dove si trasforma inaspettatamente in un
meccanico. La vita on the road, leggero
richiamo a Kerouac, si appunta, per qualche tempo, ad uno spillo dimenticato nel
terreno di quello Stato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #38761d;"><i>Aveva smesso di scriversi le frasi col
pennarello sulla testa, si era rasato anche la parte destra trasformando
l’asimmetria dei suoi capelli in una cresta e aveva iniziato a lavarsi perché
dopo il lavoro era inevitabile. Restava comunque lontano dalla normalità in
modo accettabile. Certe volte si sentiva come sommerso dalla densità del posto,
e cercava di non lasciarsi sfuggire niente. Gli piaceva trovarsi in un luogo
palesemente senza aspettative, in cui non c’era nessuna aspirazione al
miglioramento, la grande maledizione del sogno americano che ossessionava
chiunque avesse meno di sessant’anni. L’etica del lavoro, della posizione
individuale: sei tanto più onesto quanto più lavori, sei tanto più fico quanto
più dimostri di avere fame di successo. Quanto più sei capace di sbranare
tutto, di avere sempre qualcosa da dire, di maturare una posizione. E poi
c’erano quelli a cui non gliene fregava niente. Niente alternativi a Lamesa,
niente rivoluzionari. Il lavoro come strumento per trascorrere le giornate,
senza la presunzione di dare loro un significato; il lavoro come qualcosa che
ti permette di guadagnare il necessario per mangiare</i>.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Gli anni
scorrono verso il 2003, che conclude le vicende dei protagonisti su una lettera di Michael, il personaggio che
apre e chiude il cerchio narrativo. La
rabbia e l’incomprensione dei personaggi da giovani si sono un po’ acquietate.
Niente più slanci eclatanti, impulsi di autocelebrazione e di autopunizione. E’
subentrata la stabilità dei trenta-quarant’anni, ma questo non significa
necessariamente un miglioramento o un frettoloso “il passato è passato”. Ognuno
a suo modo si volta all’indietro e capisce un po’ meglio il baratro della
propria vita, per quanto con tristezza e una certa rassegnazione dovuta
all’aver perso una serie di occasioni una dietro l’altra. Non sono opportunità
lavorative: sono quelle possibilità che la vita offre di essere vissuta e goduta
senza rinchiudersi negli assolutismi e nel rifiuto cieco. Sono valide per un
certo periodo di tempo, ma se non vengono colte, scadono e non sono
rinnovabili. Chiudendo il libro, permane tuttavia la sensazione che forse c’è
ancora un residuo di occasione, ma è talmente leggero e sullo sfondo da essere
quasi indistinguibile.</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCpemY27PYpAfw1EF7OL_MSL-4VRyz4n8oMVYkHgOPav95Aq7iSLY0e-aktcV07Cg4udlnpzyeo0XwCgIGu6bxXs3P2wCcGatHnxk8fmdqLmULzWqXphUshrrUT_HhXAlI8pqXcHx_l5E/s1600/702315_10202508423017748_1144967_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCpemY27PYpAfw1EF7OL_MSL-4VRyz4n8oMVYkHgOPav95Aq7iSLY0e-aktcV07Cg4udlnpzyeo0XwCgIGu6bxXs3P2wCcGatHnxk8fmdqLmULzWqXphUshrrUT_HhXAlI8pqXcHx_l5E/s1600/702315_10202508423017748_1144967_n.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class='shareaholic-canvas' data-app='share_buttons' data-app-id='606788'></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/03666578291572930038noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-33771425314366789102013-11-18T06:01:00.000-08:002013-11-18T12:14:39.456-08:00Masterpiece - Perplessità varie sulla prima puntata del Talent per aspiranti scrittori.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIK9R5ZMdgPfFVM2Rs8kbYyO92kKfUJIk2OGRxpiBg_TnSEDICF2eqc7AKpk5Gvk-qUoGyWXn4SaFci0CD-Q95neid-w85Us9Zj2Lt4mKcuiA2xegkG1ChhWFTIjo2buZ_FnfVvr7nCcab/s1600/1374596686339MasterPiece_Con-Sfondo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="96" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIK9R5ZMdgPfFVM2Rs8kbYyO92kKfUJIk2OGRxpiBg_TnSEDICF2eqc7AKpk5Gvk-qUoGyWXn4SaFci0CD-Q95neid-w85Us9Zj2Lt4mKcuiA2xegkG1ChhWFTIjo2buZ_FnfVvr7nCcab/s400/1374596686339MasterPiece_Con-Sfondo.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Nel rutilante mondo dei reality, che sono stati girati
praticamente in tutti gli ambienti, dalle case dei vari <i>Grandi Fratelli</i> alle cucine
infernali, mancava una trasmissione dedicata alla scrittura. <b>Masterpiece</b>,
iniziato <b>domenica 17 novembre alle 22.50 su Rai Tre</b>, si propone di colmare tale lacuna. Vista la prima puntata, credo che abbia molto lavoro ancora da fare. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La cornice
è molto patinata: la voce narrante impostata introduce <b>i tre giudici, Andrea De
Carlo, Giancarlo De Cataldo e Taiye Selasi</b>, scrittori molto conosciuti e molto
diversi tra di loro. Allo stesso modo, introduce i partecipanti, spiegando
anche le regole delle gare che li porteranno a essere ridotti al finalista
della puntata, che affronterà gli altri dodici delle puntate a venire, per
potersi aggiudicare il premio: <b>la pubblicazione del proprio romanzo con
Bompiani, in centomila copie. </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Le mie perplessità sono iniziate subito. Innanzitutto, una
certa velocità nel presentare gli aspiranti scrittori: essendosi presentati in
5000, posso capire l'impossibilità di mostrare tutte le loro schede biografiche,
e la chiosa dei loro manoscritti, senza finire stremati a Pasqua 2014.
</span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Tuttavia, mi è sembrato che si desse molto più spazio alla personalità del
partecipante, piuttosto che al suo manoscritto, e al suo stile.</b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"> Prima di
comparire davanti ai giudici, l’aspirante viene intervistato dal coach scelto
per prepararlo al meglio, Massimo Coppola, autore per MTV, editore e regista.
Quello è uno dei pochi momenti in cui si riesce a carpire qualcosa della
personalità del partecipante, ma si deve seguire con molta attenzione il
dialogo tra i due, talmente scarno e veloce che non si riesce nemmeno ad
ascoltare con facilità. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9wba57UxcrYS_A7TYhkFAWUL16HlVwa6RGaJxGUjE8Xoc8WysZXuhHwSXVs24IxWIcUfRWClG3mSoMLo6ZNeAoPGGN97hZOUhEBm7WyIWtByG8tJOtKTaT6uQK5ukp3XLqArHrUUVp8hc/s1600/masterpiece_giuria.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9wba57UxcrYS_A7TYhkFAWUL16HlVwa6RGaJxGUjE8Xoc8WysZXuhHwSXVs24IxWIcUfRWClG3mSoMLo6ZNeAoPGGN97hZOUhEBm7WyIWtByG8tJOtKTaT6uQK5ukp3XLqArHrUUVp8hc/s320/masterpiece_giuria.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Una volta davanti ai giudici, l’aspirante legge un pezzo
del proprio libro, per farlo ascoltare anche ai lettori nel pubblico. Con
difficoltà, riuscivo a farmi un’idea dello stile e di quello che c’era sotto. I
giudici, che avevano già letto i manoscritti, ponevano domande, ed esprimevano
i loro pareri che, almeno all’inizio, si sono mantenuti blandi. De Carlo e
qualche volta anche De Cataldo, riuscivano a giudicare, e al tempo stesso
mostrare qualcosa di più del libro, a beneficio del lettore in ascolto, per
dargli modo di inquadrare anche le radici letterarie, se presenti, che
muovevano il partecipante.<b> Taiye Selasi, probabilmente frenata dalla lingua
(pur esprimendosi in un ottimo italiano), era molto più diretta e secca nei
suoi interventi, mentre a me sarebbe piaciuto che portasse un po’ di più la sua
esperienza di scrittrice straniera dalle molteplici radici.</b> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La prima scrematura
veloce lascia quattro partecipanti a sfidarsi nella semifinale. A coppie,
vengono accompagnati dal coach Coppola in due ambienti completamente diversi
tra di loro, in cui passare del tempo per aver modo di accumulare esperienze:
in questo caso si è trattato di un centro di accoglienza e di un locale da
ballo molto famoso a Torino negli anni ’60. <b>Al rientro, le due coppie devono sfidarsi
in una prova di scrittura di trenta minuti sul campo mettendo su carta le
emozioni provate in quelle situazioni. Probabilmente è stato l’unico momento
che mi è davvero piaciuto dell’intera trasmissione, perché potevo farmi un’idea
in contemporanea con i giudici.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho spento
l’apparecchio con un grosso "<i>Mah!</i>" dipinto sulla faccia, forse causato dalle mie
aspettative, troppo alte rispetto ad un formato televisivo che ha tempi
tecnici da rispettare, e questioni di audience da aumentare, anche se <b>la scelta
della seconda serata non favorisce particolarmente queste ultime</b>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Penso che seguirò ancora qualche puntata, per
capire se c’è un’evoluzione, e che direzione segue: <b>mi sembra troppo presto per
capire se si nasconde il nuovo Eco tra gli aspiranti scrittori, e se un programma
del genere ha la forza sufficiente per spingere alla scrittura nuova, originale
e sentita. Per il momento, mi sembra ancora troppo mite e poco attraente.</b></span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn3XZwjiDkWYjIwkrACWvFrT6L8d6CBrQivOYXEJj-1C6ut6r4KnlZBmyWMNnwRpIDzsL9K3vr7W1FZY-0asGE7jZAUo4m7k_kpnLieWk-6smQ8dTHLgbI24JABznaJcBt3TAbjXYW13im/s1600/702315_10202508423017748_1144967_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="70" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn3XZwjiDkWYjIwkrACWvFrT6L8d6CBrQivOYXEJj-1C6ut6r4KnlZBmyWMNnwRpIDzsL9K3vr7W1FZY-0asGE7jZAUo4m7k_kpnLieWk-6smQ8dTHLgbI24JABznaJcBt3TAbjXYW13im/s320/702315_10202508423017748_1144967_n.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/01974518658938917958noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-78153115561569103832013-11-15T07:18:00.003-08:002013-11-15T13:09:12.246-08:00Serializzati: Hannibal, tra ironia tragica e fascino del male.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuRm6xYM5A6H5XQCijuytyA4p6LHMXZgBBXc-HzwtRZo1H8AxOpijk81NhIcBFegwOihwuzRowv-D7CiJAwr3YxrNhLhrUXXuOXCya9GbUkGqLUJOWUvo-_AQvAQWlQdaSPLLOCoJTlclj/s1600/Hannibal-NBC-Poster-2012-300x375.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuRm6xYM5A6H5XQCijuytyA4p6LHMXZgBBXc-HzwtRZo1H8AxOpijk81NhIcBFegwOihwuzRowv-D7CiJAwr3YxrNhLhrUXXuOXCya9GbUkGqLUJOWUvo-_AQvAQWlQdaSPLLOCoJTlclj/s1600/Hannibal-NBC-Poster-2012-300x375.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuRm6xYM5A6H5XQCijuytyA4p6LHMXZgBBXc-HzwtRZo1H8AxOpijk81NhIcBFegwOihwuzRowv-D7CiJAwr3YxrNhLhrUXXuOXCya9GbUkGqLUJOWUvo-_AQvAQWlQdaSPLLOCoJTlclj/s1600/Hannibal-NBC-Poster-2012-300x375.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuRm6xYM5A6H5XQCijuytyA4p6LHMXZgBBXc-HzwtRZo1H8AxOpijk81NhIcBFegwOihwuzRowv-D7CiJAwr3YxrNhLhrUXXuOXCya9GbUkGqLUJOWUvo-_AQvAQWlQdaSPLLOCoJTlclj/s1600/Hannibal-NBC-Poster-2012-300x375.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuRm6xYM5A6H5XQCijuytyA4p6LHMXZgBBXc-HzwtRZo1H8AxOpijk81NhIcBFegwOihwuzRowv-D7CiJAwr3YxrNhLhrUXXuOXCya9GbUkGqLUJOWUvo-_AQvAQWlQdaSPLLOCoJTlclj/s1600/Hannibal-NBC-Poster-2012-300x375.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuRm6xYM5A6H5XQCijuytyA4p6LHMXZgBBXc-HzwtRZo1H8AxOpijk81NhIcBFegwOihwuzRowv-D7CiJAwr3YxrNhLhrUXXuOXCya9GbUkGqLUJOWUvo-_AQvAQWlQdaSPLLOCoJTlclj/s320/Hannibal-NBC-Poster-2012-300x375.jpeg" width="256" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEhXCf-NA9hQGt0dn91ZllzvJfeeAgh8h8PpAQnmABIvWfC0gG8eKXVoAMsThUnCwcE_4rwsSJLPDbW2tAOB8XXonGccf50jMw7uKwnTIEOSJ77UqgCk0Kz8MfSyWlo5ceQI0jcoMnOlj9/s1600/serializzati+(1).jpg" imageanchor="1"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEhXCf-NA9hQGt0dn91ZllzvJfeeAgh8h8PpAQnmABIvWfC0gG8eKXVoAMsThUnCwcE_4rwsSJLPDbW2tAOB8XXonGccf50jMw7uKwnTIEOSJ77UqgCk0Kz8MfSyWlo5ceQI0jcoMnOlj9/s1600/serializzati+(1).jpg" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Paese: <b>USA</b></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Genere: <b>poliziesco, drammatico, thriller, horror</b><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Stagioni: <b>1 (ne sono previste altre
6)</b><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Episodi: <b>13</b><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Durata: <b>43 min.</b><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rete: <b>NBC</b><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ideatore: <b>Bryan Fuller</b></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In Italia gli episodi sono andati in
onda a partire dal 12 settembre su italia 1<o:p></o:p></span></b></div>
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">Hannibal</span></i></b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">: I see myself in Will.<o:p></o:p></span></i></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">Dr. Du Maurier</span></i></b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">: Do you see yourself in
his madness?<o:p></o:p></span></i></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">Hannibal</span></i></b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">: Madness can be a
medicine for the modern world. You take it in moderation, it's beneficial.<o:p></o:p></span></i></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">Dr. Du Maurier</span></i></b><i><span lang="EN-US" style="color: #943634; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">: You overdose and it can
have unfortunate side effects.<o:p></o:p></span></i></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<i><span style="color: #943634; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-themecolor: accent2; mso-themeshade: 191;">(Hannibal, 01x11: Rôti)<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>[Stagione 1]</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<v:shapetype coordsize="21600,21600" filled="f" id="_x0000_t75" o:preferrelative="t" o:spt="75" path="m@4@5l@4@11@9@11@9@5xe" stroked="f"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
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</v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:f></v:formulas>
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</o:lock></v:path></v:stroke></span></v:shapetype><v:shape alt="Hannibal640B_s640x427.jpg" id="Immagine_x0020_8" o:spid="_x0000_s1030" style="height: 124.65pt; left: 0; margin-left: 287.6pt; margin-top: 35.6pt; mso-position-horizontal-relative: text; mso-position-horizontal: absolute; mso-position-vertical-relative: text; mso-position-vertical: absolute; mso-wrap-distance-bottom: 0; mso-wrap-distance-left: 9pt; mso-wrap-distance-right: 9pt; mso-wrap-distance-top: 0; mso-wrap-style: square; position: absolute; text-align: left; visibility: visible; width: 187.6pt; z-index: 251660288;" type="#_x0000_t75">
<v:imagedata o:title="Hannibal640B_s640x427" src="file:///C:\Users\oper\AppData\Local\Temp\OICE_F4CD8C64-4251-4B61-A085-1FFA67647BA8.0\msohtmlclip1\01\clip_image001.jpg"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
<w:wrap type="through">
</w:wrap></span></v:imagedata></v:shape><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La prima stagione della serie
televisiva <i>Hannibal</i>, ideata da Bryan Fuller
(<i>Pushing Daisies, Dead Like Me,
Wonderfalls</i>), costituisce l'antefatto di <i>Red Dragon </i>(il primo romanzo della quadrilogia di Thomas Harris
dedicata al celebre cannibale)<i> </i>e
ripercorre gli avvenimenti accaduti prima della cattura di Hannibal Lecter.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3r0L0LUMoOfQHyRaMN7pASlp2DMwounL6bPjV1yeF2WGmN1nVV3zgOLWSCt-7rTxVHTKcPQckXjEilpYh5gOce7WvqAIhdPSgcvMsMozaMeBXgusiYtQrNkRMH0gpOlddC1Rj7-D01Pc/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3r0L0LUMoOfQHyRaMN7pASlp2DMwounL6bPjV1yeF2WGmN1nVV3zgOLWSCt-7rTxVHTKcPQckXjEilpYh5gOce7WvqAIhdPSgcvMsMozaMeBXgusiYtQrNkRMH0gpOlddC1Rj7-D01Pc/s1600/2.jpg" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sono in programma altre sei stagioni che invece vedranno protagonisti gli
eventi narrati in <i>Red Dragon,</i> <i>Il silenzio degli innocenti </i>e<i> Hannibal</i>, proseguendo anche oltre, con
la settima stagione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Essendo quindi la prima stagione di <i>Hannibal</i>,
un prequel di <i>Red Dragon</i>, e trattando
temi diversi e fatti ad esso precedenti,
Bryan Fuller ha una relativa libertà e la possibilità di reinventare
alcuni aspetti e dinamiche dei personaggi, nonché di aggiungerne di nuovi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il protagonista a tutti gli effetti di questa prima stagione è lo stesso di
<i>Red Dragon</i>, Will Graham (Hugh Dancy),
che vediamo nel primo episodio alle prese con Garret Jacob Hobbs (nominato già in <i>Red Dragon), </i>serial killer conosciuto
come <i>Il Gufo del Minnesota</i>, colpevole
dell’aggressione e dell’uccisione di giovani studentesse, e che viene fermato e
ucciso da Graham appena in tempo per salvarne la figlia. Questo episodio è il
fulcro che fa partire tutte le vicende seguenti, in quanto segnerà e
destabilizzerà gravemente Graham, rendendo necessario l’intervento di uno
psichiatra, il dottor Hannibal Lecter.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Will Graham è profiler dell'FBI con la particolare capacità di riuscire ad
entrare nella mente degli assassini. Questo suo "dono", l’<i>empatia,</i> trova nel telefilm una
realizzazione, amio parere, non del tutto convincente perché fin troppo
cinematografica, ma che sicuramente ha il pregio di catturare lo spettatore: Will
si immedesima nell'assassino a tutti gli effetti e rivive la scena
dell'omicidio nei suoi panni, ripercorrendo le sue stesse mosse e uccidendo lui
stesso la vittima. L’identificazione con il killer è quindi totale e profonda.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim1n1Bqw2J3aBkyv7ptrO7bswQCvWvgqpp2HFYPSmB4WnCva4NXHTilbhU2HA5uqEsNmjVRnCLzZm50QRA9lYdka3hC4fssLeK8tewp1Yun7S67NhM-ddifgpkke9a9e3nDeYQz9egXqk/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; color: #222222; float: right; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim1n1Bqw2J3aBkyv7ptrO7bswQCvWvgqpp2HFYPSmB4WnCva4NXHTilbhU2HA5uqEsNmjVRnCLzZm50QRA9lYdka3hC4fssLeK8tewp1Yun7S67NhM-ddifgpkke9a9e3nDeYQz9egXqk/s1600/3.jpg" /></a><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quello che ci viene presentato, al
contrario di </span><i>Red Dragon</i><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">, è un Will
Graham che non ha ancora trovato una propria stabilità, ma è, anzi, nel
momento di maggiore titubanza e fragilità, quando deve fare i conti con quello
che significa per lui aver ucciso un uomo. Will Graham è un personaggio pieno
di ombre: il suo sonno è turbato da frequenti incubi e da episodi di
sonnambulismo, immagini cruente si </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">presentano continuamente nella sua testa, è un uomo sull'orlo del precipizio della propria stabilità mentale. <br />In suo aiuto intervengono i colleghi, che lo affidano alle cure di un noto psicologo, il dottor Hannibal Lecter (Mads Mikkelsen). E, naturalmente, il vero punto di forza di Hannibal è proprio lui. <br />Il dr. Lecter è un uomo di mezza età elegante, colto, intelligente e di bell'aspetto, un uomo dal fascino smisurato che avrà effetto non solo sugli spettatori, ma anche sugli altri personaggi. Hannibal Lecter è una persona affidabile, di un'intelligenza lucida e perspicace, riesce a guadagnarsi la totale fiducia delle persone che gli stanno attorno e soprattutto di Will, che, ormai in bilico sul baratro, si aggrappa al suo unico punto fermo: il dottor Lecter, che agevolerà e approfitterà di questo rapporto di confidenza, di totale affidamento e quasi di dipendenza di Will nei suoi confronti. <br />Uno dei cardini della serie televisiva è un tema che nel romanzo viene solo accennato, ma che Fuller approfondisce, sviluppa e analizza: il dottor Lecter si interessa a Will Graham perché vede delle somiglianze tra loro due, un'intelligenza superiore al normale, una capacità di comprensione istintiva delle altre persone e una propensione al male. Will riesce a pensare come un assassino, se volesse potrebbe essere un killer eccellente. Il compito che si propone Hannibal è quello di aiutare Will a liberarsi della paura che nutre verso questo lato di sé e per far ciò agirà sulla sua mente, lo manipolerà approfittando della sua situ</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">azione già precaria. Soltanto alla fine Will arriverà ad intravedere la verità.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5pvwC6Z5rU-5ws8g0sVlLpZmtBRCMLpwTstPwjN0A-lo1FxDofoob4BO-Z1NuN9tSq8yzZWs872e59Jci89eEH011ptBAaGf6V3auLMZ-VILqvUuWHIyE9wFt1cywZn8hN4nrbNjhDJs/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5pvwC6Z5rU-5ws8g0sVlLpZmtBRCMLpwTstPwjN0A-lo1FxDofoob4BO-Z1NuN9tSq8yzZWs872e59Jci89eEH011ptBAaGf6V3auLMZ-VILqvUuWHIyE9wFt1cywZn8hN4nrbNjhDJs/s1600/4.jpg" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Simbolo del rapporto tra i due è un incubo, una visione ricorrente, che ha Will e che si ripresenterà con una certa costanza lungo tutti i 13 episodi: un<i> wendigo</i>, una creatura demoniaca associata al cannibalismo, che nell'inconscio di Will Graham rappresenta Hannibal Lecter. Questo wendigo ha la forma di un cervo, anche questo metafora del primo incontro che Will ha con il Male (incarnato poi nella sua forma completa da Lecter): infatti, il primo caso di cui si occupa Will nella serie è il cadavere di una ragazza impalata sulle corna di un cervo. <br />La forza di questo telefilm è infatti il gioco che c'è tra il poco che viene detto e il molto che invece viene celato, lasciato implicito, ma che lo spettatore sa o intuisce, consapevole della natura assassina e cannibale di Hannibal Lecter, che non può avere buone intenzioni, che non può volere davvero bene a Will. Ma tutto questo nella serie non viene m</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">ai mostrato, gli stessi personaggi non possono
saperlo e nemmeno intuirlo. Fuller è infatti abilissimo a stabilire un sottile
gioco di riferimenti che solo chi conosce già la storia di Hannibal Lecter può
capire e di cui quindi gli altri personaggi sono comprensibilmente all'oscuro:
si crea una sorta di complicità quindi tra lo spettatore e Lecter. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Hannibal non uccide né mangia le persone, però quando dice al capo
dell’FBI, Jack Crowford (Laurence Fishburne), che gli farebbe molto piacere
avere lui e la moglie per cena (citando la celeberrima frase del Lecter di
Hopkins), noi sappiamo a cosa si riferisce, leggiamo tra le righe. Vi è sempre questa sorta di ironia tragica che coinvolge lo spettatore, Hannibal e coloro che non posso nemmeno immaginare la sua vera natura, come quando i
medici in </span><span style="background-color: transparent; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: center;">obitorio notano che un </span><span style="background-color: transparent; color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: center;">cadavere è stato ritrovato senza organi, i quali, quindi, sono stati
probabilmente utilizzati per dei traffici illegali, ma obiettano che la milza è
inutile a questo scopo e allora a cosa potrebbe servire, a fare delle salsicce? E c'è un cambio di scena in cui Hannibal Lecter cucina salsicce, allora noi facciamo
il collegamento. Noi sappiamo qualcosa che gli altri non sanno e condividiamo
questa sensazione di potenza e superiorità con Hannibal, quasi sogghignando per l'ignoranza altrui, per l'ironia dell'intera situazione.</span><span style="background-color: transparent; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; text-align: center;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE9tLWUct1Rko8UbF6Jbdfnkvqu3VfWYB67pewpADqO3uXIdOty39_beuGjfo4EGD1UHrtSRy6PQG7ylCwuigScEsJO0d8QhSFmMNjlNvs1m4zIk1cdgMbxzzcqctQe-8KweIZADY8pyA/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE9tLWUct1Rko8UbF6Jbdfnkvqu3VfWYB67pewpADqO3uXIdOty39_beuGjfo4EGD1UHrtSRy6PQG7ylCwuigScEsJO0d8QhSFmMNjlNvs1m4zIk1cdgMbxzzcqctQe-8KweIZADY8pyA/s1600/5.jpg" /></a><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tema fondamentale di questo telefilm è infatti il fascino del male, che
subiscono inconsapevolmente i personaggi e che subiamo un po' più
consapevolmente noi: non si può fare a meno di amare almeno in minima parte Hannibal Lecter, perché è furbo, intelligente, carismatico e
affascinante, non è gratuitamente cattivo, le sue azioni hanno sempre degli
scopi più "alti": è un personaggio ambiguo e dalle mille sfumature
diverse e per questo, non solo crudele ed diabolico, ma imprevedibile e geniale
nelle sue decisioni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">So che molti rimarranno irremovibili sull'insuperabilità di Anthony Hopkins come unico e vero Hannibal Lecter, ma vi assicuro che Mads Mikkelsen non è
da meno. Ciò che è davvero apprezzabile del suo ruolo è che non tenta di imitare Hopkins, rischiando magari di scadere in una sua banale brutta copia. La recitazione di Mikkelsen è
diversa, <i>questo Hannibal</i> è diverso:
Fuller ha scelto Mikkelsen perché in grado di fare delle micro-espressioni.
Questo non è un dottor Lecter spavaldo e che si mette in bella mostra perché
tanto ormai tutti sanno chi è veramente, questo è un Lecter che agisce
sotterraneamente, i suoi sorrisi di trionfo non devono essere notati, non
possono essere plateali: sono quasi impercettibili, però noi ce ne accorgiamo,
noi sappiamo cosa significano. L'effetto è strepitoso e gioca sempre a favore
del rapporto esclusivo che Hannibal ha con lo spettatore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ad alti livelli è anche l'interpretazione di Hugh Dancy, che al contrario
di quella di Mads Mikkelsen, si basa sull'enfasi: meravigliose sono le scene
drammatiche che vedono protagonista un Will Graham completamente distrutto e
disperato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Altre differenze sono presenti nel telefilm rispetto al romanzo: Freddy
Lounds, giornalista invadente e fastidioso, si trasforma in Freddie Lounds
(Lara Jean Chorostecki), una donna, ma altrettanto ficcanaso e odiosa. Alan
Bloom (Caroline Dhavernas), psicologo collaboratore dell'FBI, è invece Alana
Bloom. In questo modo non solo la presenza maschile e femminile nella storia è
più equilibrata (in <i>Red Dragon</i> i
personaggi principali sono quasi esclusivamente maschili), ma vengono anche
rese possibili sottotrame di tipo amoroso e sentimentale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6RF4U-E1PzrOhvpoCRtiX4xV03LV5u0-q9wShICYrSRpHBZ1wDOKi2OkPLmjaPjNuj7i3aFCqnjCQx3sV8z8Knyyjm_CAkEjEETJFQMfJX-veBwYaF3j2HSR_9QE252N0KgRCFzintOU/s1600/6.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6RF4U-E1PzrOhvpoCRtiX4xV03LV5u0-q9wShICYrSRpHBZ1wDOKi2OkPLmjaPjNuj7i3aFCqnjCQx3sV8z8Knyyjm_CAkEjEETJFQMfJX-veBwYaF3j2HSR_9QE252N0KgRCFzintOU/s1600/6.jpg" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<v:shape alt="tumblr_msa1bb2a3r1ql1fzro1_500.jpg" id="Immagine_x0020_13" o:spid="_x0000_s1026" style="height: 93.45pt; left: 0px; margin-left: -3.65pt; margin-top: 6.15pt; position: absolute; text-align: justify; visibility: visible; width: 166.65pt; z-index: 251663360;" type="#_x0000_t75">
<v:imagedata o:title="tumblr_msa1bb2a3r1ql1fzro1_500" src="file:///C:\Users\oper\AppData\Local\Temp\OICE_F4CD8C64-4251-4B61-A085-1FFA67647BA8.0\msohtmlclip1\01\clip_image004.png"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
<w:wrap type="through">
</w:wrap></span></v:imagedata></v:shape><span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Personaggio che in <i>Red Dragon</i> viene solo nominato e che in
Hannibal è invece fondamentale è Abigail Hobbs (Kacey Rohl), figlia di Garrett
Jacob Hobbs, che viene salvata appena prima che il padre riesca ad ucciderla e
che qui viene sospettata di essere sua complice nell'omicidio di otto ragazze.
Abigail viene presa sotto l'ala protettiva di Hannibal Lecter e per tutta la
stagione non si capirà fino a che punto è vittima e fino a quale è invece
colpevole. A lei si affezionerà anche Will, con cui condivide un forte senso di
colpa per delle morti di cui non è direttamente o volontariamente responsabile.
Ovviamente, anche in questo caso il dr. Lecter manipolerà entrambi per i suoi
scopi e si servirà di Abigail per avvicinare a sé Will.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ad aumentare il mistero e le zone d'ombra di Hannibal Lecter, Fuller
introduce anche l'altrettanto enigmatico personaggio di Bedelia du Maurier
(Gillian Anderson), psichiatra e psicoanalista del dr. Lecter. Si tratta di un
personaggio algido e indecifrabile, di cui si viene a sapere molto poco e
soprattutto ambiguo rimane il suo rapporto con Lecter: fino a che punto sa?
Cosa nasconde?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La prima stagione di Hannibal non parte col botto, anzi, all'inizio si fa
fatica a capire dove voglia effettivamente arrivare Fuller. I primi episodi
vengono utilizzati soprattutto per presentare i vari personaggi e ognuno di
esso è dedicato quasi totalmente ai vari casi che vengono seguiti da Jack
Crawford e dal suo gruppo di lavoro, ancora non si intravede il filo conduttore
delle varie puntate. Da metà stagione in poi, invece, l'intreccio inizia a
dipanarsi, le dinamiche tra i personaggi sono più precise, lo spettatore si è
ambientato in queste atmosfere cupe e fredde (davvero azzeccata la scelta di
girare la serie in Canada), il gioco di Hannibal e il legame che lo unisce a
Will si fanno più chiari. La trama viene poi condotta con grande abilità e Fuller riesce a gestire bene le novità e i numerosissimi riferimenti ai
romanzi di Harris, i rimandi metaforici, i momenti di suspense, pathos, i colpi
di scena e a portare avanti in contemporanea sia la trama principale che quelle
secondarie senza troppi intoppi e facendoci affezionare a certi personaggi,
arrabbiare con altri, temere altri ancora e anche provare emozioni
contraddittorie tra di loro: il coinvolgimento emotivo arriva ad essere davvero
alto! La serie, anche se parte lentamente, prosegue in crescendo, inserendo
sempre nuovi elementi che irrobustiscono e complicano l'intreccio,
fino ad arrivare all'apice dell'ultimo episodio, che si sviluppa esso stesso in
un climax di tensione (finalmente capiamo qual è lo scopo di Hannibal e assistiamo
ad un faccia a faccia tra lui e Will), fino al cliffangher finale. Inutile dire
che ora siamo tutti in trepidante attesa della seconda stagione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;">
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;">Consiglio vivamente questa serie TV a chiunque cerchi qualcosa di un po' più impegnativo ma originale e appassionante. Facciano però attenzione le persone
facilmente impressionabili, perché sono presenti scene piuttosto violente e crude.</span><br />
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWLvOpV9LyLnLd6U8UG4egaHjskVXvLOjojffEaVHCCeVV0weO7EnCX6aJxtc9E43jy0gZMpSC1-ttV2YRD6_aNFOu3ful7uteyzc8opZ9cvFTpgl86QaGLMrLGNbC5jxqeyDPiEGvOYPG/s1600/1419791_10202508422977747_767982422_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="70" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWLvOpV9LyLnLd6U8UG4egaHjskVXvLOjojffEaVHCCeVV0weO7EnCX6aJxtc9E43jy0gZMpSC1-ttV2YRD6_aNFOu3ful7uteyzc8opZ9cvFTpgl86QaGLMrLGNbC5jxqeyDPiEGvOYPG/s320/1419791_10202508422977747_767982422_n.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #222222; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;"><br /></span></div>
</div>
</div>
Laura http://www.blogger.com/profile/15612763303984777415noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-54723609603644202702013-11-07T07:11:00.001-08:002013-11-07T16:26:28.295-08:00Recensione: America oggi - Raymond Carver<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiV1SlWs3a9izGlN9b8PaZMrQoKeVv0TGft_qAkFZHkKyu3V1-9lN34SScQRlxBv9OtKDUkhzHX_hv3t_3NVxOxFdzimy5KG7FgMsYcReO1yW43qr8pQD1_0WTmZtZvSH7r21aLomiOYX7/s1600/ff4463c910c298ffca797bc514a34b94.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiV1SlWs3a9izGlN9b8PaZMrQoKeVv0TGft_qAkFZHkKyu3V1-9lN34SScQRlxBv9OtKDUkhzHX_hv3t_3NVxOxFdzimy5KG7FgMsYcReO1yW43qr8pQD1_0WTmZtZvSH7r21aLomiOYX7/s320/ff4463c910c298ffca797bc514a34b94.jpg" width="205" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Titolo: <b>America oggi</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Autore: <b>Raymond Carver</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Prezzo: <b>8.00€</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Pagine: <b>156, brossura</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Editore: <b>Minimum Fax</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Trama: </b></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Questo volume raccoglie i nove racconti e la poesia di Carver cui Robert Altman si è ispirato per la sceneggiatura di "America Oggi", il film che gli è valso il Leone d'Oro al Festival di Venezia nel 1993. Sullo sfondo di un'America di provincia si svolgono dieci piccoli e grandi drammi privati che hanno per protagonisti cameriere di fast-food e rappresentanti di commercio, ragionieri e segretarie, medici e pittrici, quasi sempre colti in un momento di crisi - nella vita di coppia o familiare, nei rapporti di lavoro o di amicizia - da cui tentano ostinatamente di riemergere. Prefazione di Robert Altman.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFsMkv4udZrajKMIf1fS7S7Xwuf2Wak4FhamDttF1sDyXaW8spoWbpe_qnJVtP_3llXg76fJULzYSMMpM9_c7Ek0JrVK9Pzq_BdlNTPF9d5EhDLKXthGYAbUcfQu878-qfi5P9AwKady4Z/s1600/download+(2).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFsMkv4udZrajKMIf1fS7S7Xwuf2Wak4FhamDttF1sDyXaW8spoWbpe_qnJVtP_3llXg76fJULzYSMMpM9_c7Ek0JrVK9Pzq_BdlNTPF9d5EhDLKXthGYAbUcfQu878-qfi5P9AwKady4Z/s200/download+(2).jpg" width="170" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>L'autore: </b>Figlio di un operaio di segheria e di una cameriera, è nato a Clatskanie, nell'Oregon, il 25 maggio 1938 ed è morto nel 1988. È uno dei maggiori scrittori americani del Novecento. Einaudi ha iniziato a ripubblicare le sue opere narrative nel 2009 con "Principianti" (ripubblicato in una nuova edizione nel 2010), la versione originale di "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore". Sempre nel 2009 ha pubblicato "Vuoi star zitta, per favore?" (ripubblicato negli ET Scrittori nel 2012), nel 2010 "Se hai bisogno, chiama" e "Da dove sto chiamando" e nel 2011 "Cattedrale". Presso Einaudi Stile libero era uscito, nel 1997, "Il mestiere di scrivere" (ripubblicato in una nuova edizione nel 2008). Nel 2013 è uscito "Carver Country" (corredato dalle foto di Bob Adelman).</span></div>
<div>
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: large;"><b>Recensione:</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: "Georgia","serif";"><span style="color: #0b5394;">Avevano tutti il cuore
spezzato. Però, lo stesso.</span><o:p></o:p></span></i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: "Georgia","serif";"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Quando ci si approccia
alla letteratura americana una delle prime cose che saltano all'occhio è
l’incredibile importanza che questa fetta di autori ha dato all'arte della<i> short story</i>. Sin da Salinger, passando per Yates e arrivando ai
contemporanei Munro e Saunders, il racconto sembra essere il genere più
propenso per esprimere la <i>varietas </i>di
quello che è da sempre l’argomento preferito dagli scrittori americani: la vita
quotidiana. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Carver non fa eccezione,
anzi, è da sempre considerato uno degli autori dal contributo più considerevole non solo verso il genere del racconto, ma verso la</span><span style="font-family: Georgia, serif;"> letteratura americana in generale,
motivo per il quale è balzato subito in cima alla mia lista di letture. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">La raccolta <i>America
Oggi</i>, edita da Minimum Fax, è un buon approccio per chi non ha mai letto
nulla di questo autore in quanto racchiude in poco più di centocinquanta pagine
tutti i nove racconti (e una poesia) a cui il regista Robert Altman si è
ispirato per l’omonimo film, vincitore del Leone D'Oro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Dunque, dicevamo, a Carver
piace mettere in scena la vita di tutti i giorni e, come dice lo stesso Atman nella
prefazione, è una vita che non ha alcuna pietà verso i protagonisti di queste
storie, colti durante una crisi famigliare, di coppia o personale.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, serif;">Una scelta dell'autore che mi ha dato molto da pensare è la mancanza di un finale compiuto per ognuno di questi racconti, che vengono fermati bruscamente, di colpo, lasciando il lettore col fiato terribilmente troncato. Forse per dare la possibilità al lettore di immaginare una sorta di ottimistico lieto fine? Sinceramente non mi sembra possibile. La visione della condizione umana che Carver palesa in ognuna di queste short story è quasi pessimistica, rassegnata, e la scelta di non porre un finale deciso e completo deriva dalla consapevolezza che il dramma umano, anche il più intimo e
personale, non ha mai una vera conclusione. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, serif;">Un'altra particolarità stilistica interessante sta nel non perdere tempo in spiegazioni, lasciando che sia il lettore ad interpretare la psicologia
dei vari personaggi tramite gesti, azioni e frasi spesso brevi ma incisive, pur non essendo altro che uno spettatore impotente di vite provinciali, esistenze umili,
marginali, e dimesse da un caso cinico e crudele.</span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394;"><i><span style="font-family: "Georgia","serif";">“E, intanto,
la gente intorno a te continua a chiacchierare e a comportarsi come se fossi la
stessa persona che eri ieri, stanotte, cinque minuti fa, e invece tu stai attraversando
una crisi profonda e ti senti il cuore a pezzi…”</span></i><span style="font-family: "Georgia","serif";"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Georgia","serif";">Raymond Carver ci riporta
con uno stile asciutto, minimalista ed essenziale racconti magistrali di drammi
quotidiani e solitari, alcuni stranianti <i>(Vicini)</i>,
altri profondamente toccanti (<i>Una cosa
piccola ma buona</i>), altri ancora intrisi di una drammatica comicità (<i>Jerry, Molly e Sam</i>), altri realisticamente agghiaccianti (<i>Di’ alle donne che andiamo</i>).
In queste storie, per quanto assurde talvolta possano sembrare, ci siamo noi e la folla umana che ci circonda ogni giorno, ma vista aldilà dell’apparente facciata di normalità e perbenismo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Carver sembra affacciarsi
alle finestre di tipiche case americane e guardare cosa accade al loro interno, scrutando il tutto con attenzione ma senza mai esprimere un giudizio, senza
fare della retorica spicciola o dell’inutile qualunquismo, riportando semplicemente questi squarci di esistenza con un’oggettività ed interesse quasi scientifici. </span><span style="font-family: Georgia, serif;">Quelle che ci racconta
sono storie di dolore, separazione, morte, ma soprattutto, solitudine, quella
solitudine di uomini e donne che tentano di risalire dagli abissi mentre il
resto dell’umanità se ne frega e prosegue la sua esistenza con imperterrita indifferenza
verso la vita altrui, proprio come i campeggiatori di </span><i style="font-family: Georgia, serif;">Con tutta di quell’acqua a due passi da casa. </i><br />
<span style="font-family: Georgia, serif;">A questo proposito è interessante soffermarsi su un racconto in particolare, <i>Una cosa piccola ma buona</i>, che è stato anche, per quanto mi riguarda, il più sentito dell'intera raccolta, probabilmente anche per il finale che mi ha subito ricordato la filosofia de <i>La ginestra </i>di Leopardi. Inizialmente vi è un'iniziale disinteresse del pasticcere verso il dolore della coppia di genitori, preoccupati per il loro bambino in coma, e, mentre durante tutto il racconto Carver sembra evidenziare i già citati temi di sofferenza e solitudine, il colpo di scena arriva proprio verso le ultime pagine, quando l'autore americano, come il suddetto poeta italiano, sembra promuovere una particolare "unione di sofferenze<i>" </i>tra il pasticcere e i genitori, dando vita a quella<i> cosa piccola ma buona</i> che fa da titolo all'intero racconto, ovvero un tenue barlume di speranza che non restituisce ciò che si è perso durante il tragitto, ma che, perlomeno, aiuta a resistere. Perché è questo che fanno i personaggi di <i>America oggi</i>, resistono, e non importa che le loro storie siano state scritte nella seconda metà del novecento, poiché ancora oggi offrono uno spaccato della società occidentale incredibilmente attuale e veritiero, tanto che, alla fine della fiera, è impossibile non avervi intravisto almeno una parte di se stessi. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, serif;"><i>"Ogni giorno, ogni notte della nostra vita, ci lasciamo dietro pezzettini di noi stessi, scaglie di questo e di quello."</i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><b>Voto:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img585/9199/inkspot.png" /><img src="http://imageshack.us/a/img801/9380/metmacchia.png" /><br />
<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF2HkOM_FhOS2SjsFl1zrAcIsaLPQ5qyRc4hKsFzUAEAw749Z-LgOdqV0UbDgnlxWCIDgBuwGmCeLG1C4R5Q_ew0RNzxKWgZMup7gdyHgHheJ_gb_7NiZkLqh_8kFzZ6UxtUw4XCWpfoSg/s1600/Leo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="68" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF2HkOM_FhOS2SjsFl1zrAcIsaLPQ5qyRc4hKsFzUAEAw749Z-LgOdqV0UbDgnlxWCIDgBuwGmCeLG1C4R5Q_ew0RNzxKWgZMup7gdyHgHheJ_gb_7NiZkLqh_8kFzZ6UxtUw4XCWpfoSg/s320/Leo.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/01974518658938917958noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7635178420170965645.post-38231381218392943892013-11-05T07:15:00.000-08:002013-11-05T11:53:33.093-08:00Recensione: Pan - Francesco Dimitri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR7fbxF1Zf-sNokD4EsRCavXZedxIfOdrRudC4zjwF7VAHL0aDprbS7CHGAKqfYJxz5Upv_qGSM0oHD9uNOi35-_kQgpe34PJwokRWYYGwdxQl8qxDe_bt_9PgWRy3HVowYzeV6p0KjbYM/s1600/pan_3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR7fbxF1Zf-sNokD4EsRCavXZedxIfOdrRudC4zjwF7VAHL0aDprbS7CHGAKqfYJxz5Upv_qGSM0oHD9uNOi35-_kQgpe34PJwokRWYYGwdxQl8qxDe_bt_9PgWRy3HVowYzeV6p0KjbYM/s320/pan_3.jpg" width="214" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Titolo: <b>Pan</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Autore: <b>Francesco Dimitri</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prezzo: <b>19.00€</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pagine: <b>461,brossura</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Editore: <b>Marsilio (collana X)</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Trama: </b>Nelle notti romane ci sono bambini che sognano, e che nel sogno, ogni volta, ripetono il viaggio verso una grande isola che non c'è. Nelle notti romane ci sono ville borghesi illuminate dalla luna piena, e dai loro giardini spesso s'innalzano, non visti, mastodontici galeoni pirata. Nelle notti più fredde di una Roma moderna, pulsante, segreta, qualcuno ormai comincia ad avvertirlo: uno spirito folle sta bussando alla porta, uno spirito anarchico e sensuale, passionale e libertino, pronto a tornare per rapirci. Qualcuno lo vuol chiamare Peter; un tempo era noto come Pan. A cento anni di distanza dalla sua prima comparsa, il Peter Pan di Barrie rivela oggi più che mai la propria carica eversiva, la propria primordialità vitale, erotica, libera, il proprio rifiuto verso ogni forma di dogmatismo. Nei cieli di Roma lo scontro si sta preparando: bambini e pirati, vecchie e nuove divinità, in un'inquietante favola nera che finirà per insegnarci come, talvolta, per vedere il mondo del sogno dal mondo reale, non serva altro che alzare la testa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVR3xP7_-eQjbxt0yX5jvgVmvBVPmypTfo7Tx2Be_YZahNarDQPumNWQC_lLtLXvtjROvyh0zVL4o16wJvgHifbKLC5PRh5TxI_pt_GU6roLRPstyGhJHJFSY56b2CEccm8k20a0XnAPLx/s1600/download+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVR3xP7_-eQjbxt0yX5jvgVmvBVPmypTfo7Tx2Be_YZahNarDQPumNWQC_lLtLXvtjROvyh0zVL4o16wJvgHifbKLC5PRh5TxI_pt_GU6roLRPstyGhJHJFSY56b2CEccm8k20a0XnAPLx/s200/download+(1).jpg" width="200" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>L'autore:</b> <b>Francesco Dimitri</b> è nato in Italia nel 1981 e vive a Londra. Scrive, collabora con riviste, agenzie di comunicazione e blog, gioca di ruolo e va in giro per i boschi. Il suo romanzo Pan, è stato un caso letterario. Per Salani ha pubblicato anche <i>Alice nel paese della vaporità </i>e <i>L'età sottile</i>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://www.facebook.com/fradimitri" target="_blank">Facebook</a>, <a href="http://francescodimitri.wordpress.com/" target="_blank">Blog</a>, <a href="https://twitter.com/fdimitri" target="_blank">Twitter</a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><u><br /></u></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><b><span style="font-size: large;">Recensione:</span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Chi non ha mai sentito parlare dell’<i>Isolachenonc’è</i>? E quale bambino non ha almeno una volta desiderato di non crescere mai? Quale adulto non ha voluto, a volte, essere ancora troppo piccolo per assumersi responsabilità, per avere doveri da adempiere? La leggenda lo dice chiaro: l’<i>Isolachenonc’è</i> è solo per i bambini, solo per chi è capace ancora di sognare.</span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pan propone qualcosa di molto più complesso della nota storia di Peter Pan. Nella Roma dei nostri giorni, tre ragazzi di una benestante famiglia si trovano coinvolti in una faccenda misteriosa e molto pericolosa. Loro sono Giovanni, Angela e Michele, figli di un famoso studioso, Stefano Cavaterra, ormai da anni malato di Alzheimer. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Giada, la migliore amica di Angela, confida a quest'ultima, che in arte si fa chiamare “La Meravigliosa Wendi” , di aver trovato nell'immondizia una sorta di feto, qualcosa che non sembra appartenere alla specie umana. Giovanni scopre che il padre, al tempo in cui era ancora nel pieno delle sue facoltà mentali e all'apice della gloria, ha condotto particolari studi sull'Isola e sulla presenza che essa aveva nei sogni, nei racconti di bambini e di matti; scopre, inoltre, dall'ex migliore amico del padre, nonché finanziatore delle sue ricerche, lo “zio” Dal Mare, i motivi che hanno portato i due alla rottura della loro amicizia. Tutto questo accade mentre Angela e Giada convengono che quello che è stato ritrovato, gettato nella spazzatura, non è un bambino. Il feto, crescendo, acquista sempre più l'aspetto di un essere inquietante, che mai nessun essere vivente può aver visto in natura: un fauno, creatura esistente esclusivamente nel mito. Questo essere si sviluppa, divenendo sempre più forte ed attraente: in sua presenza, Angela e Giada sentono di perdere facilmente il controllo. Si trovano davanti ad una creatura allo stesso modo tremenda e meravigliosa, un dio: il dio Pan. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Nel cuore di Roma, nel nostro tempo, lui è tornato: il dio del panico, delle emozioni forti. Non c'è essere che non subisca il suo fascino, che non si faccia prendere almeno per un momento dalle proprie passioni e dai propri istinti, portati all'estremo. Chi è allora Peter? Peter Pan è Pan nel mondo che tutti vedono. Così i tre fratelli Cavaterra imparano sulla loro pelle che la realtà è molto più complessa di quanto potevano pensare. Essa si manifesta in tre aspetti: Carne, Incanto e Sogno. Così Pan è un fauno nella Carne e Peter Pan nell'Incanto. L'Incanto è vero e non meno fisico e concreto della Carne; ciò che li distingue è la fantasia, l'immaginazione: nell'Incanto è possibile vivere liberamente in preda delle proprie pulsioni, è il luogo in cui tutto è amplificato, portato all'eccesso. La Carne, al contrario, è il luogo in cui un solo stato assumono le cose: l'ordine. </span></div>
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Ogni Peter Pan che si rispetti ha il suo Capitan Uncino. Nella Carne, l'eterno nemico di Pan è colui che notoriamente viene conosciuto con il nome di Augusto Dal Mare. Questi è un'entità divina, al pari del suo avversario cornuto: il suo reale nome è Greyface. Il suo colore è il grigio e la sciattezza di un'esistenza condotta all'insegna della razionalità, del controllo, delle ripetitività. Detto in altre parole, lo scontro tra Pan e Greyface, tra Peter Pan e Capitan Uncino è lo scontro tra due principi che regolano la realtà: ordine e disordine. In essi non c'è valore: nessuno dei due è bene, nessuno dei due è male. La passione estrema che coglie un essere alla presenza di Pan può condurre al terrore, all'omicidio, allo stupro; il forte controllo voluto da Greyface può giungere nelle manifestazioni di organizzazione e ordine realizzare dai peggiori dei regimi dittatoriali.</div>
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Giovanni, Angela e Michele iniziano una guerra all'ultimo sangue contro Capitan Uncino, affiancati dai Bambini Perduti, Tinker Bell e Giada (del resto, è lei che ha trovato un dio, non in una mangiatoia, ma nel cesto dell'immondizia!). Il nemico è molto forte: è forte grazie al Cristianesimo che ha eliminato le vecchie divinità ed ha inibito gli istinti; è forte dell'Illuminismo che ha affermato il primato della Ragione; è forte perché la contemporaneità si nutre di indifferenza verso le meraviglie del mondo, verso i sogni, la fantasia. Solo Michele riesce a mettere in pratica un'azione potente contro Greyface e lo fa nell'altro aspetto, forse il più singolare della realtà, che è il Sogno.</div>
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Il ragazzo, forte del potere acquisito durante una specie di addestramento, che lo ha reso un vero e proprio sciamano, ascoltatore di tutti gli spiriti che animano la città eterna, comprende il nocciolo della questione: se nei sogni prendono vita le nostre idee e i miti umani, è possibile nutrirli, trasformarli, perfino eliminarli. Così è allora possibile realizzare il ritorno all'esistenza genuina, fatta di spreco di carne, si seme e di sangue. </div>
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Il ritorno di Pan, infatti, è solo l'inizio: tutte le antiche divinità sono pronte a tornare, con tutto il loro essere ad immagine e somiglianza degli uomini che li hanno concepiti e che li hanno allontanati, rimossi, nei momenti in cui hanno scelto l'ordine.</div>
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Il romanzo di Dimitri è crudo, dal ritmo incalzante, in certi casi un po' prevedibile. Ciò che lo rende interessante, concettualmente parlando, è questa lotta tra entità alla pari che non incarnano valori. Al posto della solita contrapposizione tra Bene e Male, Dimitri propone l'antagonismo di due principi di realtà, entrambi necessari a questa per renderla viva. Non esistono assoluti: ogni bene è male ed ogni male è bene. L'essere umano che partecipa a questa lotta terribile tra divinità facilmente soccombe ma, altro spunto interessante, benché gli uomini sembrino pedine nelle mani degli dei, è pur vero che sono solo le loro capacità mentali, non solo quelle legate alla razionalità ma anche e soprattutto quelle dell'immaginazione, che danno potere agli dei stessi. </div>
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Il romanzo di Dimitri, in conclusione, cattura l'attenzione del lettore con facilità, ma potrebbe non essere per tutti. Sicuramente, va guardato anche più nel profondo per essere apprezzato davvero.<br />
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<span style="font-size: large;"><b>Voto:</b></span><br />
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